Breve storia della guerra civile siriana

FONTE Facebook Internazionale 9.12.2024

2011 A marzo, sulla scia delle primavere arabe, scoppiano rivolte contro il regime siriano. A novembre cominciano gli scontri tra l’Esercito siriano libero (Esl), formato da ufficiali disertori, e quello governativo.

2012 Abu Mohammed al Jolani forma il gruppo jihadista Fronte al nusra, oggi Hayat tahrir al Sham (Hts).

2013 Vicino a Damasco centinaia di persone muoiono nel primo attacco con le armi chimiche compiuto dal regime.

2014 Il leader del gruppo Stato islamico (Is), Abu Bakr al Baghdadi, proclama la nascita del califfato in Siria (Raqqa) e Iraq (Mosul).

2015 A gennaio i combattenti curdi respingono l’Is a Kobane, con una coalizione che comprende l’Esl e i peshmerga iracheni, con il sostegno degli Stati Uniti. A settembre la Russia lancia i primi attacchi aerei a sostegno del regime di Assad, segnando un punto di svolta nella guerra.

2016 A dicembre, dopo quattro anni di combattimenti, Aleppo torna sotto il controllo governativo.

2017 A ottobre l’Is perde Raqqa.

2018 Il governo riprende la regione della Ghuta orientale, intorno a Damasco. Viene creata, su proposta di Russia e Turchia, una zona cuscinetto nella provincia di Idlib, dove radunare gli ultimi ribelli. Gli scontri a Idlib continuano fino al marzo 2020, quando Mosca e Ankara firmano una tregua tra loro.

27 novembre 2024 Una coalizione ribelle che comprende l’Hts avanza su Aleppo, sorprendendo le forze del regime. Il 30 novembre prende il controllo della città e procede verso Hama. Il 1 dicembre i raid siriani e russi su Aleppo causano almeno 25 morti, secondo il gruppo di soccorritori Caschi bianchi. Al 4 dicembre il bilancio dei combattimenti tra ribelli e forze governative è di più di settecento morti.

6 dicembre 2024 Dopo aver conquistato Aleppo e Hama, i ribelli entrano a Homs, nel nordovest del paese, diretti a Damasco.

8 dicembre 2024 In un discorso trasmesso dalla televisione di stato siriana, la coalizione ribelle annuncia la caduta del regime del presidente Bashar al Assad, fuggito con la famiglia a Mosca, in Russia.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo.

Scrivici a: posta@internazionale.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *