IL DITO E LA LUNA

(Flash sulla crisi climatica)

Dall’articolo di Fabrizio Sinisi – La lotta ambientalista è arrivata a un bivio – apparso su Domani domenica 9 gennaio, ho tratto alcuni spunti di riflessione. Sinisi sostiene che i gesti di protesta a base di vernice scagliata contro opere d’arte – per fortuna protette – e il palazzo del Senato compiuti da alcuni giovani ambientalisti con l’intento di sensibilizzare al problema non solo l’opinione pubblica, ma i massimi organi di potere, lasciano il tempo che trovano. Di fatto non sensibilizzano un bel nulla e sono sopravvalutati sia per i danni che potrebbero produrre ai beni pubblici, sia per la capacità di incidere sulle scelte dei governi. Non c’è bisogno di sensibilizzare nessuno – sostiene Sinisi – il problema della crisi ambientale è noto e arcinoto da tempo, ma scarsamente considerato dai potenti della terra al netto di un dibattito culturale tanto salottiero quanto inutile. Condivido il contenuto dell’articolo traendone alcune osservazioni di natura più psicologica che politica. Pochi ragazzi che protestano in modo “poco ortodosso” sono il dito o la luna? Di fronte alle prospettive alle quali il disastro ambientale ci pone, è evidente che sono il dito, ma sembra che nell’immaginario collettivo il dito sia la luna e viceversa. Questa distorta percezione della realtà può dipendere da diversi fattori. Uno può essere attribuito alla manipolazione mediatica di un sistema che vede in pericolo il proprio modello di sviluppo ed ha quindi tutto l’interesse a dirottare l’attenzione pubblica verso obiettivi secondari; l’altro – non meno importante – credo sia dovuto alla natura della psiche umana propensa a prendere in considerazione ciò che è vicino nello spazio e nel tempo, rispetto a ciò che appare lontano. Siamo, anche psicologicamente molto più miopi che presbiti. Lo sguardo prospettico, soprattutto se di lunga gittata, non ci appartiene più di tanto. Il gesto vandalico è presente, dirompente, sporadico: fa notizia perché ci prende alla sprovvista. Il degrado ambientale è un fenomeno al quale da tempo ci siamo assuefatti e con cui abbiamo imparato a convivere perché è somministrato a piccole dosi e gli eventi catastrofici che ne derivano non vengono vissuti, a livello percettivo generale, strettamente correlati ai nostri irresponsabili – comportamenti, al nostro stile di vita. Per un piatto di lenticchie – il consumismo – abbiamo venduto la primogenitura, la salvezza del pianeta. I tempi delle cause (sfruttamento e inquinamento irresponsabile del suolo) e degli effetti (alterazioni climatiche, pandemie e disastri ambientali vari) non coincidono e questo mantiene bassa la soglia dell’attenzione e della preoccupazione generale. E così, paradossalmente, uccidere la vita, risulta meno grave che deturpare un’opera d’arte o la facciata di Palazzo Madama. Rifarsela col dito è molto più facile e politicamente più redditizio che rifarsela con la luna, molto più difficile, anche se non impossibile, da raggiungere. Guardare la luna significa uscire dai salotti dei dibattiti mediatici e prendere concretamente sul serio – come fa il movimento guidato da Greta Thunberg – il tema della catastrofe ambientale prefigurando, per salvare il mondo, un altro mondo. Siamo disposti per questo a rivedere il nostro stile di vita e cioè, soprattutto i nostri consumi, le nostre priorità? Siamo disposti a comportarci da ospiti, piuttosto che da padroni insensati, da predatori, da turisti per caso? Come figli grati della terra anziché come sfruttatori famelici? Si parla del dito perché è facile criticare e punire chi imbratta la bellezza del patrimonio pubblico; più difficile è denunciare i responsabili della devastazione ambientale e condannarli a cambiare radicalmente vita, anche perché gli accusatori dovrebbero condannare se stessi!

Anna Maria Guideri, 13-01.2023

MELONI NON OLENT

(ovvero, la fenomenologia del fascismo)

