LA STORIA SU MISURA

di Anna Maria Guideri

(Il pensiero recondito di Giorgia Meloni)

So’ cristiana e patriota,
lo sa bene chi mi vota;
so’ la prima della lista:
italiana e anche fascista.

C’è chi dice – cosa strana –
che l’Italia è partigiana
nata dalla Resistenza:
non è vero, è una scemenza.

Gl’ ITALIANI siamo NOI,
non lo siete certo voi:
solo noi siamo italiani,
ieri, oggi e anche domani.

Mi chiedete di abiurare …
al fascismo rinunciare …
Dichiararmi antifascista?
Io son’anticomunista!

Non rompetemi i coglioni
con le commemorazioni!
Chi commise l’attentato
e colpì al cuor lo Stato,

fe’ saltare le cervella
dei tedeschi in via Rasella?
Furon solo i terroristi,
partigiani comunisti!

Se ci fu la rappresaglia,
ai nazisti la medaglia
per l’eccidio devon dare:
furon gli altri ad attaccare …

Impossibile la resa:
fu legittima difesa!

Qualche morto in più ci fu …
sì, trecento … su per giù:
qui lo dico e qui lo nego,
di quei morti me ne frego!

Per l’Italia, patria mia,
una strage … vuoi che sia …
eran solo partigiani,
mica erano italiani!

Anna Maria Guideri, 27-03-2024

Autodeterminazione

( La vexata quaestio …)
di Anna Maria Guideri

Fra i vari motivi di dissenso all’interno del PD, uno dei più dirimenti riguarda il dibattito sull’autodeterminazione nell’affrontare il fine-vita da cui emerge una spaccatura netta fra laici e cattolici che riaffiora frequentemente mettendo a repentaglio la compagine del partito. Ho tratto motivo per riflettere ulteriormente su questo tema circa un mese fa, dalla pubblicazione sul quotidiano Domani di alcuni articoli a firma di Mario Giro, Giorgio Merlo e Gianfranco Pellegrino a seguito del caso Bigon, la senatrice del PD della regione veneta costretta a dimettersi per avere impedito l’approvazione della legge sul fine vita. Alcuni punti su cui riflettere , non nuovi, ma mai abbastanza chiariti, sono i seguenti:
1) si può parlare di diritto alla libertà di coscienza per chi non vuole riconoscere ad altri di decidere liberamente della propria vita e della propria morte? Esiste il diritto di negare i diritti altrui? Esiste la libertà di impedire la libertà degli altri quando questa non nuoce al bene comune?
2)Con quale diritto lo Stato interferisce sulla volontà del singolo cittadino per impedirgli di porre fine ad una sofferenza divenuta insopportabile? Con quale diritto ne sequestra il corpo sostituendosi al suo legittimo proprietario?.
3) In democrazia tutte le idee hanno diritto di cittadinanza (tranne l’apologia di reato), ma non tutte possono essere convertite in leggi come nel caso di negare al cittadino l’autodeterminazione riguardo alla propria vita.
4) – Nel momento in cui una questione che riguarda il singolo individuo diventa, in virtù della legge, un obbligo per tutti negando il diritto inalienabile di ognuno di decidere sulla propria vita, la democrazia cessa di esistere e subentra il regime autoritario.
5) A scanso di equivoci mi permetto un’ovvietà, non si sa mai… Se il rapporto con la propria vita è personale, non altrettanto dicasi del rapporto con il fisco che ci riguarda non come esseri umani, ma come cittadini facenti parte di una comunità che dobbiamo sostenere compatibilmente con i mezzi che abbiamo. Se esiste la libertà di vivere e di morire quando e come vogliamo, non esiste la libertà di evadere il fisco.
6) La vexata quaestio sull’autodeterminazione ci riporta all’eterno conflitto fra Stato e Chiesa mai del tutto risolto che riemerge periodicamente quando irrompono controversie che coinvolgono la sfera morale, etica, umana e civile. Questi aspetti si intrecciano in modo confuso e arbitrario e necessitano di essere ordinati e distinti secondo l’ambito al quale ognuno di essi appartiene.
7) La democrazia si afferma nel pluralismo, non nel caos, non nell’assemblaggio indifferenziato di categorie differenti e incompatibili fra loro. Come l’acqua e l’olio che sono due sostanze non mescolabili, così ciò che attiene alla sfera coscienziale e privata di ogni individuo non può mescolarsi alla sfera pubblica che è competenza dello Stato il quale non può arrogarsi il diritto di perpetuare la sofferenza di chi vuole smettere di soffrire.
8) Lo Stato può intromettersi solo dimettendosi, cioè ritirandosi e riconoscendo ad ognuno la libertà di decidere del proprio destino.
9) Se lo Stato sostituisce o affianca il Vaticano traducendo in legge gli insegnamenti della fede cattolica venendo meno alla sua laicità che gli impone di garantire i diritti di tutti indistintamente, anche di chi non è credente, cessa di essere democratico e diventa teocratico. Vogliamo fare la fine dell’Iran?
10) I cattolici non possono pretendere che lo Stato agisca per conto del papa: libera Chiesa in libero Stato!
11) E anche se la vita ce l’avesse data il Creatore, semmai è con lui che ce la dovremmo vedere, non con i suoi invadenti interpreti!

