Corri alla coppina, corri

FONTE Facebook Cinzia Zanfini Nuovo 6-6-25
TITOLO redazionale : Corri alla coppina, corri

di Cinzia Zanfini Nuovo

Ogni mattina alla Cooppina di via Reginaldo Giuliani, come sorge il sole, un pensionato si sveglia e sa che dovrà correre più di una casalinga o non raggiungerà il banco surgelati e il Barattolino Sammontana in offerta.

Ogni mattina alla Cooppina di via Reginaldo Giuliani, come sorge il sole, una mamma si sveglia e sa che dovrà correre più del pensionato o i suoi bambini rimarranno senza il Barattolino Sammontana in offerta.

Ogni mattina alla Cooppina di via Reginaldo Giuliani, come sorge il sole, non importa che tu sia pensionato o mamma, l’importante è che cominci a correre…
….altrimenti col cazzo che riesci a prendere il Barattolino Sammontana in offerta.

Fine del mio apologo.

Cinzia Zanfini Nuovo 6-6-25


FONTE Facebook Cinzia Zanfini Nuovo 6-6-25 TITOLO redazionale : Corri alla coppina, corri

Genocidio o semplice massacro?

IMMAGINE realizzata by ChatGPT

Tu che dici amico mio? Ritieni appropriato il termine genocidio o sarebbe più opportuno parlare di semplice eccidio?

E’ veramente piacevole affrontare una discussione semantica di fronte ad una buona tazza di tea, vecchio mio.

To be, or not to be “stronzi”: that is the question

La Corte penale internazionale (CPI) ha emesso mandati d’arresto per crimini di guerra e crimini contro l’umanità nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, dell’ex ministro della difesa Yoav Gallant e del capo del braccio armato di Hamas Mohammad Deif 

il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha condannato le azioni criminali di Israele e del governo Netanyahu.
Lo ha fatto con parole di inusitata durezza.
“Che venga ridotta alla fame un’intera popolazione, dai bambini agli anziani, è disumano.
È inaccettabile il rifiuto di applicare le norme del diritto umanitario nei confronti dei cittadini di Gaza. S’impone subito il cessate il fuoco.
In qualunque caso è indispensabile che l’esercito israeliano renda accessibili i territori della Striscia all’azione degli organismi internazionali, rendendo possibile la ripresa di piena assistenza umanitaria alle persone”.
E ancora:
“I palestinesi hanno diritto al loro focolare entro confini certi ed è grave l’erosione dei territori attribuiti all’Autorità nazionale palestinese, così come è illegale l’occupazione di territori di un altro Paese, che non può essere presentata come misura di sicurezza: si rischia di inoltrarsi sul terreno della volontà di dominio della barbarie nella vita internazionale”.

Per fortuna c’è che riesce a mantenere il giusto distacco e discetta se trattasi di genocidio o di solo sterminio.


IMMAGINE realizzata by ChatGPT

The Iron Man

FONTE Facebook Alessandro Volpi 4-6-25
TITOLO redazionale

Riuscirà Trump a riportare gli Usa ad essere una potenza industriale?

