Il sor Matteo l’attivista

Il sor Matteo al Ministero
mai lo vedon per davvero
Che ci sia ognun lo dice
ove sia nessun lo sa,
come l’Araba Fenice,
che sedeva sul sofà,
il sor Matteo lo paghiamo
per restare sul divano.
Va in TV, scende in piazza,
manco lui sa ove ramazza;
solo conta l’apparire,
poco importa cosa dire:
è un continuo chiaccherare,
lui lo chiama lavorare,
gli altri dicon blaterare.
Ma il sor Matteo al Ministero
è Ministro per davvero?

Il Baffo Aretino, aprile 2023

Renzi e Calenda solo una merenda

Renzi e Calenda
un amore durato
appena quanto una merenda.
Come quelle del Pacciani
che di compagni ne aveva di ben strani,
come il bieco Iago e il moro Otello,
che di Desdemona,
per via di un pìcciol tovagliolo,
fecero gran flagello.
Renzi e Calenda, un amorazzo,
come quello della bella Elena spartana
che da sposa di Menelao,
sol per del bel Paride il sollazzo,
partì da Sparta e finì figliol’ di Troia,
tanto per non dire gran puttana,
che infiniti addusse lutti,
agli Achei, ai Greci ed ai troiani tutti,
ma anche a questo italico cazzo,
esattamente come il duo dell’intrallazzo.
E qui speriam che la storia sia finita
ché altrimenti non c’è più la partita.

Il Baffo Aretino, aprile 2023

Salvini a Campi Bisenzio

da Memorie di Cacania di Gian Luigi Betti: Salvini a Campi Bisenzio ovvero 4 gatti e un cane

4 gatti e un cane anzi 2

Vinco la mia senile ritrosia per le perdite di tempo in stronzate e mi accingo ad osservare con lo spirito e le tecniche dell’etologo il comportamento rituale di un gregge leghista. L’occasione è ghiotta: in quel di Campi Bisenzio officerà la cerimonia il maschio alfa e capo supremo: l’onorevole, si fa per dire, Matteo Salvini. Il grande capo l’ho osservato alla televisione, come riuscire ad evitarlo? Mi è sempre parso odioso per quel che dice e antipatico a pelle, ma non privo di un certo carisma e di una furba abilità politichese: un capetto insomma in grado di fidelizzare e trascinare il proprio gregge, di facile palato, ma ce ne sono di tipo diverso?
Il ritrovo è nella piazza Dante, quella del Comune che si vuole espugnare, alle 10 del sabato 22 aprile 2023. Alle 10,10 arrivo nella piazza: a quanto pare la mobilitazione esterna, dei fan in gita permanente effettiva a supporto del capobranco, pronti ad osannarne qualsiasi stravaganza, a partire dai costumi istrioneschi, è ridotta ai minimi termini. I locali sono ancor meno: in tutto non si arriva a cento capi. Alcuni oratori tra cui il candidato sindaco si avvicendano al microfono spiegando agli astanti come sarà bello il comune strappato ai comunisti (annoto le affermazioni e mi riprometto di chiedere loro dove hanno visto i comunisti, così, tanto per avere un po’ di compagnia). I cordoni delle forze dell’ordine e le troupe televisive soverchiano il pubblico: arriva il capo ed il gregge si divide: più della metà dei presenti si affolla attorno a Salvini con lo stesso eccitato accorrere della anatre quando getti loro del pane nello stagno. Salvini impavido rilascia interviste, dirige le telecamere, esorta, con cenni della mano, gli oratori a continuare a parlare al solo fine di garantire un sottofondo sonoro realistico ad uso del futuro telespettatore. Poi finalmente sale sul palco: sono attento a cogliere i segreti del capo: le frasi ad effetto, la postura, i toni enfatici, insomma tutto il repertorio del buon oratore. Grande delusione: dal vivo la sciarada delle banalità mostra la scarsa convinzione di chi le pronuncia, il tono non è quello di un capo, piuttosto quello di un avventore del bar di paese e di quelli piuttosto scarsi, la postura è rassegnata, tesa più a confondersi che a imporsi. Se qualcuno si fosse aspettato un epigono della grande tradizione oratoria occidentale, nata nelle assemblee dell’antica Grecia e perseguita nel corso dei secoli dai grandi personaggi che hanno occupato un posto nella Storia, si sarebbe facilmente accorto che Salvini non è di quella stoffa. Semplicemente non esiste un personaggio Salvini capo-popolo: esiste il suo avatar mediatico frutto di un demiurgo che ritaglia e cuce in maniera sapiente espressioni e frasi che, se seguite in sequenza naturale e dal vivo, mostrerebbero la loro vacua futilità ed inefficacia comunicativa.
Anche il gregge sembra cogliere la stanchezza della diretta, reagisce appena e senza convinzione, agli ordini dei capi claque.
Ai margini, appoggiati al muro delle case prospicienti il comune, ben distanziati per non essere confusi con i leghisti, una siepe di pensionati si gode il sole ed osserva compunta e silente. Molti sono usciti col cane. Ad un appello più vigoroso del Salvini, risponde uno dei cani con un ululato lamentoso e prolungato. L’intero pensionato si agita e dà segni di approvazione, anche da parte del gregge si avverte un qualche apprezzamento per il diversivo. Poi, concluso l’ululato, l’altro cane prosegue nel suo uggiolio lamentoso e la colonia felina torna al suo pacato ronfare.

