NO-VAX, NO-PASS e i maiali di Orwell

(diritti e rovesci)

Marco Travaglio sostiene, con logica ineccepibile che, se lo Stato riconosce il diritto dei cittadini a non vaccinarsi, non li può obbligare a dotarsi di un attestato di vaccinazione per accedere ai luoghi di lavoro. Sarebbe una contraddizione in termini in quanto, chi non si vaccina, non può esibire, è evidente, nessun attestato a meno che non sia falso. Elementare Watson! Nella situazione data il GREEN-PASS è forse il compromesso migliore per far fronte, non solo all’emergenza pandemica, ma anche a quella babelica in cui ci troviamo, però è facilmente attaccabile per la sua ambiguità. In teoria i diritti non dovrebbero confliggere tra loro se ne rispettiamo l’ordine valoriale, ma in pratica le cose sono – o almeno si fanno essere – molto più complicate. Di fatto, in un sistema democratico, in assenza di una legge che imponga, in tempo di pandemia, l’obbligo vaccinale, si crea lo strano caso o almeno così pare – di due diritti, cioè, di due legittime libertà che si contraddicono e si escludono a vicenda. L’uso dei tamponi sembrerebbe offrire una soluzione al problema dell’incompatibilità tra questi due diritti, ma è una strada impervia e poco praticabile per più ragioni. L’enorme quantità dei tamponi necessari difficile da reperire; i costi elevati per lo Stato; la dilatazione dei tempi necessari all’immunizzazione di massa; la disparità di trattamento a danno dei responsabili e meno costosi vaccinati rispetto ai tamponati… Dall’impasse del conflitto fra i due diritti si può uscire solo – uovo di Colombo! – chiamando in causa il diritto dei diritti, quello primario della salute. Strano non averci pensato più convintamente!. Nel paese degli azzeccagarbugli le soluzioni più semplici sono sempre quelle più complicate. Tra i due litiganti – il diritto a non vaccinarsi e il diritto al lavoro – il terzo (ma di fatto è il primo), gode! Il diritto alla salute è il reagente chimico che rivela la mistificazione del NO-VAX in quanto abuso (o rovescio) spacciato per diritto. Il riconoscimento del diritto primario – la salute pubblica – rende possibile il recupero del diritto secondario – il lavoro – e smaschera l’intruso, o falso diritto facendolo fuori con l’obbligo vaccinale. Questa almeno sarebbe la soluzione migliore. I diritti non sono tutti uguali. Anche i maiali de La fattoria degli animali di Orwell erano uguali fino a quando si scoprì che alcuni erano più uguali degli altri.Non suoni troppo offensivo verso i diritti l’accostamento ai maiali orwelliani. Esso serve solo a chiarire un concetto semplice, ma poco ovvio a giudicare dalle scomposte reazioni dei NO-VAX. E cioè che la realtà, come la terra, non è una cosa piatta, ma articolata e complessa e che ogni situazione critica richiede la capacità di operare scelte mirate a realizzare il più ampio beneficio possibile per la collettività. Il diritto a rifiutare il vaccino non può essere più legittimo di quello di evitare il contagio, pena la degenerazione nel suo contrario, cioè, nell’abuso. Nessun diritto può essere un abuso. Il NO-VAX è uno pseudo-diritto con un margine di azione assai limitato. Non ha molto spazio a sua disposizione, gli basta poco per inciampare e trasformarsi in SI’- COVID! Si invoca tanto il contesto per giustificare comportamenti molto contestabili e non si ha abbastanza chiarezza e coraggio per far valere le ragioni imposte da un contesto pandemico che solo in Italia ha ucciso più di centomila persone.

