Caos quotidiano

Corrado Cirio da Facebook 4-12-24

I jadisti attaccano in Siria. A sostegno di Assad intervengono gli aerei russi. Arrivano anche dall’Iraq le milizie scite. Gli aerei americani attaccano le milizie scite.
Intanto la “tregua” tra Israele e Libano è finita prima di cominciare.
A Gaza continua il genocidio.
La Corea del Sud dichiara la legge marziale contro la sua opposizione parlamentare accusata di essere troppo filo corea del nord.
In Georgia il partito al governo ottiene il 53% dei voti (il secondo è all’11%,) ma il parlamento europeo senza alcuna prova non riconosce il risultato, spingendo la gente a rivoltarsi in piazza a cercare una seconda Maidan, dopo averci provato in Serbia e tra qualche giorno in Romania.
Alla guerra in Ucraina ogni giorno vengono aggiunti cadaveri a migliaia, con la Nato che chiede agli Ucraini di chiamare alle armi i diciottenni, e tenta l’escalation dei missili a lunga gittata.
Il generale Rob (comando Nato) invita gli europei a fare urgenti preparativi di guerra.
L’unica ragione vera di tutto ciò è l’agitarsi di un mondo in declino che non sa trattare, ma solo usare caos e violenza.
Il declino dell’impero americano si prospetta bagnato di sangue altrui.

Corrado Cirio 4-12-24

PATRIARCATO

una riflessione di Anna Maria Guideri


ovvero, alla ricerca del potere perduto …

Elly Schlein, nel suo libro La nostra parte pubblicato nel 2022 all’indomani della sua elezione a Segretaria del PD, affronta il tema del patriarcato dedicandogliun capitolodi venti pagine.
Di questo complesso fenomeno sociale e culturale ripercorre alcune tappe recenti, remote e personali in varie occasioni, come le proteste femministe contro Donald Trump allora al suo primo mandato presidenziale, contro le discriminazioni delle minoranze di diverso orientamento sessuale, per poi risalire al colonialismo e a tutte le forme di oppressione e di emarginazione. C’è un filo nero – scrive Schlein – che unisce tutti i tipi di violenza e porta il marchio del patriarcato. Quindi, il patriarcato, non si limita solo al dominio dell’uomo sulla donna, ma si estende a tutte le realtà sociali e culturali mirando al controllo del pianeta e di tutto ciò che contiene: il clima, la natura e tutti gli esseri viventi. È, la sua, una visione totalitaria che ci destina a sottostare a schemi e stereotipi che dovrebbero essere caduti in disuso, ma che purtroppo sono ancora tremendamente presenti. Un potere, il patriarcato, che tende a plasmare la società per renderla conforme ai propri modelli in funzione dei propri interessi. Nemico di tutte le note dissonanti , di tutte le variabili impazzite sfuggite al suo sistema di controllo. È di questi giorni la polemica nata dalle incaute dichiarazioni del ministro Valditara che, per difendere il patriarcato dalle accuse di essere responsabile del perdurare della violenza sulle donne, annuncia il suo decesso avvenuto nel 1975 con la riforma del diritto di famiglia con la quale viene sancita la parità fra i coniugi. Se ne deduce che, se il patriarcato è morto, non può essere colpevole, in compenso, i veri colpevoli degli stupri e dei femminicidi sono i migranti che sono – purtroppo – ancora vivi (almeno quelli scampati ai naufragi), invasori e portatori di devianza. E non importa se i dati statistici dicono tutto il contrario: la verità non è quella dei fatti reali, ma quella dei fatti percepiti da cittadini sempre più vittime di una disinformazione mediatica condotta spregiudicatamente da chi ci governa e che genera uno smarrimento e una disaffezione alla politica il cui effetto più grave è l’astensionismo in proporzioni massicce. Il patriarcato è sopravvissuto al proprio decesso grazie alla sottovalutazione del pericolo dell’eterno ritorno dell’uguale ad opera di un contesto socioculturale e politico scarsamente motivato a fare la stecca nel coro, propenso più a minimizzare che a denunciare i rischi che correva – e tutt’ora corre – la nostra democrazia. Esso perdura con buona pace di Valditara e di Cacciari il quale pretende di stare dalla parte giusta dicendo molte cose sbagliate. E perdura, non malgrado l’emancipazione femminile, ma proprio a causa di essa. Non basta una legge che cancella il patriarcato per cancellarlo da un comune sentire radicatosi in secoli di assoggettamento culturale e sociale della donna e non solo, da parte del potere maschile. Un grande lavoro su se stesse attende le donne se vogliono davvero liberarsi dai cascami di una cultura alla quale pagano non solo il prezzo salato della discriminazione, ma anche quello di una complicità in parte inconsapevole. Compito del PD, che si definisce, non a caso, democratico, è smascherare l’inganno patriarcale portatore di una visione che stride fortemente con una realtà complessa e difficile che richiede ben altre risposte che il ripristino di un ordine sociale pericoloso e del tutto inadeguato a risolvere i problemi dell’Italia, dell’Europa e del mondo.

Anna Maria Guideri, 1 dicembre 2024

Non abbiamo più paura della bomba?

Corrado Cirio su Facebook 22-11-24

Nella più totale indifferenza dei media italiani , che hanno derubricato la cosa a notiziola tra tante, ieri in Ucraina è stato utilizzato per la prima volta nella storia dai russi un missile balistico intercontinentale ipersonico a testata plurima, denominato Oreshnik.
L’uso di tale arma -questa volta con testate cinetiche-è stato accompagnato dall’annuncio di Putin che la Russia si ritiene in guerra con le nazioni che forniscono agli ucraini missili e assistenza per colpire in profondità il territorio russo. Il riferimento è esplicitamente diretto in particolare alla Gran Bretagna, che ha fornito gli storm shadow che hanno colpito ieri il comando russo del fronte nord, provocando a detta dello stesso Putin “morti e feriti”.
Tale arma ha dimostrato al di là di ogni dubbio che la Russia è in grado di colpire senza alcuna possibilità di opposizione entro 12.000 chilometri qualsiasi obbiettivo, rilasciando un elevato numero (le immagini sembrano indicare 36) di testate singole.
Se è comprensibile la continua ricerca di innalzare il livello dello scontro da parte degli ucraini, ormai alla disperazione per le continue sconfitte sul fronte, è incomprensibile la sottovalutazione del crescente rischio di inarrestabile estensione del conflitto da parte soprattutto di inglesi e francesi, ed il silenzioso assenso da parte di paesi come il nostro che sono comunque coinvolti nell’escalation. L’evanescente leadership americana ha con tutta evidenza perso il controllo della situazione.
Il messaggio che porta con sè l’Oreshnik è chiarissimo: al prossimo utilizzo degli storm shadow in territorio russo verrà colpita in qualche modo l’Inghilterra.
Se qualcuno è così folle da pensare che si tratti di vuote minacce, o di bluff, è da temersi fortemente quello che succederà nei prossimi giorni, non nei prossimi mesi.

Corrado Cirio