Salvini a Campi Bisenzio

da Memorie di Cacania di Gian Luigi Betti: Salvini a Campi Bisenzio ovvero 4 gatti e un cane

4 gatti e un cane anzi 2

Vinco la mia senile ritrosia per le perdite di tempo in stronzate e mi accingo ad osservare con lo spirito e le tecniche dell’etologo il comportamento rituale di un gregge leghista. L’occasione è ghiotta: in quel di Campi Bisenzio officerà la cerimonia il maschio alfa e capo supremo: l’onorevole, si fa per dire, Matteo Salvini. Il grande capo l’ho osservato alla televisione, come riuscire ad evitarlo? Mi è sempre parso odioso per quel che dice e antipatico a pelle, ma non privo di un certo carisma e di una furba abilità politichese: un capetto insomma in grado di fidelizzare e trascinare il proprio gregge, di facile palato, ma ce ne sono di tipo diverso?
Il ritrovo è nella piazza Dante, quella del Comune che si vuole espugnare, alle 10 del sabato 22 aprile 2023. Alle 10,10 arrivo nella piazza: a quanto pare la mobilitazione esterna, dei fan in gita permanente effettiva a supporto del capobranco, pronti ad osannarne qualsiasi stravaganza, a partire dai costumi istrioneschi, è ridotta ai minimi termini. I locali sono ancor meno: in tutto non si arriva a cento capi. Alcuni oratori tra cui il candidato sindaco si avvicendano al microfono spiegando agli astanti come sarà bello il comune strappato ai comunisti (annoto le affermazioni e mi riprometto di chiedere loro dove hanno visto i comunisti, così, tanto per avere un po’ di compagnia). I cordoni delle forze dell’ordine e le troupe televisive soverchiano il pubblico: arriva il capo ed il gregge si divide: più della metà dei presenti si affolla attorno a Salvini con lo stesso eccitato accorrere della anatre quando getti loro del pane nello stagno. Salvini impavido rilascia interviste, dirige le telecamere, esorta, con cenni della mano, gli oratori a continuare a parlare al solo fine di garantire un sottofondo sonoro realistico ad uso del futuro telespettatore. Poi finalmente sale sul palco: sono attento a cogliere i segreti del capo: le frasi ad effetto, la postura, i toni enfatici, insomma tutto il repertorio del buon oratore. Grande delusione: dal vivo la sciarada delle banalità mostra la scarsa convinzione di chi le pronuncia, il tono non è quello di un capo, piuttosto quello di un avventore del bar di paese e di quelli piuttosto scarsi, la postura è rassegnata, tesa più a confondersi che a imporsi. Se qualcuno si fosse aspettato un epigono della grande tradizione oratoria occidentale, nata nelle assemblee dell’antica Grecia e perseguita nel corso dei secoli dai grandi personaggi che hanno occupato un posto nella Storia, si sarebbe facilmente accorto che Salvini non è di quella stoffa. Semplicemente non esiste un personaggio Salvini capo-popolo: esiste il suo avatar mediatico frutto di un demiurgo che ritaglia e cuce in maniera sapiente espressioni e frasi che, se seguite in sequenza naturale e dal vivo, mostrerebbero la loro vacua futilità ed inefficacia comunicativa.
Anche il gregge sembra cogliere la stanchezza della diretta, reagisce appena e senza convinzione, agli ordini dei capi claque.
Ai margini, appoggiati al muro delle case prospicienti il comune, ben distanziati per non essere confusi con i leghisti, una siepe di pensionati si gode il sole ed osserva compunta e silente. Molti sono usciti col cane. Ad un appello più vigoroso del Salvini, risponde uno dei cani con un ululato lamentoso e prolungato. L’intero pensionato si agita e dà segni di approvazione, anche da parte del gregge si avverte un qualche apprezzamento per il diversivo. Poi, concluso l’ululato, l’altro cane prosegue nel suo uggiolio lamentoso e la colonia felina torna al suo pacato ronfare.