Anna Maria Guideri, 13 marzo 2024

MOTTI DA LEGARE 31

1 – La sinistra ha vinto in Sardegna: il riscatto del depresso.
2 – Un underdog al potere: meglio il censo del cesso!
3 – Destra: la politica è rutto.
4 – Vannacci, nomen omen: il cognome è un dispregiativo ed un presagio.
5 – R. Vecchioni: Il fascismo è un fatto da dimenticare … ma fa di tutto per farsi ricordare!
6 – Meloni, la migliore, ha scelto i peggiori, perché? Perché solo i peggiori l’hanno votata!
7 – In America niente di nuovo, sempre il solito Trump Trump!
8 – La Russa, Salvini, Sgarbi, Donzelli: Il mondo è brutto perché è vario, ce lo dice il bestiario!
9 – Social: quanto più l’odio è virtuale, tanto più è letale!
10 – La morale non è necessariamente appannaggio della religione, ma lo è senz’altro della ragione!
11 – Democrazia, il meglio per tutti, il meglio da tutti.
12 – RAI, meglio il manuale Cencelli, che la fascistizzazione dei cervelli!
13 – Il populismo è contro il potere del sistema per conquistare il sistema di potere.
14 – Putin piace perché in Russia ha eliminato la criminalità … e allora perché lui è ancora a piede libero?
15 – Salvini farà precipitare la Lega molto in basso. Già fatto. Già fattooo?
16 – Per battere la destra dobbiamo batterci la testa … ma non ce l’abbiamo già battuta tanto tempo fa?
17 – Nella democrazia c’è sia il bene che il male; nella dittatura c’è solo il male, ma non si può dire sennò sarebbe democrazia.
18 – Il problema della convivenza sociale sta nel fatto che essendo la realtà formata da molteplici aspetti, ognuno sceglie quello che gli pare senza preoccuparsi troppo di quello che hanno scelto gli altri.
19 – Il rischio di chi vuole salvare la memoria storica è quello di salvarla per chi ce l’ha e di non saperla trasmettere a chi non ce l’ha, cioè, alle nuove generazioni.
20 – Comunicazione. Il ragionamento spesso porta a scegliere il male minore, lo slogan porta quasi sempre a scegliere il male maggiore.
21 – Mediterraneo, cimitero dei migranti: MARE MONSTRUM.
22 – Problemi a spendere i soldi del PNRR: chi troppo ha, niente ha.
23 – Com’è brava la Meloni …Chi riceve troppi apprezzamenti può illudersi di meritarseli davvero.
24 – Fascisti d’Italia: mai dare il potere a chi per lungo tempo lo ha inutilmente inseguito.
25 – Alessandra Todde ha vinto in Sardegna: mai una vittoria così risicata, è stata tanto politicamente centrata.
26 – Voltaire col manganello: la tua libertà di manifestare finisce dove comincia la mia di manganellare.
27 – I grandi manipolatori conoscono talmente il bene che lo usano per fare il male.
28 – Molti politici vivono il potere, come qualcosa che serve a chi ce l’ha, non a chi non ce l’ha.
29 – Corpo e corpi. Salvini: Bisogna difendere il corpo della polizia senza se e senza ma … anche quando bastona i corpi degli studenti.
30 – Il potere non ha bisogno di impartire ordini, i servi sanno perfettamente cosa vuole.
31 – Contorsioni mentali. C’è chi, come Soru, preferisce essere sconfitto dal nemico pur di far fuori “ l’amico. “
32 – Voto sardo? Voto sordo alla destra!
33 – Meloni è la migliore … il peggio come lo fa lei non lo fa nessuno.

Anna Maria Guideri

Italo Bocchino e l’antisemitismo

di Anna Maria Guideri

(San Remo? Sono solo barzellette!)

Alcune sere fa a Otto e mezzo con Lilli Gruber ho assistito ad una esilarante performance di Italo Bocchino. Trovandosi in imbarazzo nel prendere atto dell’imprevisto idem sentire degli elettori di destra e di sinistra emerso da un sondaggio, nel disapprovare la censura della RAI a San Remo riguardante le parole pronunciate dal cantante Ghali contro il genocidio in Medio Oriente, ha accusato il PD e il M5S di antisemitismo. – Ma che ci azzecca? – direbbe qualcuno. Quali sottili connessioni uniscono la condanna della discutibile interferenza della RAI al Festival di San Remo con il sentimento antisemita? Mistero! Bocchino, anziché approfittare del parere insolitamente condiviso dalle due parti per dar prova di una certa obiettività di giudizio che premiava anche il suo partito, se pure con una percentuale minore, da bravo soldatino è scattato sugli attenti e ha eseguito l’ordine di sparare al nemico che una volta tanto, era del tutto d’accordo con il suo (di Bocchino) amico. E visto che destra e sinistra la pensavano allo stesso modo, sarebbe stato più logico accusare tutti quanti di antisemitismo, se tale accusa avesse avuto un minimo di senso. Quando la ragione e il sentimento con l’aggiunta del senso della disciplina – senza onore – si scontrano, avviene il botto. Se i nemici e gli amici si mettono d’accordo finisce il mondo. Chi perde il nemico perde un tesoro, un c’è più religione. Dopo un attimo di esitazione, la perplessità dei presenti si scioglie in una incontenibile risata liberatoria. Sfugge per il momento l’audace arrampicata sugli specchi di Bocchino. Non era facile intuire i processi logici di una mente tanto dotata! Per decifrare l’arcano mi è venuta in soccorso il ricordo di una vecchia barzelletta che ironizza sulle rocambolesche connessioni logiche finalizzate a sostenere una tesi precostituita, eccola. Un tizio incontra un amico che al suo “ciao” risponde con un “miao.” Lambiccandosi il cervello per spiegare il senso di quel miao procede per successive deduzioni: da miao-gatto-topo-formaggio-latte-mucca-corna-cornuto, scoprendo così di essere il cornuto della storia. Dal miao al cornuto il salto non è breve, ma con un po’ di sforzo ci si può arrivare. Vediamo se, partendo dal cantante censurato dalla RAI si può arrivare all’antisemitismo del PD e del M5S. Ecco l’iter pseudo-analogico a quello della barzelletta: Ghali è un cantante di origine tunisina. I tunisini sono a maggioranza musulmani, ergo, non sono ebrei, quindi sono antisemiti e Ghali è un antisemita. Allora il PD e il M5S che a stragrande maggioranza gli hanno dato ragione contro la RAI, sono antisemiti. Una nota che richiami al fatto che anche la destra gli ha dato ragione, che si sappia, non è pervenuta. Il ragionamento non fa una piega, anche se fa ridere. Confesso, non è stato facile entrare nei meandri complessi di una mente tanto sottile come quella di Bocchino, ma ci sono riuscita e sono soddisfatta!

