L’OCSE tra il 2022 e il 2023 ha svolto un’indagine sulle competenze di 160mila adulti di 31 paesi. Come scrivono sul Post, “sono solo un campione, i cui risultati non servono a dare valutazioni di rilevanza assoluta, ma sono un’approssimazione di tendenze più generali.”
Gli adulti italiani coinvolti hanno ottenuto in media 245 punti in comprensione del testo (contro una media OCSE di 260), 244 in abilità di calcolo (media OCSE 263), e 231 nella capacità di risolvere i problemi (contro 250 di media OCSE).
Tra i paesi con i risultati considerati migliori ci sono Svezia e Finlandia, al di là del fatto che probabilmente ogni sistema scolastico deve fare i conti con il contesto in cui è calato e quindi i paragoni rischiano di essere semplicistici, nei vari articoli e ricerche che riguardano i due sistemi ci sono alcuni spunti che potrebbero far pensare che un “ritorno” alla scuola di una volta fatta di sacrificio, competizione e obbedienza possa non essere la soluzione.
“In Finlandia la metodologia di apprendimento è l’imparare facendo (learning by doing) e fino a 13 anni non ci sono voti.”
“ln Finlandia il focus è centrato sullo studente e sulle relazioni: si dà più importanza alla responsabilità e alla fiducia che alle verifiche o agli esami.”
“In Svezia quasi tutte le scuole hanno una biblioteca.”
“Gli insegnanti in Finlandia tendono a non dare valutazioni negative agli allievi. Sanno che questo rischia di diminuire la loro motivazione e indirettamente di aumentare la disuguaglianza sociale.”
“In Finlandia i compiti vengono prevalentemente svolti a scuola. L’obiettivo è quello di mantenere il tempo libero a casa per attività extrascolastiche, promuovendo così un equilibrio tra studio e vita personale.”
“In Svezia non ci sono esami di passaggio tra un ciclo di studi e l’altro.”
“Sia in Finlandia che in Svezia si sceglie la scuola superiore a 16 anni e non 14 anni.”
“Il voto in condotta in Svezia non esiste.”
Michele Arena 12-12-24