Gian Luigi Betti, Campi Bisenzio, 22 aprile 2023

SE VEDO NON CREDO

(ovvero, il pensiero magico del nostro tempo…)
di Anna Maria Guideri

Un carattere distintivo della nostra odierna società è la tendenza a non credere all’evidenza. Nego dunque sono, è la rivisitazione attualizzata del noto assunto cartesiano di fronte alla irriducibile negazione dei fatti più ovvi. Perché, se è lecito e pure auspicabile interpretare i fatti alla luce della nostra personale visione del mondo, secondo il diritto democratico alla libertà di pensiero, non lo è altrettanto negarli e stravolgerli di sana pianta. Si dice che oggi manca la visione, ma non manca certo la visionarietà intesa come attitudine ad inventarsi un mondo a misura delle proprie frustrazioni, farneticazioni, deliranti ambizioni. La prova regina di questa commedia – o tragedia? – dell’assurdo si è vista con il covid quando in presenza di migliaia di morti e di camion carichi di bare – ma forse trasportavano sassi … -si gridava insensatamente e con buoni indici di ascolto, che era tutta un’invenzione di un non meglio identificato complotto internazionale che non aspettava altro che i pipistrelli per far fuori la specie umana. In un mondo alla rovescia non si crede all’evidenza né alla logica, ma all’assurdo. Viene ribaltato il pensiero scettico – e sensato – di San Tommaso del se non vedo non credo in se vedo non credo. Vedere è la conditio sine qua non per negare ciò che è sotto gli occhi di tutti. Più si vede, meno si crede; più si sa, meno si vuol sapere … Come si spiega questo fenomeno? Come è possibile che i cervelli corrano all’ammasso per suicidarsi come i famosi lemming siberiani? Rifiuto della realtà che contraddice le nostre aspettative? Saturazione nei confronti di una strabordante quantità di imput spesso confusi e contraddittori che ci tempesta e ci sovrasta oltre ogni umana sopportazione e ci spinge a rifugiarci nei paradisi artificiali del complottismo e del nemico immaginario? Un nemico potentissimo e invincibile costruito a misura del nostro senso di impotenza e di inutilità per giustificare il nostro odio, la nostra follia, la nostra fuga dal reale? Un nemico inesistente per evitare accuratamente di affrontare l’esistente? Paradossalmente, il culto dell’immagine che domina la nostra società, finisce per condurci al culto dell’immaginario. Ci si ferma all’apparenza per sfumare nell’inconsistenza e nell’assenza. C’è una specie di masochismo nel credere in ciò che non si vede, quasi una forma fanatica di fede religiosa all’incontrario che ci riporta ai tempi dell’oscurantismo medioevale e a Galileo bypassando – in un’epoca a conduzione tecnologica – il pensiero razionale negando l’evidenza e usando la farneticazione come espressione dell’ideologia del complotto. Una ricetta per tutte le occasioni ove convenga dimostrare che la realtà scomoda, proprio perché si vede, non esiste. Infatti solo gli ingenui possono credere a ciò che vedono; i furbi invece, dotati dell’ultravista, riescono a vedere ciò che gli altri non vedono. L’immaginario ha da sempre costituito una consolatoria via di fuga dalla dura realtà della vita, ma non ha mai preteso di sostituirla. Realtà e fantasia, pur avendo molti punti di contatto, appartenevano a piani diversi e distinti, non confusi. Oggi non è più così. Il trionfo della realtà virtuale, pur essendo un prodotto della più avanzata tecnologia moderna, favorisce il ritorno del pensiero magico sostitutivo della realtà effettiva e promuove la fiction a verità rappresentativa del nostro tempo. E così, in virtù di questa nuova professione di fede, di questa sostituzione del reale con i suoi fantomatici ultracorpi, assistiamo allo smantellamento del pensiero razionale. Qualche esempio:
– poche migliaia di migranti minacciano di sostituire sessanta milioni di italiani; (sostituzione etnica);