Anna Maria Guideri, 18-02-2024

MOTTI DA LEGARE 30

di Anna Maria Guideri

1 – Mussolini diceva: Io non faccio politica, faccio l’antipolitica. Era moderno lui o sono antiquati i populisti nostrani?
2 – Dal P.C.I. al PD: dalle Frattocchie alle frattaglie.
3 – L’anticasta è la rivolta contro il sistema e la sua corruzione con l’effetto di distruggere il sistema salvando la corruzione.
4 – Conservatorismo: conservare il bambino con l’acqua sporca.
5 – Alluvione: avere il fiume negli occhi.
6 – Cultura: fare tesoro dei tesori.
7 –Prova regina. Il ministro Lollobrigida è fascista? Assolutamente no! Perché? Perché quando c’era il regime fascista i treni arrivavano in orario!
8 – La tecnologia se non la possiedi, ti possiede.
9 – Saluto romano: Non è un reato se è per commemorare i morti … purché non si voglia resuscitarli!
10 – Sanità: Fratelli d’Italia – fratelli di tagli.
11 – Egomania. Meloni: chi non è me non è!
12 – Montanari, lista civica per Firenze (?) A sinistra si fa a gara a chi è più antifascista per far vincere i fascisti!
13 – Meloni: Io non sono fascista … Forse lei non lo sa , allora qualcuno gliela deve pur dire la verità.
14 – Il padre di Meloni spacciatore e camorrista … Le colpe dei padri non devono ricadere sui figli … maschi!
15 – La sinistra ha ragione , ma perde … Cosa deve fare? Deve far finta di avere torto!
16 – Sinistra: a forza di studiare il nemico ha perso di vista se stessa e ha finito per assomigliargli.
17 – Femminista in crisi: non temo la Meloni in sé, temo la Meloni in me!
18 – Fondamentalismi religiosi: per volere la guerra in nome di Dio, bisogna proprio non credere in Dio!
19 – Dostoevskij: La bellezza salverà il mondo … Quante tonnellate di bellezza ci vorrebbero oggi per salvare il mondo?
20 – Nel tempo dell’inconsistenza e dell’effimero, solo la leggerezza dello spirito può avere un certo peso
21 – Cultura: Come l’araba Fenice, che ci sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa.
22 – Identità fascista: NERO, DUNQUE SONO !
23 – La sinistra teme di perdere l’egemonia culturale … Di fronte all’egemonia dell’ignoranza un ci se ne pole!
24 – La destra ha ragione perché esiste. La sinistra esiste malgrado abbia ragione.
25 – La cultura è memoria consapevole, è capacità di scoprire il senso e di scavalcarlo.
26 – Azzardata? Non tutti i comunisti sono geni, ma è molto probabile che la maggior parte dei geni siano o siano stati comunisti..
27 . Il fatto che per sopravvivere ci si adatti al peggio pregiudica gli sforzi necessari per realizzare il meglio.
28 – Sinistra: il potere della cultura. Destra: il potere sulla cultura.
29 – Delocalizzazioni aziendali e licenziamenti. Le colpe dei padri non devono ricadere sui figli, ma le colpe dei padroni ricadono sempre sui lavoratori.

Anna Maria Guideri, 9-02-2024

CULTURA

(Mi si nota di più se ci sono o se non ci sono?)
di Anna Maria Guideri

Non si parla mai tanto di cultura come quando non c’è per far finta che ci sia e per far credere di esserne gli illustri rappresentanti. Come il convitato di pietra che non c’è, ma c’è, o come Nanni Moretti che nel celebre Ecce Bombo si chiedeva se, per non passare inosservati, fosse meglio esserci o non esserci. Cultura, una parola che attraversa da tempo una grave crisi d’identità e che, proprio per questo, è destinata ad averne molte e ad essere piegata ai più svariati e disparati usi ed abusi … Un espediente buono per chi è a corto di argomenti, per sviare il discorso gettando la palla in tribuna – ci vorrebbe più cultura – con l’aria supponente e vagamente saccente tipica di chi ha capito tutto ma non può fare nulla perché l’ignoranza degli altri – mai la propria! – è veramente troppa. La violenza, i pregiudizi, il malcostume, le ingiustizie, la mancanza di senso civico … tutto quello che non funziona è colpa della mancanza di cultura senza specificare che cosa s’intenda per cultura e a cosa ci si riferisce quando si parla dei rimedi ai mali del mondo. Ma a cosa serve davvero questo tormentone che, come un fuoco fatuo, rischia di fare apparire colto chiunque pronunci questa parola magica senza contestualizzarla e spesso a sproposito? Serve alla propria visibilità – sparlino purché parlino (O. Wilde) – ; serve a gettare il fumo negli occhi illudendo la gente che l’uso compulsivo e indiscriminato dei social possa colmare il vuoto di conoscenze, l’assenza di pensiero, di visione, di senso, di scopo … di consapevolezza del capitale umano. Si parla di cultura con una incoscienza e una leggerezza pari al peso enorme del vuoto che ci opprime. Questa parola è diventata la panacea per tutti i mali, una specie di attestato di credibilità per spararle grosse appena se ne presenta l’occasione. E qui mi corre l’obbligo di citare il nostro ministro della cultura Gennaro Sangiuliano che, appena insignito dell’alta carica istituzionale, per effetto di questa parola – cultura – da asino si è trasformato in un dotto signore che pontifica urbi et orbi con la soddisfazione di vedere presi sul serio i suoi blasfemi accostamenti fra Dante e la destra e le sue rocambolesche simmetrie tra fascismo e comunismo. Sangiuliano non è ministro perché è colto, ma è colto perché è ministro! Come re Mida che trasformava in oro tutto ciò che toccava, lui ha il potere di trasformare in cultura tutte le sparate che escono dalla sua bocca. Poi, forse per rimediare alle gaffe – ma la toppa è peggio del buco – si è avventurato spericolatamente a tessere le lodi di Antonio Gramsci risvegliandolo bruscamente – supponiamo – dal suo eterno e meritato riposo. E il generale Roberto Vannacci non merita forse un premio per il suo contributo all’egemonia culturale della destra con la pubblicazione del suo esplosivo best-seller?Infatti rischia – ma siamo noi che rischiamo – la candidatura alle prossime elezioni europee. Così come il ministro dell’ agricoltura Francesco Lollobrigida ha fornito una valida prova della sua cultura istituzionale, facendo fermare il treno su cui viaggiava per non arrivare in ritardo ad un incontro di lavoro: il ritardo del ministro è più importante di quello degli altri viaggiatori … Almeno con Mussolini i treni arrivavano in orario!E se è vero che il merito deve essere riconosciuto e premiato, come si evince dalla nuova denominazione del dicastero della Pubblica Istruzione e del Merito, si deduce che Meloni piazzando i suoi famigli nei ruoli apicali del potere, si sia attenuta scrupolosamente ai loro meriti culturali e non allo jus sanguinis come il loro stretto legame di parentela con lei farebbesupporre. E la tanto decantata ars oratoria della Presidente del Consiglio con cui lei sparge ovunque i suoi facili e retrivi slogan su Dio-patria-famiglia e non solo … non denota il suo alto livello culturale, ma quello basso di chi la vota! E’ curioso e quasi commovente lo sforzo titanico e rischioso di questa destra per conquistare l’egemonia culturale visto che non serve per vincere (sinistra docet!). Ma chi glielo fa fare? Non sono premiati perché sono colti, ma proprio perché non lo sono! Se diventano colti anche loro, chi li rappresenta gli asini? Anche loro hanno diritto ad essere rappresentati … o no? Un po’ di giustizia sociale, che diamine! Cultura, questa parola così trend sottoposta allo stress di una quantità variegata di attribuzioni, definizioni, e poteri salvifici – uno, nessuno e centomila – si aggira non indisturbata sia nei palazzi del potere, sia sui media come una mina vagante, uno strano oggetto di desiderio di cui ci si appropria in modo superficiale e strumentale per dare senso e consistenza ad affermazioni che ne sono prive e per travestire la propria ignoranza indossando un abito di gala, ma della taglia sbagliata. Lo stesso termine egemonia riferito alla cultura appare improprio, una contraddizione in termini. La cultura più è egemonica meno è cultura la quale lo è nella misura in cui è patrimonio della collettività, è orizzontale, non verticale, non è monopolio di pochi, ma un bene a disposizione di tutti anche se non tutti ne possono fruire allo stesso modo. Non è un’arma da usare contro per rivendicare un’identità o per ottenere una rivincita, ma uno strumento per far crescere gli individui e le società in cui vivono. La vera cultura non può che essere autorevole, mai autoritaria; dialogante, mai intollerante e deve promuovere lo sviluppo della persona. Si può parlare di cultura di questa destra? Penso proprio di no. Di quale egemonia culturale si parla se la cultura non c’è? Rivoluzione culturale? No, involuzione!

Anna Maria Guideri, 25-01-2024

IL PELO E IL VIZIO

(L’eterno ritorno dell’uguale …)

Non c’è un filo d’avvenenza
in La Russa mostruoso,
lo diceva anche Lombroso
che bruttezza è delinquenza.

Il suo ceffo torvo e truce
ci ricorda Mussolini,
non è un gioco da bambini
al Senato avere un duce!

Senator dei miei stivali
tieni il busto di Benito
ed è sempre lui il tuo mito
per le sue leggi razziali …

Con il suo colpo di Stato,
il regime, la censura,
la feroce dittatura …
il potere ha conquistato …

Nuovamente so’ al governo,
i fascisti in questi giorni;
c’è paura che ritorni
del ventennio il lungo inverno.

Se diverso oggi è il giudizio
sul regime di Meloni,
non facciamoci illusioni …
perde il pelo, non il vizio!

Anna Maria Guideri, 16-01-2024

FUFFA DI STATO

da Anna Maria Guideri

(“Meloni non dice nulla, ma lo dice così bene …”)

La strategia difensiva – mediaticamente efficace – di “Donna Giorgia” consiste in due costanti alle quali lei/lui ricorre tutte le volte che si trova nell’imbarazzante situazione di dover rendere conto dell’operato dei suoi maldestri sodali: il proprio senso di responsabilità e il vittimismo. Prendendo le distanze (apparenti) in quanto responsabile, dagli irresponsabili che ad ogni piè sospinto le rompono le uova nel paniere, si pone come unico capo dotato di statura istituzionale, fiduciosa che il popolo sovrano sia così smemorato da non ricordarle che gli irresponsabili li ha nominati proprio lei. Si crea così una specie di ipnosi collettiva che trascina con sé opinionisti di ogni testata e colore ammaliati dall’effetto speciale che fa apparire responsabile una postfascista che si circonda di gente impresentabile perché la rappresenta benissimo e perché non potrebbe trovare di meglio. Sono tutti sulla stessa barca, ma lei finge di essere il capitano valoroso di una nave e che, obtorto collo, deve gestire una ciurma pasticciona che rallenta la sua marcia trionfale verso gli agognati lidi delle magnifiche sorti e progressive. Sono performances efficaci, le sue, perché giocate sul compiacimento narcisistico del proprio ego posto al centro dell’attenzione e dell’attrazione generale, che poco affrontano i veri problemi del paese, ma che intercettano perfettamente umori e rancori di una società sempre più legata all’immagine e sempre meno ai contenuti e ai valori democratici. Il secondo punto di forza della sua strategia difensiva – il vittimismo – è in parte la conseguenza del suo porsi al di sopra degli irresponsabili che non può controllare più di tanto ed in parte si avvale della teoria del fantomatico complotto orchestrato dai suoi nemici occulti che tramano alle sue spalle perché loro sono bianchi e lei è piccola e nera… e che sia piccola e nera non c’è dubbio! Ma dei nomi e cognomi dei malvagi congiurati ad oggi non è dato sapere. Alla fin di tutti i guai il nemico non manca mai e