Trump ha una politica industriale? Da stamani alle 6, secondo quanto stabilito da un ordine esecutivo del presidente degli Stati Uniti, incurante dei ricorsi e delle pronunce dei tribunali, sono entrati in vigore dazi del 50% sull’alluminio e sull’acciaio importanti negli Stati Uniti. Si tratta di un segnale tutt’altro che banale. Gli Usa importano ogni anno acciaio e alluminio per circa 114 miliardi di dollari, pari ad un quarto del fabbisogno interno; i principali esportatori sono Canada, Messico, Brasile e Corea del Sud. L’idea di Trump è quella di riportare la produzione dell’acciaio negli Stati Uniti, utilizzando i dazi come elemento decisivo, soprattutto per le realtà produttive presenti in aree limitrofe. In questo senso, ha favorito l’accordo fra Nippon Steel e  Cleveland Cliffs per trasferire in terra americana le produzioni giapponesi. E’ un tentativo ambizioso, e forse pericoloso, per la stessa economia americana ma che non è liquidabile nei termini della pura follia come fanno troppi commentatori nostrani. Magari, sarebbe ora di capire che la reindustrializzazione americana è un obiettivo vero per Trump, insieme all’incasso federale garantito dai dazi, e che non si ferma, come nel caso europeo, alle sole “politiche” del riarmo. Aggiungerei ancora due considerazioni. La prima. Dopo l’annuncio dei dazi, i titoli di Cleveland Cliffs si sono impennati, con grande giubilo di BlackRock, Vanguard e State Street, che possiedono circa il 25% della società e dunque su questo terreno possono coltivare un rasserenamento delle tese relazioni con il presidente, in particolare dopo la “liquidazione” di Musk. La seconda. i dazi colpiscono anche tutto ciò che contiene acciaio, e questa non è una buona notaia per i produttori italiani che esportano in Usa molti beni contenenti acciaio. Ma, tanto, il governo Meloni è amico di Trump. Siamo davvero in una situazione paradossale: una grande parte dei media preannuncia il disastro di Trump, non provando neppure a capire le ragioni, secondo il modello Rampini, Mieli, Parenzo (mi scuso per il riferimento a loro ma occupano ore e ore di trasmissioni), e il governo Meloni, al contrario, manifesta una fiducia cieca nel magnate.

Alessandro Volpi 4-6-25


FONTE Facebook Alessandro Volpi 4-6-25 TITOLO redazionale

L’altalena di Trump

FONTE Domani 3-6-25
TITOLO redazionale
l’economia globale ridotta a caos” di Luca Ciarrocca
Scheda didattica by ChatGPT

Il magico mondo del TACO Trade: l’economia globale ridotta a caos di Luca Ciarrocca

È l’ultimo acronimo in voga in borsa, sta per Trump Always Chickens Out” («Trump si tira sempre indietro») ed è stato coniato da Robert Armstrong, editorialista del Financial Times. Indica come trarre profitto dai ribassi innescati dalle minacce di dazi del presidente, scommettendo sul fatto che poi farà retromarcia. Uno schema che ha spinto hedge fund e banche d’affari a speculare, il mercato passa dalla depressione all’euforia


📚 Scheda Didattica

🔖 Titolo dell’articolo:

Il magico mondo del TACO Trade: l’economia globale ridotta a caos
di Luca Ciarrocca, Domani, 3 giugno 2025


🧠 Parola chiave / Concetto centrale:

TACO TradeTrump Always Chickens Out (Trump si tira sempre indietro)
Un acronimo nato in ambito finanziario per descrivere lo schema prevedibile del comportamento di Donald Trump in politica commerciale, sfruttato da investitori speculativi.


🧷 Contesto:

  • L’articolo si inserisce nel contesto delle attuali tensioni economiche e finanziarie globali, accentuate dal ritorno sulla scena politica di Trump e dalle sue minacce ricorrenti di introdurre dazi commerciali.
  • La politica economica USA è giudicata instabile e incoerente, alimentando la volatilità dei mercati.

📊 Punti principali:

  1. TACO Trade: strategia speculativa
    • Scommessa sulla ciclicità: Trump minaccia dazi → mercati crollano → Trump fa marcia indietro → mercati rimbalzano.
    • Strumento usato da hedge fund e banche d’affari per trarre profitto dalle oscillazioni.
  2. Reazione dei mercati:
    • I giudici USA sospendono i dazi → euforia di mercato e rafforzamento del dollaro.
    • I mercati sembrano preferire un Trump bloccato da istituzioni o retromarce.
  3. Effetti sull’economia reale:
    • Instabilità danneggia aziende esportatrici, investimenti e consumi.
    • Le scelte impulsive penalizzano la fiducia di lungo termine nell’economia USA.
  4. Debito pubblico e “bond vigilantes”:
    • Crescente sfiducia nei confronti del debito USA: rendimenti dei titoli di Stato in rialzo.
    • “Bond vigilantes” = investitori che penalizzano i governi fiscalmente irresponsabili.
    • Titolo trentennale USA al 5% → simbolo del rischio percepito.
  5. Politica fiscale USA sotto accusa:
    • Trump propone nuove spese in deficit (+3.000 mld in 10 anni) e tagli fiscali senza copertura.
    • Il debito USA raggiunge 37.000 miliardi di dollari.
  6. Tendenze globali:
    • Anche Regno Unito, Giappone e altri paesi vedono salire i rendimenti.
    • Inflazione alta, banche centrali più passive, e debiti pubblici in crescita aggravano la situazione.