Per non fare schifo basta vincere. Lo sport preferito dalla maggioranza degli esseri umani è sempre stato quello del salto in alto , il cosiddetto salto sul carro del vincitore – chiunque fosse – e i media nostrani non fanno eccezione alla regola, anzi! L’anomalia più evidente non è quella del bersagliatissimo Pd che, per un malinteso senso di responsabilità, si è immolato sull’altare della governabilità dissanguandosi e riducendosi ad un ectoplasma fluidico, difficile da identificare e da votare. No, l’anomalia più intollerabile e ben mascherata è quella degli opinion maker che recitano la doppia parte in commedia. Da un lato criticano la destra, dall’altro bastonano la sinistra la quale, senza il loro eccesso di zelo, forse avrebbe avuto qualche chance in più per fronteggiare l’avversario e per ridurne il dilagare. Ma si sa, il successo annunciato è un ottimo deodorante. Non aspettano altro che consegnare alla soluzione finale, altrimenti detta rottamazione , il Pd, padre di tutte le disgrazie della sinistra. Peggiore assai dell’eterno fascismo capace di riciclarsi e trasformarsi, come un redivivo Fregoli, e di assumere di volta in volta le forme più disparate – e disperanti – di vari fenomeni, l’ultimo dei quali ha assunto le sembianze di una pulzella bionda dall’occhio glauco ma dalla voce simile a quella di Romeo er mejo – pardon – er bullo der Colosseo! La fenomenologia del fascismo ha potuto schierare in Italia, nell’arco di cent’anni, vari fenomeni che da Mussolini in poi, scendendo per li rami a Bossi, Berlusconi, Grillo, Salvini è approdata infine alla Meloni: un cambio di genere, ma non di DNA. Essi hanno surrettiziamente coltivato la pianta velenosa del ventennio sottoponendola a diversi innesti per renderla più confacente al clima dei nuovi tempi. Tanto che i cosiddetti intellettuali-liberal-democratici minimizzano i rischi e le incognite insite nella vittoria della Meloni ostentando una olimpica fiducia nella tenuta delle istituzioni democratiche, sia rimuovendo i recenti vulnus inferti alla democrazia dal ventennio berlusconiano, sia sottovalutando il sicuro declino della nostra civiltà se, come dichiarato dalla Meloni, verranno riviste, corrette o negate alcune importanti conquiste civili approvate o da approvare. Mi riferisco alle leggi sull’accoglienza, alla 194, alla battaglia per lo ius soli, al diritto all’eutanasia e ai diritti delle coppie omosessuali … Può darsi che gli osservatori in cuor loro si rallegrino – a pensar male si fa peccato, ma … – del fatto che finalmente sia arrivato qualcuno che forse ci libererà dall’ingombrante incomodo di ospiti sgraditi come gli immigrati e metterà un po’ di ordine nel caos, un ordine nuovo, appunto. Quelli che Romano Prodi definisce felicemente fenomeni sono dotati di strani poteri in grado di ipnotizzare l’immemore popolo italiano – eterno Pinocchio – attratto da l’ lsola che non c’è , o meglio, dal Paese dei balocchi con l’incantatore Berlusconi – omino di burro – e la finta fatina – Meloni –pronta a prendere per il naso – e non solo – Pinocchio e a trascinarlo nell’Eden dei normali: etero, cattolici, patrioti, stanziali, antiabortisti, nazionalisti, razzisti, mulini bianchi … Tutti uguali, tutti normali, e tutti armati contro il mondo disuguale, minaccioso, provocatorio, destabilizzante. Non so se l’autodafé invocato da molti per il Pd sia la soluzione più auspicabile a seguito del deludente esito elettorale, ma osservo sommessamente che coloro che ora lo invocano sono gli stessi che prima apprezzavano gli sforzi di Letta e avversavano la triade Berlusconi-Salvini-Meloni: tutto sommato Meloni non olent. Dalla foga con la quale si chiede al Pd di suicidarsi si direbbe che il vero male dell’Italia siano i Democratici e non la destra nera che ha vinto le elezioni. Panta rei, tutto scorre, diceva Eraclito, ma non è detto che per questo, tutto cambi!

Anna Maria Guideri, 09-10-2022

AVANTI E INDRE’ (amg)

Il cielo è offuscato da corvi gracchianti,
è un ciel che ci invia segnali inquietanti.
I venti che soffiano son tempestosi,
sollevano in alto potenti marosi.

Un turbine nero il caos alimenta,
ma è un ordine nuovo e chi si spaventa?
Un nuovo futuro è già stato annunciato …
ma quale futuro … si torna al passato!

Quel che ci raccontano son tutte balle …
Meloni è il futuro … dietro le spalle!
Se il nuovo che avanza è Giorgia Meloni …
è donna però, di Benito ha i coglioni!

Giorgia Meloni fa come San Pietro,
dice : “Vo avanti”, ma poi torna indietro.
Il truce ventennio ribussa alle porte …
per dirla col duce: O Roma o morte

Anna Maria Guideri, 02-10-2022

Lotta per la libertà

dalla ragione

Tanti gridano al complotto
per non farsi vaccinare:
“Sarà vero? Chi c’è sotto?
Qui ci vogliono imbrogliare …”
E giù lancian l’anatema
che la colpa è del sistema.