-i ricchi sono vittime dei poveri;
– i migranti morti affogati minacciano i vivi sulla terraferma;
– i poveri sono colpevoli della loro povertà;
– gli aggressori sono vittime degli aggrediti;
– chi offende è vittima dell’offeso;
– chi uccide le donne è vittima delle donne che ha ucciso;
– gli omosessuali – accertata minoranza – minacciano di estinzione la specie umana;
– i figli delle coppie omogenitoriali non hanno gli stessi diritti dei figli delle coppie eterosessuali;
– chi sfrutta è vittima dello sfruttato;
– i delinquenti sono vittime dei magistrati;
– i morti di covid sono un’invenzione;
– i vaccini sono veleni usati per sterminare la specie umana;
– gli scienziati sono sicari al soldo di potenti lobby;
– i nazifascisti caduti in via Rasella erano innocui musicisti (vedi La Russa).
CONCLUDENDO:
I carnefici sono vittime delle loro vittime. La Meloni non è fascista. Questa destra fa anche cose buone …

Anna Maria Guideri, 20-04-2023

MOTTI DA LEGARE 21

di Anna Maria Guideri

1 – La Meloni difende la lingua made in Italy contro la lingua inglese.
2 – Fuga di voti leghisti e forzisti verso F.lli d’Italia: flussi migratori.
3 – La destra e il PNRR: accidenti a Conte e ora come si fa a spende’ tutti ‘sti soldi?
4 – La sinistra si è adattata inadeguatamente all’esistente.
5 – Della serie famolo strano: La destra per dividere gli altri, si unisce; la sinistra per unire, si divide.
6 – Pensare che la Meloni abbia ragione significa che lei è molto intelligente oppure che è molto stupido chi lo pensa?
7 – Logica meloniana: se i migranti hanno il diritto di emigrare per cercare una vita migliore, anche noi abbiamo il diritto di respingerli per non avere una vita peggiore!
8 – L’augurio natalizio di La Russa ai sofferenti è stato l’evento più comico dell’anno.
9 – Il peso dell’Europa che non c’è … A volte il vuoto pesa più del pieno.
10 – Il nazionalismo non è l’amore per il proprio paese, ma l’odio per gli altri paesi.
11 – Spirito di servizio: rara qualità di chi non ci tiene molto ad essere importante, ma fa di tutto per rendere importante ciò che fa.
12 – Il terzo polo di Renzi e Calenda è già morto Apriamo sottoscrizioni per un degno funerale.
13 – La Meloni è femminista? No, è melonista!
14 – Qual è il ruolo dei cattivi? Quello di far sentire buoni i mediocri.
15 – Salvini: Il papa parla come me! Aiutooo, chiamate l’esorcista!
16 – Sinistra: l’emancipazione dell’umano. Destra: la conservazione dell’inumano.
17 – Non sarà che le vere differenze non sono fra i diversi e i normali, ma tra i differenti e i massificati?
18 – Contro natura? Di solito chi si adatta sopravvive. La sinistra se si adatta, muore.
19 – La destra odierna: national trash.
20 – La povertà è dignitosa, la miseria è tragica.
21 – Il governo Meloni, se non riuscirà a danneggiare più di tanto l’economia, danneggerà in modo irreversibile il buon gusto degli italiani.
22 – Fenomeni paranormali . C’è chi giura di aver visto fumare le orecchie e il naso di La Russa.
23 – Democrazia: anche se siamo dalla parte giusta si può sempre sbagliare. Dittatura: anche se siamo dalla parte sbagliata … GUAI A SBAGLIARE!
24 – Comunicazione efficace: riuscire a far sembrare giuste le cose sbagliate. Comunicazione inefficace: riuscire a far sembrare sbagliate le cose giuste.
25 – Le fake news non hanno bisogno di prove per trasformarsi in certezze fasulle e scatenare reazioni fanatiche.
26 – Nuovo PD: ci siamo così compromessi – con il potere – che non possiamo più accettare compromessi.
27 – Destra postfascista: non si può realizzare il nuovo se non si ritorna al vecchio.
28 – Memoria: a)il passato come feticcio; b) il passato come monito; c) il passato come rimozione; d) il passato come storia …
29 – Esistono infiniti modi di essere intelligenti, ma c’è un solo modo di essere stupidi: credere di arrestare i flussi migratri.
30 – Miracoli. Chi salverà la sinistra? Gli ex voto!

