LINGUAGGIO COMUNE …

(… fra politica e malaffare nel caso pugliese)

Dello scottante caso pugliese che ha investito il PD – voti di scambio, dichiarazioni inopportune, defezione del M5S da una possibile alleanza … – un aspetto mi ha particolarmente colpito: le dichiarazioni inopportune, cioè , la comunicazione. Sì, il modo con cui il Presidente della Puglia Michele Emiliano si è espresso durante la manifestazione antimafia tenutasi a Bari il 24 marzo a sostegno del sindaco Antonio Decaro. Emiliano, in un eccesso di zelo propagandistico, si è prodotto in una narrazione che, anziché favorire il suo pupillo, lo ha fortemente danneggiato offuscandone l’immagine di tutto rispetto guadagnatosi per il suo forte impegno nella lotta alla mafia locale. Con un fare disinvolto e fiero Emiliano ha raccontato un episodio risalente agli esordi politici di Decaro quando era assessore della sua Giunta, coinvolgendolo e dando prova di una certa confidenza con la malavita locale per essersi intrattenuto con la sorella di un boss per scoraggiarla dal prendere iniziative contro il proprio protetto. Di fatto, per dare prova del suo impegno antimafia è andato a trovare una mafiosa lanciandole amichevolmente un avvertimento. Il tono sicuro e compiaciuto, la naturalezza e direi, la leggerezza con cui ha rivendicato pubblicamente il suo scambio con questo discutibile personaggio, hanno evidenziato una consuetudine di contatti a dir poco disinvolti con quell’ambiente che pure è stato fortemente osteggiato dall’ amministrazione di sinistra. La cosa è apparsa contraddittoria e strana e per questo ha suscitato molto scalpore. Emiliano si è attribuito, scherzosamente, quasi un diritto di proprietà sul suo pupillo dimostrando una disinvoltura nel rapporto con personaggi a dir poco opachi che, per il suo ruolo, appare incomprensibile. Questo modo di rapportarsi al contesto malavitoso, anche se non è un reato, è certamente un vulnus etico e culturale di non lieve entità in quanto getta ombre sul modo di interpretare il proprio ruolo istituzionale indebolendone l’autorevolezza. Non basta lottare contro la malavita con le armi del codice penale, occorre contrastarla anche assumendo uno stile comunicativo del tutto consono all’incarico che si ricopre. Ostentare una certa dimestichezza con quel contesto non può essere considerato un espediente comunicativo efficace per affermare il controllo del territorio da parte delle istituzioni locali, ma un pericoloso cedimento. Per vincere bisogna omologarsi? Bisogna imparare a convivere con la mafia ( come ebbe a dire a suo tempo il ministro del governo Berlusconi, Lunardi) adottandone la forma comunicativa come se la forma non fosse anche sostanza e quindi cultura e quindi messaggio? Cos’è questa, una strategia per combattere la mafia o un modo per guadagnare voti comportandosi come un ras del luogo facendosi poi forte del pacchetto di voti ottenuto, della serie: e qui comando io e questa è casa mia … Magra vittoria è quella che si ottiene perché non ci si discosta più di tanto – anche se solo nello stile – dai modelli negativi che spadroneggiano sul territorio. Questa è la forza ricattatoria del cacicchi e dei capi-bastone che Elly Schlein ha promesso di contrastare fortemente, ma la vedo dura. Non basta arrestare i mafiosi o impedire che si impadroniscano della cosa pubblica, è altrettanto importante differenziarsi da loro in modo inequivocabile assumendo pubblicamente atteggiamenti che escludano nel modo più assoluto che si possa fare visita ad un mafioso, che si possa scambiare con lui una battuta, che si possa, magari, se capita l’occasione, anche prenderci un caffè. Se la mafia è una realtà, non è per questo la normalità. La lotta alla mafia è prima di tutto una battaglia etica, una battaglia culturale. I cacicchi non servono.

Anna Maria Guideri, 29-04-2024


Utopia 4.0

Quando l’intelligenza artificiale si dimostra più sensata di quella naturale.
La domanda rivolta a ChatGPT, Copilot e Gemini fa parte di una serie di test sulla intelligenza artificiale.

DOMANDA

Secondo te sarebbe possibile delineare un modello utopico di società che potrebbe essere accettato dalle diverse culture economiche politiche e religiose del nostro mondo?

