Strategia della tensione……. chi era costei?

Quando, qualche tempo fa, l’on. Giorgia Meloni, commentando l’assalto alla sede della CGIL, dichiarò che “quello che era accaduto ci rimanda indietro agli anni bui della strategia della tensione” (1) e che “Non conosceva la matrice fascista? ” (2),ho pensato che, se c’è tanta gente che non è sobbalzata a queste parole, significa che nonostante tutto, ce n’è abbastanza che non sa niente di quanto sia successo in Italia tanti anni fa, e quanto abbia inciso nella nostra vita.

(1)Meloni “Scontri volutamente permessi, è strategia della

2) Assalto alla Cgil, Giorgia Meloni: “Fascista? Non conosco la matrice”. L’ombra nera che oscura Fratelli d’Italia (thesocialpost.it)

Forse perché è passato tanto tempo, forse perché le tante pubblicazioni che raccontano la storia di allora sono troppo ponderose, ed oggi le informazioni devono essere essenziali e stringate per essere ben comprese dai più. Gli approfondimenti sono riservati agli studiosi. E, in un epoca che ospita i terrapiattisti, quelli che credono che insieme al vaccino ci inoculino anche un chip e anche quelli che “te lo dicono, ma sulla luna non ci sono mai andati”, in quest’epoca sono ancora molti quelli che abboccano alle false, e ben costruite notizie diffuse a quei tempi sugli autori ed i mandanti.

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La Cena

Da: Mosaico / Gino Benvenuti. Il Punto rosso, 2019.
http://www.puntorosso.it/edizioni.html

In un’ampia sala di ingresso di una casa colonica, finemente ristrutturata, cominciarono ad arrivare alla spicciolata, nel tardo pomeriggio, un gruppo di persone invitate per una cena. Ad attenderli in quella stanza dal soffitto alto e con il pavimento in cotto lucidato, con delle bellissime piante ornamentali, c’erano dei camerieri in divisa da grande occasione. Uno di essi aveva al momento, il compito di accompagnare le persone al guardaroba e sistemare i soprabiti, un altro era a disposizione per risolvere qualsiasi problema che potesse nascere anche per comunicare con l’esterno dato che in quella zona, i cellulari non ricevevano alcun segnale e gli altri camerieri erano in cucina.

Quel luogo non era la prima volta che ospitava delle cene riservate ed il gruppo, essendo molto affiatato, in attesa di sedersi si sbizzarrì con ricordi, argomenti, commenti sui loro abbigliamenti di circostanza e pettegolezzi vari. In questo piacevole colloquiare cominciarono subito a sostituire il nome di battesimo con il soprannome. Fu così che la farmacista una donna nubile di mezza età e di media statura sempre silenziosa e taciturna, non appariscente e sempre con gli occhiali scuri, da Margherita diventò “Fiala” non per la sua magrezza bensì perché non disdegnava distribuire in certe circostanze particolari, delle sostanze senza ricetta, l’insegnante e traduttrice di madrelingua inglese venne subito chiamata “Biancaneve” invece di Hillary perché circolavano voci insistenti che avesse l’abitudine saltuarie di tirare su della coca, mentre il notaio un uomo di bassa statura, con pochi capelli, brutto, dal corpo sgraziato e leggermente gibboso che lo aveva reso oggetto di dileggio e canzonature costanti dalla scuola elementare in poi, in possesso di una notevole cultura e titoli accademici di riconosciuto valore, fosse chiamato confidenzialmente “Leopardi”.

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Lanterne verdi

(ovvero la necessità urgente di un forte impegno antirazzista)

In un periodo in cui, per impedire l’accesso sul suolo europeo a richiedenti asilo, profughi/e, migranti, sorgono muri e non si soccorre chi naufraga in mare, diviene ancora più necessario impegnarsi sul terreno dell’accoglienza solidale e dell’antirazzismo.
Tanto più che adesso è messa sotto accusa l’idea stessa di solidarietà (si veda la condanna di Mimmo Lucano e l’incriminazione, poi rientrata, delle persone che a Trieste davano rifugio e sostegno ai migranti provenienti dalla rotta balcanica) ed occorre quindi riaffermarla come principio basilare della convivenza umana.

Per questo vorremmo qui riproporre le iniziative della Rete Antirazzista che da oltre un ventennio si batte in città, a Firenze, contro ogni tipo di discriminazione, sia nella società che a livello delle istituzioni, e di “Umani per r/esistere”, un soggetto nato, sempre a Firenze, al tempo dei Decreti Salvini al fine di unire all’azione di denuncia e di contrasto nei confronti di tali decreti un’attività pratica volta a dare ospitalità a coloro che venivano messi fuori, sulla base appunto delle nuove norme, dai centri di accoglienza istituzionali.

Da un lato, quindi, si raccoglievano firme su un appello elaborato dall’ex Magistrato Beniamino Deidda – che, alla luce dei principi costituzionali “demoliva” i decreti Salvini -, dall’altra si cominciava a costruire una rete di interventi concreti di accoglienza.
Com’era avvenuto in altre occasioni, al pensiero ed all’azione razzista si contrapponevano il pensiero e l’azione solidale e antirazzista (penso al tempo delle campagne contro i Rom ed alle iniziative che le contrastarono, riuscendo ad incidere positivamente sulla cittadinanza).