🧭 Finalità dell’articolo:

  • Mostrare come la politica economica americana (in particolare trumpiana) stia alimentando un clima di instabilità e speculazione.
  • Evidenziare il divario crescente tra speculazione finanziaria e sostenibilità economica reale.
  • Denunciare il ritorno del rischio sovrano in un contesto globale fragile.

🗣️ Spunti per la discussione:

  • Il comportamento speculativo dei mercati può avere effetti positivi o solo destabilizzanti?
  • Qual è il ruolo della fiducia nel funzionamento dell’economia pubblica?
  • Esistono strumenti per arginare i “bond vigilantes” e tutelare la sovranità economica?
  • Che differenza c’è tra negoziazione politica e manipolazione speculativa?

FONTE Domani 3-6-25 TITOLO redazionale l’economia globale ridotta a caos” di Luca Ciarrocca Scheda didattica by ChatGPT

Capitalismo magico

FONTE Facebook Alessandro Volpi 3-6-25
IMMAGINE Quadro “Vuelo de brujas” (in italiano: Il volo delle streghe), realizzato da Francisco Goya nel 1798.
TITOLO redazionale “Capitalismo magico”

La crisi americana e la speculazione.

I credit default swap sono assicurazioni contro il rischio di insolvenza di un titolo; in realtà sono soprattutto strumenti speculativi. In questa fase i credit default swap che dovrebbero proteggere contro il rischio di fallimento del debito federale degli Stati Uniti stanno costando sempre di più, a riprova del fatto che si è aperta una speculazione sulla possibilità di un default americano. Si tratta di una ipotesi impensabile fino a qualche anno fa ma che ora, di fronte all’enormità del debito Usa, alla debolezza del dollaro e all’estrema difficoltà con cui la Federal Reserve potrebbe stampare dollari per coprire quel debito, appare meno lunare e quindi alimenta un’ondata speculativa. Questa ondata contribuirà al già forte rialzo dei tassi di interesse che il debito americano deve pagare per attrarre compratori e questo implica due conseguenze. La prima. La concorrenza del debito Usa, con il decennale che può arrivare al 5%, obbligherà i paesi più indebitati, come l’Italia, a pagare tassi di interessi più alti, con un incremento di questa voce della spesa pubblica, a cui peraltro contribuisce la folle idea di escludere dal Patto di stabilità il debito pubblico contratto per il riarmo; un’idea sempre più coltivata da governi “socialisti”, a cui si è aggiunta una belluina Danimarca. Peraltro, questa concorrenza dei tassi di interesse americani peserà sull’intero comparto delle obbligazioni, con cui si finanziano imprese e banche, che molto probabilmente scaricheranno questo costo sui loro clienti e sui consumatori. La seconda. L’ingigantimento della spesa Usa per interessi renderà, come ha già dichiarato Trump, ancora più necessari, per incrementare le entrate federali,  i dazi che, è probabile, colpiranno in primis gli europei. La speculazione ha costi sociali altissimi, ma non esiste ancora una visione politica popolare che la voglia smontare. Al capitalismo degli stregoni occorre dare una risposta forte.

Alessandro Volpi 3-6-25


FONTE Facebook Alessandro Volpi 3-6-25 IMMAGINE Quadro “Vuelo de brujas” (in italiano: Il volo delle streghe), realizzato da Francisco Goya nel 1798. TITOLO redazionale “Capitalismo magico”

Silenzi assordanti

FONTE Facebook Guglielmo Abbondati 2-6-25
TITOLO redazionale

Lui è Nahid Miah, 35 anni, originario del Bangladesh lavorava al distributore di benzina Toil ad Ardea da quattro anni, dopo aver lavorato come cameriere a Roma nella zona di Conca d’oro e in una stazione di servizio a viale Marconi. La mattina di martedì 27 maggio, Nahid è stato accoltellato al cuore da un uomo che, arrivato al distributore Toil in sella a una moto, coperto da un casco integrale e vestito completamente di nero, si è poi dileguato con il ‘bottino’ di 570 euro in contanti. Oggi è stato arrestato il presunto responsabile, un diciottenne, italianissimo, che durante l’interrogatorio in caserma ha confessato. Nahid lascia la moglie e due bambini. Ma la stampa e la propaganda giustizialista questa volta mute. Chissà perchè

🤔

Baci e abbracci

FONTE Facebook Enrico Rossi 31-5-25
TITOLO redazionale

Buongiorno.