ChatGPT

La creazione di un modello utopico di società accettato universalmente è una sfida complessa, data la diversità di culture, economie, politiche e religioni presenti nel mondo. Tuttavia, ci sono alcuni principi e valori fondamentali che potrebbero essere incorporati in un modello utopico al fine di massimizzare l’accettazione e la coesione tra le diverse società. Ecco alcuni elementi chiave che potrebbero essere considerati:

  1. Rispetto per la diversità: Un modello utopico dovrebbe promuovere il rispetto e la valorizzazione della diversità culturale, religiosa ed economica. Dovrebbe essere inclusivo, abbracciando la varietà di tradizioni e punti di vista presenti nel mondo.
  2. Giustizia sociale ed economica: Un elemento critico sarebbe un sistema in cui c’è una distribuzione equa delle risorse e delle opportunità. La riduzione delle disuguaglianze economiche potrebbe essere un obiettivo chiave per promuovere una società utopica.
  3. Sostenibilità ambientale: Un modello utopico dovrebbe tener conto della sostenibilità ambientale, garantendo che le pratiche e le politiche siano orientate a preservare l’ambiente per le generazioni future.
  4. Partecipazione democratica: Un sistema in cui le persone hanno una voce significativa nelle decisioni che influenzano le loro vite potrebbe essere essenziale. La democrazia partecipativa potrebbe essere un elemento chiave per garantire la rappresentatività e la giustizia nelle decisioni.
  5. Educazione e consapevolezza: Un impegno per l’istruzione e la consapevolezza potrebbe contribuire a superare le differenze culturali e ad aumentare la comprensione reciproca tra le persone.
  6. Pace e risoluzione non violenta dei conflitti: Un focus sulla risoluzione pacifica dei conflitti potrebbe aiutare a evitare tensioni internazionali e promuovere la cooperazione globale.

Tuttavia, è importante riconoscere che le differenze culturali e ideologiche sono intrinseche alla natura umana, e ciò potrebbe rendere difficile la creazione di un modello accettato da tutte le società. Un approccio pragmatico potrebbe essere quello di identificare valori comuni e adattare le specifiche del modello utopico in base alle esigenze e alle tradizioni di ciascuna società, cercando un equilibrio tra diversità e coesione globale.

Copilot

Sì, è possibile che uno stato adotti il principio capitalistico della libertà d’impresa insieme alla libertà dei singoli cittadini. Molti paesi nel mondo attuano politiche che combinano un sistema economico basato sul capitalismo con una forma di governo che protegge e promuove i diritti individuali dei cittadini.

Nel contesto di un sistema capitalistico, la libertà d’impresa si riferisce alla capacità degli individui di avviare e gestire le proprie attività commerciali senza eccessive interferenze da parte del governo. Allo stesso tempo, la libertà dei cittadini comprende una serie di diritti e libertà individuali, come la libertà di espressione, la libertà di associazione, la libertà di culto e altri diritti civili.

Ci sono molte nazioni che hanno adottato un sistema capitalistico con istituzioni democratiche e una forte tutela dei diritti individuali. Ad esempio, molti paesi occidentali, inclusi gli Stati Uniti e diversi paesi europei, combinano il capitalismo con una forma di governo democratico che protegge i diritti e le libertà dei cittadini.

Tuttavia, è importante notare che la pratica varia da paese a paese e che l’implementazione di questi principi può differire in base alle politiche specifiche adottate da ciascun stato. Inoltre, anche all’interno di sistemi capitalistici, possono esserci regolamentazioni per garantire la concorrenza leale, prevenire monopoli e proteggere i diritti dei lavoratori.

Gemini

Delineare un modello utopico di società che sia universalmente accettato è un’impresa ardua, se non impossibile. Le diverse culture, economiche, politiche e religiose del nostro mondo hanno visioni, valori e priorità spesso contrastanti. Tuttavia, è possibile individuare alcuni principi comuni che potrebbero fungere da base per una società più giusta e sostenibile.