Anna Maria Guideri, 15-10-2021

Motti da legare – 5

1 – Tartufi e coccodrilli: Meloni & C. contro la violenza fascista dopo averla ingrassata e allenata per anni …
2 –Il futuro di Salvini: deLEGAre a Meloni.
3 – Mimmo Lucano 1: il BENE ha bisogno di testimoni, più sono scomodi, più sono efficaci.
4 – Mimmo Lucano 2: le regole invocate, in certi casi, sono solo baluardi a difesa della propria nullità.
5 – Mimmo Lucano 3: non fanno scandalo le leggi ingiuste, ma chi le trasgredisce.
6 – Mimmo Lucano 4: a volte sembra che il BENE non abbia gambe. In compenso il MALE è un millepiedi!
7 – Meloni: Gli esami con la Storia li abbiamo già fatti … E gli esami con il presente quando li fate?
8 – Meloni: I nostalgici fascisti sono gli utili idioti che servono alla propaganda della sinistra … Chi l’avrebbe detto che una così amorevole “madre di famiglia” ripudiasse i propri figli?
9 – La visione politica di Calenda è così ampia che non entra nella sua testa!
10 – Il declino politico di Renzi: finalmente un non-genio compreso!
11 – Giornaloni: la STAMPella di Draghi.
12 – Sillogismo: I DRAGHI sono esseri fantastici. Mario è un DRAGO. Mario è un essere FANTASTICO!
13 – Renzi, ex arbitro di calcio fallito e politico decaduto: da fischietto a fischiato.
13 – Renzi: I voti della destra non ci snaturano … solo quelli della sinistra.
14 – Accoglienza dei migranti: prego, si scomodi.
15 – Quanto si deve arrampicare il MALE per essere visibile? Mica tanto. Vuoi mettere la fatica che deve fare il BENE?
16 – E se Silvio Berlusconi salirà al Quirinale, sia mafiosi che ladroni ne faranno un orinale.
17 – Meloni, Santanché, Concita de Gregorio … com’è difficile essere femministe!
18 – Dragomania: il vuoto delle idee si riempie con il culto della personalità.
19 – Oltre Gramsci: oggi impera l’ottimismo della superficialità e il pessimismo della depressione.
20 – Civiltà dell’immagine. La qualità dell’immagine tecnologica è così alta che non ci si accorge di quanto siano bassi, a volte,i suoi contenuti.
21 – Renzi strizza l’occhiolino alla destra: allusioni ottiche.
22 – I grandi edifici scolastici del periodo fascista erano veri monumenti al sapere? No, al potere!
23 – Renzi: Abbiamo sempre combattuto Berlusconi come avversario politico … Ma quando mai?!
24 – Questioni estetiche: Draghi non ci mette la faccia … (commento in TV). Come non capirlo!
25 – Bonomi: Non ci devono essere comportamenti punitivi nei confronti delle aziende … solo nei confronti dei lavoratori!
26 – Trattative Stato-mafia: lo sventurato rispose?
27 –A immagine e somiglianza. L’uomo si è fatto dio creando una cosa eterna: la plastica.
28 – Le tasse servono a pagare tutti i servizi, anche quelli che non vorremmo avere come Renzi, Salvini, Meloni … E’ la democrazia, bellezza!
29 – Paradossi dell’informazione à la page: non è lo Stato colluso con i mafiosi, ma sono i magistrati collusi con i grillini!
30 – Visibilità: è più facile farsi notare dicendo cazzate che cose intelligenti … soprattutto se le cose intelligenti non si sanno dire!
31 – Draghi, non solo giochi di parole. In una persona comune nessuna rilevanza è rilevante. Al contrario, in una persona di successo, ogni irrilevanza diventa rilevantissima.
32 – La BESTIA: LEGAmi pericolosi.
33 – Luca Morisi rischia il carcere: LA CELLA E LA BESTIA.
34 – L’uomo e la donna sono uguali di fronte a Dio … Sì, solo di fronte a Lui!
35 – Fotoshock: Berlusconi, il disfatto quotidiano.
36 – Il futuro è nelle mani dell’intelligenza artificiale. Si aprono grandi possibilità per Salvini.
37 – Gli eroi del nostro tempo sono coloro che rinunciano al lavoro in nome di alti ideali umanitari quali i NO-VAX e i NO GREEN-PASS.
38 – Deficit: SBILANCIO PUBBLICO.
39 – Cacciari: l’unica realtà è la mia mente.
40 – I manipolatori dell’informazione non speculano solo sull’ignoranza degli sprovveduti, ma anche sulla cultura degli avveduti come Cacciari, Agamben, Sgarbi … i diversamente labili del nostro tempo.

