Non mollare (mb)

Un impegno indispensabile di fronte alla prevista avanzata delle destre

Ad un mese di distanza dalle elezioni del 25 settembre i giochi sembrano fatti.

I sondaggi hanno già stabilito quali saranno i risultati.

L’unica incertezza riguarda la possibilità per la destra di avere una maggioranza in grado di cambiare la Costituzione senza che tale cambiamento debba essere confermato da un referendum – perché in effetti anche questa disastrosa eventualità sembra essere a portata di mano di Meloni e soci -.

Un accordo tecnico, e non programmatico, fra tutti i soggetti che si oppongono alla destra, avrebbe impedito, o comunque ridimensionato, il quasi sicuro successo, nei collegi uninominali, dell’unico rappresentante della destra, a cui si contrappongono più candidati – quelli del centro, del centro-sinistra, della sinistra -.

Costituzionalisti come Azzariti e politologi come Floridia avevano sollecitato in più occasioni un accordo del genere, ma il PD ha scelto di muoversi in maniera schizofrenica,

da un lato andando alla ricerca di un accordo programmatico con Calenda su posizioni indigeribili per altri possibili alleati – vedi Sinistra Italiana e Verdi -, ma anche per il PD medesimo, se non rinnegando in parte le sue posizioni sull’ambiente e sulle questioni sociali, un accordo rifiutato invece da Calenda stesso un secondo dopo averlo sottoscritto,

dall’altro proponendo alleanze a difesa della Costituzione contro la minaccia Meloni, con l’esclusione però dei Cinque Stelle, colpevoli di lesa maestà nei confronti di Draghi, da tale arco costituzionale.

Il PD probabilmente pensa di ricorrere all’appello al voto utile, usato già in altre occasioni, per convogliare più voti possibili sui suoi candidati.

Ma può darsi che si riveli un’arma spuntata e che vi sia un forte aumento delle astensioni.

Va ribadito che risulta assolutamente suicida il rifiuto piddiino di un accordo con i Cinque Stelle, assieme ai quali il PD è stato al Governo e che risultano essenziali, anche dopo la forte riduzione dei consensi di quest’ultimo periodo – sempre secondo i sondaggi -, per un forte schieramento anti-destre.

Il contrasto alle destre – destre di cui è ormai capofila riconosciuta Giorgia Meloni – ma anche ai centristi di Calenda e Renzi, probabili alleati delle destre perlomeno su alcune scelte, non va condotto solo per un sacrosanto rifiuto del fascismo, come da Costituzione, ma per le scelte devastanti contenute nei loro programmi, e cioè, in primo luogo,

– il rilancio delle grandi opere, compreso il ponte sullo stretto, il contrario di ciò che andrebbe fatto per opporsi alla crisi climatica e ambientale,

– la riproposta del nucleare, nonostante la bocciatura espressa attraverso un referendum, per far fronte alla crisi energetica – invece di impegnarsi a fondo sul terreno delle rinnovabili -,

– la riduzione delle tasse attraverso la flat tax, che in effetti riduce le tasse ai redditi medio-alti, attaccando la progressività della tassazione prevista dalla Costituzione, con conseguenze gravi nella erogazione, già pericolosamente ridotta, dei servizi sociali da parte delle istituzioni,

– politiche inumane contro i migranti,

– il presidenzialismo, cioè l’elezione diretta del presidente della repubblica

da parte dei cittadini-delle cittadine e non più ad opera del Parlamento, una misura populista che intacca il sistema parlamentare su cui si basa il nostro ordinamento,

– l’autonomia differenziata, che aumenta il divario fra le regioni più ricche di risorse e quelle più svantaggiate,

– la propensione a criminalizzare il dissenso e ad adoperare la forza per reprimerlo, con un uso di classe del carcere ed una visione per cui l’istituzione deve essere debole con i forti e forte con i deboli,

– l’opposizione ai diritti civili secondo una visione bigotta e reazionaria della società, ostacolando il cammino dei movimenti delle donne e lgbtq,

– l’intreccio fra populismo e neo-liberismo, che produce governi come quello di Orban in Ungheria,

– la disponibilità a seguire le indicazioni della NATO, anche quando producono situazioni di guerra, senza la ricerca ostinata e continua di soluzioni pacifiche ai conflitti,

– l’impegno a potenziare le forze armate per renderle più efficienti, senza provvedimenti che limitino invece la produzione ed il commercio delle armi.