Principi di una utopia auspicabile:

  • Equità e giustizia sociale: La distribuzione di ricchezza, opportunità e accesso alle risorse dovrebbe essere equa e basata sul merito, non sul privilegio.
  • Sostenibilità ambientale: Il modello di sviluppo dovrebbe essere rispettoso dell’ambiente e volto alla tutela del pianeta per le generazioni future.
  • Pace e cooperazione internazionale: Le relazioni tra le nazioni dovrebbero basarsi sulla collaborazione e sul dialogo,而非sulla competizione e sull’aggressione.
  • Democrazia e partecipazione: Tutti gli individui dovrebbero avere la possibilità di partecipare attivamente alle decisioni che li riguardano.
  • Libertà individuali e diritti umani: La libertà di espressione, di pensiero, di religione e di associazione dovrebbero essere garantite per tutti.
  • Istruzione e cultura: L’accesso all’istruzione e alla cultura dovrebbe essere universale e di alta qualità.
  • Benessere e salute: Tutti gli individui dovrebbero avere accesso a cure mediche di qualità e a un livello di vita dignitoso.

Sfide da affrontare:

La realizzazione di una società basata su questi principi richiederebbe un impegno globale e il superamento di numerose sfide:

  • Disuguaglianza economica e sociale: La disparità di ricchezza e opportunità rappresenta un ostacolo significativo alla giustizia sociale.
  • Cambiamenti climatici: La tutela dell’ambiente richiede un cambiamento radicale nei modelli di produzione e consumo.
  • Conflitti e tensioni internazionali: La pace e la cooperazione internazionale sono minacciate da guerre, terrorismo e instabilità politica.
  • Autoritarismo e repressione: La democrazia e la partecipazione sono a rischio in molti paesi del mondo.
  • Discriminazione e intolleranza: Le libertà individuali e i diritti umani sono spesso violati a causa di discriminazioni basate su razza, sesso, religione o orientamento sessuale.

Conclusione:

Pur se la strada verso un’utopia è irta di ostacoli, non dobbiamo rinunciare al sogno di un mondo migliore. L’impegno per la giustizia sociale, la sostenibilità ambientale, la pace e la cooperazione internazionale è fondamentale per costruire un futuro più equo e prospero per tutti.

Il raggiungimento di una società utopica richiede un processo graduale e inclusivo, che tenga conto delle diverse culture e sensibilità. Il dialogo, la cooperazione e la ricerca di soluzioni condivise sono gli strumenti necessari per superare le sfide e costruire un futuro migliore per l’umanità.

Se i millennial sono in crisi, anche noi non stiamo troppo bene ….

Breve nota a commento dell’articolo di Valeria Oliveri Silvio spiegato ai millennial … apparso su Domani giovedì 18 Aprile

Non è detto che nascere millennial sia una fortuna. Poveri ragazzi, nutriti dal latte in polvere sgorgato dalle mammelle della triade televisione-pubblicità-bunga bunga … Questo non significa che si debba rimpiangere la triade Craxi-Andreotti-Forlani … Ad ogni generazione la sua pena, anzi, la sua triade. Tuttavia Silvio è un monito per chi crede alle magnifiche sorti e progressive della società umana. In questo caso niente è ingannevole come il vecchio vestito di nuovo, un illusionista imbellettato capace di eseguire convincenti giochi di prestigio. Per ridurre le tendenze reazionarie ci tocca lavorà parecchio e senza la garanzie che il risultato sarà apprezzabile. Ma come si dice, a mo’ di consolazione, è il percorso che conta, non il traguardo. Il grande Salvatore Quasimodo scriveva: Sei sempre quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo.

Anna Maria Guideri, 19-04-2024

E IL POPOLO CREO’ DIO …

(nascita, morte e resurrezione di Silvio Berlusconi)