Le parole non fermano il genocidio ma intanto Francia, Canada e Inghilterra  in un comunicato congiunto affermano la loro “opposizione ferma all’estensione delle operazioni militari israeliane a Gaza” e annunciano “misure concrete” -“il livello di sofferenza a Gaza è intollerabile”- , come la revisione dell’accordo commerciale Ue-Israele.

Ieri Macron si è scagliato contro “l’embargo umanitario” a Gaza e si è spinto a dire che il riconoscimento dello Stato palestinese non è “solo un dovere morale, ma un’esigenza politica”, appena Hamas rilascerà gli ostaggi.

Persino la Germania, in cui il sostegno allo Stato ebraico è profondamente radicato, si riserva di decidere se approvare o meno nuove forniture di armi a Israele in base a una valutazione della situazione umanitaria a Gaza.

Resta invece in silenzio del governo italiano che non annuncia nessuna iniziativa. Meloni sta nell’ internazionale nera con Trump e il criminale di guerra Netanyahu. L’Italia L’Italia non ha una politica estera autonoma: si allinea. È la serva silenziosa degli Stati Uniti.

Meloni tace anche sulla sentenza della Cassazione sui campi lager dei migranti in Albania che rinvia la decisione sui trattamenti dei detenuti richiedenti asilo alla Corte di Giustizia della Unione Europea.

Ancora una volta tutto si ferma, ratificando che il governo per mera propaganda e odio contro i migranti ha gettato via un miliardo.

In ultimo non si può che tirare un sospiro di sollievo per il fatto che Elon Musk, il grande amico di Meloni e Salvini, abbia rinunciato al suo ruolo nel governo degli USA.

Colpisce una notizia riportata dal NYT secondo cui   Musk, durante la campagna presidenziale del 2024, mentre sosteneva la rielezione di Donald Trump, avrebbe fatto uso frequente di ketamina, ecstasy, funghi allucinogeni e Adderall, al punto che l’abuso di ketamina avrebbe causato problemi alla vescica.

Meloni e Salvini hanno inasprito la politica del governo italiano contro le droghe leggere, adottando un approccio proibizionista fino a vietare la cannabis light e a prevedere pesanti misure contro chi ne fa uso anche a livello personale.

Però i due esponenti del governo italiano fanno a gara per accaparrarsi l’amicizia di un potente drogato e di tendenza neonazista anche in questa abitudine ad assumere pesanti droghe eccitanti, che furono assai presenti nella vita quotidiana della leadership del Terzo Reich

La verità è che Meloni, che finora veniva considerata, anche da certa stampa e da certi commentatori, una grande statista, si sta rivelando nei fatti un pericoloso capo di governo privo di un pensiero e di una politica estera degna dell’Italia, capace solo di inginocchiarsi davanti ai potenti della destra estrema anche quando sono palesemente sotto l’effetto di droghe pesanti.

L’Italia meloniana affonda nel ridicolo e nella vergogna.

Enrico Rossi, 31-5-25

Il Ballo delle Macchine

IMMAGINE realizzata by ChatGPT senza indicazioni specifiche salvo la richiesta di creare una immagine appropriata al racconto
Editor GLB+

Ovvero niente Paradiso per la classe operaia

Alla fine, le macchine se la suonavano e se la cantavano da sole. Proprio così: niente più orchestrali, niente più direttori d’orchestra. La sinfonia del capitalismo era ormai un assolo di intelligenza artificiale.

Alla BMW, per esempio, la fabbrica nuova di zecca era un capolavoro di silenzio robotico. Umani? Neanche l’ombra. I nuovi operai erano umanoidi di metallo, precisi, instancabili, senza pause caffè né sindacati. Uno stringeva bulloni con delicatezza chirurgica, l’altro montava portiere come un ballerino giapponese in trance. Gli operai in carne e ossa? Spariti, evaporati, forse ricollocati a sorvegliare parcheggi automatici — per adesso.