Anna Maria Guideri, 10/10/2021

Cuore di Mimmo

(lo strano caso del Sindaco Lucano…)

La sentenza del tribunale che ha colpito così duramente il Sindaco di Riace Mimmo Lucano e che lascia molti di noi perplessi e smarriti di fronte alla sua – apparente? – sproporzione rispetto alla gravità dei reati contestati, ci riporta all’eterno mito di Antigone. Alla sottile linea d’ombra che a volte segna il confine che separa la legge dello Stato dalla legge della propria coscienza. Tra la legge imposta dall’esterno – che può essere inadeguata – e quella interiore che in alcuni casi estremi, può essere preferibile perché più giusta. Quando sono in gioco, in circostanze eccezionali, la vita e i diritti delle persone per i quali la legge vigente può rivelarsi inadeguata, chi ricopre ruoli di responsabilità pubblica può trovarsi, come nel caso del Sindaco di Riace, di fronte ad un bivio: scegliere il dovere legale o rischiare scegliendo il dovere morale. Lui, come Antigone nella tragedia di Sofocle, ha scelto la seconda via, mettendoci la faccia e rimettendoci la reputazione e la libertà. In tempi più recenti Don Milani affermava: L’obbedienza non è più una virtù rivendicando il diritto-dovere di seguire il dettato della propria coscienza nel caso in cui essa confligga con la regola.

Principio questo che egli coerentemente mise in pratica subendone i severi provvedimenti che la Chiesa di allora gli inflisse. Un’altra interessante riflessione su questo tema me l’ha suggerito l’articolo di A. Spadoros apparso sul Fatto Quotidiano il 03 Ottobre a commento del Vangelo della domenica. Gesù, rispondendo alle domande relative al diritto di ripudiare la propria moglie, previsto dalla legge, pur non pronunciandosi apertamente a favore della sua violazione, ne giudica severamente il contenuto per la sua durezza di cuore che contraddice il volere della legge divina che unisce e non divide. Questo principio che afferma la supremazia delle ragioni del cuore sulle motivazioni egoistiche della legge arida e dura, credo possa essere tranquillamente esteso al caso Lucano. Infatti sembra proprio che la sentenza non abbia per niente tenuto conto della ragione umanitaria che richiede la dolcezza del cuore, quella a cui si riferiva Gesù esprimendosi sulla legge che consentiva ai mariti di ripudiare le proprie mogli.

Agire con il cuore significa agire per i diritti e la felicità di tutti gli esseri umani e quindi lottare affinché le leggi perseguano questo fine. Nella situazione data, di fronte a norme inadeguate a fronteggiare il dramma insopportabile dei migranti, Lucano-Antigone ha scelto di non sottrarsi al dictat della dolcezza del cuore. Si temono i vulnus inferti alla legalità dalle sue irregolarità, ma non si temono i vulnus che leggi inadeguate o ingiuste possono arrecare alla vita delle persone. Si calca la mano sulle norme violate, ma non sui diritti negati. Si vede il dito e non la luna. Si vede la trasgressione alla regola, ma non si vede il limite della regola, e quanto la sua violazione possa migliorare a volte, situazioni che il suo rispetto peggiorerebbe. Molte persone in perfetta buona fede credono di difendere Lucano riconoscendo le sue buone intenzioni – nonostante la trasgressione alle norme – e rammaricandosi sinceramente dell’eccessiva severità della sentenza. Credo che questo non sia il modo più corretto per affrontare il caso. Come a dire: “Poverino, tanto buono, ma un po’ coglione, andava capito e trattato con più indulgenza.”Questo atteggiamento pietistico non gli rende giustizia.

Mimmo Lucano non è un poverino, ma un grande: il suo coraggio e i risultati ottenuti, lo dimostrano. Oserei dire che questo approccio è quasi più offensivo degli attacchi frontali e durissimi degli avversari. I quali lo combattono a ragion veduta perché hanno pienamente compreso la pericolosa portata rivoluzionaria della sua esperienza. Il varco che poteva aprire a livello mondiale sulla questione dell’accoglienza e dei diritti umani. Chi lo combatte duramente ne ha compreso il valore più di coloro che lo compatiscono. La storia è piena di trasgressioni che hanno aperto la via a provvidenziali rivoluzioni. Una per tutte la vicenda di Rosa Parks che, rifiutandosi di obbedire alla legge che intimava ai neri di cedere il posto ai bianchi sull’autobus, fece esplodere la rivolta contro la discriminazione razziale in America.

