AL VOTO! AL VOTO!

(Nel senso scolastico del termine)
di Anna Maria Guideri

Anche la Pubblica Istruzione – tra le varie – non sfugge al saccheggio delle conquiste democratiche che, pur fra infortuni e inciampi, hanno segnato per circa cinquant’anni il cammino della scuola verso il rinnovamento e il superamento della riforma Gentile. Al diffuso disagio giovanile, sempre più preoccupante, figlio di una complessa crisi di sistema che richiederebbe visioni prospettiche e strumenti attuali più adeguati, i demagoghi di questo governo fanno la voce grossa ricorrendo a misure tanto repressive quanto inadeguate a mantenere sia l’ordine sociale che scolastico. Ricette facili per situazioni difficili che, anziché portarci avanti ci fanno tornare indietro in linea con il ripristino delle magnifiche sorti e regressive. Il ricorso al 5 in condotta per scoraggiare la crescente violenza nelle scuole, e una valutazione del merito espressa, per le scuole medie e superiori, solo con voti numerici senza un minimo di descrizione dei percorsi individuali, mi inducono a riflettere sul voto e sulla sua funzione valutativa in chiave pedagogica e politica.

Leggi tutto “AL VOTO! AL VOTO!”

La Cassa 1

I racconti di Gino (Benvenuti)

Era un giorno piovoso e freddo di fine Novembre quando Irene, tornata anticipatamente dal lavoro, entrando nella camera della suocera le comunicò: -Beatrice ora comincio a prepararti e così tra un’ora quando rientrerà Berardo andremo fuori- . Gli occhi della donna anziana, quasi inferma da tre mesi per una grave fattura al femore a seguito di una caduta provocata da uno scippo, si illuminarono e su quel visto triste e rassegnato, spuntò un sorriso radioso. Con cura la nuora cominciò a curarle il volto.

Leggi tutto “La Cassa 1”

A Puccio

A PUCCIO
(Per non dimenticare)

Piccola vita, vita mia,
devo a te la scoperta
della mia inaspettata tenerezza;
il piacere di arrendermi alla tirannia,
la mia fiducia in un essere vivente
che non doveva fingere di essere buono
per farsi amare.

Non esistevano dispetti
che la tua grazia non rendesse divertenti,
né graffi che non fossero perdonati
in cambio dell’irresistibile tremolio.
della tua gola.

Piccola creatura d’amore e di mistero …
di nascondigli segreti,
di fantasmatiche apparizioni,
di imperscrutabili sguardi
e silenzi …
di premeditate rappresaglie,
di sommessi rimproveri,
di contriti pentimenti …

Per arcane alchimie,
ciò che negli umani è riprovevole,
in te era solo incanto.

Dove hai nascosto la tua folta coda
che ti tradiva sempre
sbucando a tua insaputa
da recessi impensabili?

Ti evocano ombre fugaci,
soffici cuscini, indumenti raggomitolati
sparsi qua e là , vibrazioni indefinibili,
strani cigolii …

Ti vedo ancora danzare sul tappeto
a far festa al mio ritorno
offrendo tutto te stesso
– dalla testa alla coda –
al mio tocco amoroso.

Da ultimo, per pudore,
ti rifugiavi in angoli remoti
per nascondere il fiore malato
della tua bocca
e ti allontanavi senza un lamento
in punta di polpastrelli,
arreso, ormai, al tuo destino.

E mentre piangendo ti salutavo
e ti spiegavo che non potevo fare di più,
tu mi guardavi con tenerezza infinita
e mi ringraziavi per l’ultima volta
con tutto l’amore che potevi raccogliere
dentro il mormorio impercettibile delle fusa.

Ora ti sei accoccolato sul mio cuore
e stai lì e ancora mi fissi
con i tuoi verdi occhi indagatori
e mi incalzi per capire
cosa mi passa per la mente.,

Rivivo ogni istante del tuo ultimo viaggio:
la tua riluttanza verso i medici,
ma poi la tua fiducia in me,
il tuo commovente abbandono
alla dolce fermezza delle mie mani,
della mia voce.


Ti ho accompagnato fino alla fine
raccogliendo il tuo ultimo respiro
che conservo per sempre nel mio cuore..

La tua anima felina aleggia già
oltre i confini dello spazio e del tempo
tenera e corrucciata, permalosa e ruffiana,
arrendevole e imperiosa, amorosa
come un canto sommesso e segreto
bisbigliato al mio orecchio
solo per me, per noi.

Anna Maria Guideri 25-08-2024


EGEMONIA CULTURALE

(teste pensanti, teste vacanti)
di Anna Maria Guideri

Vari articoli apparsi in questi giorni sul quotidiano Domani trattano, da varie angolature, il tema dell’egemonia culturale e della polemica sollevata dalla destra su quale sia lo schieramento politico che ha più titoli per rivendicarla. La destra, con in testa la Meloni, si lamenta dell’indebita appropriazione del primato culturale ad opera della sinistra, sfidandola su questo terreno. Secondo l’attuale Presidente del Consiglio, si tratterebbe – nientedimeno – di un complotto orchestrato dalla sinistra per estromettere la destra postfascista dalla rosa dei cervelli pensanti di questo paese. Oscar Iarussi su Domani, in controtendenza con questa tesi afferma – e con fondate ragioni – l’esatto contrario.