Fra le tante analisi che circolano e che non accennano a diminuire – nonostante la sua scomparsa – su Silvio Berlusconi, quella di Andrea Scanzi in particolare, mi ha indotta a riflettere. Secondo Scanzi Berlusconi ha incarnato al meglio il peggio degli italiani costituendo un fenomeno degenerativo sul piano etico, culturale, democratico; una vera e propria jattura derivante dall’uso spregiudicato del suo immenso potere mediatico ed economico che gli italiani hanno assecondato, subìto, venerato, imitato nel costume, nel modo di rapportarsi alla realtà sociale e istituzionale. Se questo è vero – e non credo ci siano dubbi in proposito – poiché lui non è il primo che ha rovinato l’Italia, potendo vantare illustri precedenti ad esempio , in Mussolini, mi chiedo se sia il popolo da considerarsi vittima del pifferaio di turno o se è lui stesso artefice del proprio destino e della propria rovina fabbricando di volta in voltail pifferaio che più lo aggrada o, se mi si consente, il mostro creato da Frankenstein. Insomma, chi rovina chi? Il popolo italiano è vittima prima di Mussolini, poi di Berlusconi, ora della Meloni o è lui che se l’è voluti? Non è forse il popolo italiano che ha creato ad hoc un personaggio potente che incarnasse impunemente al peggio i suoi difetti in modo da potercisi rispecchiare, compiacere, legittimare? Non sono forse gli italiani dei geni – e la storia lo conferma – capaci delle più mirabolanti invenzioni tali da celebrare ed esaltare la propria smisurata grandezza creativa non solo nell’arte, ma anche nella criminalità? E chi, più di Berlusconi, poteva essere il capolavoro assoluto di quel popolo che lo ha a lungo vagheggiato, sognato, accarezzato nella propria mente fino a materializzarlo, fino ad infondergli lo spirito vitale? Il popolo, ammirando la propria creatura si riconobbe in lei e la lasciò libera per il mondo affinché realizzasse il suo disegno, i suoi sogni inconfessabili e proibiti: conquistare il potere ed usarlo a piacer suo facendo strame dell’etica, della politica, della democrazia, del decoro, della dignità umana e civile. Berlusconi, parlando di se stesso amava definirsi concavo o convesso a seconda delle circostanze e soprattutto delle convenienze, dimostrando così di non possedere un’identità ben definita in quanto plasmabile e adattabile alle più svariate situazioni senza che qualche freno di natura etica ostacolasse la sua marcia trionfale. Questo suo clownesco funambolismo non è forse la prova provata che fosse etero diretto da un grande burattinaio in grado di fargli interpretare tutte le parti in commedia, quelle che il suo autore – il popolo – non osava interpretare apertamente? Paradossalmente, non è stato Berlusconi a creare il berlusconismo, sono stati gli italiani a crearlo. Silvio, un fantoccio animato da un ventriloquo che si serve di lui per realizzare il proprio inconfessabile delirio di onnipotenza? Credo anche che , a differenza del mostro di Frankenstein, Berlusconi non sia sfuggito al controllo del suo artefice, ma risorga e agisca all’infinito sotto la sua guida , assumendo via via sembianze e identità diverse, ma conservando intatta la sua natura populista e fascistoide: il meglio del peggio degli italiani

Anna Maria, 15-04-2024

CENTROSINISTRA

di Anna Maria Guideri

Vengo anch’io? No, tu no!

Si potrebbe andare tutti quanti a manifestare …
Vengo anch’io? No, tu no!
E riempire strade e piazze contro questo governo
e gridare AIUTO AIUTO è tornato Benito!
E vedere di nascosto l’effetto che fa.

R Vengo anch’io? No, tu no!
Vengo anch’io? No, tu no!
Vengo anch’io? No, tu no!
Ma perché? Perché no!

Si potrebbe contrastar l’evasione fiscale …
Vengo anch’io? No, tu no!
e scoprire chi le tasse le evade davvero
e potere risparmiare su cure e ospedale
e vedere di nascosto l’effetto che fa.

R Vengo anch’io …

Si potrebbe sperare tutti in un mondo migliore …
Vengo anch’io? No, tu no!
E impedire che i migranti anneghino ancora
e scoprire che salvarli è un fatto normale
e vedere di nascosto l’effetto che fa.

R Vengo anch’io …

Si potrebbe eliminare lo sfruttamento …
Vengo anch’io? No, tu no!
La precarietà e i rischi dei lavoratori
-questo problema per loro è un vero tormento –
e vedere di nascosto l’effetto che fa.

R Vengo anch’io …

Si potrebbe rilanciar la questione morale …
Vengo anch’io? No, tu no!
Perché Berlinguer aveva ragione davvero
e ritrovare di nuovo questo ideale
e vedere di nascosto l’effetto che fa.

R Vengo anch’io …

Si potrebbero approvare i diritti civili …
Vengo anch’io? No, tu no!
perché tutti possano amare come gli pare
e vivere liberi e uguali come pesci nel mare
e vedere di nascosto l’effetto che fa.