La vita corre più veloce della legge, la quale , per essere autorevole deve rincorrere la vita, cioè, adeguarsi al cambiamento, non in modo pedestre e passivo, ma in modo dinamico e creativo, come ha fatto Mimmo Lucano salvando persone, dando loro un futuro, creando situazioni favorevoli al ripopolamento di un comune a rischio estinzione. Superando l’eterno dualismo tra forma e vita di pirandelliana memoria. Nella misura in cui la forma, costituita dalle leggi, dalle norme, dalle convenzioni, non sta al passo con i tempi, essa si riduce ad un guscio vuoto dal quale la vita è fuggita. Una maschera che copre il nulla. A volte serve gettare il cuore oltre l’ostacolo’. Infrangere la regola può essere, paradossalmente l’estrema, ma unica ratio per favorire l’indispensabile cambiamento.

Anna Maria Guideri, 07-10-2021

La mia droga si chiama Draghi

(Non amo Draghi in sé, ma amo Draghi in me. Corriere della sera)

Il contenuto dei seguenti versi non è, come potrebbe sembrare, il frutto della mia fantasia, ma una trascrizione ironica di alcune delle molte dichiarazioni apparse sulla stampa e sui media da quando si è insediato il governo Draghi. Rivendico dunque l’ironia lasciando tutto il merito della serietà delle esternazioni a chi le ha pronunciate.

Si aggira indisturbato
Draghi, il predestinato
a compier la missione
della liberazione
del popolo oppresso
dal giogo giallo-rosso.

Incede sobrio, austero,
quasi non sembra vero,
con il suo portamento
in questo Parlamento:
riscatta l’Assemblea
dalla triste nomea.

La sua reputazione
ridà verginità
a uno Stato buffone
con scarsa dignità.

Tra i media e i giornaloni,
cogliendo fior da fiore,
le false informazioni
hanno un solo colore …
quello dei potentati
delle lobby, schierati
contro Conte – anatema! –
per salvare il sistema
che garantisce ai meno
ricchezza e impunità …
e ai tanti tutto il pieno …
di quel che resterà.

Su Conte, pussa via,
è arrivato il MES-SIA!”
La divina entità
l’Italia salverà …
E’ il Salvator mundi,
banchiere dei due mondi,

l’uom della provvidenza …
Facciam la riverenza,
mettiamoci carponi,
caliamoci i calzoni …

E’ un uomo eccezionale
proprio perché normale.
In bagno non va mica,
di ferro ha la vescica …
Sono cose mai viste …
Alla sete resiste!

Blu è la sua cravatta
che al suo look si adatta …
Semplice ed elegante,
un uomo … no, un gigante!

Modesto, un po’ appartato,
è discreto, distante …
Lui sta dietro le piante
così mimetizzato:
non vuol farsi notare,
è lì solo per fare.

Anche la voce è bassa,
la loquela essenziale,
parla solo alla cassa
della Banca Centrale.

Un ricostituente,
un vero guaritore,
EGLI appare silente
come il Salvatore.

E basta il suo sorriso
che gli rischiara il viso,
il tocco della mano …
e da vero sciamano
ci libera dai mali
presenti ed ancestrali.

Con la semplicità
che lo contraddistingue
va a passeggio qua e là
seguito dalle lingue
dei media genuflessi
in adoranti amplessi.

Al bar, di buon mattino,
lui prende il cappuccino,
ci inzuppa poi un cornetto:
un prodigio perfetto!

Con la moglie ed il cane
va a fare la spesa,
fa la fila pe’l pane
sopportando l’attesa.

Così per il vaccino
lui sta sul seggiolino
e attende taciturno
che venga il suo turno.

In tutto lo sfacelo
lui rappresenta il cielo
che noi guardiamo fisso
dal fondo dell’abisso..

Noi custodi del culto
or ci offriamo all’insulto
per amor di un MES-SIA
che ci mostra la via ..

Non usiam l’ironia!

Con lui sale la borsa …
Or prendiam la rincorsa.
Cos’è la pandemia
se non la strategia
per l’economia?

Si libra in aria, assorto,
conscio del suo mandato.
Sembra non si sia accorto
di quanto è venerato
e non senta il pericolo
del senso del ridicolo!

