Guerra, Sanzioni, De-globalizzazione: Cosa viene prima?

Sintesi del saggio “War, Sanctions, Deglobalization: Which Comes First?/ Emiliano Brancaccio, Andrea Califano”
La traduzione del saggio è pubblicata sul sito 42rosso.it

L’articolo tradotto in italiano si può leggere sul sito 42rosso

Riassunto a cura degli autori

Sosteniamo che la guerra in Ucraina e lo strumento delle sanzioni dovrebbero essere inquadrati in una lunga tendenza – dalla globalizzazione e gli squilibri internazionali che essa genera, al successivo movimento di “de-globalizzazione” – che ha avuto un ruolo fondamentale nella preparazione della guerra. I protagonisti del conflitto sono più propriamente identificati con i due blocchi di stati le cui economie sono ancorate rispettivamente agli Stati Uniti o alla Cina, rispettivamente il principale debitore e il principale creditore del mondo. In questo contesto, la distinzione tra sanzioni e politiche protezionistiche è sempre più sfumata, mentre entrambe sono sempre più intrecciate con la politica di difesa.

Sintesi schematica del saggio

Introduzione

  • Contesto: Invasione russa in Ucraina segna un punto di svolta nel capitalismo mondiale.
  • Definizione di “friend-shoring”: Sviluppo di relazioni economiche tra paesi alleati, limitando interazioni con aggressori e regimi antagonisti al capitalismo liberale.
  • Tesi principale: La guerra in Ucraina non è l’inizio della de-globalizzazione, ma piuttosto la sua conclusione, radicata in fattori precedenti e le politiche di sanzioni sono parte di un processo consolidato.

Relazioni causali e leggi del moto del capitalismo

  • Prospettiva socio-storica: Necessità di integrare analisi comportamentale con strutture profonde del capitalismo.
  • Economia Politica Internazionale (IPE): Le relazioni internazionali sono più influenzate dall’economia che dalla sicurezza.
  • Obiettivo: Identificare tendenze storiche nel capitalismo e comprenderne le implicazioni nella guerra moderna.

Le sanzioni precedono la guerra

  • Evoluzione delle sanzioni: Utilizzate ampiamente da parte degli Stati Uniti e altri paesi ancor prima dell’invasione del 2022.
  • Classificazione delle sanzioni: Distinzione sempre più difficile tra sanzioni e politiche protezionistiche.
  • Riflesso dell’ineguaglianza: Le sanzioni sono parte di una strategia per affrontare le violazioni delle regole internazionali.

Protezionismo discriminatorio

  • Interconnessione di sanzioni e politica commerciale: Meccanismi protezionistici rinforzano e si mescolano alle sanzioni.
  • Legge di difesa della sicurezza nazionale: Normative che mescolano come la sicurezza economica e la politica commerciale non siano più separabili.
  • Esempi pratici: Misure contro la Cina e altri avversari strategici da parte degli USA.

Analisi della categoria “friend-shoring”

  • Origini precedenti all’invasione: L’approccio “friend-shoring” emerge da politiche già in atto legate a sanzioni e dazi.
  • Evidenza di continuità: Non è solo una risposta all’invasione russa, ma il risultato di misure politiche accumulate nel tempo.

Conclusione

  • Inversione dei ruoli mondiali: Tendenza crescente verso il protezionismo discriminatorio nei paesi occidentali in contrasto con la promozione del libero scambio da parte della Cina.
  • Squilibri e conseguenze: Le politiche economiche scarsamente resistenti portano a conflitti e alla guerra moderna.
  • Critica alla visione prevalente: Necessità di riconoscere che le sanzioni e il protezionismo sono stati precursori e che la guerra rappresenta un’espressione complessa di dinamiche storiche pre-esistenti.

Nota finale

Il saggio sottolinea che il conflitto in Ucraina deve essere interpretato come frutto di una lunga serie di eventi storici e dinamiche di potere nel capitalismo globale, non solo come un’esplosione improvvisa causata dall’invasione russa.

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