R Vengo anch’io

Si potrebbe diventare un paese normale …
Vengo anch’io? No, tu no!
una vera e collaudata democrazia,
ma non vorrei che fosse un’utopia …
e scoprire di nascosto che forse … lo è!

R Vengo anch’io ….

Anna Maria Guideri, 08-04-2024

Una Chimera

Gino Benvenuti da Nero Beffardo
…………….
Nero Bizzarro : Racconti / Gino Benvenuti. Il punto rosso, 2022

Che cosa desidereresti prima di morire? – chiese cinicamente Ramon, all’amico Fiorenzo un povero derelitto di cui ormai era palese come la sua esistenza, costellata da privazioni ed una misera condizione sanitaria, gli riservasse solo qualche mese di vita.
-Vorrei apparire una volta in televisione e raccontare la mia vita con tutti i miei travagli. Delle volte mi domando “se io in questa vita non sono comparso nemmeno una volta, cosa sono vissuto a fare?”- .
-Che discorsi sono codesti! Hai avuto dei genitori, dei figli che ti ospitano a turno e ti danno da mangiare- argomentò Ramon.
-Sì è vero ma non vedono l’ora che me ne vada; me ne accorgo, cosa credi? – ribatté Fiorenzo.
-Quando sarai morto anche casualmente ti citeranno magari dicendo “ti ricordi il nonno Fiorenzo?” oppure “Se fosse vivo il povero Fiorenzo chissà cosa direbbe”- obbiettò l’amico credendo di consolarlo.
-Cosa hai capito! Mi piacerebbe che almeno una volta qualcuno mi inquadrasse anche per pochi attimi oppure mi intervistasse anche su un problema di scarsa importanza- insisté intristito Fiorenzo.
-Se tutti venissero intervistati oppure ripresi non basterebbero tutti i teatri del mondo e tutte le emittenti. Lascia perdere tanto non ti cambierebbe la vita-.
Per un attimo Fiorenzo tacque guardando negli occhi l’amico e dopo riprese a parlare: -Lo sai perché non mi degnano di uno sguardo? Perché sono un disgraziato, vestito male ed incurvato dal dolore che mi affligge. Sono una maschera che non può apparire nel carnevale della vita proseguì cominciando a tossire insistentemente fino a lacrimare. Per un attimo diventò cianotico, impressionando anche l’amico, però dopo riuscì a domare quella sua tosse sorda ed insidiosa, che gli provocava una sorta di pizzicore lungo la trachea difficile da domare nell’immediato. Tornò a respirare di nuovo con regolarità dopo essersi pulito la bocca con un cencio laido. L’amico gli dette la sua boccetta d’acqua e lui ne bevve un sorso.
-Mi hai fatto impaurire…avevi gli occhi sbarrati- affermò Ramon nel richiudere la boccetta. Rimasero in silenzio l’uno davanti all’altro e Fiorenzo ad un certo punto spalancò la bocca accennando a parlare senza riuscirvi. Afferrò il braccio dell’amico e roteando gli occhi cercò di emettere qualche parola.
-Che c’è Fiorenzo dimmi? – chiese l’amico trasalendo ma in quei momenti, che sembrarono un’ eternità, egli continuò a chiamarlo con una voce sempre più forte fino a gridare: -Parla Fiorenzo, parlami per favore! Aiuto!- . L’amico barcollò e per un attimo comparve sul suo volto un sorriso, che sembrò annullare tutte le rughe e dopo lentamente si afflosciò, scivolando come un cencio, lungo il corpo dell’amico che invano cercò di risollevarlo. -Aiuto, aiuto- berciò Ramon chiedendo istintivamente un soccorso guardandosi attorno. Riuscì comunque a richiamare l’attenzione di un passante, presto affiancato da altri che, qualificandosi come infermiere si fece largo e chinandosi verso Fiorenzo dopo avergli toccato il collo, guardando le gente, scosse la testa:
-È morto! – . A quelle parole alcuni giovani cominciarono impietosamente a fotografarlo con i propri cellulari mentre Ramon sorreggendo la testa dell’amico inveì:
-Andate via; sciacalli! – . Cominciarono ad affluire altre persone ed una donna annunciò che era stata chiamata l’ambulanza. Ci volle del tempo ed arrivò invece prima una televisione locale che chiese ai presenti “com’è successo?” presagendo un epilogo criminale in quella zona di periferia da tempo luogo di scorrerie delinquenziali, e la gente indicò Ramon come l’uomo che lo aveva visto morire. La salma venne ricoperta da un telo e quando l’ambulanza la portò via, Ramon intervistato fu prodigo di particolari anche sulla vita del suo amico. Alla fine dell’intervista egli chiese se sarebbe stata mandata in onda e l’operatore stupito gli rispose che “non siamo qui per uno sfizio. Va in onda nel telegiornale delle venti”. Quando tutto il clamore si dissolse Ramon, guardandosi su un moncone di specchio, commentò: -Mi è andata meglio che a Fiorenzo perché almeno qualcuno mi ha intervistato mentre per lui è stata una chimera-

