ODIO GLI EQUIDISTANTI di amg

Odio gli equidistanti, odio i nénéisti.
Credo che vivere voglia dire schierarsi, rischiare di sbagliare, ma anche di avere ragione: bisogna scegliere.
L’equidistanza, anche se dolorosa e conflittuale, è assenza di partecipazione, è fuga dalle responsabilità. E’ lavarsi le mani come fece Pilato che, per non decidere, fece decidere al popolo che condannò a morte Gesù.
L’equidistanza è non scegliere perché tutti fanno schifo salvo poi far scegliere a coloro che fanno più schifo di tutti.
L’equidistanza è non aiutare chi soffre perché c’è sempre qualcuno che soffre di più da qualche parte del mondo.
L’equidistanza è una maschera che serve a coprire la paura di compromettersi.
L’equidistanza si nutre di benaltrismo e di palloni in tribuna perché il problema è sempre un altro.
L’equidistanza è trattare in modo uguale situazioni disuguali.
L’equidistanza è usare il passato per non affrontare il presente.
L’equidistanza è il tentativo di acquistare l’abito immacolato dell’innocenza approfittando dei saldi di fine stagione.
L’equidistanza è trattare allo stesso modo il lupo e l’agnello.
L’equidistanza è il rifiuto di rivelare agli altri e a se stessi chi siamo veramente.
L’equidistanza è spacciare per eccesso di scrupolo l’incapacità di decidere.
L’equidistanza portò l’asino di Buridano a morire di fame.
L’equidistanza non è mai una non scelta: è la scelta degli altri.
L’equi-distanza non è mai equa, è solo distanza.

Anna Maria Guideri, 28-03-2022

Onu neonazismi e votazioni

Gino Benvenuti ci propone la rilettura di un articolo di Manlio Dinucci – Il Manifesto 24.11.2020

Il Terzo Comitato delle Nazioni Unite – incaricato delle questioni sociali, umanitarie e culturali – ha approvato il 18 novembre la Risoluzione «Combattere la glorificazione del nazismo, neonazismo e altre pratiche che contribuiscono ad alimentare le contemporanee forme di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e relativa intolleranza». La Risoluzione, ricordando che «la vittoria sul nazismo nella Seconda guerra mondiale contribuì alla creazione delle Nazioni Unite, al fine di salvare le future generazioni dal flagello della guerra», lancia l’allarme per la diffusione di movimenti neonazisti, razzisti e xenofobi in molte parti del mondo. Esprime «profonda preoccupazione per la glorificazione, in qualsiasi forma, del nazismo, del neonazismo e degli ex membri delle Waffen-SS».

Sottolinea quindi che «il neonazismo è qualcosa di più della glorificazione di un movimento del passato: è un fenomeno contemporaneo». I movimenti neonazisti e altri analoghi «alimentano le attuali forme di razzismo, discriminazione razziale, antisemitismo, islamofobia, cristianofobia e relativa intolleranza». La Risoluzione chiama quindi gli Stati delle Nazioni Unite a intraprendere una serie di misure per contrastare tale fenomeno. La Risoluzione, già adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 18 dicembre 2019, è stata approvata dal Terzo Comitato con 122 voti a favore, tra cui quelli di due membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, Russia e Cina. Due soli membri delle Nazioni Unite hanno votato contro: Stati uniti (membro permanente del Consiglio di Sicurezza) e Ucraina.

Sicuramente per una direttiva interna, gli altri 29 membri della Nato, tra cui l’Italia, si sono astenuti. Lo stesso hanno fatto i 27 membri dell’Unione europea, 21 dei quali appartengono alla Nato. Tra i 53 astenuti vi sono anche Australia, Giappone e altri partner della Nato. Il significato politico di tale votazione è chiaro: i membri e partner della Nato hanno boicottato la Risoluzione che, pur senza nominarla, chiama in causa anzitutto l’Ucraina, i cui movimenti neonazisti sono stati e sono usati dalla Nato a fini strategici. Vi sono ampie prove che squadre neonaziste sono state addestrate e impiegate, sotto regia Usa/Nato, nel putsch di piazza Maidan nel 2014 e nell’attacco ai russi di Ucraina per provocare, con il distacco della Crimea e il suo ritorno alla Russia, un nuovo confronto in Europa analogo a quello della guerra fredda. Emblematico il ruolo del battaglione Azov, fondato nel 2014 da Andriy Biletsky, il «Führer bianco» sostenitore della «purezza razziale della nazione ucraina, che non deve mischiarsi a razze inferiori».