Come sta avvenendo oggi ai confini della Polonia con la Bielorussia, dove ai proclami delle autorità che negano ogni possibilità di aiuto a chi cerca di varcare il confine, condannando a morte certa nel gelo uomini, donne e bambini, spuntano le “lanterne verdi”, cioè i segnali messi sull’uscio della propria casa da quanti/e sono disponibili, rischiando i rigori della legge, a dare sostegno a chi cerca di andare verso ovest per trovare una vita migliore.
In tutto questo ci sono due idee diverse ed opposte di Europa che si contrappongono:

  • Una, che ha il sostegno delle leggi e intende costruire muri, è quella dell’ “Europa fortezza”, da preservare nei confronti di tutte/i coloro che intendono raggiungerla e che vanno considerati come dei potenziali “invasori”;
  • l’altra, che invece stabilisce ponti e canali al fine di aprirsi ai nuovi cittadini/alle nuove cittadine e di crescere così attraverso l’incontro ed il confronto interculturale, secondo lo spirito che aveva animato il “Manifesto di Ventotene” (cioè l’idea di Europa di Spinelli, Rossi, Colorni, che l’avevano appunto lanciata dall’isola in cui erano stati confinati dal fascismo).

Se c’è una possibilità di sopravvivenza per l’umanità, oltre ad un’inversione decisa nei rapporti con l’ambiente, è quella di andare incontro ad un processo di meticciato che superi davvero barriere e confini.

L’intreccio, il “metissage”, la “mescolanza” di persone e culture sono l’unico futuro possibile dell’umanità, in una prospettiva che realizzi davvero l’ideale per cui “nostra patria è il mondo intero”.

  • il sostegno finanziario alle navi che operano per raccogliere i naufraghi, spesso ostacolate e boicottate,
  • la richiesta che vengano sospesi i brevetti sui vaccini anti-covid (e si possano quindi estendere le vaccinazioni in Africa e nelle altre zone dove, fino ad oggi, sono state vaccinate precentuali bassissime di popolazione),
  • l’impegno per ampliare la rete di accoglienza a coloro che riescono a raggiungere le nostre città,
  • la mobilitazione perché vengano risolte alcune questioni che si trascinano ormai da molto tempo (ad esempio, l’approvazione di una legge che realizzi finalmente lo “jus soli”),
  • la solidarietà a chi è messo sotto accusa per il suo impegno solidale (innanzitutto a Mimmo Lucano, che aveva portato avanti una esperienza esemplare a Riace – un’esperienza che coniugava l’impegno ad accogliere i/le migranti con la rivitalizzazione di un paese in via di abbandono, un’esperienza attaccata e distrutta dai poteri forti e da gran parte dei soggetti politici – e che è stato condannato in prima istanza, con una sentenza assurda, a 13 anni di carcere ed al versamento di una somma notevole).

A quanto affermava Ernesto Balducci – “l’uomo del futuro o sarà un uomo di pace o non sarà” – si potrebbe aggiungere “le persone del futuro o saranno meticce o non saranno” (perché si si isoleranno, chiudendosi ciascuno nella propria “piccola patria”, e correranno il rischio di distruggersi a vicenda tramite i possibili scontri tra le diverse realtà identitarie).

Per questi motivi bisogna rimettere al centro del nostro agire, in un tempo di pandemia in cui altri temi stanno prendendo il sopravvento, l’antirazzismo, l’accoglienza, la solidarietà con chi arriva in Italia dal Mediterraneo o dalla “rotta balcanica”.
Molti sono i modi per dare concretezza a queste azioni – per mettere, anche noi, sulle nostre case delle “lanterne verdi” -, e cioè:

Di fronte ad una società basata sulla ricerca del profitto è stata proposta negli ultimi tempi la Società della Cura, che si basa invece sul prendersi cura dell’ambiente, delle altre persone, di noi stessi.
Ebbene, senza una pratica coerente e decisa sui terreni dell’antirazzismo – contro il razzismo odierno, che si collega spesso alle forme, vecchie e nuove, con cui si manifesta il fascismo -, della solidarietà, dell’accoglienza non può esistere la Società della Cura.

Ed è per questo che riproponiamo come prioritari tali terreni d’azione e riprononiamo la Rete Antirazzista e “Umani per r/esistere” come strumenti importanti per portarli avanti.

Moreno Biagioni, 28 gennaio 2022

Tiritiritù

Frizzi e lazzi e parampocchi
sono stanchi pure gli occhi
del vidente spettatore
in Tivvù a tutte l’ore
il nanpagliaccio s’è svelato
dall’agone s’è sfilato

Frizzi lazzi e parampecchi
stanchi son pure gl’orecchi
dell’udente ascoltatore
alle radio a tutte l’ore.

Fochi in cielo e salti in pista
si rallenta tutto quanto
la grancassa s’è sfondata
e la gente se n’è andata.

Solo resta il nanpagliaccio
con in man solo uno straccio
ed al suon della trombetta
che lo chiama un po’ di fretta

tiritiritù???
la risposta anche indiretta
mesta come una servetta

tarataratà…

e domani si vedrà


Il Baffo Aretino 23 gennaio 2022

Andrea Rauch, 23 gennaio 2022 da Facebook

Un paese normale …

( … con B. al Quirinale …)

E’ l’Italia un bel paese
che non ha molte pretese …
Si accontenta – bene o male –
d’esser semplice e normale.
Qualche nota di colore
può destar qualche timore
di subire un bel tracollo,
ma tutt’è sotto controllo.
Un elenco ora facciamo,
cosicché ve lo mostriamo.

