25 Aprile

Le mille Memorie della Resistenza. A Firenze la storia diventa un museo “diffuso” Fulvia Alidori
DOMANI 18 aprile 2025 • 18:53

Un progetto innovativo che porta nelle biblioteche fiorentine il racconto di 33 biografie: partigiane e partigiani, internati militari, ebrei, operai deportati per gli scioperi del marzo 1944, vittime civili dei bombardamenti e di esecuzioni sommarie. Non è un caso se ne parliamo a pochi giorni dal 25 Aprile

LINK all’iniziativa delle biblioteche fiorentine

Chi ascolta una storia ne diventa testimone. Oggi siamo oltre l’ultimo testimone, e allora come tramandare la storia della Resistenza? David Lankes, autore di Biblioteche innovative in un mondo che cambia. Una sfida di fronte alla complessità attuale, sostiene che la biblioteca è fondata non sulle collezioni, ma sulle relazioni, e che il benessere di una comunità è prodotto dal facilitare queste dinamiche. La conoscenza avviene attraverso le relazioni, elementi di benessere sociale e, dove esse mancano, finisce per mancare il benessere stesso. Le biblioteche sono luoghi aperti a tutti, senza alcuna distinzione di sorta, abbracciano classi e ceti diversi. Chi entra in biblioteca non è giudicato, è in un luogo che annulla le differenze ma che è pure in grado di colmarle in un’atmosfera di accoglienza.

Il progetto del Comune di Firenze e delle Biblioteche comunali fiorentine risponde individuando il sistema bibliotecario come chiave d’accesso alla conoscenza di quei giorni e portando la storia laddove ci sono le persone, in particolare i più giovani, loro abituali e assidui frequentatori. Il progetto porta la storia alle persone con il sito, www.memoriediresistenza.comune.fi.it, e nelle undici biblioteche con i totem digitali, su cui i contenuti del sito girano, e uno spazio dedicato alla Resistenza fiorentina.

Prospettive nuove
Ecco il perché della scelta delle biblioteche come luogo delle Memorie: uno spazio dove tutti possono sentirsi a loro agio anche nel non conoscere la storia e al contempo possono, se vogliono, trovare strumenti amichevoli per informarsi. Un Museo della Resistenza è visitato, in larga parte, da chi è già interessato all’argomento; Memorie vuole intercettare soprattutto le persone che non sono interessate all’argomento oppure non sanno ancora di esserlo e ribalta la prospettiva, perché non c’è un luogo fisico di Resistenza dove recarsi, ma tutti i luoghi lo possono essere e sono quelli che circondano le biblioteche. È un progetto museografico senza un museo-edificio.

L’anima delle Memorie è quella d’individuare vite poco note e offrire un racconto prossimo alle persone, una prossimità della Storia. Non è commemorazione, né celebrazione, è però, di sicuro, un’idea che muove l’azione del ricordo, il cui etimo latino è cordis, cuore, perché si credeva che il cuore fosse la sede della memoria, richiama un sentimento. Ci ricordiamo col cuore, l’empatia è parte dello studio della Storia.

Il progetto è un viaggio nell’umanità di 33 biografie: partigiane e partigiani, internati militari, ebrei, operai deportati per gli scioperi del marzo 1944, vittime civili dei bombardamenti e di esecuzioni sommarie, torturati, renitenti alla leva. Andare alla ricerca della semplicità non è stato un processo di semplificazione, ma esattamente il suo contrario, è stato rendere accogliente e comprensibile la complessità di quei giorni. La storia con la S maiuscola non può occuparsi delle piccole storie, la microstoria invece lo rende possibile, perché consente di mettere a fuoco le dinamiche tra gli esseri umani nell’ambito di eventi epocali. Chi tenta di fare public history, come me, a differenza di uno storico, assume “solo” un’altra postura nei confronti di chi ascolta, avviando non un monologo, ma un dialogo, in cui il narratore e l’ascoltatore, soggetto attivo, contribuiscono insieme a costruire una memoria delle persone e dei luoghi.

Le Memorie sono un tentativo di public history per ampliare la platea d’interesse attorno alla storia e sviluppare un profondo senso d’appartenenza al vissuto della propria città. Se riflettiamo, ci accorgiamo che siamo analfabeti alla biografia degli spazi che viviamo, per questo, spesso, né li difendiamo né li curiamo abbastanza. Il processo generato dalle Memorie è utile alla riscoperta degli spazi e alla loro risignificazione in termini di recupero urbano.

Le testimonianze
Il progetto è stato possibile grazie alla generosa partecipazione delle famiglie delle 33 persone raccontate. Se il testimoniare è la manifestazione di una prova, Memorie ne ha svelate molte, scovando e tutelando, perché li ha resi pubblici, documenti e fotografie, che, forse, sarebbero andati perduti. In ogni storia c’è il racconto biografico attraverso il privato, la Resistenza e il Dopoguerra, la bibliografia e la sitografia, i documenti, le fotografie, due tracce audio con parti di libri o documenti, letti da attori professionisti, e la video testimonianza di un parente o di uno storico.

Chi naviga il sito è accompagnato da 11 parole guida, che ci introducono ai temi e alle tante sfumature di quei giorni: 33 storie, 34 video, 66 tracce audio, una mappa digitale e continui rimandi da una storia all’altra. Un racconto pubblico dove collettivo e individuale si saldano in un mosaico in perenne costruzione, perché la collezione è sempre aperta. Le “piccole” storie permettono di cogliere il senso della Storia, fissando gli eventi come un’istantanea, aprendo finestre di sapere in particolare ai più giovani, dimostrando, infine, che la generazione dei bisnonni e delle bisnonne fu capace di fare gesti esemplari nel modo più semplice, erano persone normali, non eroi irraggiungibili.

I nipoti di oggi non hanno più la possibilità di ascoltare un racconto diretto, è così necessario fornirli di strumenti che li avvicinino alla storia, anche a quella della propria famiglia.

Non ci tramandiamo solo i tratti somatici, ma anche le attitudini e i talenti! È utile mettersi nei panni dei giovani di allora per capire se ci sono delle connessioni con l’oggi. Memorie è un patto tra generazioni che avvisa di segnali di contesti che potrebbero riprodursi, è uno strumento di orientamento per acquisire uno spirito critico sull’attualità.

Nelle scuole
Memorie di Resistenza fiorentina è presente nelle scuole di Firenze, è uno strumento didattico che fornisce un modello di biografia replicabile e a portata di mano e spunti utili per navigare nei fatti storici. Gli studenti, liberi di scegliere forma e medium a loro più congeniali, hanno ricercato le storie dei loro bisnonni e delle loro bisnonne sul modello delle Memorie. Alla fine dell’anno scolastico avremo lavorato con oltre 400 studenti delle secondarie di primo e di secondo grado, e i loro lavori comporranno la sezione didattica del sito.

Memorie di Resistenza fiorentina s’inserisce in un quadro significativo del rapporto tra public history e storia, dove la prima è la chiave per consentire a ognuno di noi, a prescindere dalla condizione iniziale del sapere, di approcciarsi in modo sempre più approfondito alla Storia, senza timore di non essere ritenuto all’altezza.

La storia si fa empatica attraverso la divulgazione e le Memorie di Resistenza fiorentina traducono il concetto grazie all’agilità dello strumento digitale, alle biblioteche comunali, alle famiglie e infine alle allieve e agli allievi, il vero e proprio valore aggiunto.

Fulvia Alidori