Gian Luigi Betti, Campi Bisenzio, 22 aprile 2023

SE VEDO NON CREDO

(ovvero, il pensiero magico del nostro tempo…)
di Anna Maria Guideri

Un carattere distintivo della nostra odierna società è la tendenza a non credere all’evidenza. Nego dunque sono, è la rivisitazione attualizzata del noto assunto cartesiano di fronte alla irriducibile negazione dei fatti più ovvi. Perché, se è lecito e pure auspicabile interpretare i fatti alla luce della nostra personale visione del mondo, secondo il diritto democratico alla libertà di pensiero, non lo è altrettanto negarli e stravolgerli di sana pianta. Si dice che oggi manca la visione, ma non manca certo la visionarietà intesa come attitudine ad inventarsi un mondo a misura delle proprie frustrazioni, farneticazioni, deliranti ambizioni. La prova regina di questa commedia – o tragedia? – dell’assurdo si è vista con il covid quando in presenza di migliaia di morti e di camion carichi di bare – ma forse trasportavano sassi … -si gridava insensatamente e con buoni indici di ascolto, che era tutta un’invenzione di un non meglio identificato complotto internazionale che non aspettava altro che i pipistrelli per far fuori la specie umana. In un mondo alla rovescia non si crede all’evidenza né alla logica, ma all’assurdo. Viene ribaltato il pensiero scettico – e sensato – di San Tommaso del se non vedo non credo in se vedo non credo. Vedere è la conditio sine qua non per negare ciò che è sotto gli occhi di tutti. Più si vede, meno si crede; più si sa, meno si vuol sapere … Come si spiega questo fenomeno? Come è possibile che i cervelli corrano all’ammasso per suicidarsi come i famosi lemming siberiani? Rifiuto della realtà che contraddice le nostre aspettative? Saturazione nei confronti di una strabordante quantità di imput spesso confusi e contraddittori che ci tempesta e ci sovrasta oltre ogni umana sopportazione e ci spinge a rifugiarci nei paradisi artificiali del complottismo e del nemico immaginario? Un nemico potentissimo e invincibile costruito a misura del nostro senso di impotenza e di inutilità per giustificare il nostro odio, la nostra follia, la nostra fuga dal reale? Un nemico inesistente per evitare accuratamente di affrontare l’esistente? Paradossalmente, il culto dell’immagine che domina la nostra società, finisce per condurci al culto dell’immaginario. Ci si ferma all’apparenza per sfumare nell’inconsistenza e nell’assenza. C’è una specie di masochismo nel credere in ciò che non si vede, quasi una forma fanatica di fede religiosa all’incontrario che ci riporta ai tempi dell’oscurantismo medioevale e a Galileo bypassando – in un’epoca a conduzione tecnologica – il pensiero razionale negando l’evidenza e usando la farneticazione come espressione dell’ideologia del complotto. Una ricetta per tutte le occasioni ove convenga dimostrare che la realtà scomoda, proprio perché si vede, non esiste. Infatti solo gli ingenui possono credere a ciò che vedono; i furbi invece, dotati dell’ultravista, riescono a vedere ciò che gli altri non vedono. L’immaginario ha da sempre costituito una consolatoria via di fuga dalla dura realtà della vita, ma non ha mai preteso di sostituirla. Realtà e fantasia, pur avendo molti punti di contatto, appartenevano a piani diversi e distinti, non confusi. Oggi non è più così. Il trionfo della realtà virtuale, pur essendo un prodotto della più avanzata tecnologia moderna, favorisce il ritorno del pensiero magico sostitutivo della realtà effettiva e promuove la fiction a verità rappresentativa del nostro tempo. E così, in virtù di questa nuova professione di fede, di questa sostituzione del reale con i suoi fantomatici ultracorpi, assistiamo allo smantellamento del pensiero razionale. Qualche esempio:
– poche migliaia di migranti minacciano di sostituire sessanta milioni di italiani; (sostituzione etnica);