Silvio punta al Quirinale?
Sì, allor che c’è di male?
Anche se per un reato
lui è stato condannato,
quello di frode fiscale,
in Italia ciò è normale!

Se la mafia ha finanziato,
se lo stato lui ha piegato
al conflitto d’interessi
e a salvarlo dai processi
coi reati in prescrizione
– salvo Cesano Boscone –
dite un po’ che c’è di male?
In Italia ciò è normale!

Dà via libera ai fascisti
che così non s’eran visti …
come i repubblichini
quando c’era Mussolini.
Poi sdogana a profusione
bunga bunga e corruzione
finanziando candidati,
olgettine e deputati.
Ma alla fin che c’è di male?
In Italia ciò è normale!

Contro la magistratura
gonfia una montatura
di accuse e vilipendio
provocando un vero incendio,
distruggendo verità,
onestà, legalità.
Ma alla fin che c’è di male?
In Italia ciò è normale!

Per il suo dubbio passato
di inquisito e condannato
B. non può fare il bidello,
ma può rendere un bordello
il Palazzo Quirinale …
In Italia ciò è normale!

L’uom con molte qualità
è uno senza dignità;
sempre al centro della scena
con la sua presenza oscena,
con le sue mezze calzette
e le sconce barzellette,
il linguaggio da osteria
che fa tanta simpatia …
Ma su via, che c’è di male?
In Italia ciò è normale!

Cavaliere, ci consenta,
lei ben ci rappresenta
e perciò è assai normale
che lei ambisca al Quirinale.
E’ democrazia, bellezza:
giovinezza, giovinezza!

Anna Maria Guideri, 20-01-2022

Un passaggio vitale, anzi mortale

Paolo Solimeno, 18 gennaio 2022
da Facebook

La manovra della destra è la rivincita del fascismo sulla democrazia. Mira a consolidare il presidenzialismo di fatto insinuato nella prassi istituzionale degli ultimi trent’anni. Il simbolo dei Fratelli d’Italia è del resto un’esplicita fede in Mussolini, una fiamma che arde dalla sua tomba. Un richiamo oscuro, funereo, condiviso dal Movimento Sociale di Almirante e poi da Alleanza Nazionale. Quindi spaventa, per quanto sia improbabile, che domani Berlusconi possa essere eletto presidente grazie a Meloni, dopo che lui stesso ha sdoganato i fascisti di Fini nel 1994.

Eppure la prassi del verticismo è rafforzata proprio dal centrosinistra dalla coda di paglia sin dal 1990, tutte le riforme che cancellano la centralità delle assemblee elettive è opera di maggioranze e governi di centrosinistra, Amato nel 1993 per i comuni, D’Alema nel 1999 e di nuovo Amato nel 2001 per le regioni. E poi il colpo gobbo del 2011 con Draghi alla Banca d’Italia e Trichet alla BCE buttano giù un pessimo Berlusconi, ma con una manovra golpista di Napolitano che promuove Monti (per fare cosa? Quello che ha fatto Monti e ora il ddl concorrenza di Draghi: privatizzazioni e la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali). Pessimo anche il dirigismo di Mattarella che induce Conte a dimettersi per investire Draghi. Tutti campioni del centrosinistra, Napolitano e Mattarella. Sempre scavalcando il parlamento. Come oggi. Draghi invece di pensare al governo sta lì ad aspettare l’ora fatale e la noblesse a capo chino ridicolizzata dimentica che sarebbe il parlamento ad eleggerlo, che se ricopre altre cariche è ineleggibile, che dovrebbe prima dimettersi nelle mani di un presidente ormai decaduto e non potrebbe poi dare alcuna indicazione al governo, invece già pensa a nominare il suo successore e la fiducia sarà lui a darla al parlamento.

Insomma, o si accetta di rischiare la caduta del governo e lo scioglimento delle camere, con uno scatto di dignità del parlamento che riscopra il suo ruolo in una catarsi che lo rigenera, oppure siamo alla soppressione della democrazia per mano neofascista, con la lugubre investitura dell’anima nera di Berlusconi – piduista e mafioso – da parte dei cadaveri del fascismo della Meloni e i suoi emuli di provincia di Salvini; o anche con nomi meno eclatanti, ma ugualmente disposti allo scempio; oppure siamo alla resa finale della democrazia rappresentativa attraverso il consolidamento del potere dell’oligarchia attraverso Draghi, l’incompetente in tutto, salvo che nello spianare la strada al capitale finanziario e ai meccanismi di arricchimento dei soggetti forti, avversari di ogni costituzione del II dopoguerra. Per evitare queste responsabilità PD e M5S non possono limitarsi a dire no a Berlusconi, devono dire no a Draghi, a Berlusconi e a qualsiasi manovra presidenzialista sulla pelle della costituzione.

