C’è una grande confusione sotto il cielo

Ma la situazione è davvero eccellente?

Il fatto

Una pandemia in molti casi letale affligge l’umanità
Non è un fenomeno nuovo né inaspettato. Le nostre letture sono piene di tali narrazioni: la peste d’Atene, la peste nera del Medioevo, la peste del Manzoni … Tutti gli analisti scientifici danno per scontata la creazione di nuovi virus, in parte frutto della forsennata attività antropica unitamente allea biologia dei virus.

Nella loro storia le comunità umane hanno preso misure collettive di contenimento se non di contrasto al morbo letale: aceto, sacrifici agli dei, purificazione col fuoco di luoghi e persone contagiati, linciaggi del tipo “dagli all’untore”… Al di là delle misure più o meno efficaci, sempre comunque frutto della cultura del momento, non trovo, nel passato, traccia di riprovazione sociale o di opposizione netta come quella di oggi da parte di minoranze contro le misure anti-covid.

Perché oggi?

Mettiamo che esista in ogni comunità/società un 1% di bastian contrari. Individui, anche intelligenti e colti, che non riescono a sfuggire alla trappola del “l’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare”. Ho dei cari amici di tal fatta che apprezzo nonostante questa loro asociale anarchia.

Aggiungiamo a questi un altro 5% di individui schiavi di una loro particolare visione asociale del mondo: concezioni religiose o superstiziose. Sono comprensibili nonostante la follia delle tesi sostenute. Almeno riconosciamogli la buona fede…

Aggiungiamo a questi un altro 2% di benpensanti che confondono il buon pensiero con il non pensiero di gregge: quieta non movere, ogni innovazione è pericolosa, fatalismo esistenziale.

Un altro gruppo dei no vax sono gli attivisti di banda (non mi sembra il caso di scomodare né la politica nè i partiti). Teppaglia, squadristi per vocazione e costituzione che hanno trovato un buon pretesto per menar le mani e dare una qualche nobilitazione identitaria al loro teppismo e relativa squallida esistenza di decerebrati. Altri 2%

Un gruppo più numeroso è costituito dall’Anonima cretini virtuali. Il web e i social hanno liberato tanta intelligenza ma a anche tanta stupidità. Frustrati, ignoranti, disadattati e vigliacchi hanno trovato anch’essi nel web la grande occasione di manifestare un segno della loro presenza su questo mondo. Una presenza urlata, offensiva, apodittica … il terreno di coltura ideale per qualsiasi estremismo. È un gruppo numeroso, vicino forse al 10% ed in grandissima parte no vax, destro a dir poco, naturale consumatore e spacciatore di fake news.

Si deve aggiungere poi uno 0.1% (valutazione per eccesso) di politici che non avendo una identità né una politica da proporre alla società approfittano di ogni occasione per apparire in televisione non importa perché.

Primo quesito

Quello che stupisce è che un sistema politico preposto alla conduzione della nazione, basato sul principio della democrazia parlamentare, sia fortemente condizionato da poco più del 20% della popolazione, mettiamo pure un 25. e soprattutto disposto a svendere qualsiasi parvenza di dignità concettuale e di ruolo alla ragion pratica della bassa cucina del consenso.

Secondo quesito

Possiamo comprendere, anche se non accettare, le posizioni degli ignoranti, degli squadristi, dei politicanti … ma come possiamo accettare le posizioni di studiosi di chiara fama che abbiamo apprezzato per le loro opere scientifiche e per la loro appartenenza democratica come Agamben, Cacciari, Barbero, Canfora … Hanno firmato un elzeviro di logica aristotelica del terzo tipo: quella per cui se è vero che Socrate è un uomo, gli uomini sono mortali allora Socrate è mortale (silloge del primo tipo) non è vera la silloge del terzo tipo: Socrate è un filosofo, Socrate è un uomo, tutti gli uomini sono filosofi. In fondo alla storia dicono che le politiche vaccinatorie sono una bestialità che offende la dignità dell’uomo: al capra capra capra di Sgarbi manca davvero poco.

Sembra di assistere ad una catastrofe della ragione. Non intendo affrontare le sofisticate circonvoluzioni di tali altrimenti maestri, che continuo ad apprezzare nel loro campo specifico.

Riducendo la questione ai minimi termini:

1. la libertà individuale può essere di grado superiore a quella sociale nel campo delle relazioni interpersonali e a prescindere dalle libertà fondamentali quali la libertà di credo, di espressione ecc? che non vengono comunque messe in dubbio, oggi.

2. Una organizzazione sociale che compie atti a tutela dei più anche se questo può compromettere qualche libero arbitrio individuale, è così riprovevole e tale da essere equiparata al grande Leviatano, alla Shoah, ecc.? È come se lo stato rinunciasse a condannare gli assassini, a tutela del loro diritto individuale all’omicidio.

Paradosso per paradosso. Capra capra capra … almeno è più onesto!

Gian Luigi Betti 7/9/2021

Comunicato Ansa

Alleghiamo il commento di Gramellini al comunicato dei professori

Massimo Gramellini, “Le invasioni Barberiche”) Secondo il professor Barbero, illustre capofila mediatico del «pronunciamento» di oltre 350 accademici contro il green pass, Dante avrebbe messo i politici nel girone degli ipocriti. In effetti il certificato verde è anche uno strumento di pressione per imporre surrettiziamente l’obbligo del vaccino, perché ti rende la vita talmente difficile e piena di tamponi che alla lunga offrire il braccio alla puntura diventa la scelta più comoda.

Quello che però il professor Barbero si dimentica di aggiungere è che in quel girone il governo farebbe fatica a trovare un posto libero: gli ultimi, Dante li avrà già sicuramente assegnati ai docenti universitari che se ne stavano muti finché il green pass colpiva i ristoratori, ma che si sono improvvisamente svegliati dal sonno degli indignati appena la tempesta ha investito la loro piccola corporazione. Almeno dagli intellettuali ci si aspetterebbe che reagissero ogni qual volta ritengono leso il Bene Comune e non solo quando il sopruso, vero o presunto, lambisce il loro «particulare».

Che poi, a voler essere sofisti, nel ragionamento di Barbero c’è una forma di ipocrisia ancora più sottile. Laddove dice che, se il vaccino fosse dichiaratamente obbligatorio, lui non avrebbe nulla da obiettare. Ma non sarà che lo dice proprio perché sa quanto sia difficile che il vaccino diventi obbligatorio? Altrimenti, se davvero non ha nulla da obiettare, perché non suggerisce ai suoi colleghi sulle barricate di vaccinarsi, così la finiamo qui? ( “Il Caffè” di Massimo Gramellini di martedì 7 settembre 2021. Ansa)

Confusione

E’ difficile definire il periodo storico in cui si vive, perché tutte le definizioni sono, evidentemente, dei limiti. Fissano una serie di attributi che si adattano alle circostanze descritte, e ne escludono altri. Possiamo però trovare un aggettivo che probabilmente si adatta a tutti i tempi che si sono succeduti e che seguiranno, ma che sta a pennello all’attualità: “Confuso”.
Viviamo in un periodo confuso, siamo tutti un po’ (parecchio) confusi. Tranne chi ha certezze granitiche, e con questi è meglio non discutere.

Periodo confuso perché quasi nessuno è più facilmente riconoscibile, confuso perché è difficile districarsi tra le informazioni che arrivano e costruirsi un quadro che risponda in maniera soddisfacente alla realtà. E non è per difetto di informazioni, ma per la gran massa di quelle che arrivano di continuo, e per la difficoltà di distinguere le vere dalle false, e sopratutto dalle verosimili. Come le fotografie, che son sempre più belle delle persone ritratte, sono somiglianti, ma hanno corretto un difetto, tolto una ruga, sfumato un profilo un po’ sporgente. Cosi ci sono notizie che somigliano a quel che è accaduto, non oso dire alla verità, che è sempre percepita diversa da soggetto a soggetto, ma poi fanno intendere tutt’altro di quel che è successo, o sarebbe successo.

Di solito il metodo per districarsi dalle notizie aggiustate, o palesemente inventate, è quello di verificare le informazioni su più fonti, cercando quelle più attendibili. Il che presuppone il tempo, la voglia e la possibilità di farlo, cosa non scontata o almeno non facile per gran parte delle persone.
Personalmente ascolto molto la radio, che non garantisce la verità, ma non ha programmi costruiti per confondere come la televisione, ed ho i miei canali preferiti; in particolare i programmi che danno spazio agli interventi del pubblico, su temi specifici o a commento di informazioni generaliste. Le persone che intervengono non sono un vero campione rappresentativo della popolazione. Rispecchiano solo la parte più interessata alle vicende di cronaca e di politica, sia forse perché più acculturate, sia forse perche già schierate. Sono però uno spaccato attendibile dell’opinione pubblica. Gli argomenti più trattati sono sempre ispirati all’attualità: La pandemia, i diritti di chi si vuol vaccinare e quelli di chi rifiuta, la situazione nei paesi critici, (Afghanistan, Cina, Iran, Israele e Palestina, Libia, Russia, Turchia U.S,A), la politica del governo, Europa non Europa, accogliere/non accogliere i profughi, l’Islam e il terrorismo, il lavoro, lo sport.

Fino a qualche tempo fa era facile classificare gli interventi: quelli più di sinistra, i populoqualunquismi, la destra potabile, la destraccia..
E così gli interventi si dividevano, e ciascuno da casa pensava: ha ragione questo, ha ragione quello, Il conduttore è bravo, il conduttore non capisce nulla.
Era gratificante prendersela, o gioire, con il governo quando chiudeva i porti, e poi quando solidarizzavano con i gilet gialli, o ridere (solo una parte degli ascoltatori) quando in geografia prendevano fischi per fiaschi. Sugli attentati tutti d’accordo, ma non sugli attentatori. Tutto l’Islam è così; no, non è vero, questi sono spostati fanatici; si ma anche i capi moderati non condannano abbastanza. Anche sullo sport ci si poteva sfogare contro la Juventus che vinceva sempre, o gioire (nell’ombra)

Poi è arrivato il Covid che ha preso la scena, e ha cambiato anche il profilo del governo. E così i tempi si sono ancor più confusi.
L’attenzione si è spostata sopratutto sui diritti civili propri del singolo: le libertà personali che soverchiano l’interesse per le questioni sociale e per i diritti della comunità. Assenti sempre dai dibattiti i doveri del singolo e delle istituzioni. E così ci si scalda sull’obbligo del certificato di vaccinazione da esibire, sulla libertà di far quello che si vuole, e si fanno fior di dibattiti se sia più utile far la terza dose o trangugiare una pozione di mandragola, ma non si sono viste manifestazioni, cortei, dibattiti, proteste insomma, sulla questione Afghana, pochi ricordano Ebru Timtik. Anche le sardine son tornate nella scatola
In un Italia che ha un governo paragonabile per composizione solo ai governi dell’immediato dopoguerra sono rappresentate tutte le posizioni politiche, comprese quelle ballerine che saltellano di que e di là. E allora non si può più prendersela con il governo, o con i partiti, perché tutti stanno con tutti. In Toscana si dice che fanno come i ladri di Pisa, che litigano di giorno e rubano insieme di notte. Non so perché siano di Pisa, e non voglio offendere nessuno, anche perché, la mì mamma (come si dice noi), era di Pisa.

Ora non si può prendersela neppure con i banchieri che comandano, perché poi, se questo va via non si sa chi metterci, non si può più prendersela nemmeno troppo con i contrari ai vaccini, perché la comunicazione governativa ha fatto così tanti errori che tanta confusione dipende da questo. Non si può prendersela neppure con Berlusconi, che ora sembra un talebano buono, e poi al governo c’è anche lui, o col Salvini che sta con Bonomi e col sindacato, dice si a tutto , e poi dice no, ma in questo governo ch’è anche lui. La Juventus, se dio vuole, non vince più e allora non si può prendersela nemmeno con lei, e neppure con Renzi, che non conta più un tubo.

E allora dobbiamo ringraziare Donzelli e la Meloni, perché così possiamo infamare loro. E allora, se si ringraziano loro, la confusione è massima.
E bisogna anche sperare che duri, perché potrebbe anche andare peggio, e non solo piovere.

Enrico Tendi, 3/9/2021

Però

Giorgia Meloni è fascista, però è coerente;
è razzista, però è vincente,
è aggressiva, però è una donna;
è prepotente, però è convincente.

Quel però tutto intero
Lo buttiamo giù dal pero;
c on l’accento non si può,
meglio un pero che un però:

la Meloni? Grazie, no!

Anna Maria Guideri, 27 Gennaio 2020