Ce n’è abbastanza per essere decisamente contrari a quanto le destre propongono – e che, in alcuni casi, si ritrova anche nei programmi del centro-sinistra. E ce n’è anche abbastanza per non dare per scontato il loro prevalere alle prossime elezioni.

Abbiamo argomenti forti da mettere in campo per motivare al voto anche coloro che, sfiduciati, si sono rifugiati nell’astensione o nella scheda bianca.

Occorre cercare con convinzione di ricollegare le rilevanti attività in campo sociale sul terreno della solidarietà e della difesa dei diritti con l’impegno elettorale, in modo che vi sia una loro rappresentanza parlamentare.

All’interno di questa opera di contrasto alle destre è necessario anche la ricerca di una presenza di sinistra, non subalterna al PD, nel prossimo Parlamento.

Seppure per la costruzione di una sinistra visibile ed efficace nel nostro Paese occorrano tempi lunghi, una presenza del genere può costituire un punto di riferimento per l’indispensabile processo di rifondazione..

Perciò voterò convinto Unione Popolare, di cui va sollecitato un ancor più forte impegno programmatico sul tema della pace – contro l’acquisto degli F35, per l’adesione dell’Italia al TPNA, per il sostegno a sistemi di difesa non armata e nonviolenta etc. -, nella speranza di una condivisione diffusa di tale convinzione da parte di molte persone che avvertono la mancanza di una sinistra e che sono disponibili a sostenere l’inizio di un cammino comune.

E’ evidente che il gioco si sta facendo sempre più duro e che il pericolo del predominio delle destre – destre in cui è centrale la componente fascista – è altissimo.

Ma non dobbiamo comunque dimenticare ciò che dice John Belushi nel film Blues Brothers – E’ quando il gioco si fa duro che i duri cominciano a giocare.

Perciò ribadiamo, senza alcun cedimento alla rassegnazione, al disimpegno, all’indifferenza, il motto conclusivo dell’epigrafe – L’avrai camerata Kesselring il tuo monumento … –

ORA E SEMPRE RESISTENZA.

Moreno Biagioni, 29 agosto 2022

MOTTI DA LEGARE 13 amg

1 – Basta con la NATO, l’America ci U.S.A. troppo!
2 – Per fare il campo largo Letta vuole tutti dentro … anche quelli che hanno fatto di tutto per buttarlo fuori.
3 – Letta: Il gioco non vale la Calenda!
4 – SE: Siamo Europei?
5 – Dobbiamo rammaricarci per la defezione di Carlo Calenda? Per un pugno di polvere …
6 – Mara Carfagna e la coerenza: Io sono per la stabilità, per la coerenza, la responsabilità, la continuità … da Berlusconi a Calenda…
7 – La Meloni divide il mondo in bianco e nero … sennò che razzista sarebbe?
8 – Mercato agricolo: i Meloni non sono mai andati tanto forte come quest’anno!
9 – CALENDArio non sexy.
10 – Avanzando e poi arretrando e Calenda andò calando.
11 – Siccità: non c’è niente di così poco sereno quanto il cielo sereno di questi giorni.
12 – Calenda e il patto con Letta: Mi viene facile distruggere, ma quando c’è da costruire costruisco … con Renzi!
13 – La volpe e l’uva. Renzi: Noi corriamo da soli …per forza, un vi vole nessuno!
14 – Se vogliamo sconfiggere la destra dobbiamo conoscerla bene…ma prima di tutto bisogna conoscere bene la sinistra!
15 – Il moderato più moderato è quello che, urlando, dice di esserlo.
16 – Meloni e l’atlantismo: Un Trump che si chiama desiderio.
17 – Il problema della sinistra è che non ha Meloni da spendere.
18 – In un paese di destra, la sinistra o rinuncia a vincere o rinuncia alla sinistra!
19 – Parabola del comunismo: dal marxismo, al buonismo, al …. nullismo?
20 – La diversità è una ricchezza? Non sempre, ma è certamente, sempre, un diritto!
21 – Non sense. Come si può chiedere alla Meloni di rinnegare il fascismo se sono i fascisti che la votano?
22 – Strategie berlusconiane: attirare i moderati, allearsi con i leghisti e far credere ai moderati che lui e i leghisti sono moderati.
23 – Difese identitarie a tutti i costi: identità vo cercando ch’è sì cara come sa chi per lei realtà rifiuta.
24 – Flli.d’Italia: Succede a volte che il numero dei voti che un partito riceve sia inversamente proporzionale al numero delle idee che produce.
25 – La destra ci ricorda le nostre origini animali; la sinistra ci ricorda che c’è stata un’evoluzione … mancata!
26 – Molte donne odiano la Meloni …. C’è del metodo in questa fobia!
27 – Meloni: In una società maschilista le donne, per vincere, devono essere come gli uomini… no, molto peggio!
28 – Poiché la diversità è comune a tutti, essa è la base dell’uguaglianza.
29 – Destra e sinistra. La destra ha bisogno di un nemico da sconfiggere. La sinistra ha bisogno di un nemico che la sconfigga.