Paolo Solimeno, 18 gennaio 2022 da Facebook

TOTO’- QUIRINALE

(La dietrologia quirinalizia come arma di confusione di massa)

Quanto più Draghi cerca di sfuggire all’assalto della stampa con dichiarazioni oblique o elusive in merito alla sua disponibilità a candidarsi al Colle, tanto più la fantasia dei giornalisti si sbizzarrisce prodigandosi in ipotesi tanto varie quanto poco supportate da riscontri oggettivi. Mancando di dichiarazioni esplicite da parte del designato – a furor di media – al Quirinale, i giornali si esercitano nel difficile compito di interpretare e di processare – più o meno fantasiosamente – le sue intenzioni. Con lo zelo e la pignoleria dell’entomologo, vengono esaminati i suoi silenzi, il suo, dire e non dire, i suoi mezzi sorrisi, la sua mordacchia alla stampa … Quale sarà il futuro di questo grande uomo che tutto il mondo ci invidia, che porta in dote all’Italia imprese finanziarie gloriose ed ha davanti a sé, alla sua bella età, praterie sterminate da percorrere, lancia in resta, sul cavallo bianco ? Sarà lui che ci libererà dall’incubo del cavaliere nero? Oppure rimarrà a fare il capo del governo, o – ultima spiaggia – si accontenterà più modestamente, di fare il nonno portando i nipotini ai giardinetti? Qualunque cosa dica – o non dica – ognuno, a seconda dell’area politica ed editoriale di riferimento , la interpreta a modo suo ed è molto raro che venga dato credito a ciò che viene detto apertamente. Cosa ci sarà dietro ai suoi silenzi? Cosa ci sarà dietro alle sue parole? Mai che ci si fermi un attimo a pensare a cosa c’è davanti. Se tace, acconsente, se dice qualcosa, ne vuol dire un’altra; se dichiara di essere un nonno, vuol dire che pensa al Quirinale, se si rimette alla volontà del Parlamento, vuol dire che lo tira per la giacchetta per farsi eleggere … Ma anche le parole di Mattarella, che pure ha dichiarato ripetutamente e in modo inequivocabile di non voler continuare il suo mandato, sono oggetto di varie e arbitrarie supposizioni da parte dei media. E’ il Totò Quirinale che imperversa e che spinge ad oltrepassare i confini della realtà, ad inseguire i propri sogni, pardon, i propri ineressi. E’ vero, fermarsi a ciò che è evidente, può risultare limitante e fuorviante, ma saltarlo del tutto a piè pari per forzare la situazione nella direzione desiderata da chi ha corposi interessi in gioco, è altrettanto sbagliato e cinicamente strumentale. Una cosa è certa: Draghi ha contribuito, forse a sua insaputa, forse suo malgrado, a dare un forte impulso alla cultura dietrologica del nostro paese, ma non se ne sentiva proprio il bisogno, visto l‘uso che ne viene fatto dai no vax. Decodificare i segni di Draghi è un’impresa ardua che trova, nella lontana decifrazione dei geroglifici egiziani, uno storico e illustre precedente.

Anna Maria Guideri, 15-01.2022

Berlusconi for President : un’ovazione

Una ponderata risposta popolare!

da Facebook : Andrea Rauch 14 gennaio 2022

Un appello: abbiate pietà

Berlusconi for President
Tante cose si son dette contro la candidatura di B. al Quirinale. un egocentrico, caimano, puttaniere, mafioso, pregiudicato, pidduista, cavaliere disarcionato, evasore fiscale e corruttore, un pagliaccio indegno di rappresentare l’Italia, un presidente di partito e divisivo, un bugiardo compulsivo anomico e amorale …
Sarà vero o propaganda anti? Resta il fatto che B. non può fare il Presidente per gravi motivi di salute: come dimostrato dai certificati medici da lui stesso prodotti e che gli hanno impedito di presentarsi in tribunale in occasione delle sedute del procedimento Ruby Ter. Grandi elettori, abbiate pietà per un vecchio malandato e risparmiategli almeno questo fatica: non se la merita dopo tanti anni spesi per il bene comune. Ha già dato tanto (e preso ancor di più). Requiescat