In realtà un complotto c’è,
anche se ben mascherato,
ma ‘sta volta tutto è
fuorché colpa dello Stato.
L’attual cospirazione
ha un nemico: la RAGIONE!

E chi sono i congiurati
contro il buon senso armati?

Son gli pseudo-cervelloni
con manie d’onnipotenza,
che si son rotti i coglioni
a spiegare l’evidenza
che è noiosa e assai scontata
per la lor mente dotata
e fan la rivoluzione
contro la DEA RAGIONE!

Così han fatto il giuramento
contro il ragionamento:
sostener la falsità
come fosse verità.

Troppo facile sarebbe
raccontar le cose vere…
ma la gente crederebbe?
Via, vuoi mettere il piacere
di convincere gli allocchi
che non è la verità
quella che hanno sotto gli occhi,
ma la pura … falsità?

Qui ci vuole un grande impegno:
è la sfida al nostro ingegno,
alla nostra intelligenza
cancellare l’evidenza!

Smantelliam l’illuminismo
che adorava la RAGIONE,
sosteniamo il no-vaxismo,
lotta di liberazione
e mandiamo a gambe all’aria
la dittatura sanitaria!

Basta, diamoci una smossa,
chi la sparerà più grossa?
Poi, dall’oggi al domani
fanno finta d’esser sani
e così la libertà
è negar la verità.

Il Covid è un’invenzione,
una gran macchinazione
che ci fa stare con rabbia
come canarini in gabbia.
I cadaveri son finti,
siamo certi, siam convinti.

Quanto alle mascherine
sono giunte ormai alla fine:
basta con le museruole,
respiriamo l’aria e il sole.
Or suoniamo la grancassa
contro i vaccini, in massa!

Queste sono le catene
che spezzare ci conviene.

Sosteniam, di questo passo,
con il nostro sommo spasso
che di notte brilla il sole
se ciascun di noi lo vuole
che il demonio è in paradiso
se son io che l’ho deciso
e che è bello assai di più
camminare a testa in giù.

Ma che gran soddisfazione

fare fuori la RAGIONE!
Questa sì che è intelligenza:
far trionfare la demenza
sul buon senso e l’evidenza,
vaccinar l’umanità
contro scienza e verità!

Anna Maria Guideri, 26-08-2021

Massimo Cazzari

ovvero, chi non ha cervello abbia Agamben

Alcune considerazioni sull’accoppiata vincente e stranamente convergente – visto il loro diverso orientamento politico – Cacciari-Agamben in merito alla questione controversa di dotarsi obbligatoriamente della green pass per poter circolare liberamente dopo essersi vaccinati contro il covid. Non si può certo negare che l’uscita estemporanea di Cacciari abbia fatto scalpore nonostante il caldo e l’azione allettante delle agognate – dopo tanta reclusione domiciliare – vacanze estive. Ma si sa, a spararle grosse prima o poi si fa centro, soprattutto se si fa parte di quel particolare gotha intellettuale tanto se-dicente di sinistra quanto funzionale alla destra.

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Le parole tradite

Si dibattono sulla strada
come ali di rondini ferite
le pagine stampate
cadute, tradite.
Ingannevole il vento alimenta
il loro desiderio di volare,
di ritrovare parole vere,
il loro senso.
Parole incerte, calpestate, distorte,
annaspano cosparse di polvere densa,
illeggibili.
Sono parole alterate, perdute,
protese verso un difficile sogno di libertà,
di inafferrabile verità.

Anna Maria Guideri, 25-07-2021

La banalità del bene

Sull’impegno al disimpegno
Anna Maria Guideri

Da un po’ di tempo a questa parte sembra, si dice, che “il bene” goda di un certo revival, di un periodo fortunato grazie soprattutto ad alcuni scrittori che, con le loro opere, si schierano – inspiegabilmente (?) – dalla parte giusta. Così almeno sostiene Walter Siti – premio Strega 2013 – che con una certa preoccupazione ci segnala questa pericolosa deriva culturale ai danni dell’originalità, dell’anticonformismo e dell’indipendenza intellettuale. Essi – Siti cita Michela Murgia, Roberto Saviano e Gianrico Carofiglio – con i loro scritti edificanti ed ammiccanti ad un moralismo di comodo, minacciano la libera espressione artistica che non può che essere “scorretta”, dissacrante, controcorrente. Insomma, si starebbe rischiando, se le cose vanno avanti così, una vera e propria “dittatura del bene” con tutte le conseguenze che questo può comportare. Siamo in democrazia perbacco e anche il male ha diritto di esistere, se non altro per par condicio! Un intellettuale doc deve battersi contro la melassa buonista, contro il rischio pandemico del bene, altrimenti che fine farà la letteratura se cedendo alla “banalità del bene” si schiererà dalla parte giusta? …

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