Anna Maria Guideri, 27-08-2022

CAMERATI E CAMERIERI amg

(Al seguito di Sua Altezza Giorgia I)

In questo grande agitarsi intorno a Giorgia Meloni, candidata in pectore alla futura Presidenza del Consiglio de Ministri, prima ed unica donna in Italia – primadonna! – ad aspirare ad una sì alta carica dello Stato, si possono individuare due tipologie diverse di sudditi: i camerati e i camerieri. I primi – i camerati – sono i fedeli sodali che dal crollo del regime fascista in poi accarezzano il sogno del ritorno al beato ventennio che, forse per la prima volta dopo tanti anni, è reso ai loro occhi possibile, con l’elezione di Giorgia Meloni. Sarebbe davvero un gran colpo di c..o riuscire a rimettere la lancetta dell’orologio indietro di cent’anni e potersi al tempo stesso accreditare come destra moderna per aver fatto eleggere per la prima volta in Italia, una donna a capo dell’Esecutivo. Essere reazionari e spacciarsi per innovatori per avere issato a Palazzo Chigi la bandierina femminista è un bel gioco di prestigio! Una destra illusionista la cui attualità è data dalla sintonia che dimostra di avere con il Paese degli Acchiappacitrulli che siamo diventati. L’idea dell’emancipazione femminile non ha niente a che fare con la leader di F.lli d’Italia, la quale, come sostiene Michela Murgia, esercita il potere esprimendo idee antifemministe a dimostrazione che il femminismo non è un fatto di genere, ma di idee. Se vince la Meloni non vince il femminismo, vince la destra che con il femminismo ha veramente poco a che fare. I secondi – i camerieri – invece costituiscono una categoria meno visibile, direi mimetizzata all’interno di un’ampia area politicamente corretta, sostenitrice, in modo generico, dei diritti umani. Sono servitori anonimi , alcuni forse inconsapevoli, quasi clandestini che agiscono sotto mentite spoglie. Sono accreditati come giornalisti, psicologi, sociologi, politologi, opinion maker tout court, ma in realtà sono camerieri e doppiogiochisti. Se da un lato criticano la destra e la Meloni, dall’altra demoliscono l’unica forza politica in grado di osteggiarla attribuendole ambiguità e debolezze a fronte della forza e della coerenza della leader di F.lli d’Italia. Vengono rivolte critiche più apparenti che reali alla Meloni e accuse pesanti ad Enrico Letta colpevole, a detta di Stefano Feltri (Domani 12 Agosto), di aver causato la caduta del governo Draghi per averne difeso troppo l’agenda: siamo ai limiti dell’assurdo! E i giornaloni che tutti – o quasi – sparano a salve sulla Meloni segnalandone i limiti, ma dedicandole paginate e gigantografie che ne esaltano l’immagine a trecentosessanta gradi? E che dire di Massimo Recalcati che, con un notevole sforzo di fantasia, riscontra nel Pd di Letta un’anima populista deleteria per la vittoria contro la destra (La Stampa 17 Agosto)? A fronte di un Letta incerto ed annaspante tra i dietro-front di Calenda e i tormenti del campo largo si sottolineano, con malcelata ammirazione, le doti muscolari della valchiria de’ noantri lasciando che passi in sordina il suo progetto politico. Morale: il Pd è in difficoltà perché non ha Meloni da spendere! Dietro molti personaggi sedicenti democratici e notoriamente ascrivibili all’area del centrosinistra – più subdoli dei camerati – si celano i camerieri della Meloni , quelli che le porgono, su un piatto d’argento, le specialità della casa: la vittoria alle prossime elezioni!