Nell’ufficio amministrativo, l’aria condizionata era perfetta e l’umidità regolata al millesimo. Ma nessuno la respirava. Nessun impiegato, nessun plico da timbrare, nessuna scartoffia. Solo server e software che decidevano budget, licenziavano fornitori, ottimizzavano strategie aziendali. Tutto fluiva in un algoritmo sereno.

Nel frattempo, l’informazione aveva smesso di essere umana. Le notizie le scriveva l’IA, le revisionava l’IA, e l’IA intervistava… altre IA. Niente più giornalisti con la schiena storta e il taccuino sgualcito. Niente più opinionisti che si arrabattano per dire qualcosa di originale: bastava chiedere a un modello linguistico di seconda generazione, e puff! Un editoriale brillante sull’ultimo scandalo globale, completo di note a piè di pagina.

La creatività? Oh, quella stava facendo le valigie. Ricercatori automatizzati scoprivano nuove molecole, scrivevano articoli su Nature, e generavano addirittura le domande di finanziamento. Romanzi, quadri, musiche? Tutto sintetico, tutto immediato, tutto perfetto. E chi aveva ancora qualcosa da dire, spesso non aveva più a chi dirlo.

I capitalisti, dal canto loro, ridevano. Avevano tagliato ogni costo umano, trasformando il lavoro in una variabile opzionale. Producevano a pieno regime, 24 ore su 24. Solo che, a un certo punto, si trovarono davanti a un problemino: a chi vendere tutta quella roba?

Ma niente panico. La soluzione c’era, come sempre. I ricchi si chiusero in enclavi perfette: città-bolla con cupole di vetro antiproiettile, parchi verdi sintetici e servitù robotica. Fuori, c’era un’umanità frammentata, povera, sparsa, disinnescata. Non serviva più reprimerla: bastava isolarla. Netflix e cibo sintetico bastavano a tenerla tranquilla.

Lì dentro, nell’Eden delle élite, si progettavano corpi eterni, si sognavano viaggi su Marte, si giocava con l’editing genetico come con i LEGO. Il postumano era arrivato, ma non come liberazione dal capitalismo. Al contrario: era la sua versione premium, depurata dal fastidio della società.

Fu così che il mondo diventò un grande teatro automatico, dove gli attori erano scomparsi e il sipario non si chiudeva mai.

Gian Luigi Betti+

Pane Nero a Sinistra

𝗟𝗘 𝗔𝗣𝗣𝗔𝗥𝗜𝗭𝗜𝗢𝗡𝗜 𝗖𝗛𝗘 𝗦𝗖𝗢𝗡𝗩𝗢𝗟𝗦𝗘𝗥𝗢 𝗟❜𝗜𝗦𝗢𝗟𝗔 𝗗𝗜 𝗔𝗟𝗜𝗖𝗨𝗗𝗜.
Alicudi è una sperduta isoletta nell’arcipelago delle Eolie in Sicilia che fu protagonista di eventi straordinari tra il 1902 e il 1905.
La vita di numerosi abitanti dell’isola venne sconvolta da visioni reali di persone volanti che svanivano alla vista trasformandosi in corvi, animali onirici e…fantasmi.
Pensarono di essere in presenza di eventi paranormali e provarono anche a convivere con queste apparizioni, considerandole parte di una maledizione con la quale dover convivere.
La reale natura del fenomeno emerse solo dopo tre anni quando venne identificata la causa delle misteriose apparizioni.
Si scoprì che la farina di segale con la quale producevano il pane era stata infestata da un fungo parassita, il claviceps purpurea che, se ingerito, può provocare forti allucinazioni perché produce naturalmente l’acido lisergico, il principio attivo alla base del LSD.
Quando il consumo di pane nero venne interdetto, le allucinazioni collettive ebbero fine.
FONTE Facebook
SEGUE La storia continua di GLB


Alicudi Reloaded: La sinistra lisergica e il pane nero del pensiero

C’erano una volta Alicudi, il pane nero e i corvi che si trasformavano in fantasmi. Non era una distopia di Philip K. Dick né un episodio dimenticato di Stranger Things, ma la Sicilia degli inizi del Novecento, dove gli isolani, ignari consumatori di segale contaminata da claviceps purpurea (detta popolarmente Segale cornuta), videro volare uomini e udire voci da mondi paralleli. Poi si scoprì che era LSD naturale: niente demoni, solo allucinazioni da carboidrati psichedelici.

