Amaleq, by A.Floridia

Una questione attuale, le tradizioni e la scusa della storia

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Antonio Floridia

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AMALEQ … chi era costui, molti si chiederanno … è un personaggio biblico, citato dal leader israeliano Netanyahu in un suo recente discorso: era il capo degli Amaleciti, storicamente una confederazione di tribù nomadiche che abitavano le zone desertiche del Sud-Est della Palestina, uno dei popoli che viveva nella terra di Canaan, la Terra Promessa, “la terra in cui scorrono latte e miele”. Netanyahu ha citato un passaggio dal Primo Libro di Samuele (15,3), in cui il profeta Samuele si rivolge a Saul: “ho vagliato ciò che fece Amaleq ad Israele, ostacolandogli il cammino mentre saliva dall’Egitto. Ora va’, colpisci Amaleq e votate allo sterminio tutto ciò che possiede. Non avere pietà di lui. Ucciderai uomini e donne, bambini e lattanti, buoi e agnelli, dromedari ed asini”. Ma si potrebbero citare molti altri passi biblici. Ad esempio, Esodo (34, 10). Qui è il Signore che parla direttamente a Mosè: “Io scaccerò dalla tua presenza gli Amorrei, i Cananei, gli Hittiti, i Perizziti, gli Hivviti e i Gebusei. Guardati dallo stringere alleanza con gli abitanti della terra nella quale stai per entrare, perché si rivelerebbe una trappola in mezzo a te. Anzi, demolirete i loro altari, frantumerete le loro stele…”. (qualcuno, anche oggi prende alla lettera queste parole e va sulla spianata delle Moschee a Gerusalemme, a provocare…)

Ora, è ben noto come la destra fondamentalista e integralista che domina sempre più lo Stato di Israele, dagli anni in cui fu ucciso quel grande statista che è stato Rabin, è guidata da una ottusa e cieca “fedeltà” alla lettera dei testi biblici: vedono e leggono il loro presente alla luce di un’interpretazione deformata e irrazionale dei testi sacri. I coloni, irresponsabilmente mandati in Cisgiordania, si muovono guidati da questa follia, ispirandosi alle mappe bibliche che assegnavano una zona di terra a ciascuna delle 12 tribù di Israele. Ma non si tratta certo di dare la “colpa” alla Bibbia o all’ebraismo in quanto tale: nella Bibbia si leggono anche parole come le seguenti: “Non affliggerai lo straniero residente: voi conoscete l’animo dello straniero, perché stranieri residenti foste in terra d’Egitto” (Esodo, 23,9); “lo straniero che risiede con voi sia per voi come chi è nato tra voi. Lo amerai come te stesso, perché anche voi foste stranieri in terra d’Egitto” (Levitico, 19, 34).

Ora, non sono certo in grado di addentrarmi nell’esegesi biblica! Mi limito a citare le parole del filosofo politico americano Michael Walzer (di cultura e origine ebraica), nel suo bel libro “Esodo e rivoluzione”, (Feltrinelli, p. 96): “i sionisti di destra che citano questi passi biblici praticano una forma di fondamentalismo completamente discordante con la tradizione ebraica”, e qui Walzer cita una lunga storia di interpretazioni rabbiniche: “quando venne Sennacherib, il re degli Assiri, scrisse il rabbino Yehuda, riferendosi alla descrizione biblica del regno di Ezechia (2 Re, 18-19), “mescolò tutti i popoli”. La “loro memoria”, scrisse il filosofo Maimonide (XII secolo), “si è oramai persa da lungo tempo”.

Ma poi rimane una pietra miliare del pensiero umano, l’opera di Baruch Spinoza (un altro ebreo!). A tutti consiglio di leggere il capitolo VII del “Trattato teologico-politico”, “Dell’interpretazione delle Scritture”: una lezione sempre ricca di insegnamenti, che dovrebbe ispirare la tolleranza, il dubbio, il dialogo, la libertà delle opinioni.