Da Facebook: Gian Luigi Betti, 16 gennaio 2022

Motti da legare 8

di Anna Maria Guideri

1 – Massimo Cacciari si è paragonato a Socrate perché, vaccinandosi, ha rispettato la legge dello Stato anche se non la condivide. Precisiamo. Il governo di Atene ordina a Socrate di bere la cicuta. Socrate obbedisce e muore. Il governo italiano ordina a Cacciari di vaccinarsi contro il virus; lui obbedisce e si salva. Socrate rispetta la legge anche se lo uccide. Cacciari contesta la legge anche se lo salva. Ogni epoca ha i filosofi che si merita. Con uno scambio di filosofi avremmo risolto tutti i nostri problemi e avremmo salvato la vita a Socrate!)
2 – Effetto Berlusconi al Quirinale: vomito ergo sum!
3 – Covid: “Bisogna comunicare meglio …” Come se 140mila morti non bastassero!
4 – Renzi: “E’ merito mio se il governo Conte è caduto, è merito mio se c’è Draghi al governo, è merito mio se la sinistra è un colabrodo … “ La rosa dei vanti.
5 – Democrazia fragile. Tutte le dittature si somigliano, ma ogni democrazia è democratica a modo suo. (Parafrasi dell’incipit di Anna Karenina.)
6 – Berlusconi e lo shopping in Parlamento per farsi eleggere al Quirinale: il mercato delle cacche.
7 – Il quotidiano La verità ha aumentato le sue vendite. Poiché la verità non è una merce che si vende bene, è difficile credere che tale quotidiano la racconti.
8 – A modo loro i no vax sono coerenti. Se non credono all’efficacia del vaccino come possiamo pretendere che si sentano responsabili verso chi si ammala di covid? Loro non si sentono untori, ma salvatori!
9 – Vicini alla ggente. La piacioneria di molti politici in cerca di voti serve a coprire il loro cinismo e la loro incompetenza.
10 – Più gli interessi dei partiti sono privati, più essi si somigliano, più gli interessi sono pubblici, più si differenziano. Le grandi visioni sono riconoscibili, le piccole, no. Non è un caso che oggi si dica che sono tutti uguali.
11 – Berlusconi redivivo (e recidivo): la zecca garbugli dello Stato.
12 – Un filosofo come Cacciari discende dall’homo sapiens o dall’homo insipiens?
13 – Lottare è un rischio, ma è l’unico mezzo che abbiamo per migliorare il mondo … o per distruggerlo!
14 – Amor di patria. Ci sono i patrioti e i patridioti.
15 – Covid: “La vita prima di tutto e a qualunque costo … “ Anche quella di Renzi, Berlusconi, Salvini, Cacciari … ? Via non esageriamo, a volte la vita è sopravvalutata!
16 – Populisti al potere: far credere al popolo di fare quello che vuole lui per fare quello che vogliono loro.
17 – Avere le stesse idee politiche: affinità elettive.
18 – Politicamente scorretto: il problema è l’altro che si offende non tu che sei razziata.
19 – No vax, quanta fatica sprecata per dimostrare l’indimostrabile!
20 – Cause – e case – comuni: non è necessario essere diversi per battersi per i diritti dei diversi.
21 – Civiltà dell’immagine: tenere più alla propria immagine che alla propria vita.
22 – C’è chi ha una buona vista, ma non ha una visione e c’è chi non ci vede, ma ha una visione grande.
23 – I no vax lottano contro la dittatura della ragione.
24 – Perché il male sembra più forte del bene? Perché non ha dubbi.
25 – Gogna mediatica: licenza di offendere.
26 – Salvini è un accattolico, uno che accatta i voti dai cattolici sventolando croci, rosari e madonne…
27 – No vax: la legittima difesa del diritto di esprimere le proprie idee si traduce nel diritto di difendere le idee più sbagliate e pericolose.
28 – Obbligo vaccinale. Siccome siamo costretti a fidarci di chi può sbagliare, cerchiamo allora di fidarci di chi può sbagliare un po’ meno, ad esempio, della scienza.
29 – Berlusconi, una candidatura unificante. Se i partiti dissentono tra loro, io sono d’accordo con me stesso. (Parafrasi da Oscar Wilde: Se i critici dissentono tra loro, l’artista è d’accordo con se stesso.)

Anna Maria Guideri, 13-01-2022

Multinazionali, poteri forti locali, movimenti alternativi territoriali

(ovvero come liberarsi dall’abbraccio soffocante delle multinazionali)

di Moreno Biagioni

L’influenza delle multinazionali in Toscana

In Toscana, in particolare nell’area Firenze/Pisa, si sta verificando sempre più spesso quanto sia nefasta l’influenza, il potere, la possibilità di incidere sulla vita delle persone che abitano un determinato territorio, da parte delle multinazionali, cioè di questi modernissimi “padroni del vapore” che risultano lontani e inafferabili – in quanto privi di quella “corporeità” che caratterizzava in buona parte le controparti padronali di un tempo.
Soffermiamoci, a titolo esemplificativo, su alcuni casi.

La vertenza GKN innanzitutto

Le sue maestranze hanno come avversaria la finanziaria Mellrose, che ha licenziato con una mail, dalla sua sede inglese, senza alcun confronto preventivo, oltre 400 lavoratori (soltanto una dura lotta, che ha coinvolto l’intera società, non solo fiorentina, e su cui torneremo in seguito, ha impedito i licenziamenti immediati).
La ragione di questo comportamento è che Mellrose ritiene opportuno delocalizzare la produzione in un paese in cui le retribuzioni e i diritti di chi lavora sono minori. E’ necessario quindi opporsi alle delocalizzazioni (e nel contempo, con una visione “internazionalista”, sempre più necessaria, sostenere l’impegno dei lavoratori del paese in cui si vuole delocalizzare per maggiori retribuzioni e diritti).

La Corporation America Italia e gli aeroporti di Peretola e Pisa

Un secondo esempio ci viene dai lavoratori e dalle lavoratrici degli aeroporti di Peretola e di Pisa: si trovano di fronte, nelle loro vertenze, la Corporation America Italia, che, in effetti, è il socio di maggioranza della Toscana Aeroporti, con oltre il 62% delle azioni (mentre le istituzioni, che pure sono presenti all’interno del Consiglio di Amministrazione, sono nettamente minoritarie e quindi non in grado di determinarne le scelte, ammesso che abbiano davvero la volontà di condizionare quelle della multinazionale), e manifesta in pieno, con i suoi comportamenti, la sua cultura predatoria e intollerante.
Certo, il potere forte lontano (la Corporation America Italia) ha come alleati ed emissari i poteri forti locali (imprenditori, banche, finanza), un mix che costituisce il nucleo essenziale del Consiglio di Amministrazione della Toscana Aeroporti e che ha assunto questo ruolo con la complicità della politica.