Anna Maria Guideri, 02-10-2021

SE SCARTABELLANDO … dal Conticidio di Marco Travaglio

1 – Draghi può fare qualunque cosa meglio di Conte. (C.De Gregorio, La 7, DIMartedì)
2 – Sbaragliati i dilettanti torna la politica? Forse. (C. Fusani, Il Riformista)
3 – Il linguaggio della concretezza la politica se l’era dimenticato; irrompe di colpo in Parlamento. (N. Ajello, Il Messaggero)
4 – Il punto di partenza è la sobrietà di modi, di espressioni, di toni … (M. Panarari, La Stampa)
5- Il nuovo stile Draghi, un uomo in cui tutto trova misura. (Il Giornale)
6- –E’ Lei il nostro Mes. (D. Faraone)
7 – Un orizzonte di crescita, economia, sviluppo, progresso … (Corriere della sera)
8 – E’ il salvator mundi, il banchiere dei due mondi. (Libero)
9 – Draghi è un super figo che solo a pronunciare il nome ci fa risparmiare miliardi. (Linkiesta)
10 – Gli portano un bicchiere d’acqua, prova che non è un marziano. (Corriere.it)
11 – Draghi non molla mai, nemmeno per andare in bagno. Lo chiamano vescica di ferro. (Il Tempo)
12 – In Italia è già iniziata la cravatta-mania. ( D. Carretta, Agi twitter)
13 – E’ uno qualunque. In piazzetta si siede vicino alle piante per non farsi riconoscere. (Il GIORNALE riferisce le parole del suo giornalaio)
14 – E’ la vitamina D della Repubblica. All’Italia serve un potente ricostituente. (G. Gandola, Panorama)
15 – Draghi al mattino fa colazione col cappuccino e cornetto integrale. (H.Post)
16 – Ai Parioli lo vedono al mercato con la moglie Serenella e a spasso col cane, un bracco ungherese. (Ag. Ansa)
17 – Ci sono persone normali come Draghi che si è messo in coda per farsi vaccinare insieme alla moglie seduti sul seggiolino di plastica. (La Stampa)
18 – Da un lato c’è il cielo che Draghi rappresenta, la credibilità, il prestigio. L’abisso è la politica, i partiti. (M. Giannini, DiMartedì, La 7)
19 – Lui sarà il sacerdote, noi saremo i custodi del culto. (A.Maria Bernini, Forza Italia)
20 – Draghi ha il difetto che non si riesce a trovare una crepa nella sua vita intemerata. (N. Aspesi, La Repubblica)

Dare e non prendere … a chi?

una piccola riflessione pseudo-shakespeariana sul proposito del governo Draghi di dare e non prendere ai cittadini italiani

Dare e non prendere, questo è il problema!
Se sia più nobile dare alle imprese una grande fortuna
non aumentando loro tassa alcuna
e permettere le delocalizzazioni
senza imporre sanzioni …
tollerar del fisco le evasioni …

O dare ai cittadini sicurezza
sul posto di lavoro … la certezza
della Sanità Pubblica, efficiente …
aiutare le gente …
Non prendere a chi ha più bisogno …
un’utopia pare, un bel sogno …

Difficile risolver la questione
se dare a chi ha di più o a chi ha ragione …
se dare a chi più ha
e prendere a chi non ha …

Meglio non ci pensare, sopire, dormire, forse sognare …
Com’è difficile passare dal dire al dare …
Meglio dunque lasciare
che le cose seguano il loro corso:
DARE, NON PRENDERE a chi più ha, senza rimorso!

Anna Maria Guideri, 26-09-2021

La stampa: libertà di genuflessione

(Parafrasando i classici che avevano capito tutto)

Tanto gentile e tanto onesto pare
il Mario nostro quando altrui saluta
ch’ogni stampa diviene prostituta
a comincia così a idolatrare.
Egli si va sentendosi laudare
benignamente d’umiltà vestuto
e par che sia un gran capo venuto
da cielo in terra per noi a governare.
Mostrasi sì potente a chi lo mira
e dà coi gesti sicurezza al core
da far sperar così in un’era nuova.
E pare che in padella cocia l’ova
e faccia la frittata con amore
per dire poi all’Italia: “su rigira!”

Da La vita nuova di Dante)

Ahi serva stampa dei corrotti ostello,
donna senza pudore e disonesta
venduta al grande GEDI del bordello!

(Dal VI Canto del Purgatorio della Divina Commedia)

Ahi vile stampa perché non peristi?

(Dal 33esimo Canto dell’Inferno – Il Conte Ugolino)

“C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico”: Draghi!

(Da L’aquilone di G. Pascoli)

La stampa: rea di servo encomio e di codardo oltraggio.