Dopo essersi distinto per la sua ferocia, l’Azov è stato trasformato in reggimento della Guardia nazionale ucraina, dotato di carri armati e artiglieria. Ciò che ha conservato è l’emblema, ricalcato da quello delle SS Das Reich, e la formazione ideologica delle reclute modellata su quella nazista. Il reggimento Azov è addestrato da istruttori Usa, trasferiti da Vicenza in Ucraina, affiancati da altri della Nato.. L’Azov è non solo una unità militare, ma un movimento ideologico e politico. Biletsky resta il capo carismatico in particolare per l’organizzazione giovanile, educata all’odio contro i russi e addestrata militarmente. Contemporaneamente, vengono reclutati a Kiev neonazisti da tutta Europa, Italia compresa. L’Ucraina è così divenuta il «vivaio» del rinascente nazismo nel cuore dell’Europa. In tale quadro si inserisce l’astensione dell’Italia, anche nella votazione della Risoluzione all’Assemblea Generale.

Il Parlamento acconsente, come quando nel 2017 ha firmato un memorandum d’intesa col presidente del parlamento ucraino Andriy Parubiy, fondatore del Partito nazionalsociale ucraino, sul modello nazionalsocialista hitleriano, capo delle squadre neonaziste responsabili di assassini e feroci pestaggi di oppositori politici. Sarà lui a complimentarsi col governo italiano sul non-voto della Risoluzione Onu sul nazismo, in linea con quanto ha dichiarato in televisione: «Il più grande uomo che ha praticato la democrazia diretta è stato Adolf Hitler».

Manlio Dinucci

DOLORE NUDO

(ovvero: l’essenziale umano)

Niente più protegge la tua carne viva, uomo.
cadono le bombe,
cadono le maschere:
il dolore è nudo.

Invano cercherai consolazione
nelle false seduzioni,
nelle stupide aspirazioni,
negl’idoli di cartapesta.

Non ti aiuterà inseguire l’effimero,
cancellare il tempo,
credere che un momento vincente
duri all’infinito.

Non ti aiuterà scambiare
la tua fragilità per sicurezza,
il tuo rifiuto della verità,
per coraggio.

Non ti basterà
affidarti al nulla
travestito di bellezza …
alla leggerezza del vuoto
all’eccesso truccato
da successo …

Forse non sarai più
né vittima né complice
della contraffazione informatica,
promessa mancata
di verità.

Né sarai più attratto
da falsi modelli di felicità.

Il dolore nudo
sostituirà la rabbia urlante
impigliata tra veli opachi
e parlerà con la voce sommessa
e chiara dell’anima.

Lo sentirai, il nudo dolore,
nel profondo del tuo essere.
Lo sentirai nella tua carne,
nella tua mente, nel tuo cuore,
nelle tue vane parole …

Il dolore spezzerà le reni
alle tue difese,
alle tue sciocche pretese,
ai calcoli meschini
di chi crede che il suo cortile
sia il mondo.

E sarà un bene.
Da lì potrai rinascere
come creatura nuova,
privata di tutto l’inutile,
dotata solo di ciò che conta:
l’essenziale umano.

Anna Maria Guideri, 18-03-2022

pace e guerra in europa

Le impenetrabili nebbie della guerra e quelle oscure della pace

Crisi ucraina. Putin dittatore revanscista «vince» ma a prezzo dell’erosione del suo potere e a spese del dolore di migliaia di civili ucraini e ragazzi russi mandati a morire e di milioni di profughi

Alessandro Dal Lago da Il Manifesto del 18 marzo 2022

Il tavolo della pace

Enrico Tendi.
In occasione della Manifestazione per la pace indetta dal Comune di Firenze il 13 marzo 2022