Anna Maria Guideri, 13-04-2023

IUS SANGUINIS, IUS SOLI

della serie “ridere in versi per non piangere”
di Anna Maria Guideri

I fattori ereditari del Governo Meloni

Passa un giorno, passa l’altro
e l’Ignazio molto scaltro
con le falsità ci prova:
ogni dì ce n’è una nuova

per resuscitare il mito
del compianto fu Benito.
Con Meloni sta in combutta,
ce la metton proprio tutta

per diffonder la cultura
di una nuova dittatura.
Dosi lievi di veleno
lentamente fanno il pieno

inquinando la memoria …
E’ lo stupro della Storia!
Scopo del revisionismo
è il ritorno del fascismo!

Le bugie sono il concime
che ci vogliono al regime
e anche se ha cambiato nome
camuffando il che e il come,

il fascismo è sempre quello:
il lavaggio del cervello!
A ottant’anni di distanza
resta ancor la somiglianza

fra il regime criminale
e il governo attuale,
suo erede e discendente
e in sostanza connivente.

Sono molti i connotati
dal regime ereditati ….
Questa loro revisione –
si può dire – è quasi un clone:

alla stampa la censura,
lotta alla magistratura.
Forti son l’omofobia
e anche la xenofobia,

così come il sovranismo
nonché l’antieuropeismo.
Favorisce gli evasori
che son veri malfattori …

Care sono alla Meloni
tante discriminazioni.
E così, figlia devota,
lei Benito segue a ruota

e impersona il proprio ruolo:
fedeltà al sangue e al suolo
ed al Duce unico e solo

Anna Maria Guideri, 04-04-2023

BOCCIATO!

(La Russa e l’attentato di via Rasella)

E’ La Russa il gran cafone
che ha sparato uno sfrondone
riguardante via Rasella ….
Si rivoltan le budella!

“Eran solo pensionati
che morirono ammazzati
sotto il fuoco partigiano
inglorioso e disumano …

Eran tutti musicisti;
no, non erano nazisti…
Dell’Italia gl’invasori?
I tedeschi gli oppressori?

Quando mai, ma cosa dite,
cosa son queste sortite?
Non è storia, è una menzogna!
Partigiani: che vergogna!”

Gran clamore ha suscitato
la version dell’attentato:
falso storico eclatante
di La Russa, l’ignorante.

Da ogni dove, da ogni parte
sulla sua testa si abbatte
di proteste una tempesta
che per ora non si arresta.

E così, il prode Ignazio
con estrema, ultima ratio
è costretto, come Pietro,
a far una marcia indietro.

E umiliato – come s’usa –
alla fine chiede scusa,
ma si becca, per davvero,
nella storia un doppio ZERO!

Anna Maria Guideri, 02-04-2023

Usque tandem ?

Il fascismo che è in loro

Quello che ha levato il busto di Mussolini si vuole rifare
Ignazio La Russa, Presidente del Senato, la seconda carica dello Stato dopo il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
di Gian Luigi Betti

Sono sempre più numerose le manifestazioni di più o meno aperta apologia fascista da parte di esponenti del maggior partito di governo. Si accompagnano allo svilupparsi di tesi negazioniste quando non si assiste a tentativi di falsificazione storica.

Si tratta solo di rigurgiti fascisti o é qualcosa di più?

La discussione tra i non fascisti verte sulla dicotomia tra fascismo come periodo storico e fascismo come categoria politico-culturale. Per citare la querelle più recente vedasi tra tutti Umberto Eco che ha scritto un memorabile saggio sulla questione Il fascismo eterno, e Renzo De Felice (con annessi connessi) con le sue monumentali revisioni del fenomeno. Per tacere dei vari Volpe, Croce, Salvemini fino ai più moderni.

Prima di dare del fascista a qualcuno, anche quando magari se lo merita, abbiamo ritenuto di fare un supplemento di indagine.

