archeologia mentale

Giancarlo Rossini da Facebook

Nella stagione adatta, a Marina gli esperti d’archeologia mentale vanno sulla spiaggia, Immobili, fissano l’orizzonte nell’impegno di far riemergere dal profondo delle loro teste, uomini e navigli che sono stati su quel mare. Chi è dentro nelle cose antiche, cerca Rutilio Damaziano in fuga da Roma verso la bella Marsiglia. Nell’animo, l’angoscia della fine: le strade consolari sulla costa, insicure e abbandonate; Popilonia, vuota; Cosa, depredata.
Quello che è medievale dalla testa ai piedi, distintamente scorge ( sembra di toccarla) la potenza navale genovese con la croce di san Giorgio, compatta contro i pisani. Giorno fatale per la città di San Sisto: i meglio, annegati; i più fortunati incatenati in attesa di un riscatto, la ricchezza per sempre dispersa.
A uno che studia il più vicino, pare vedere al largo il Piemonte e il Lombardo con sopra Garibaldi, diretto a sfasciare il regno di Napoli.
Di sera, gli esperti d’archeologia mentale, prima d’andare a cena, stendono una relazione sui reperti di giornata, ricchi di disegni e di particolari, così che se mai l’autorità preposta volesse inquisire, ragionevolmente li potrebbe convocare come persone informate dei fatti.

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