A distanza di pochi chilometri da Calenzano c’è la fabbrica in cui Luana d’Orazio è stata divorata da un orditoio, manomesso per accelerare la tessitura.
E c’è il cantiere dell’Esselunga, in cui altri cinque operai hanno perso la vita nel febbraio scorso, sempre a causa della “insufficienza” delle misure di sicurezza.
Ma la lista sarebbe ben più lunga, come quella delle vittime di un serial killer ben noto che nessuno vuole fermare: il Profitto.
Perché a ben vedere, se come sembra emergerà che anche nell’ENI di Calenzano sono state consapevolmente trascurate le procedure volte a proteggere la vita umana, non è solo nei confronti degli addetti ai lavori che bisogna intervenire.
Aziende spesso in subappalto e sub-subappalto, ingaggiate dal committente proprio per realizzare maggiori economie, a beneficio dell’utile economico.
O più semplicemente addetti pagati per accelerare a tutti i costi la produzione, e pazienza per i rischi in più a carico delle persone.
Secondo la teoria liberista, il Profitto è stata ed è tuttora la molla dello “sviluppo”, perché premiando la libera iniziativa individuale e la ricerca di guadagno aziendale faciliterebbe il benessere di tutta la collettività.
C’è chi addirittura ha detto che l’affermazione definitiva del modello capitalista va letta come “la fine della storia”, perché non esisterebbero ormai alternative di sorta per l’umanità.
In nome del Profitto si massacrano gli operai, si devasta l’ambiente, si scatenano guerre terribili per depredare le risorse naturali e sostenere le quotazioni di borsa del comparto bellico.
E non si tratta di cercare di mitigare il capitalismo, che ha in sé, nel proprio genoma e nel codice genetico della crescita continua e senza limiti, i cromosomi responsabili della progressiva distruzione del nostro mondo.
Chiedere un capitalismo dal volto umano sarebbe come chiedere a un leone di farsi vegetariano. Non c’entra la cattiveria, c’entra l’essenza stessa della sua natura predatoria.
Giusto, sacrosanto, inevitabile indignarsi contro l’ennesima strage di queste ore.
Purché si abbia il coraggio di fare un passo avanti e mettere in discussione il vero responsabile delle nostre sciagure.
Luca Ribechini 12-12-24