Ebbene, a più di un secolo di distanza, pare che la stessa farina visionaria sia giunta sui banchi della “sinistra” italiana. Perché altrimenti non si spiegherebbe come alcuni si dichiarino ancora “progressisti”, “pacifisti” e “socialisti”, mentre:

  • Abbracciano politiche economiche liberiste con l’entusiasmo di Milton Friedman dopo un happy hour.
  • Invocano la pace, ma votano per il riarmo, con la stessa disinvoltura con cui si prenota una vacanza su Booking.
  • Giustificano la morte di civili a Gaza, perché “Hamas ha iniziato” (citazione non verificata, attribuita solo ad una minoranza, ma altamente plausibile in contesti lisergici, cmq meno profumi e più olio di gomito).
  • Chiedono più guerra contro la Russia, nonostante la strategia sia fallita peggio di un talent show con Salvini cantante.
  • Sognano gli Stati Uniti come faro democratico, dopo decenni passati a denunciare il loro imperialismo, con lo stesso spirito coerente di chi scrive “NO NATO” sui social dal Wi-Fi della base NATO.
  • Boicottano Russia e Cina, ma si lamentano se poi il made in Italy costa come un Rolex.
  • Parlano di democrazia mentre sostengono governi da democratura, con l’entusiasmo di chi confonde Orwell con Instagram.

Insomma, più che una corrente politica, pare una corrente psichedelica. Non una visione, ma un trip prolungato. Altro che gramscismo, qui siamo al gramscidèllico.

Sorge spontanea una domanda: dove acquistano il loro pane nero, questi strateghi del corto circuito cerebrale? È la nuova filiera bio del pensiero confuso? Una partnership PD–Psilocybina? O magari una start-up finanziata dal Pentagono per testare nuove forme di coerenza quantistica?

In fondo, Alicudi ci ha insegnato una cosa: le allucinazioni non durano per sempre, basta cambiare farina. E forse, anche stavolta, servirebbe sospendere la dieta a base di retorica neoliberale, finto progressismo e bombardamenti umanitari, prima che il Parlamento si trasformi in un rave festival e la Costituzione venga riscritta su cartine da rolling paper.

Nel dubbio, controllate la dispensa. E se trovate della segale troppo nera, magari è ora di tornare a pensare… sobriamente.

GLB 27-5-25


Ma ‘ndo vai se la banana non ce l’hai?

Un invito al realismo che ci viene dall’Osservatorio Analisi Difesa.
Segue un abstract ed una sintesi di ChatGPT.
Si consiglia la lettura diretta dell’articolo
TITOLO (ovviamente) REDAZIONALE

Il riarmo (in)sostenibile dell’Europa di Gianandrea Gaiani (19 maggio 2025, Analisi Difesa)

PER LEGGERE L’ARTICOLO

Abstract

Il saggio di Gianandrea Gaiani analizza la nuova spinta al riarmo dell’Unione Europea, fortemente promossa dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, come risposta strategica al conflitto in Ucraina e al mutato scenario geopolitico globale. Secondo Bruxelles, rafforzare l’industria della difesa europea è oggi una priorità non solo militare, ma anche economica e industriale.

Tuttavia, l’autore evidenzia come il progetto di riarmo europeo sia, nei fatti, altamente problematico e potenzialmente insostenibile. Le cause principali sono di natura economica e strutturale: gli enormi aumenti nei costi delle materie prime, dell’energia e della manodopera specializzata rendono estremamente onerosa qualsiasi espansione produttiva. A fronte di un triplicato costo degli armamenti rispetto al 2021, anche l’aumento dei bilanci per la Difesa non garantisce un effettivo aumento della capacità militare.