L’arroganza della multinazionale

Attualmente la Corporation America Italia intende ridurre ulteriormente la rappresentanza pubblica, modificare lo statuto, investire sull’aeroporto di Pisa e sulla nuova pista di Peretola, svendere l’handling (su questo i lavoratori e le lavoratrici aeroportuali stanno conducendo una dura lotta, nonostante i ripetuti tentativi di intimidazione ad opera della controparte).
Va sottolineata, inoltre, l’incredibile arroganza di Corporation America Italia, che ha querelato per diffamazione Ciccio Auletta comunale a Pisa e Diego Petrucci, consigliere regionale, e Massimo Torelli, di “Firenze città aperta” – avevano osato criticare le scelte della multinazionale – ed hanno insistito per procedere nell’azione giudiziaria anche dopo che il magistrato aveva affermato trattarsi di posizioni legittimamente espresse nell’ambito del dibattito politico. Un’arroganza che ricorda quella ottocentesca dei “padroni delle ferriere” (o del Marchese del Grillo, nel film omonimo, quando dice “Io so’ io e voi non siete un cazzo”).
Un’arroganza che ha determinato nel 2020 l’attacco di Toscana Aeroporti al Consiglio Comunale di Pisa, che aveva approvato una mozione in cui si dichiarava contrario all’ampliamento dell’aeroporto di Peretola.
Si rileva, peraltro, che Toscana Aeroporti, a cui la Regione Toscana ha dato un contributo di 10 milioni di euro senza porre condizioni collegate a serie indicazioni programmatiche, intende svolgere anche il ruolo di immobiliarista – in quanto sostiene a Pisa una variante per la cittadella aeroportuale che permetta di realizzare residenze, centri commerciali, alberghi -.

Il Consiglio di Amministrazione dei 2 aeroporti

Nel Consiglio, oltre le figure introdotte direttamente da Renzi, ve ne sono altre comunque legate a lui – in quanto hanno sostenuto la Fondazione Big Bang, che è stata finanziatrice della sua campagna elettorale e della “kermesse”annuale alla Leopolda.
Si tratta di un esempio significativo di “malapolitica”, dell’intreccio stretto cioè tra poteri forti, multinazionali e locali, e personaggi politici, da cui consegue la subordinazione della politica agli interessi privati.

Le multinazionali e l’emergenza covid

Tutto questo viene fuori con grande evidenza anche dall’attuale emergenza covid, dove sono le multinazionali farmaceutiche a dettare legge, imponendo che non venga fatta la sospensione dei brevetti dei vaccini, come richiesto da India e Sudafrica, e ricavando ingenti profitti dalla vendita delle dosi vaccinali ai paesi “ricchi” (e pensare che le grandi industrie farmaceutiche si sono avvalse, per le loro produzioni, della ricerca effettuata nelle istituzioni a ciò preposte ed hanno pure usufruito dei contributi pubblici per quella fatta in proprio!).
Si può dire che vengano inoltre favorite – perché continuino a produrre sempre più vaccini e quindi più profitti per i propri azionisti -, in quanto non vengono avviate, da parte in primo luogo dell’Europa e degli Stati Uniti, politiche efficaci per porre fine, prima che sia troppo tardi (cioè prima che si vada verso il suicidio dell’umanità in nome del mercato e del profitto), alle crisi climatiche e ambientali, cause prime della pandemia. Ed è talmente forte l’ideologia imperante – con al centro dell’esistenza il mercato ed il profitto, appunto – che si prospetta di quotare in borsa un bene comune primario come l’acqua, essenziale per la vita delle persone e per la cura dell’ambiente, un bene comune di cui buona parte dell’umanità è carente, senza che questa prospettiva di estrema privatizzazione (forme di privatizzazione “soft”, che sottraggono comunque la gestione dell’acqua agli enti locali a cui dovrebbe competere, sono in atto da tempo e saranno ulteriormente ampliate se va in porto la normativa sulla concorrenza attualmente in gestazione) susciti lo scandalo e l’opposizione che dovrebbe scatenare, anche perché in Italia vi è stato un referendum che ha definito l’acqua un bene comune (un referendum di cui si è tenuto ben poco conto successivamente e che oggi sembra completamente dimenticato).
Va sottolineato, fra l’altro, che, in proposito, l’ENEL, un soggetto forte italiano che si muove a livello internazionale, ha un ruolo negativo in vari paesi, con la realizzazione di dighe e simili, relativamente all’accesso all’acqua ed alla sua utilizzazione da parte della popolazione locale (in nome della modernizzazione si sottrae alle persone un bene primario, o se ne limita il suo utilizzo).

