L’inasprimento dei dazi, in particolare da parte degli Stati Uniti sotto la guida di Donald Trump, sta provocando scosse significative nella geografia economica mondiale. Le filiere logistiche si accorciano, la domanda di trasporti cambia volto e i grandi equilibri industriali — dall’automotive all’aerospaziale — sono messi in discussione. Ma in questo scenario fluido e incerto, l’Europa ha la possibilità di cogliere una nuova centralità, puntando su digitalizzazione, concorrenza leale e investimenti strategici in tecnologia e infrastrutture. La sfida? Trasformare le pressioni globali in leva di rilancio locale, riconfigurando rotte produttive e politiche industriali con lo sguardo rivolto al futuro.
Ecco una sintesi coordinata dei due articoli pubblicati su Domani il 24 aprile 2025, a firma di Marco Ponti e Mila Fiordalisi, che affrontano da prospettive complementari gli effetti della nuova ondata di protezionismo commerciale guidata dagli Stati Uniti:
Scheda sintetica delle fonti
- Marco Ponti, I dazi rivoluzionano i trasporti. Perderanno soprattutto gli Usa, Domani, 24 aprile 2025
Analisi tecnica degli impatti della politica dei dazi trumpiani sul settore dei trasporti (merci, passeggeri, mezzi), con attenzione agli effetti sull’ambiente, sulle filiere logistiche globali, sull’industria aeronautica e automobilistica. - Mila Fiordalisi, Antitrust: «Commercio internazionale scosso dai dazi». Servono riforme e investimenti in tecnologie, Domani, 24 aprile 2025
Sintesi della relazione annuale del presidente dell’Antitrust Roberto Rustichelli, che denuncia le distorsioni introdotte dai dazi e propone una strategia industriale per rafforzare l’Europa puntando su tecnologia, mercato unico e concorrenza.
Sintesi tematica coordinata
I due articoli convergono su un punto centrale: i dazi statunitensi stanno sconvolgendo l’equilibrio del commercio internazionale, provocando effetti sistemici sia sulle catene produttive globali, sia sulla struttura concorrenziale dei mercati.
Marco Ponti analizza le ripercussioni dirette sul settore dei trasporti, indicando che:
- Le filiere globali si accorciano, penalizzando la mobilità delle merci e i traffici navali a lunga distanza.
- I trasporti via nave e la cantieristica (soprattutto asiatica) rallentano, ma senza conseguenze immediate per il reshoring statunitense.
- L’industria aeronautica USA (Boeing) soffre più dell’Airbus, a vantaggio dell’Europa.
- La transizione elettrica nel settore automotive statunitense rallenta, lasciando campo libero alla Cina.
Mila Fiordalisi, riportando la voce dell’Antitrust, amplia lo sguardo agli effetti sistemici dei dazi, sottolineando:
- La crisi del modello del libero scambio e della cooperazione internazionale.
- Il rischio per l’Europa di restare schiacciata tra i due colossi tecnologici USA e Cina.
- L’urgenza di rilanciare il mercato unico europeo e di riformare il quadro normativo per favorire concorrenza e produttività.
- L’importanza strategica di infrastrutture digitali (5G, fibra), intelligenza artificiale e trasparenza dei mercati digitali.
Elaborazione critica
L’insieme dei due articoli mette in luce come la strategia protezionistica americana, pur mirata al rilancio interno, potrebbe produrre effetti controproducenti per la stessa economia USA, mentre l’Europa si trova davanti a un bivio: può subire gli squilibri generati o cogliere l’occasione per ripensare la propria politica industriale in senso autonomo e competitivo.
Da un lato, la deglobalizzazione forzata potrebbe favorire la rilocalizzazione produttiva, ma dall’altro rischia di comprimere l’innovazione e aumentare le inefficienze. In quest’ottica, la politica industriale europea dovrebbe combinare politiche pro-concorrenziali con investimenti strategici nei settori tecnologici chiave, rafforzando il proprio peso nella ridefinizione delle regole del commercio globale.