L’articolo mette inoltre in luce la fragilità di un sistema industriale militare europeo frammentato e dipendente da filiere poco efficienti. L’UE, pur invocando maggiore cooperazione e appalti congiunti, non dispone ancora né di una politica estera comune né di forze armate unificate, rendendo l’integrazione militare un obiettivo ancora lontano.

Infine, Gaiani confronta i costi dei sistemi d’arma occidentali con quelli russi e cinesi, sottolineando le enormi differenze di prezzo: un Leopard 2A8 costa quanto sette T-90 russi, un Pzh-2000 tedesco quanto dodici MSTA-S russi. Questo squilibrio evidenzia il rischio che, malgrado i grandi investimenti, l’Europa non riesca a competere efficacemente né sul piano quantitativo né su quello strategico.

In sintesi, il saggio solleva un allarme realistico: senza risorse adeguate, riforme industriali profonde e un accesso stabile all’energia, il riarmo europeo rischia di rimanere un progetto ambizioso, ma economicamente e politicamente insostenibile.


SINTESI BY CHATGPT

Ecco una breve presentazione e una sintesi analitica del saggio “Il riarmo (in)sostenibile dell’Europa” di Gianandrea Gaiani (Analisi Difesa, 19 maggio 2025).

📌 Presentazione

Il saggio di Gianandrea Gaiani, pubblicato su Analisi Difesa, esplora le difficoltà politiche, industriali ed economiche che ostacolano l’ambizioso progetto di riarmo dell’Unione Europea, promosso anche dalla Commissione Europea sotto la guida di Ursula von der Leyen. Attraverso dati concreti su costi, capacità industriali e confronti internazionali, l’autore denuncia l’insostenibilità dell’attuale strategia europea di rafforzamento della difesa, nonostante le pressioni geopolitiche e il contesto della guerra in Ucraina.

📎 Sintesi analitica

1. Le intenzioni della Commissione Europea

Von der Leyen ha recentemente ribadito la necessità di una “forte industria della difesa” come elemento chiave sia per la sicurezza europea sia per la competitività industriale. La Commissione punta a sostenere il settore con semplificazioni normative, cooperazione industriale e investimenti, annunciando il prossimo “pacchetto Omnibus sulla Difesa”.

2. Ostacoli strutturali e finanziari

Nonostante la retorica europeista sull’integrazione militare, la realtà si scontra con problemi profondi:

  • Mancanza di forza lavoro specializzata
  • Accesso difficile e costoso a materie prime ed energia
  • Elevati costi di produzione industriale
  • Assenza di una vera politica estera e di difesa comune

La deindustrializzazione europea, causata anche dalla rottura con la Russia e dall’impennata dei costi energetici, impedisce il passaggio a una produzione militare di massa.

3. Esplosione dei costi militari

I costi di armi, munizioni e materiali sono triplicati tra il 2021 e il 2024. Alcuni esempi:

  • Un proiettile da 155 mm arriva a costare fino a 4.000 €
  • Le bombe Mk 82 costano fino a 20.000 €
  • Un carro armato Leopard 2A8 europeo costa 29 milioni, mentre un T-90 russo 4,1 milioni
  • Il semovente Pzh 2000 tedesco costa 17 milioni, il MSTA-S russo solo 1,4 milioni
  • I caccia F-35 e Typhoon superano i 150 milioni, mentre un Su-35 russo può costare anche un terzo

Il risultato è paradossale: l’aumento del budget militare non si traduce in un aumento reale delle capacità offensive, ma serve solo a compensare i rincari.

4. Confronti internazionali e paradossi

Il Regno Unito, pur aumentando la spesa al 2,3% del PIL, ha dovuto dismettere mezzi e ridurre gli effettivi. La Germania punta all’esaurimento strategico della Russia in Ucraina, ma affronta costi molto più elevati dei suoi avversari per ogni sistema d’arma.


🧩 Conclusione

Gaiani mette in discussione la sostenibilità del riarmo europeo, mostrando un’asimmetria strategica ed economica: l’UE appare incapace di costruire una difesa comune efficiente sia per limiti politici che industriali, mentre i competitor (Russia, Cina) ottengono molto di più con costi significativamente inferiori. Il sogno di un’Europa militarmente autonoma rischia quindi di restare una retorica senza fondamento operativo.