Si doveva andare, e siamo andati. C’era la manifestazione per L’Ucraina a Santa Croce. Tutto il centro a piedi, da Santa Maria Novella tanta gente anche con bandiere, che sono sempre di più, al duomo, a palazzo vecchio, in piazza S. Firenze, e poi si disperdono tra Borgo de’ Greci, via della Vigna vecchia, via dell’Anguillara per arrivare tutti a S. Croce. Anche qui tanta gente, tante bandiere. Rimbombano parole in inglese. È difficile capire perché, prima di tutto, è inglese, e poi l’altoparlante rimbomba parecchio. Per fortuna inizia la traduzione, pressoché simultanea. È Zelinsky. Pronuncia parole forti: grazie per l’aiuto ma dovete fare di più, noi siamo Europa, combattiamo per la libertà e la vita, non ci arrenderemo mai, vinceremo. La piazza non risponde con un eccitato boato, ma applaude calorosamente. Direi doverosamente. Poi tanti sindaci, in rappresentanza di tantissime città d’Europa. Il tono e le parole sono più o meno omogenee. La libertà, i principi non trattabili, la brutalità dell’attacco, la sacralità della vita. Non vorrei dare un’impressione sbagliata: sono parole e sentimenti che sottoscrivo con tutto il cuore; le scene dell’esodo degli Ucraini sono toccanti, ed ho grande ammirazione per questo popolo. Una nazione tutto sommato piccola, con pochi milioni di abitanti, contro un gigante, sia per dimensioni che per potenza militare.

Appunto: un gigante. Il nostro David deve essere stato l’ultimo che ha vinto contro un gigante, molto più forte e potente di lui. E l’averlo come simbolo non ha salvato la repubblica da Giovanni de’ Medici, al seguito del più potente esercito spagnolo. Da ragazzo, ragazzino, ci parlavano di onore, e del sacrificio per la patria. “dulce et decorum est, pro patria mori “, scrive Orazio. Ma ora, da vecchio, diciamocelo, io ricordo con più piacere l’Omero dell’Odissea, che fa dire ad Achille, nell’Ade: “vorrei piuttosto essere l’ultimo dei servi, vivo, che regnare qui, sui morti”. Ed è lo stesso Achille che l’altro Omero, quello dell’Iliade, descrive tracotante e baldanzoso. Mussolini voleva qualche migliaio di morti, per sedere al tavolo della pace. Ne ebbe, fra militari e civili, oltre 400.000. E al tavolo della pace De Gasperi ci andò con il cappello in mano. Quanti ne servono adesso, ai Russi per “debellare superbos”, agli Ucraini per conservare l’onore?

Enrico Tendi, 13 marzo 2022

PER RIPRENDERE L’INIZIATIVA

di Moreno Biagioni 6/03/2022

La pace prima di tutto

La pace è oggi il primo obiettivo per tutte le persone di buona volontà, per tutte/i coloro cioè che vorrebbero assicurare un avvenire al mondo ed all’umanità.
E’ vero che di guerre ce ne sono state, e continuano ad essercene, parecchie nel mondo, senza che questo abbia turbato, e turbi, più di tanto la coscienza di quanti/e vivono in Europa, specialmente dei suoi governanti
L’allarme, per molti/e, è scattato, secondo una visione euro-centrica dei problemi che continua ad essere prevalente, quando la guerra ha messo piede sul suolo europeo.
Si è allora sentito affermare che veniva sconvolto il clima pacifico che durava da oltre 70 anni in Europa, dimenticando così i conflitti armati sviluppatisi ripetutamente nei Balcani, sui territori della ex Jugoslavia.

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piccolo mondo antico

Sono alla coop a comprare i giornali. Prendo La Repubblica, Domani, Il Fatto e non trovo Il Manifesto. Frugo e trovo due copie ben rimpiattate sotto Il Giornale. Mi scappa detto: “ma proprio sotto questo giornale di merda dovevate nasconderlo?”
S’avvicina un tipetto inviperito che afferra la copia de Il Giornale e mi fa stizzoso: “io prendo Il Giornale, il migliore che ci sia”. Ribatto: “nella categoria carta igienica non c’è dubbio”. Cresce la sua rabbia, torna alla pila e mi sfida: “e prendo anche Libero”. E io: “Libero di dire cazzate, se prendi anche La Verità puoi tirare lo sciacquone e cominciare bene la giornata”. Il vile s’allontana rapido. Peccato, ai vecchi tempi poteva finire in una bella rissa a ciaffate e calci in culo.

Il Baffo Aretino, 6 marzo 2022