Gino Benvenuti

MOTTI DA LEGARE 32

di Anna Maria Guideri

1 – Caso Ilaria Salis: botte da Orban!
2 – Orban ha dato uno schiaffo alla Meloni… Ma quando mai?! Un bacio le ha dato, lei non aspettava altro che vedere la Salis in catene!
3 – Fede religiosa: una certezza surreale come risposta ad una incertezza reale.
4 – Società moderna: una donna di facili consumi.
5 –Ilaria Salis: detenuta in angheria.
6 – Michele Emiliano, governatore della Puglia, mette in difficoltà il suo compagno di partito e sindaco di Bari Antonio Decaro: Ma gli voleva bene, tanto bene, bene da morir … (v. Quartetto Cetra)
7 – Destra: la madre dei nemici è sempre incinta.
8 – Nullità: è duro dover morire senza lasciare tracce … ed è per questo che molti lasciano tracce di reato!
9 – In una controversia chi si arrabbia vuole pre-valere, chi non si arrabbia forse non ha capito di cosa si discute.
10 – L’essere umano ha creato dio: prima lo ha immaginato, poi , con l’Intelligenza Artificiale lo ha costruito.
11 – Ci sono i poveri dell’avere e i poveri dell’essere. I primi sono nullatenenti e i secondi nullavalenti.
12 – Il fatto che la sinistra perda può voler dire o che la gente sta così bene da non averne bisogno, oppure che i suoi bisogni sono altri.
13 – La politica deve far sognare… Infatti il Presidente dell’Abruzzo Marco Marsilio ha promesso 3 mari e monti!
14 – Renzi e Calenda: più li tiri su più ti buttan giù.
15 – Sinistra: campo largo? Campo poco!
16 – Renzi e Calenda: lotta fra TITANIC!
17 – Meloni vittimista: crescendo mélo-niano.
18 – Renzi e Calenda non sono stati votati dalla sinistra: più che l’odio per i fascisti poté il disprezzo per i centristi.
19 – Invidia . Molti di coloro che si indignano per la corruzione di certi politici sono spinti più dal desiderio di imitarli che da quello di non votarli.
20 – Se c’è il razzismo è colpa delle razze … se non ci fossero …
21 – Destra miracolosa. Marco Marsilio, Presidente dell’Abruzzo: l’Abruzzo è bagnata da tre mari … La moltiplicazione dei mari e dei pesci.
22 – Opposizione miope. Preferire perdere come coalizione piuttosto che come partito, anziché perdere come partito e vincere come coalizione.
23 – La destra ha il coraggio di essere ingiusta. La sinistra non ha abbastanza coraggio di essere giusta. Chi è se stesso vince.
24 – Diritti civili. Il Papa fa il suo, è lo Stato che invece di fare lo Stato vuole fare il Papa!
25 – Fisico bestiale. Mara Venier: il do di petto.
26 – Accoglienza: Ciascuno stia al suo posto? No, c’è posto per ciascuno!
27 – Europa, union impossible. L’unione di pochi stati non farebbe l’Europa, l’unione di molti … ancora meno!

28 – Non esiste nessun ricco che non sia un po’ responsabile delle condizioni del povero.
29 – Negazionisti della crisi climatica. Il profitto prima di tutto? A trasformare, come re Mida, tutto ciò che si tocca in oro, si diventerà anche ricchi, ma si muore di fame … e non solo!
30 – La vita scorre fra l’amore e l’odio, con la differenza che l’odio dura di più.
31 – E’ stato assolto colui che ha dato del cretino a Salvini. Perché? Perché ha fornito le prove di non aver mentito!

Anna Maria Guideri, 02-04-2024