(Da Il 5 Maggio di A. Manzoni)

Così percossa e attonita
l’Italia al Draghi sta
muta mirando il genio
dell’uomo più special!

(Dal 05 maggio di A. Manzoni)

Anna Maria Guideri, 23/9/2021

Il Conte sbiadito

In merito all’articolo di Selvaggia Lucarelli apparso sul Fatto Quotidiano avente per oggetto la presunta tendenza al suicidio politico di Giuseppe Conte perché troppo sbiadito, poco incisivo ed elusivo con i giornalisti che lo incalzano (vedi Formigli a Piazza Pulita), desidero esprimere il mio dissenso. Penso che forse, l’unico modo per farsi notare fra tanto becerume e conformismo comunicativo, sia quello di rendersi più “sbiadito” possibile. Vale ancora la celebre battuta di Nanni Moretti : Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?” Nel caso di Conte, visto che tutti – o quasi – vengono per farsi notare nel peggiore dei modi, il modo migliore per rendersi positivamente visibile è quello di rendersi invisibile. Certo, per vincere da sbiadito ci vuole classe, ma, fino ad ora Conte, a giudicare dal consenso ottenuto e che mantiene, malgrado la campagna di delegittimazione di tutti i giornaloni riuniti, ha mostrato di averla. Il suo è un grande fair play in grado di resistere al forcipe di quei giornalisti che mostrano di mirare più agli effetti speciali che ai contenuti.

Resta da chiarire l’allineamento di Travaglio sulle posizioni della Lucarelli, che sembrano contraddire inspiegabilmente quanto ha sempre sostenuto (vedi CONTICIDIO) . Credo che Giuseppe Conte tutto si sarebbe aspettato fuorché ricevere fendenti micidiali proprio dal giornale che lo ha sempre – meritatamente – difeso. Come si spiega questo cambiamento di tono e di linea da parte del Fatto? E’ forse cambiato Conte? Non mi pare. Non era uno scalmanato prima, non lo è ora. Ha sempre difeso fermamente le ragioni della vaccinazione e ora difende, con perfetta coerenza e correttezza e altrettanto fermamente, le ragioni del Green pass. Mentre questo non si può dire altrettanto di marco Travaglio che legittimamente, ma non proprio coerentemente, è andato ad ingrossare – si fa per dire – la fila degli intellettuali dissidenti non per giusta causa.

Forse Travaglio si aspettava che Conte, per far dispetto al suo usurpatore Draghi, vendesse per un piatto di lenticchie la sua primogenitura, vale a dire, la sua coscienza e la sua coerenza? Così non è stato e non poteva essere se Conte è quella persona seria e responsabile che Travaglio ha così ben capito e descritto.

Anna Maria Guideri, 22-09-2021


La plastica verbale

il restiling linguistico

Il troppo stroppia, si sa, cioè, l’eccesso di attenzione ad usare un linguaggio politicamente corretto sfoggiando tutta una serie di eufemismi e di francesismi sconfina sempre di più nel grottesco e nel ridicolo ottenendo l’effetto contrario a quello voluto: quello di rispettare le persone e le categorie più disparate considerate, scorrettamente, diverse. Quest’uso, a volte maniacale, dell’elegante e dell’asettico si estende ad alcuni settori dei servizi pubblici che, se non siamo bene edotti sul significato letterale dei termini, può suonare ridicolmente poetico. Un esempio calzante è costituito dall’espressione sanificazione delle isole ecologiche per indicare la pulizia dei punti di raccolta dei rifiuti urbani. L’espressione, dal punto di vista dell’uso dei termini, è perfetta, eppure ci fa ridere perché ci appare il prodotto di un eccesso di zelo, come a dire: tanto nobile lignaggio, pardon, linguaggio, per una cosa tanto plebea! Di prim’acchito l’espressione evoca paradisi turistici, isole di sogno tra palmizi, spiagge dorate e imbarcazioni al largo di un mare splendente. Invece, banalmente, si tratta di pulire gli spazi isolati riservati ai contenitori della monnezza. Potenza del linguaggio!