Anna Maria Guideri, 21-08-2022

I BULLI DEL QUA QUA amg

Renzi e Calenda
(Sull’aria de
Il ballo del qua qua
di Romina Power)

Ecco i bulli del qua qua
che fan solo bla bla bla
sono due calamità
e nullità…
Se ne vanno qua e là,
cercan di farsi notar
e per fotter la sinistra
si uniran.

Le ginocchia piegan già
ai poter che in alto stan:
loro battono le mani
e fan qua qua.
Ogni patto fan crollar
per farsi pubblicità
ma nessun li vuol votar
i qua qua qua.

Vanno sottobraccio
a sparar qua e là,
ma è un mortale amplesso
ed il successo
non lo vedran!

I due bulli del qua qua
privi di genialità,
ma di spocchia invece ne han
in quantità;
firman patti e li disfan,
giravolte a tutto spian …
tutto ciò per comandar,
ma perderan!

I due bulli del qua qua
con la loro vanità
e la gran stupidità
fan bla bla bla
e la gente riderà,
certo non li voterà
e così scompariran
i qua qua qua.

Contro il killeraggio
la sinistra va
e con gran coraggio
all’arrembaggio
dei qua qua qua!

Per il cambiamento
batterci vogliam,
per l’affossamento
del 2 per cento
dei qua qua qua!

Anna Maria Guideri, 09-08-2022

LA MELONI NO amg

(Sull’aria di Ma l’amore no)

La Meloni no,
Meloni no, non può
vincere le prossime elezioni …
se pur forte non ce la farà
e perderà.

Io non la voterò.
io la combatterò
con le più strampalate coalizioni
anche se non batterà il mio cuor,
se non è amor…

Forse rideraidel bidone di Calenda e soffrirai
ahimè …
perché penserai
che purtroppo la sinistra è già sfiorita
in me …

Ma Meloni no,
Meloni no, non può
resuscitar Benito Mussolini …
finché vivo non permetterò:
IL DUCE NO!

Forse piangerai
se abbracciata con Di Maio mi vedrai,
ahimè
e ti stupirai
e insistentemente chiederai:
perché?

Ma Meloni no,
Meloni no, non può
vincere le prossime elezioni
finché vivo non succederà:
NON PASSERA’!

Anna Maria Guideri, 03-08-2022

Trump, linea rossa dell’indecenza?