Leggi tutto “EGEMONIA CULTURALE”

La borsetta

Giancarlo Rossini da Facebook

Vivere è competere: secondo natura tutti sono preda e ciascuno è predatore. Ognuno si difende e offende. L’odio e la vendetta sono invece proprio solo del genere umano anche per il furto di una semplice borsetta.
Nessuno vedrà la fine di questo universo, nessuno ha visto la fine di quello precedente.
Rimuginando su queste cosucce, un vecchio si trascinava lento pede sul pontile mentre il vento risucchiava la forza del mare.
Marina, in settembre di venerdì, giorno del mercato.

La Specola riapre a Firenze

Una presentazione tratta da Facebook in ritardo ma ancora valida

Elena Tempestini è con Elisabetta Failla.

Quando i torinesi ci definirono “ inaffidabili” per il ruolo di Capitale del Nuovo Regno d’Italia, i fiorentini discendenti del Boccaccio risposero:
…”se siam bravi e siam cortesi son felici i piemontesi ma con questi sull’Arno capitati, finiremo alla specola impagliati“.
Dopo una attenta riqualificazione riapre il Museo La Specola il 22 febbraio 2024, la ristrutturazione è stata finanziata dal Fesr, il Fondo europeo di sviluppo regionale 2014-2020. La Specola è erede del più antico museo scientifico d’Europa ad essere aperto al pubblico. Si trova in via Romana quasi a ridosso di palazzo Pitti e ai margini del giardino di Boboli: un torrino di quaranta metri d’altezza da cui si domina Firenze e dalle cui finestre, nella sala ottagonale superiore, si ha una visione del cielo a tutto tondo. Restaurato e riallestito, per ripercorrere le scoperte degli scienziati italiani quali Galileo in particolare a partire dal XVI secolo. Il complesso della Specola ha sede in un palazzo settecentesco che fu dei marchesi Torrigiani e che ora appartiene all’Università, facoltà di Biologia. Il Torrino, originariamente destinato ad osservatorio astronomico e meteorologico venne inaugurato nel 1807, in pieno periodo napoleonico, quando il Granducato di Toscana si chiamava Regno d’Etruria. Oggi accoglie antichi strumenti scientifici, minerali, modelli pomologici e reperti etnografici.

SI STAVA MEGLIO QUANDO SI STAVA PEGGIO?


(Il futuro è sempre dietro le spalle…)

Dalla lettura del bel libro di Antonio Padellaro –Solo la verità, lo giuro – ho tratto qualche motivo di riflessione sulla consuetudine, molto diffusa, di guardare con occhio benevolo – quando non nostalgico – al passato, anche a quello meno edificante della nostra storia: fatti, usi, costumi, personaggi … soprattutto personaggi. Nel caso di Padellaro che, al netto della sua avvincente prosa e della sua onestà intellettuale non fa eccezione alla regola, il personaggio ricordato con un filo di nostalgica ammirazione che l’attuale squallore sembrerebbe giustificare, è Bettino Craxi.

Leggi tutto “SI STAVA MEGLIO QUANDO SI STAVA PEGGIO?”

I Superbomboloni

Sandra Vegni su Facebook

Quando ero piccola andare in via del Corso per vedere i bomboloni che cadevano dal cielo e rimbalzavano da destra a sinistra fino a rotolare nello zucchero era una meta obbligata.
Quando i’ babbo era libero dal lavoro, quasi sempre di giorno feriale perché guidava i’ tranvai e i riposi arrivavano a scendere, una settimana di giovedì la successiva di mercoledì e via scalando, s’andava quasi sempre in centro, al cinema o al museo (sì, museo, avete capito bene) oppure a passeggiare fra chiese e palazzi che stillavano bellezza e storia. Ma non poteva mancare una sosta golosa: in via Monalda d’inverno per la panna coi cialdoni se c’era anche l’Amalia oppure in via di’ Corso a veder saltellare i bomboloni, se eravamo da soli. All’Amalia i bomboloni non piacevano e trovava un po’ eccessivo – e arrogante – quello spettacolo dolce-fritto-zuccheroso.
Ho letto che il bar chiude oppure è già chiuso, non so.
Non ci son più occhi di bambini che si stupiscono davanti a un bombolone che vola fino ad atterrare nello zucchero.
Traboccano di merendine industriali gli scaffali dei supermercati, i bambini seguono le sonde spaziali e un bombolone che cade dal cielo che vuoi che sia.
E noi, i bambini di allora ormai vegliardi con i capelli bianchi e il colesterolo e la glicemia da controllare, da quanti anni non siamo andati in via del Corso, fermi sulla strada, gli occhi fissi alle alette che facevano rimbalzare i bomboloni.
Da quanto tempo i denti non affondano più nella salda elasticità della pasta, la crema non strabuzza dalle fessure, i baffi di zucchero semolato non disegnano le nostre labbra?
Il bar Cucciolo ha chiuso. I bomboloni non saltano più. I bambini non si stupiscono di queste sciocchezze, i babbi giocano al calcetto e i bambini li portano al cinema nelle multisale con la bigoncia di pop corn. I musei? Che ci pensi la scuola, se ci vuol pensare. Guardare avanti e non indietro.
Fine, the end. La mia infanzia se n’è andata da un pezzo, io non ho mai portato mia figlia a guardare i bomboloni cadere; solo la notizia che non cadranno più mi ha suscitato una botta di nostalgia. Per quella mano ruvida e calda che stringeva la mia, per gli occhi chiari del babbo che osservava insieme a me, come un fanciullo, cadere i bomboloni dal cielo.