Chi è Giuseppe Conte, questo pomo della discordia di cui si dice, senza mezzi termini, tutto il bene e tutto il male possibile? Mai un politico ha diviso in modo così netto, a tratti manicheo, sia gli inquilini del “palazzo” che la pubblica opinione. Certe evidenti caratteristiche della sua personalità come la serietà, il senso di responsabilità, la propensione all’ascolto e a render conto delle intenzioni e dell’operato del governo con trasparenza ed efficacia comunicativa essendo, nella situazione data, merce rara o avariata, sono state accolte soprattutto tra gli “addetti ai lavori”, con scetticismo e diffidenza.
C’è uno che passa e mi fa: ma te facevi l’illustratore di Bibbie? Io no, perché me lo chiedi? Sai, ho fatto l’illustratore di Bibbie per 6 anni… poi è andato a fare il militare e poi è morto… hai qualcosa da darmi? Certo, la solita pasta e caffè, gli porgo le poche monete del borsello, poi gli fo: Senti, ma in che consisteva il tuo lavoro di illustratore di Bibbie? Ma che Bibbie e Bibbie, io lustravo le fibbie. E fa il verso di stropicciare la fibbia della cintola sulla pancia scoperta. Dubbio: ma chi è quello più sonato?
Buongiorno, grande Aringa, ben tornata. Abbiamo sentito molto la tua mancanza. Nel periodo in cui sei mancata sono successe molte cose, che ti voglio raccontare, anche se in fondo non è successo niente di nuovo. E’ cambiato il governo, ma lo sai bene, casca ogni poco, e poi si rialza, aggrappato, anche, alla mano di chi ha messo la gamba per far lo sgambetto. Però ora a capo c’è un professore, che parla meno, e più chiaro, di quello di prima, e la classe sta più composta, anche se non mancano i soliti Pierini. Di nuovo nuovo c’è che s’è vinto il campionato Europeo, e di completamento inedito c’è che s’è giocato anche bene. Il Covid, c’è sempre, anche se ha cambiato vestito: se n’è messo uno greco, in realtà viene dall’ India, ma si sa, con la globalizzazione tutti delocalizzano.
Note di Anna Maria Guideri a margine de “L’era della suscettibilità” di Guia Soncini
Suscettibilità
In questo pamphlet Soncini affronta, con la brillante vis polemica che la contraddistingue, il tema della suscettibilità dilagante, prendendosela a morte con l’uso sempre più virale del “politicamente corretto”, una specie di neolingua edulcorata, addomesticata, ipocrita, censoria, sostitutiva del linguaggio diretto e autentico che si usava “ai bei tempi andati.” Insomma, a suo dire, c’è troppa suscettibilità in giro. La gente si arrabbia per un nonnulla, per i più futili motivi: non possiede il senso del ridicolo. Spesso non comprende le battute perché non sa contestualizzarle e attribuisce intenzioni malevole a persone che vogliono solo fare innocentemente dello spirito. La suscettibilità sembra, leggendo Soncini, l’altro flagello nazionale, dopo il covid. Ne vede i letali effetti – conformismo, isteria da caccia alle streghe in perfetto stile maccartista, attacco alla libertà di espressione, vittimismo identitario e pernicioso delle minoranze che si sentono sempre discriminate, spesso a torto – ma non accenna minimamente alle possibili cause. Il suo è un ragionamento, anzi, direi uno sfogo, a senso unico. Estremizzando se ne può dedurre che chi insulta ha sempre ragione, chi si difende ha sempre torto. L’autrice non si accorge, in questo – senz’altro divertente – cupio dissolvi della suscettibilità, di incorrere negli stessi eccessi che lei rimprovera ai suoi malcapitati e “stupidi umiliati e offesi.” Una reazione perfettamente simmetrica tipica anch’essa della “caccia alle streghe, se per essa si intende ogni sorta di fanatica generalizzazione.
Una querelle tra Paolo Flores d’Arcais e Massimo Cacciari. A proposito di vaccini e Green Pass. Un approccio argomentato, non come quelli dei politichini che impestano media e comunicazione istituzionale
Paolo Flores d’Arcais a Massimo Cacciari su Micromega
Ecco perché dico no al Green Pass e alla logica del sorvegliare e punire. Massimo Cacciari su La Stampa 28/7/2021
Sull’ampio fronte del capital globale, ove libertà è gridata, equità calpestata e giustizia non cale, s’appresta una ciurma d’Occidente, a muover contro il mandarin d’Oriente.
Lo yankee in testa, altri con aria un po’ dimessa, far fronte occorre a celebrar la messa. Tutti uniti al grido: noi soli siam nel giusto che altri non s’azzardino, che non ci prendan gusto!.
È molto dolce il frutto del capitale, per cui il pan d’altrui mai sa di sale, in particolar quando ti costa il giusto cioè niente: basta arraffar l’altrui, e proprio qui sta il gusto.
Nostra del Kapital è l’invenzione, tutto il resto è mala imitazione. Socialismo di mercato, ma quando mai c’è stato? Son cineserie, robe dozzinali… comunismo confuciano? ma non suona davvero troppo strano?
Per non parlare dell’intervento dello Stato, quel welfare, quel riformismo, quella socialdemocrazia… che vorrebber spianar il dislivello, mitigar la natural diseguaglianza, tra questo e quello, che invece è il toccasana della panza.
Chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato, chi ha avuto avrà e chi ha dato darà, questa è la giusta equazione, l’asimmetrica porzione del natural rapporto tra il povero e il riccone.
Non c’è gocciolamento, né invisibil manina santa che tenga, son teorie… sol vale l’aurea legge del Menga, per cui: chi l’ha preso nel culo se lo tenga. In conclusion: idea assai barlaccia sarebbe di pretender una qualche piccola equità tra chi proprio tutto e chi proprio niente ha.
Non è nella natura nelle cose: il forte mangia, il debol vien mangiato e così sia, con buona pace d’ogni idealistica utopia. Partiamo dunque alla conquista dell’intero mondo, benché arso e inquinato, almen fintantoché ancora è tondo.
Sull’altro fronte, con analogo ardore, s’appresta alla tenzone il dorato imperatore; grande la forza, saldo il suo intelletto per cui, a nessuno andrà bene, ci scommetto.