‘O animale

Il sor Matteo e la bestia

è or la bestia che tormenta
il sor Matteo e la congrega
che più ormai non s’accontenta
chè quasi vuota è la bottega

Quarantotto bei milioni
posti, onori e bei soldoni
non è roba da accattoni
si direbbe … me cojoni !!!

La sua verve è levantina
giunge a sera da mattina
monotòno è il suo eloquio
giunge spesso allo sproloquio

Capitàn di lungo corso
capitano dal grande fiuto
tanta polvere per strada
vola via con lo starnuto.

Capitano sempre in pista
capitano mai s’attrista
la sua clacche è un po’ bislacca
tanto corse … oramai l’è stracca

El paròn de la filanda
cambiar vole el capobanda
“pussa via che d’imbriagòn
ne ghavemo sui cojòn”

Triste è la sorte del burattino
che credeva d’esser burattinaio
e si svegliò un triste mattino
scoprendo d’essere solo un parolaio.

Volea tirar i fili da per sé
e si trovò come quel re
che vestito si credea. ma nudo era
e più non valse ogni sua tiritera.

Nudo a tutti sembrava e nudo era.

Se trar vuoi una morale della storia
è che tutti posson far baldoria
ma pur un limite si pone:
essere non dèi troppo coglione.

E questa non par s’addica la lezione
al nostro nazionale Matteone.
Troppa arroganza e troppa sicumera
portan l’inverno e non la primavera.

Il Baffo Aretino, 4/10/2021

Generazioni a confronto

Dice uno: o babbo, o voi che c’avete lasciato nella merda, brutta generazione di egoisti privilegiati che avevate stipendi boni e il posto assicurato …
Acci
denti a voi, ora noi siamo nel precariato quando ci va bene e non ci volete dare nemmeno il reddito di cittadinanza perché l’hanno detto quegli dei cinquestelle.

E poi lo storicismo marxista, fa cacare e i’ ccoomunismo poi un se ne parla… l’è una visione hegeliana, deterministica o teleologia della storia: un’utopia finalistica che contraddice la premessa materialistica del marxismo. Sarebbe per dirla con Dante una causa del tipo della “contraddizion che nol consente…”

E gli risponde i’ bbabbo:

Senti pallino, ma ‘icché ttu ddici?
Intanto gli stipendi e il posto fisso ce li siamo guadagnati e non ce li ha regalati nessuno, E poi ce li siamo pagati, se si mettevano i soldi in banca si pigliava di più di quello che ci passa ora l’Inps. E poi ancora son serviti per farti studiare e per poterti far dire tutte le corbellerie che ‘ttu vvoi. T’ha studiato, t’abbiamo dato una casa, una bella biblioteca, la libertà di poter scegliere anche quando t’avevi meno senno di ora.

Quindi che cazzo rompi i coglioni? Noi ci s’è provato a cambiare il mondo. Vivendo, pagando e rinunciando. E vvoi? (se si parla di generazioni) che cazzo fate? Se non blaterare che l’è tutto sbagliato e l’è tutto da rifare. Ma questo lo diceva Gino Bartali, gran corridore (e c’ho fatto anche il tifo) … ma a cervello… ma lui almeno unn’avea studiato.

Baffo Aretino, 26/09/2021

La grande fuga

ovvero “Quando il troppo stroppia”

Tutti scappan da Salvini
più egli ostenta il suo sorriso
e più resta a tutti inviso
saran tutti dei cretini?

Nell’Italia più moderna
è la Lega la più anziana
tanti i figli di puttana!!
ma non pole esser alterna,

è la legge del Gran Centro
sol l’apprezza chi c’è dentro.

Se agli estremi tu t’involi
ti consolin solo i cannoli
gran leccornia siciliana
apprezzata anche in Padania.

È la tabe dell’inizio:
se il terron hai disprezzato
e oggi poi hai continuato
col terron della terronia
fin che arrivi in Patagonia
non ci resta che aspettare,

che sia finito il navigare,
siamo tutti su una sfera
ed a forza di girare
alle spalle dèi arrivare.

Attenzione dunque che
tu t’inculi da per per te.

Il Baffo Aretino, 16/9/2021

Il sor Matteo disvelato

indovina: chi son io?

Sor Matteo m’hanno chiamato
Oppur Salvini son nomato
Non è ver che sia invadente
O vi mollo un bel fendente
Lo sapete come va
Oggi qua domani là
Son presente a ogni consesso
Come un vero e proprio ossesso
E mai perdo l’occasione
Mangio e bevo e fo’ il buffone
Oramai ci sto a pigione

Allor dimmi: chi son io?

per saper chi son davvero
lègger non dèi tutto l’intero
prendi solo il capoverso
ti si svela l’universo

Allor scoperto avrai il mistero
di Salvini il nome vero

Il Baffo Aretino, 14/9/2021

Tanti auguri al sor Matteo

Il sor Matteo è in affanno
più si muove e più fa danno
vuol la gente lui incontrare
ma non sa poi cosa fare.

I discorsi son piccini
sempre uguali, da bambini
Ora bianco ora nero
non appar proprio sincero.

Parla, urla e s’arrabatta,
la sua faccia è una ciabatta.
A metà del contributo
pur gli scappa uno starnuto.

Ma la gente, che tranquilla vuole stare,
senza il tafano a ronzare,
più il fastidio non sopporta
cacciar vuol, lui fuor di porta.

É pur vero che il moscone
sulla merda sta a pigione
ma se pur stanno nei trulli
non son tutti dei citrulli.

Che la massa è brutta bestia
cosa è ormai ben manifesta:
pria t’adora poi ti detesta,
più non hai la lancia in resta.

É un momento, un attimino
ripercorrere il destino
del pompiere di Viggiù
che poi cadde a testa in giù

TANTI AUGURI MATTEO!!!

Il Baffo Aretino 12-9-2021

Il giorno della marmotta

Spunta il sole canta il gallo
il sor Matteo mangia un tarallo
quando giunge poi il mattino
il sor Matteo fa uno spuntino.

Mezzogiorno il sole è a picco
di vinazza ha fatto un bricco
il dopo pranzo ecco ch’avanza
il sor Matteo gratta la panza.

Ecco giunta l’ora del tè
ha fatto il selfie pure a te.
È arrivato l’imbrunire
il sor Matteo ci fa patire.

È notte fonda e il ciel stellato
il sor Matteo ormai è andato.
Il giorno dopo stessa storia
manda tutti in paranoia.

Col rosario a tutta palla
il sor Matteo poi ci spalla
cosa saggia ormai sarìa
a calci in cul mandarlo via

Il Baffo Aretino 30-8-2021

Il bastian contrario

C’è uno che vol’esse sempre libero di fare come gli pare.
Se c’ha fame lui ‘un mangia, se c’ha sete ‘un beve, aspetta che gli passi.
Se piove si leva il cappello e chiude l’ombrello.
Se c’è il rosso lui passa lo stesso.
C’è i’ Ccovid e lui niente, ‘un si vole vaccinare.
Tutti vogliono vivere e lui, niente! Vole morire.
O ddiggli quarcosa!

Il Baffo Aretino, 24-8-2021

Il sor Matteo e il cul del mulo

Sor Matteo arcicontento
se n’è ito dal Convento
col rosario ed il cordone
ch’ha fregato a un fratacchione.

Mostra a tutti il suo fervore
religioso e di buon cuore
quando strappa ai più piccini
babbo mamma e fratellini.

Bacia il santo crocefisso
quando invoca che sia affisso
e lo dice a tutte l’ore
negro il barbaro invasore.

Sgrana sempre il suo rosario,
pare uscito dal binario:
ma a forza di girare
qualche guaio può incontrare.

Crisi mistica e furore
sacro impegno ed ardore
troppa foga e troppo impegno
non fan bene a tanto ingegno.

Se sembrar vuoi popolare
e il consenso accalappiare
saper dei l’antico ingegno
noto pur al Ponte di Legno:

Stai lontan dal cul del mulo, dai denti del can, e da quei che g’ha sempre la corona in man

Il Baffo Aretino, 18-8-2021