E’ proprio vero che la lingua, più che definire e descrivere la realtà, la crea! A seconda dell’uso che ne viene fatto può influenzare a tal punto le nostra facoltà percettive da modificare profondamente – nel bene e nel male – il nostro rapporto con la realtà. La civiltà, cioè, l’affrancamento dell’uomo dallo stato di natura, è figlia del linguaggio e, nella misura in cui ci allontaniamo dal nostro stato naturale, possiamo, sì, realizzare grandi cose, ma anche essere esposti a tutte le manipolazioni possibili. La storia lo dimostra. Oggi in particolare, il fenomeno della narrazione distorta della realtà dovuta all’uso potentissimo e spregiudicato dei media, è particolarmente grave e difficile da controllare. Mi vengono in mente alcuni esempi significativi in uso ed altri possibili di come la lingua, sottoposta ad un abile trattamento estetico possa passare da una forma originale acqua e sapone ad una irriconoscibile, più elegante e sofisticata, certamente meno autentica, in grado di modificarne radicalmente il significato.

VERSIONE ORIGINALEVERSIONE “RESTAURATA”
Compromessi al ribassoPrezzo dovuto alla governabilità
Gogna mediaticaDiritto alla libertà di espressione
Il silenzio di Draghi sul caso DurigonAtteggiamento responsabilmente distaccato.
Conticidio orchestrato dai media per ordine dei potentati economici.Missione compiuta per salvare l’Italia.
Un poliziotto americano uccide un nero inerme.Azione estrema compiuta nell’interesse dell’America.
RampantismoLegittima ambizione.
Un Assessore leghista uccide un disabile.Legittima difesa.
Governo della grande ammucchiata.Governo di responsabilità nazionale.
Licenziamenti e delocalizzazioni.Misure inevitabili per la salvezza dell’impresa.
Evadere le norme di tutela dei lavoratori.Risparmiare sul costo del lavoro per poter incentivare l’occupazione.
Assumere le donne nei posti di lavoro con trattamento economico discriminante.L’assunzione è comunque un ulteriore passo verso la parità di genere.
Sfruttare gli extracomunitari.Aiutarli ad integrarsi.
Bombardare l’Afghanistan.Esportare la democrazia.
TrasformismoCambiamento responsabile.
Renzi intrattiene scambi socio-economici con il regime autoritario dell’Arabia Saudita.Renzi intrattiene scambi socio-economici con uno Stato neorinascimentale.
Non soccorrere i naufraghi nel Mediterraneo.Difendere la patria dagli invasori.
Evasione fiscale.Strategie di sopravvivenza.
La corruzioneLa realpolitik.
Irriducibilmente fascista (vedi Meloni)Persona coerente e coraggiosa.
StupratorePersona vittima dei propri incontrollabili istinti provocati dalle donna.
Bugiardo, imbroglione.Persona dotata di grande fantasia.
Offendere.Esprimersi coraggiosamente contro l’ipocrisia del “politicamente corretto.”
Stupro di gruppo.Ragazzi che si divertono.

L’elenco naturalmente può continuare all’infinito e se qualcuno volesse dare una mano ne sarei ben lieta perché purtroppo le cazzate, come gli esami, non finiscono mai!

Anna Maria Guideri, 20-09-2021

É il contesto, Bellezza!

Montanelli e l’eterno ritorno dell’uguale

In merito alla replica dell’intervista fatta a Marco Travaglio, autore del libro INDRO, da Giorgio Zanchini a QUANTE STORIE sul passato colonial-coniugale di Montanelli in Etiopia, vorrei, partendo dalle dichiarazioni di Travaglio, fare alcune osservazioni.
La linea difensiva dell’autore poggia sui seguenti punti:

A – I fatti vanno inquadrati nel contesto spazio-temporale in cui sono avvenuti. All’epoca l’usanza di fare sposare bambine – ma in Africa erano già donne, sic! – di 12 anni era diffusa. I valori di allora non erano quelli di oggi, perciò il giudizio ne deve tenere conto. Pertanto quei giovani scalmanati che hanno osato oltraggiare il monumento del “divino” Indro hanno dimostrato di non conoscere la storia.

B – Montanelli era in perfetta buona fede, anzi, per la bambina e per la sua famiglia è stato una vera manna dal cielo, tanto che lo hanno ricambiato con affetto e gratitudine … anche se sappiamo, per bocca dello stesso Indro, che all’inizio lei non voleva …

C– Il comportamento di Montanelli non merita di essere decontestualizzato, come non lo merita, ad esempio, Cristoforo Colombo che scoprì l’America, ma che non può essere ritenuto responsabile del colonialismo e dello schiavismo che ne seguirono. A quel tempo si usava così.

