usati

di Corrado Cirio su facebook

La svolta si avvicina. Il prezzo che l’occidente americano sta pagando all’arroganza di comandare il mondo da soli inizia ad apparire evidente.
Cina in campo senza esitazioni, arabi che non si fidano più delle banche e delle promesse americane, (e vorrei vedere, dopo che questi sequestrano i fondi affidati a loro, che siano dello stato afgano o di singoli ricconi, fregandosene di ogni regola e dunque seminando incertezza), crisi interna agli Usa sia finanziaria che politica.
Il boomerang delle sanzioni sta tornando a casa. I Russi stanno vincendo sul campo. Gli Ucraini (o meglio Zelinsky e i suoi) chiedono armi, armi armi e non hanno più carne da cannone cui affidarle, tra un po’ daranno i fucili agli adolescenti. L’Europa ha pagato il prezzo politico più alto, ma i paesi più strutturati non rimarranno per sempre a guardarsi sfottere e fottere dagli Usa.
Il mondo sta cambiando rapidamente, molto più rapidamente di quanto prevedevano gli apprendisti stregoni del partito democratico USA, nel preparare l’accerchiamento e depotenziamento della Russia e la deindustrializzazione dell’Europa, contando di fare tutto ciò per affrontare con calma a tempo debito una Cina isolata.
E si divertano pure con i mandati di arresto a Putin, questi irresponsabili imbecilli.
Purtroppo il crollo degli imperi fa sempre un gran botto.

Corrado Cirio 20/03/2023

La mia anima ha fretta

Mario de Andrade

Ho contato i miei anni e ho scoperto che ho meno tempo per vivere da qui in poi rispetto a quello che ho vissuto fino ad ora. Mi sento come quel bambino che ha vinto un pacchetto di dolci: i primi li ha mangiati con piacere, ma quando ha compreso che ne erano rimasti pochi ha cominciato a gustarli intensamente. Non ho più tempo per riunioni interminabili dove vengono discussi statuti, regole, procedure e regolamenti interni, sapendo che nulla sarà raggiunto.

Leggi tutto “La mia anima ha fretta”

Taiwan

da Facebook di Andrea Montagni

La presidente socialista dell’Honduras, Xiomara Castro ha dichiarato di aver disposto la ripresa ufficiale delle relazioni con la Cina e la rottura delle relazioni diplomatiche con Taiwan, paese che finora l’Honduras riconosceva.
La presidente ha pubblicato su Twitter di aver incaricato il suo ministro degli Esteri di svolgere le procedure per avviare relazioni diplomatiche ufficiali con la Cina Sono ormai soltanto 13 gli stati che riconoscono Taiwan come paese sovrano: Belize, Città del Vaticano, Guatemala, Haiti, le Isole Marshall, Nauru, Palau, Paraguay, Saint Kitts e Nevis, Saint Vincent e Grenadine, Saint Lucia, Swatini e Tuvalu.
Come si vede da questo elenco mancano tutti i paesi che in questi mesi hanno usato Taiwan come pretesto per accrescere la tensione con la Repubblica popolare cinese.
Quanto tempo è passato da quando nel 1971, la comunità internazionale prese atto della realtà e riconobbe il governo della RPC come unico governo della Cina.
«L’ammissione di membri nell’ONU deve essere in definitiva decisa dagli Stati Membri delle Nazioni Unite. Lo status di membro è dato a paesi sovrani. La posizione delle Nazioni Unite è che la Repubblica Popolare Cinese rappresenta l’intera Cina come unico e legittimo governo rappresentativo della Cina. Finora la decisione sull’aspirazione degli abitanti di Taiwan di entrare a far parte delle Nazioni Unite è stata presa su quella base. La Risoluzione (Risoluzione 2758 dell’Assemblea Generale) che avete appena citato stabilisce chiaramente che il Governo della Cina è il solo e legittimo governo e la posizione delle Nazioni Unite è che Taiwan è parte della Cina.» Bank Ki Moon, Segretario generale dell’ONU 2007

Franco Bortolotti

Il mondo e’ pieno di gente che vorrebbe andare per conto suo (poi magari ci ripensa, come, sembra, i catalani). Il caso di Taiwan e’ complicato dal fatto che non solo la costituzione cinese, ma anche quella taiwanese riconosce l’ unita’ indivisibile della Cina. Quindi Taiwan viene, dai pochi ricordati, come rappresentativa della intera Cina, ma non come indipendente.

la pace in Ucraina (glb)

le ferme intenzione dell’Unione Europea

In attesa dell’olocausto

La difesa Europea è basata sulla Nato: organizzazione militare a totale guida americana. Quella del settore mediterraneo e medio orientale poggia sulle potenze di Israele e della Turchia: paesi fortemente condizionati dagli americani. Il potenziamento della difesa europea, stante l’inaffidabilità delle nazioni europee (Francia e Germania in primis -l’Inghilterra si dà come scontata sporca manus, ma semper fidelis-) verte oggi sul piano della crescita militare della Polonia, paese membro della Nato ma con qualche perplessità sul piano della certificazione democratica e su quello dei diritti umani. La Polonia, che ha un’antica tradizione anti-russa ed una recente esperienza complottistica filo americana (Solidarność, Woytila, Marcinkus …) è in procinto di avere l’esercito più potente d’Europa, grazie ad un finanziamento di 100 miliardi di euro ed alla assistenza Usa. La Turchia ha mangiato la foglia e, grazie anche al proprio esercito, che è attualmente il più potente nell’area europea, ed alla posizione strategica, nicchia alle pretese americane di coinvolgerla nella guerra contro la Russia. In pratica ha approfittato della crisi internazionale per ritagliarsi un proprio spazio politico (emancipazione dai diktat americani) ed economico (triangolazione delle risorse energetiche russe soggette alle sanzioni americane).
Quindi non è più affidabile gli occhi Usa.
L’Unione (sic) europea continua a pagare il dazio delle sanzioni americane contro la Russia che danneggiano gravemente la propria economia e soprattutto il proprio modello di sviluppo e la propria ragion d’essere un soggetto politico/istituzionale autonomo con vocazione di Grande Europa. L’Ue s’imbarca in una guerra che non può permettersi su ogni piano: economico, ideologico, storico, politico e militare. In pratica cala le braghe alla mercé degli interessi a stelle e strisce ratificando la propria inconsistenza ed in ultima istanza, il proprio suicidio.
Per concludere: l’Europa è supina agli interessi americani fino all’autolesionismo esistenziale ma potrebbe essere costretta ad un sussulto di sopravvivenza fino e cercare una via autonoma più favorevole ai propri interessi; la Turchia; tende a rendersi indipendente e quindi distaccarsi dalla simbiosi Usa; la cattolicissima Polonia si propone come defensor fidei del neo imperialismo americano e si guadagna un peso politico ed un ruolo di tutto rispetto come mai avrebbe potuto sperare di avere nel continente.
Grazie Polonia per averci facilitato la comprensione del problema.

Gian Luigi Betti, 15/03/2023