Diario da Cacania 10 agosto 2022

Resto di stucco. Il personaggio Trump trova da noi solidarietà inaspettate. E non da destra, ove ci si preoccupa di non apparire troppo palesemente fascisti e si veste la maschera della moderazione, anche se gli effetti non sono particolarmente convincenti.
Nonostante che il personaggio Trump sia talmente grottesco, simbionte solo di una neoplebe americana da film trash e decisamente improponibile al di fuori del suo naturale contesto, c’è un gruppo di intellettuali e di compagni ex PCI che si arrampica sugli specchi per sostenere le peggiori espressioni delle destre americane.
Il caso Trump è emblematico. Sul piano delle politiche non ci sono grandi differenze tra repubblicani e democratici. Obama, cui è stato dato un nobel per la pace prima ancora di cominciare a governare, è stato il presidente che ha fatto più guerre di tutti durante i suoi mandati. A suo tempo JFK in quanto ad avventurismo internazionale non scherzava. E che dire della Clinton (sia vice che aspirante). Per non parlare della Pelosi, Speaker democratica della Camera che va in Oriente a provocare la Cina al palese fine di cercare di strappare qualche voto alle prossime elezioni. Biden, non contento di tutte le guerre che sta finanziando e fomentando, ha avviato un’aggressione alla Russia e di fatto all’Europa, aprendo in contemporanea un altro confronto con la Cina. L’incoscienza di aprire più fronti, militari commerciali e politici senza avere probabilmente piena contezza del fatto che ha dato inizio  a tutti gli effetti alla III Guerra mondiale, non ne fa uno statista particolarmente brillante. Quindi per me l’americano buono è quello che condivide lo status auspicato per l’indiano del Far West. Ma resta il fatto che non è assolutamente comprensibile che un cittadino italiano, mediamente democratico  liberale, di cultura media, in alcuni casi addirittura ex militante di un partito comunista o socialista,  possa manifestare  anche solo  un accenno di minima simpatia per un personaggio grottesco, palesemente fascista (non in senso storico e neppure in quello morale alla Eco, no fascista fascista) come Trump. E’ impressionante vedere la somiglianza delle espressioni demagogiche di Trump e del Duce, già la cosa dovrebbe far rizzare il pelo anche a prescindere dal merito. Se poi si adduce il pretesto del male minore: “è un figlio di puttana ma è il nostro figlio di puttana”, non è che la cosa migliori: perché nostro?  (loro ovviamente). In nome di  un anticomunismo verso comunisti che non ci sono? per un’adesione ad ideali di libertà e democrazia che palesemente calpestano? un’empatia nei confronti di soggetti affetti da disturbi della personalità? Forse è questa la motivazione più probabile. La cultura di sinistra è stata sempre caratterizzata da un profondo senso di solidarietà umana, che probabilmente rimane anche quando si dirotta. Un po’ come il primo amore. La simpatia per Trump da parte di costoro sarebbe dunque un residuo di empatia indotta dai neuroni specchio, per cui il primate s’immedesima nel soggetto osservato e ne condivide lo stato di sofferenza. Se è solo filing animale, va bene, tra bestie ci si intende.

Gian Luigi Betti 10 agosto 2022

RENZI E CALENDA. IDILLIO PASTORALE

Dialogo tra un venditore di pentole toscano e un amministratore di condominio romano, in aperta campagna.
(La crudezza dei termini è necessaria al bozzetto realistico campestre).

David Riondino da Facebook 9 agosto 2022

Andava a vender pentole al mercato
Un giorno Renzi con il suo somaro,
Ed incontrò Calenda, incamminato
col suo costume da peracottaro.
(Calenda, Enrico nello sceneggiato
Cuore di Comencini, che ha turbato
Milioni di fanciulli brutti e belli,
Col maestro che fu Johnny Dorelli.)

“O icche tu fai laggiù con quella lisca
lunga, che ti trastulla come vòle,
Impegolato dentro quella bisca
Di finocchiacci e di madonne sole?
Vieni con me, di modo che sortisca
Un gruzzolo per noi, finché si pòle,
Che ognun per se resta un povero stronzo,
ma insieme siamo corazza di bronzo. “

“Me disturbi ner mentre che m’abbronzo,
Ma però ce penzavo da parecchio,
E stai a mette ronzo sovra ronzo
Ficcandomi la purce nell’orecchio.
Qui stavo a fà la figura del gonzo:
Diamoje un carcio e buonanotte ar secchio!
Chi ha avuto ha avuto, e chi ha dato ha dato:
Mettemoce alle spalle quer passato.”