Urgenti cambiamenti di rotta per le politiche energetiche e ambientali

Sarebbe estremamente, e urgentemente, necessario cambiare radicalmente rotta per quanto riguarda le politiche energetiche (non più quelle basate sui fossili, sui gas, sul nucleare, ma quelle rinnovabili, su cui andrebbero fatti investimenti adeguati – mentre invece si cerca, anche da parte del cosiddetto Ministro della Transizione Ecologica Cingolani, di rimettere in pista l’energia atomica, nonostante i referendum che l’hanno sonoramente bocciata -) e quelle ambientali, il che comporterebbe un deciso rilancio del trasporto pubblico, un drastico ridimensionamento dell’uso dell’auto – anche di quella a trazione elettrica -, il porre fine ai disboscamenti ed alla cementificazione diffusa di ogni spazio disponibile, una revisione profonda degli stili di vita, a partire da quanto riguarda l’alimentazione (anche in questo campo vi sono precise responsabilità delle multinazionali per quanto riguarda il passaggio dalle diete tradizionali a quelle basate su cibi confezionati e su bevande zuccherate e gassate), lo sviluppo di luoghi di incontro e di socializzazione che permettano di organizzarsi nei diversi territori per far fronte alle crisi incombenti.

Il rilancio della sanità e della scuola pubbliche

Ciò andrebbe immediatamente accompagnato da un rilancio della sanità pubblica, ponendo fine al processo di privatizzazione in atto e incrementando i presidi sanitari sul territorio – gli unici che possano attivare misure di prevenzione – e della scuola, anch’essa pubblica, naturalmente, per cui occorrerebbe una sollecita individuazione di nuovi locali ed il reclutamento massiccio di personale scolastico, con la possibilità, quindi, di procedere allo sdoppiamento delle classi, un’innovazione che dovrebbe rimanere anche nel post covid (perché permetterebbe di “fare scuola” in modo diverso).

La vertenza GKN

E’ possibile, comunque, anzi estremamente necessario, anche in assenza delle necessarie azioni a livello nazionale, opporsi territorialmente allo strapotere delle multinazionali.
La vertenza GKN manifesta con grande evidenza la possibilità di “insorgere” contro quel potere lontano e “invisibile” (“insorgiamo” è stata la parola d’ordine con cui i lavoratori di quell’azienda hanno caratterizzato la loro lotta, una parola d’ordine che hanno ripreso dalla Resistenza – con “insorgiamo” si dette il via, nel 1944, alla battaglia per la liberazione di Firenze dai nazifascisti –, volendo con ciò significare che è con quello spirito e con quella determinazione “resistenziali” che bisogna condurre l’azione contro le multinazionali che ci “invadono” sui nostri territori).

Le esperienze fiorentine degli anni ‘50

Diventa essenziale a tal fine non rimanere nella logica della vertenza aziendale, ma coinvolgere nell’azione altri soggetti, la società civile, l’intero territorio, riprendendo, in questo senso, le esperienze fiorentine degli anni ‘50, quando a difesa dell’occupazione si mobilitò l’intera città – oltre ai sindacati, ovviamente, ed alle forze politiche, si mossero tutti/e, dai livelli istituzionali (il sindaco La Pira in prima fila) alle case del popolo alle parrocchie all’associazionismo alle organizzazioni degli artigiani e dei commercianti alle singole persone -.

Una capacità creativa di relazionarsi

E’ questo il modo oggi per rispondere alle multinazionali: un’ampia opera di coinvolgimento che sappia intrecciare la difesa dell’occupazione alla lotta per l’ambiente ed alla proposta di nuovi modelli produttivi.
Infatti la lotta a questi poteri forti, che agiscono in ambito internazionale ed hanno alleati locali, può essere condotta soltanto con una capacità originale e creativa di relazionarsi a livello territoriale fra tutte le realtà che non si adattano all’esistente e vorrebbero cambiarlo nella direzione che indica la Costituzione, in parte ancora inattuata (il che vale anche per produrre i cambiamenti necessari per far fronte alla crisi climatica ed a quella energetica – strettamente collegate fra loro -).

Nuovi movimenti ed esperienze

C’è da tener conto anche dei nuovi movimenti che si sono sviluppati negli ultimi anni (mi riferisco in particolare a “Fridays for future”, a “Extinction rebellion”) e della necessità, per un’azione efficace sul territorio, che si relazionino con i soggetti di più lunga tradizione – i sindacati innanzitutto – , con le realtà di base, con esperienze solidali e alternative – qui a Firenze mi vengono in mente la “fattoria senza padroni” di Mondeggi e il Lebowski, un progetto sportivo alternativo basato sull’esigenza centrale della socializzazione -, con quanto si muove nella società sul terreno dell’antirazzismo, dell’antisessismo, dell’antifascismo.

Il movimento delle donne e le esperienze lgbt

Il movimento delle donne riesce ad essere presente in città con iniziative pubbliche relative ai diritti civili anche in un periodo difficile come questo.

Le donne in effetti sono le più penalizzate pure in ambito sociale, a causa della pandemia, e le più colpite dagli atti violenti maschili, che sono in crescita e giungono spesso al femminicidio.
Occorre una profonda riflessione degli uomini sul loro ruolo, sulla loro capacità di relazioni, sull’urgenza di una profonda inversione di rotta in una società impostata sul patriarcato e sul dominio maschile in ogni campo, una riflessione che tarda a venire avanti in maniera ampia e diffusa e rimane racchiusa, anche se condotta con passione, in piccoli circoli.

Si è verificata recentemente la nascita di nuove esperienze associative lgbtq, anche giovanili, ed è indubbiamente un segnale positivo.
Importante sarebbe riuscire a connettere gli impegni su obiettivi di carattere civile con quelli di carattere sociale.