-i ricchi sono vittime dei poveri;
– i migranti morti affogati minacciano i vivi sulla terraferma;
– i poveri sono colpevoli della loro povertà;
– gli aggressori sono vittime degli aggrediti;
– chi offende è vittima dell’offeso;
– chi uccide le donne è vittima delle donne che ha ucciso;
– gli omosessuali – accertata minoranza – minacciano di estinzione la specie umana;
– i figli delle coppie omogenitoriali non hanno gli stessi diritti dei figli delle coppie eterosessuali;
– chi sfrutta è vittima dello sfruttato;
– i delinquenti sono vittime dei magistrati;
– i morti di covid sono un’invenzione;
– i vaccini sono veleni usati per sterminare la specie umana;
– gli scienziati sono sicari al soldo di potenti lobby;
– i nazifascisti caduti in via Rasella erano innocui musicisti (vedi La Russa).
CONCLUDENDO:
I carnefici sono vittime delle loro vittime. La Meloni non è fascista. Questa destra fa anche cose buone …

Anna Maria Guideri, 20-04-2023

Il cervello, il mio secondo organo preferito

Woody Allen e Anna Maria Guideri – dal web

La sorpresa è arrivata !
Il direttore della George Washington University School of Medicine sostiene che il cervello di una persona anziana è molto più pratico di quanto comunemente si creda. A questa età, l’interazione degli emisferi sinistro e destro del cervello diventa armoniosa, il che espande le nostre possibilità creative. Ecco perché tra le persone di età superiore ai 60 anni puoi trovare molte personalità che hanno appena iniziato le loro attività creative.
Certo, il cervello non è veloce come lo era in gioventù. Tuttavia, guadagna in flessibilità. Pertanto, con l’età, siamo più propensi a prendere le decisioni giuste e meno esposti alle emozioni negative. Il picco dell’attività intellettuale umana si verifica intorno ai 70 anni, quando il cervello inizia a funzionare a pieno regime.
Interessante anche il fatto che dopo 60 anni una persona può utilizzare 2 emisferi contemporaneamente. Ciò consente di risolvere problemi molto più
CARATTERISTICHE DEL CERVELLO DI UNA PERSONA ANZIANA.*
1. I neuroni del cervello non muoiono, come dicono tutti intorno a te. Le connessioni tra loro semplicemente scompaiono se non ci si impegna nel lavoro mentale.
2. La distrazione e l’oblio sorgono a causa di una sovrabbondanza di informazioni. Pertanto, non è necessario concentrare tutta la tua vita su sciocchezze inutili.
3. Dall’età di 60 anni, una persona quando prende decisioni non usa un solo emisfero del cervello, come i giovani, ma entrambi.
4. Conclusione: se una persona conduce uno stile di vita sano, è mobile, ha un’attività fisica praticabile ed è pienamente attiva mentalmente, le capacità intellettuali NON diminuiscono con l’età, semplicemente CRESCONO, raggiungendo un picco all’età di 80-90 anni.
CONSIGLI PER LA SALUTE:
1) Non aver paura della vecchiaia. 2) Sforzati di svilupparti intellettualmente. 3) Impara nuovi mestieri, fai musica, impara a suonare strumenti musicali, dipingi quadri! Danza!
4) Interessati alla vita, incontra e comunica con gli amici, fai progetti per il futuro, viaggia come meglio puoi.
5) Non dimenticare di andare nei negozi, nei caffè, negli spettacoli.
6) Non stare zitto da solo, è distruttivo per chiunque.
7) Sii positivo, vivi sempre con il pensiero: seguente: “tutte le cose buone sono ancora davanti a me!”
FONTE: New England Journal of Medicine.
Per favore, trasmetti queste informazioni ai tuoi amici di 60, 70 e 80 anni in modo che possano essere orgogliosi della loro età

Il duo di picche

Testo tratto da Facebook

LE CRONACHE DI UN ISTERICO

di Giuseppe Ranieri

Te in ruoli direzionali non ti voglio, o non faccio il partito,
Te non devi fare le conferenze, o non faccio il partito,
Te mi devi dare i soldi del 2 × 1000 o non faccio il partito,
Te devi accettare di andare al congresso con me già segretario, o non faccio il partito,
Te devi accettare di andare al congresso senza fare il tesseramento (!!!), o non faccio il partito,
Te non devi fare la Leopolda o non faccio il partito.
Comunque non faccio il partito! #hastatorenzi !
(Portatelo da uno psicologo, ma non da uno bravo, lui coi bravi fa figure di m.)