Metterci la faccia

(ovvero, il coraggio di essere stronzi)

Ho trovato interessante lo scambio di vedute intercorso tra Lucia Annunziata e Michela Marzano durante la puntata del 27 Novembre di Le parole della settimana in merito alle esternazioni antitrans dell’autrice di Herry Potter J. K. Rowling, giudicate da molti sorprendentemente offensive. Annunziata ha sostenuto che, per quanto le dichiarazioni fossero discutibili e inaspettate – visto il credito di cui la Rowling gode – c’è da apprezzare il fatto che ci ha messo la faccia; ha avuto il coraggio di compromettere la sua – fino ad oggi irreprensibile – reputazione. Michela Marzano ha obiettato che il coraggio di offendere negando l’altrui identità, non è proprio il massimo che ci si debba aspettare. Annunziata ha replicato insistendo sul fatto che chi ci mette la faccia è comunque da preferire a chi non ce la mette – come gli odiatori – e si nasconde vigliaccamente nell’anonimato dei social. Le parole dell’Annunziata hanno chiuso il confronto nel sostanziale assenso degli altri presenti in studio: Gramellini, Pif, Veronica Pivetti.

Di fatto il risalto dato al coraggio della scrittrice ha finito per oscurare il contenuto delle sue parole, la gravità dell’offesa nei confronti della persona transgender. Praticamente il metodo ha prevalso sul merito; la forma sul contenuto. Metterci la faccia ci assolve dunque da tutte le stronzate che diciamo? Troppo comodo! Se metterci la faccia è un salvacondotto per qualunque abuso verbale, come potremo arrestare la deriva del politicamente scorretto che loda il coraggio di chi ferisce e non la correttezza di chi rispetta? Si apprezza il coraggio per aver detto cose di cui ci si dovrebbe vergognare. E poi, siamo proprio sicuri che si tratti di coraggio o non piuttosto di un abuso di chi si fa scudo del proprio potere e lo usa per ledere i diritti altrui? Coraggioso non è colui che si trova in vantaggio, ma colui che parte svantaggiato come Davide quando affrontò Golia!

Anna Maria Guideri, 28-11-2021