Le implicazioni politiche di quanto detto sono evidenti. Mi limito ad una sintesi: la tragedia che stiamo vivendo si può descrivere così: LA LOGICA SUICIDA DELLA DESTRA ISRAELIANA, che non sta dando alcun futuro di sicurezza e di pace al popolo ebreo; L’IMPOTENZA POLITICA DELLE LEADERSHIP ARABO-PALESTINESI, incapaci di prospettare una visione politica in grado di costruire le necessarie alleanze; LA VIOLENZA CIECA DI HAMAS, nutrita di fondamentalismo e di un cieco istinto di vendetta: E POI L’OCCIDENTE,…UN OCCIDENTE CON PRETESE DI DOMINIO MA NESSUNA REALE CAPACITA’ EGEMONICA, incapace di proporre e costruire un nuovo ordine internazionale in cui tutti possano riconoscersi e trovare un loro spazio. Non so se sarà ancora possibile la soluzione “due popoli, due stati”. Tutti questi soloni e cantori della “democrazia occidentale” avranno il coraggio di dire che, proprio in nome della migliore tradizione liberale, la soluzione dovrebbe essere quella di “uno stato, molti popoli”? E non ripetere l’obbrobrio secondo cui l’attuale Stato di Israele (tendenzialmente teocratico, con il suo apartheid interno, discriminatorio anche verso i cittadini israeliani di origine araba, vessatorio verso i palestinesi della Cisgiordania) sarebbe il baluardo della civiltà occidentale? Not in my name…come stanno dicendo anche molti studenti ebrei nelle università americane

P.S

Vorrei chiarire un aspetto personale, alle origini di questa nota: da qualche settimana, da quando sono in pensione, ho deciso d dedicare una parte consistente del mio tempo alla lettura o alla rilettura dei classici. E il caso ha voluto che cominciassi proprio da una lettura sistematica della Bibbia, nella bellissima recente edizione critica dei Millenni Einaudi curata da Enzo Bianchi (da cui ho tratto le citazioni), accompagnata da alcuni testi di analisi e commento. Oltre a Walzer, già ricordato, voglio qui citare gli affascinanti libri dell’egittologo e storico delle religioni tedesco Jan Assmann, “Mosè l’egizio” e “Esodo” (tradotti da Adelphi). E ora sto leggendo forse l’unico grande romanzo di Thomas Mann che mi mancava, “Giuseppe e i suoi fratelli”. Spinto da un lungo excursus di Assmann, ho fatto anche un’incursione musicale, e mi sono ascoltato (seguendo il libretto in traduzione) l’opera “Moses und Aron”, di Arnold Schoenberg (anch’egli costretto a fuggire dall’Austria dalla persecuzione antiebraica), uno dei capolavori della musica del Novecento. Consigli che mi permetto di dare: non servono a scongiurare l’angoscia che prende anche solo ascoltando un giornale radio…ma forse permettono di capire meglio quel che accade.

Tutte le reazioni:

179Tu, Riccardo Bicchi, Massimo Misiti e altri 176

      • Tonino CafeoGrazie di cuore per questa riflessione, da parte di un giudeodiscendente che vorrebbe vedere israeliani e palestinesi vivere insieme e non vorrebbe che questo obiettivo sia ridotto a pio desiderio di un acchiappanuvole. Per difendere il diritto di Israele all’esistenza Non c’è alcun bisogno di indentificarsi con il fanatismo peloso di Netanyahu
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      • AttivoMauro ImbimboÈ il caso di dire : non nominate la Bibbia invano! La grande politica ci aiuterebbe ma non c’è. Dobbiamo accontentarci della prudenza, per ora.
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      • Patrizia BarbanottiDa appassionata lettrice della Bibbia posso dirlo forte: “Non nel mio nome!”Mi permetto un consiglio: la Facoltà Valdese di Teologia a prezzi onesti offre corsi on line (che è possibile ascoltare anche in differita) in cui ci si approccia al testo biblico in modo sensato; orientato teologicamente, ma non confessionale, sempre informato, anche su posizioni divergenti (Tra l’altro la trilogia di Mann è stata argomento di studio l’anno scorso…). Vivamente consigliato a chi desidera un approccio diverso.
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      • Paolo BorioniWalzer peraltro sa bene come il letteralismo bibliocratico abbia alimentato non solo la destra ebraica, ma anche quella Protestante del suo paese. È questa, più ancora della constituency ebraica (consistente ma non certo decisiva quanto l’altra) a determinare l’alleanza USA persino con questo Israele. Anche Spinoza grande lettura, e mia grande passione liceale. Sei un grande caro Antonio, un saluto
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        • Antonio FloridiaPaolo Borioni certo. Walzer offre una lettura dell’Esodo in chiave di teologia della liberazione. Sono impressionanti le citazioni di Cromwell…e poi la culturareligiosa degli schiavi afroamericani e le loro speranze di riscatto; il loro “Egitto” erano le piantagioni di cotone…
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      • AttivoPiero CatocciGrazie Antonio.
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      • Maria Giovanna BencistàE se fosse tutta una costruzione culturale umana ad usum delphini? Forse dovremmo davvero cambiare gli occhiali e rileggere la storia. Troppe ingiustizie ed orrori in nome della fede, così manipolabile e adattabile al potere.
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      • Patrizia ZavataroGrazie Antonio.
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      • Laura PommellaGrazie
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      • Massimiliano AndrettaProfonda analisi… grazie
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      • Alessandro CavalieriComplimenti Antonio…un bel inizio di pensione
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      • Andrea LulliGrazie Antonio Floridia. Di cuore.
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      • Daniel KP RomeoInteressante notare peró come proprio gli ultra ortodossi di Neturei Karta e Satmar Hasidim siano i piú critici dell’esistenza stessa dello stato d’Israele, negandone addirittura la legittimitá. Altri ortodossi apertamente contestano l’occupazione di terre palestinesi.Gruppi minoritari si dirá, ma in crescita (anche per la loro prolificitá).L’uso della bibbia da parte dell’establishment sionista, che non dimentichiamo ha radici laiche (una parte addirittura socialiste, il movimento dei kibbutz) é palesemente strumentale, come fecero del resto i nazisti con Nietsche per legittimare la loro barbarie.
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        Franco Bortolotti ha risposto ·5 risposte
      • Mauro SbordoniGrazie Antonio!
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      • Paolo PutrinoPurtroppo da sempre il Vangelo,la Bibbia, il Corano vengono letti o usati a proprio comodo ..c è chi prende ” ama il prossimo tuo ” o lo straniero e chi prende le parti peggiori per i suoi scopi di odio e guerra
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      • Edoardo BorrusoGrazie Antonio☺
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      • Simonetta CartoniGrazie !!
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      • AttivoAngela MonteleoneGrazie.
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      • Stefania NepotiGrazie per questa preziosa riflessione.
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      • Attilio StracuzziCondivido appieno quanto dici! Sono sempre più convinto che una sana e condivisa jiddishkheit, intesa come capacità di autoironia e di autoanalisi ed anche come capacità di ridere di sé stessi, sia l’antidoto più efficace al fanatismo ed allo sciovinismo…sia di matrice sionista che di matrice islamista!
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      • Thomas Omara MolteniSe non l’avessi fatto, consiglio vivamente https://www.amazon.com/Jewish…/dp/0745320910Jewish Fundamentalism In Israel: New Introduction by Norton Mezvinsky (Pluto Middle Eastern Studies S)AMAZON.COMJewish Fundamentalism In Israel: New Introduction by Norton Mezvinsky (Pluto Middle Eastern Studies S)Jewish Fundamentalism In Israel: New Introduction by Norton Mezvinsky (Pluto Middle Eastern Studies S)
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