Giorgia lo agita nell’aria come uno spauracchio buono solo per gli allocchi che però, purtroppo, sono tanti. E’ la politica spettacolo, bellezza! L’attenzione si sposta dall’oggetto al soggetto, dal contenuto alla forma efficace, ma inconsistente, dalla visione generale alla riduzione autoreferenziale della politica che cessa di essere polis e si fa uno. Tutto viene perdonato in virtù del fatto che Meloni buca il video. Meloni è il punto più alto raggiunto dalla politica spettacolo e il punto più basso toccato dalla democrazia. E’ il traguardo della deriva populista tagliato dalla staffetta Giorgia che ha raccolto il testimone passato dalle mani di Bossi a Berlusconi, a Renzi, a Grillo, ma che trae la sua origine dal fondatore del fascismo: Benito Mussolini. Dalla crisalide fascista non ha spiccato il volo la farfalla della destra democratica, ma è sbucato un baco senz’ali che striscia per terra e minaccia le nostre istituzioni. Meloni, con quella voce tonitruante, con quel cipiglio, con quei toni ultimativi potrebbe anche parlare in esperanto, “pochi sarebbero i perplessi, molti i persuasi.” E’ l’effetto che conta, anzi, la forma. La forma è tutto … (O. Wilde) … in questo caso la forma è niente, ma vince: una vera e propria fuffa di Stato!

Anna Maria Guideri, 09-01-2024

LA LEZIONE DI MATTARELLA

(Sull’aria di A città e Pulicenella)

Com’è bella com’è bella
la lezion di Mattarella …
Com’è bella com’è bella
la lezion di Mattarella.

Sulle donne la violenza
è davvero un’indecenza,
così pure la mancanza
di giustizia e d’uguaglianza …
Il lavoro mal pagato
è vergogna dello Stato
e se non c’è sicurezza
il sistema è una schifezza …

Com’è bella com’è bella
la lezion di Mattarella,
ma la destra, ma la destra
non sta certo alla finestra…

E La Russa a Mattarella
– perché vuol restare in sella –
dice d’essere d’accordo
e fa finta d’esser sordo …
e la parte gli riesce,
da qui entra e da qui esce:
meglio assai di Mattarella
è il duce in gonnella!

Com’è bella com’è bella
la lezion di Mattarella;
com’è bella com’è bella
la lezion di Mattarella.

Alla festa di Delmastro
è successo un gran disastro,
non si sa come, ma vola
dritto un colpo di pistola
e ferisce un parente
della scorta del potente.
E chi sa per ora tace,
questa è guerra, non è pace …
Dicon Viva il Presidente,
ma non han capito niente.

Com’è bella com’è bella
la lezion di Mattarella,
com’è bella com’è bella
la lezion di Mattarella …

Patria è condivisione
e non è sopraffazione
e la vera identità
è diritti e dignità …
Ingiustizia e privilegi
son dei veri sacrilegi.
Non è Patria e mi vergogno
se respinge chi ha bisogno …

Questo ha detto Mattarella
con la sua lezione bella;
se Meloni ‘un l’ha imparata
noi speriam che sia bocciata!

Com’è bella com’è bella
la lezion di Mattarella,
com’è bella com’è bella
la lezion di Mattarella!

Anna Maria Guideri, 3 gennaio 2024