“I’ssimbolo ce l’ho depositato,
Le firme non le devi raccattare:
Mettici quattro amici e tuo cognato
E quattro stracci per rimpannucciare:
Io porto la Maria, son condannato,
sennò la mi potrebbe strangolare:
Le propagande sono preparate,
L’agenda Draghi ed altre due minchiate. “

“Porca pupazza, proprio a mezza estate
Che traslocavo sulla barca a Ponza!
Germini e la Carfagna le ho invitate
A strafogasse de facioli e lonza!
Una pare la strega delle fate,
E quell’antra la monaca di Monza:
A ripensacce già peggio me sento:
Vederle tutti i giorni in parlamento.“

“Quando ci arrivi, passa lo sgomento.
I patti siano chiari tra di noi:
Mettiamo insieme queste vele al vento
E poi ognuno per i fatti suoi.
Io vado all’arrembaggio al bastimento
Del gran pappone e dei votanti suoi,
E finché campa mi ci metto al piede:
Poi quando schianta ne sarò l’erede. “

“Quanno facevo Enrico, ci hai da crede,
Ero già tanto fijo de mignotta:
Ma quanto a te la fama te precede,
Anche in Arabia er sole nun te scotta.
Me diceva Dorelli de avé fede:
“Pari quello del libro, e nun c’è lotta:
E come insegna il libro, un deficiente
Può solo far da classe dirigente “

E se ne andarono serenamente
Insieme, gorgogliando, alla ventura:
Armati di una spocchia inconsistente
Ma genuina, seconda natura.
Rappresentano in fondo tanta gente
Che borbottando passa, e si pastura:
E la mano di Dio veglia e protegge
Questo dolente amareggiato gregge.

David Riondino 9 agosto 2022 su fb

4 MINUTI amg

(E gli altri stanno a guardare)

Alika è a terra.
Le mani dell’assassino
lo stringono alla gola.

E gli altri stanno a guardare.

Alika si dibatte, grida, implora,
ma l’uomo feroce gli sta addosso
e stringe più forte.

E gli altri stanno a guardare.

Uno riprende la scena col telefonino;
fa il suo dovere
di buon cittadino…

E gli altri stanno a guardare.

Le grida si spengono e Alika
ha ormai un filo di voce.
Sta soffocando.

E gli altri stanno a guardare.

Il suo corpo cede, si arrende, si affloscia …

E gli altri stanno a guardare

Alika non si muove più,
non piange più …
non vive più.

E gli altri stanno a guardare…

Quattro minuti di spettacolo dal vivo;
quattro minuti di orrore,
di follia.
Quattro minuti infernali
solo per Alika.

Anna Maria Guideri, 01-08-2022

ERA SOLO UN FILM amg

E l’aria non passa più.
Le mani bianche hanno già chiuso
tutte le vie intorno alla nera gola di Alika.

Riverso, inerme, non supplica più.
Prigioniero di una morsa d’acciaio
cede alla violenza dell’odio
e dell’indifferenza.

Spettatori ipnotizzati
dall’ennesimo film dell’orrore
assistono immobili.
Uno riprende la scena col telefonino
per esibirla – da bravo cittadino –
come prova del reato.

Il bravo cittadino,
animato da buone intenzioni,
chiude dentro la scatolina del cellulare
gli ultimi istanti di vita di Alika
e gli regala l’immortalità,
ma non gli salva la vita.

Dentro ai cellulari scorrono
le nostre piccole vite
di esseri virtuali:
nani immortali dal cuore di latta.

Un video ha rubato ad Alika
il tempo per la salvezza.
La sua morte,
il prezzo giusto da pagare
per la colpa di esistere, per essere
un abusivo del mondo.

Anna Maria Guideri, 01-08-2022

DONNA GIORGIA MELONI IN MUSSOLINI amg

Imperversa la Meloni
sopra tutti i giornaloni
ed ognun di lor fa a gara
a suonarle la fanfara.

Anche se per dirne male,
in campagna elettorale
più ne parlan più è ben vista
perché è la protagonista.

Già pregusta la vittoria
e si accinge a far baldoria,
ci vuol dare il benservito:
degna erede di Benito!

E la Storia come un nastro
si riavvolge … che disastro!
Ma purtroppo non è un cine:
è il fascismo senza fine!

Anna Maria Guideri, 29-07-2022