D – Montanelli ha sempre dato prova di coerenza e di coraggio, non è mai sceso a compromessi e ha riconosciuto di essersi sbagliato sia su Mussolini che su Berlusconi rimettendoci di persona …

Osservazioni

1 – Insomma, tutta la colpa sarebbe del contesto. Il contesto sarebbe il capro espiatorio che solleverebbe il soggetto da ogni responsabilità. Da ciò si evince che, siccome tutti, per fortuna, disponiamo di un contesto, anche se ci comportiamo male, siamo innocenti. Non siamo noi a peccare, è il contesto che pecca per noi! Sei stato tu? Io no! Allora chi è stato? E’ stato il contesto, quel brutto e cattivo! Menomale che il contesto c’è. Lui è il nostro “santo – o diavolo – protettore.” E’ colui che si addossa tutte le colpe per salvarci la reputazione e renderla più bella e splendente che pria! E’ al contesto che bisognava fare il monumento, mica a Montanelli!

2 – L’onestà intellettuale di Montanelli è fuori discussione come lo sono il suo endemico maschilismo e la sua innocente distrazione nei confronti dei diritti umani. Il fatto che il grande giornalista, dopo tanti anni parlasse di quel periodo della sua vita, con disinvoltura e compiacimento, senza mostrare alcun ripensamento, non costituisce un attenuante, ma un aggravante. Ad un maturo intellettuale del ventesimo secolo di una società democratica non è consentito manifestare idee tanto retrive senza pagare pegno. Richiamare l’attenzione sul caso Montanelli come hanno fatto gli imbrattatori del monumento, non significa ignorare la Storia, ma piuttosto conoscere i DIRITTI UMANI ( che della Storia fanno parte). Però, riguardo alla profanazione del monumento e, in generale all’inopportunità di abbattere quelli dedicati a personaggi più o meno controversi, concordo con Travaglio. I monumenti devono restare al lori posto non tanto per ricordare i personaggi – in questo caso Montanelli – ma per ricordare a noi tutti quanto sono stati cretini gli italiani che gliel’hanno dedicato!

3 – Se Travaglio tenesse conto del contesto corruttivo di questo paese nel quale proliferano senza soluzione di continuità i nemici della cosa pubblica contro i quali egli dirige – giustamente – i suoi strali di angelo sterminatore, avrebbe usato altro stile e altri toni … Se tutti rubano, dove sono i ladri? Se tutti stuprano le bambine etiopi di dodici anni, dove sono gli stupratori? Tutti ladri? Nessun ladro! Craxi docet…. E’ il contesto, bellezza! Ma lui giustamente non fa sconti contestuali ai corrotti di “casa-cosa nostra.” Con Montanelli invece usa non il bastone, ma la carota, ma c’è da capirlo. Montanelli lo ha creato è i’ su’ babbo. “Babbo ti voglio bene e ti difenderò fino alla morte. Grazie babbo … sig sig … !”

4 – Montanelli maestro di etica perché non opportunista, perché ebbe il coraggio – pagando di persona – di ribellarsi al fascismo e poi anche a Berlusconi? Certamente, ma non mescoliamo le pere con le mele. Riconoscere la dignità di un popolo colonizzato e di una minorenne di colore non rientrava nel suo codice d’onore, perché era un fascista. Non poteva fare ammenda del suo passato coloniale perché per lui quell’occupazione e quel matrimonio non furono errori, ma atti eroici da premiare con la medaglia al valore! Non erano suoi pari, erano esseri inferiori, esattamente come i nativi americani “scoperti” da Cristoforo Colombo, con la trascurabile differenza che da allora sono passati quasi cinque secoli! Montanelli – rendiamogli l’onore delle armi e della verità – è stato un colonialista, un razzista, onesto e coerente perché perfettamente in pace con la propria coscienza … di fascista!

Anna Maria Guideri, 12/9/2021

Però

Giorgia Meloni è fascista, però è coerente;
è razzista, però è vincente,
è aggressiva, però è una donna;
è prepotente, però è convincente.

Quel però tutto intero
Lo buttiamo giù dal pero;
c on l’accento non si può,
meglio un pero che un però:

la Meloni? Grazie, no!

Anna Maria Guideri, 27 Gennaio 2020