La capacità di relazionarsi e di “meticciarsi”

Anche questo intreccio sarebbe un passo in avanti per contrastare dal basso i poteri forti multinazionali e locali. Perché è appunto dalla capacità delle diverse energie volte al cambiamento di relazionarsi, di confrontarsi, di produrre scambi, di influenzarsi a vicenda, di “meticciarsi”, in qualche modo, che può nascere una massa critica locale in grado di misurarsi con quanto cala dall’alto (ad opera appunto, delle multinazionali, ma non solo).

Sono da mettere insieme saperi, accademici e sociali, realtà associative e istituzionali, movimenti.
Anni fa ci fu un tentativo del genere con l’Associazione del Nuovo Municipio, che cercò appunto, di promuovere una tale unità d’intenti a livello territoriale.
Vi furono alcune interessanti esperienze concrete, ma poi l’iniziativa, nata nel clima dei Social Forum e della democrazia partecipativa, man mano si spense. Oggi non ne rimane più traccia.

Libera circolazione per merci e danaro, ma non per le persone

Rischiano di scomparire quasi del tutto, soffocati dalla crisi pandemica, o di passare comunque in secondo piano, gli interventi per e con i/le migranti, per la loro accoglienza e inclusione, per l’affermazione dei loro diritti, contro le varie forme d’intolleranza e di razzismo presenti nelle istituzioni e nella società (quelle che portano a costruire muri ed a negare i soccorsi a quanti/e naufragano in mare nel tentativo di raggiungere le coste italiane).
Sappiamo infatti che fra i dogmi sostenuti dalle multinazionali vi è quello della libera circolazione ovunque nel mondo delle merci, del denaro, e la negazione di passare le frontiere per chi fugge dal proprio paese in cerca di un futuro migliore. O, meglio, coloro che arrivano da lontano devono comunque rimanere in una situazione di irregolarità (i cosiddetti “clandestini”) perché li si possa far lavorare in condizioni di semi-schiavitù.

In nome del profitto immediato

I poteri forti esterni che attaccano l’occupazione – per esempio, con le delocalizzazioni – sono gli stessi che impediscono i mutamenti necessari relativi all’energia (alla sostituzione dei fossili etc. con le energie rinnovabili) e continuano a “violentare” l’ambiente (con le deforestazioni, con nuove cementificazioni, con gli allevamenti intensivi, con continui interventi inquinanti …), in nome, naturalmente, del profitto immediato per una cerchia limitatissima di “potenti” – con una visione miope che non tiene conto della prevedibile fine delle risorse naturali – a danno della stragrande maggioranza della popolazione, che subisce, e subirà sempre di più, le conseguenze disastrose delle scelte e dei comportamenti dei pochi “eletti”.

La politica complice, o succube, dei potenti

La politica, in gran parte, diviene complice, o succube, dei potenti (del “mercato”, delle multinazionali etc.), perché in questo consisterebbe la modernità, secondo alcuni “rottamatori” delle vecchie modalità e forme della politica (fra i “teorici” di un pensiero del genere troviamo indubbiamente “innovatori” qualificatisi “di sinistra” come l’inglese Tony Blair e personaggi come il “guastatore” Matteo Renzi, che soltanto per un abbaglio quasi collettivo è stato per un certo periodo considerato “di sinistra” – non a caso ammiratore di Tony Blair -).
Sulla base di tale pensiero non solo vengono messe al bando le ideologie, ma vengono eliminati il conflitto e l’idea stessa di poter trasformare la società.

La politica per uscire insieme dai problemi

Mentre invece la politica dovrebbe essere un momento alto dell’attività umana che permetta, attraverso il confronto, e se necessario lo scontro – il conflitto, appunto, – di “uscire insieme dai problemi” (così veniva definita la politica, con grande semplicità ed anche precisione, in “Lettera a una professoressa” della Scuola di Barbiana … “ il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia …”).

L’importanza della partecipazione

Essenziale per ogni iniziativa sul territorio, volta a contrastare l’azione nefasta delle multinazionali, ad affermare nuove politiche energetiche e ambientali, a progettare un diverso modello di sviluppo, è la partecipazione – dei diversi soggetti associativi, delle varie esperienze, delle singole persone – (“la libertà – come diceva Giorgio Gaber in una sua canzone – è partecipazione”).

Restituire senso e ruolo alla politica

Cambiamenti incisivi nei vari campi indicati non si ottengono soltanto con provvedimenti di carattere nazionale, regionale, comunale, ma con l’impegno diretto nelle varie realtà territoriali – che portino, oltre alla rivendicazione di normative adeguate, all’adozione di nuovi comportamenti e stili di vita, non vissuti singolarmente ma messi in comune e socializzati in ambiti precisi (il villaggio, il piccolo paese, il quartiere, la zona …) con il coinvolgimento del maggior numero possibile di saperi, energie, realtà associative e produttive, singoli individui -.
La possibilità di far fronte alle multinazionali dipende quindi dall’azione sul territorio che si è cercato qui di delineare e dalla capacità di collegare fra loro alcuni obiettivi – quelli per la difesa, lo sviluppo, la qualificazione dell’occupazione con quelli per la difesa dell’ambiente, ad esempio -, il che, in altre parole, significa restituire senso e ruolo alla politica (e, per chi ritiene ancora necessaria una trasformazione radicale dell’esistente, alla sinistra).