(Donna Giorgia e l’Italia tricefala)
La sinistra deve stare molto attenta a non inciampare nei tranelli che il camaleontismo di Donna Giorgia dissemina lungo la via. Senza dover rinunciare al nobile esercizio investigativo volto a cogliere i molti indizi fascistoidi riscontrabili nelle sue idee e nel suo linguaggio, è bene che tenga presente i rischi a cui può andare incontro se preme troppo su questo pedale. Se da un lato certe dichiarazioni ante victoriam elettorale di Meloni non lasciavano dubbi sulle sue intenzioni, è altrettanto vero che le sue azioni post victoriam non le confermano del tutto. La premier dimostra di sapere barcamenarsi molto abilmente fra gli interessi di bottega – alias F.lli d’Italia – che tutela gettando ogni tanto dalla finestra di Palazzo Chigi qualche osso ai sovranisti e agli xenofobi (regionalismo differenziato, odissea dei migranti spinti verso i più lontani approdi … ) e la necessità di presentarsi con l’abito della domenica preso in prestito dal guardaroba di Draghi, davanti al consesso internazionale. Insomma, se la sinistra insiste troppo sulle sue dichiarazioni pre-elettorali alle quali non fanno coerentemente seguito i fatti, rischia di farle un favore aumentandone la credibilità e danneggiando ulteriormente la propria. E’ bene quindi che non si lasci fuorviare anch’essa dalle armi di distrazione di massa e che si attenga ai provvedimenti adottati dal governo che, anche senza la reiterazione delle leggi razziali, non sono così irrilevanti come da più parti si vuol far credere. Come il mobbing che l’Italia sta subendo ad opera della Francia e della Germania e la messa in scena dell’innalzamento delle barriere a difesa delle frontiere esterne contro i migranti delle quali l’Italia, vista la sua posizione geografica, potrà avvalersi ben poco. Inoltre il nulla di fatto riguardo alla redistribuzione dei migranti fra gli stati europei vista l’opposizione dei sovranisti che, proprio in quanto ideologicamente affini al governo italiano, sono politicamente contrari a questa soluzione. Ironia della sorte: più ci si somiglia, meno ci si piglia! Nel contempo, è altrettanto rischioso per la sinistra, attaccare la Meloni per aver disatteso ai suoi propositi fascistoidi accusandola di incoerenza come se fosse delusa dal fatto che la premier non è fascista come ci si aspettava che fosse! La coerenza nel suo caso non è una virtù e meno ce n’è meglio è. La coerenza premierebbe la Meloni come carattere, ma la condannerebbe in quanto fascista, mentre l’incoerenza ne sminuisce un po’ il carattere, ma la premia come politica che sa fare di necessità virtù. E’ la famosa politica double face: populisti tromboni per conquistare il potere e governisti assennati per conservarlo. Insomma, la sinistra è nell’angolo. Sia che accusi la Meloni di essere fascista, sia che l’accusi di non esserlo abbastanza per mancanza di coerenza, si sta avvitando su se stessa e non vede, per ora, una via d’uscita. Il camaleontismo della premier, unito all’innegabile grinta, ha dato vita a sentimenti contrastanti – tra i cittadini italiani – volti a comporre un’entità tricefala formata da tre correnti di pensiero: i delusi, i graziati e i trombati. I delusi sono quelli che speravano nella marcia su Roma che per ora non c’è stata. I graziati sono quelli che un po’ la temevano – ma non troppo – e che hanno tirato un sospiro di sollievo fantozziano – Meloni, com’è umana lei! – e si rallegrano del fatto che non ha –ancora – affondato le navi dei migranti, accontentandosi del periplo sul Mediterraneo – . I trombati – e come poteva essere altrimenti? – sono gli elettori della sinistra che sono in un cul de sac e che, come si muovono, ne buscano. In cosa possono sperare? Il Mr Hyde che da quando Giorgia è premier sonnecchia dentro di lei sorvegliato a vista, ogni tanto si risveglia e lancia inquietanti segnali sulfurei subito rintuzzati e minimizzati dai compiacenti media schierati al suo servizio.
Anna Maria Guideri, 14-02-2023