Abbiamo cercato un interlocutore “neutro”, ma come? L’intelligenza umana dibatte ed essendo critica presenta troppe opzioni, l’intelligenza animale è di parte e quindi poco credibile come dimostrano diversi suoi rappresentanti, ci siamo quindi rivolti all’Intelligenza Artificiale.

Ad OpenAi ChatGPT abbiamo posto la domanda : il fascismo in Italia è ancora una categoria attuale?

Riportiamo La risposta del noto ChatGPT

La questione se il fascismo in Italia sia ancora una categoria attuale è complessa e soggetta a diverse interpretazioni.

Da un lato, il fascismo come movimento politico e ideologia è stato sconfitto nel 1945 con la fine della Seconda Guerra Mondiale e la caduta del regime di Mussolini. In questo senso, il fascismo può essere considerato come un fenomeno storico che appartiene al passato.

D’altra parte, il fascismo ha lasciato un’impronta indelebile sulla società e la politica italiana, e molte delle questioni e delle sfide che il paese affronta oggi hanno radici nel periodo fascista. Ad esempio, la questione del rapporto tra stato e società civile, la lotta per i diritti dei lavoratori e la questione della sicurezza nazionale sono temi che hanno una storia complessa e che possono essere collegati all’esperienza del fascismo.

Inoltre, il fascismo ha avuto una forte influenza sulla cultura politica italiana, e molte delle sue idee e simboli sono ancora presenti nella cultura politica contemporanea. Ad esempio, il dibattito sulla centralità dello stato, il ruolo della nazione e la questione dell’immigrazione sono argomenti che spesso richiamano l’eredità del fascismo.

In generale, quindi, si può dire che il fascismo in Italia sia ancora una categoria attuale, anche se in un modo complesso e sfaccettato che richiede un’analisi attenta e approfondita.

Sul piano della interpretazione storica ho le mie opinioni, ma le ritengo irrilevanti sul piano scientifico; sul piano del giudizio politico ci tengo ad affermare:
I FASCISTI CI SONO E SONO TRA NOI, SI TRAVESTONO, MA COME I SAURIANI VERDI DI VISITORS, NON E’ DIFFICILE RICONOSCERLI, IL LORO SIMBOLO NON E’ LA V MA LA M E BASTA GRATTARE UN PO’ CHE GLI SI VEDE LE SQUAME.

E POI C’HANNO I’ CATTIVO ADDOSSO E LA M NI’ CCAPO

Gian Luigi Betti 1 aprile 2023

Nota : il pezzo è stato scritto il 31 marzo come l’intervista a ChatGPT. Il sito è stato chiuso, ed oggi appare il messaggio ChatGPT disabled for users in Italy.

UN BUSTO DI TROPPO

Ad Ignazio che ha rinunciato al busto di Mussolini

di Anna Maria Guideri

Del ventennio, il prode Ignazio,
non si mostra ancora sazio
ed espone in bella vista
i cimeli del fascista.

C’è il gerarca, nel ritratto,
che par molto soddisfatto …
manifesti di Salò,
fez e stemmi sul comò.

Anche il busto c’è del duce
col cipiglio fiero e truce.
Lui ci tiene proprio tanto:
è motivo di gran vanto.

Quel cimelio assai vetusto
è del tutto di suo gusto;
è un regalo del papà,
mai se ne separerà!

Gli riporta alla memoria
i bei tempi della gloria
e col cuore ancora infranto
li ricorda con rimpianto.

Ma la Giorgia, fa sperare
ch’essi possano tornare;
si risveglia la memoria:
dietro-front della storia!

Però Giorgia lo minaccia,
deve – ahimè – salvar la faccia
ed alzando voce e dito
dice: butta via Benito!

Nascondiam la nostalgia
e fingiam democrazia …
prima o poi verrà il momento
di far fuori il parlamento!

Obbedisco – dice Ignazio –
ma per lui è un vero strazio;
con terribile tormento
vive un doppio tradimento:

contro il duce e il suo papà
che non lo perdonerà.
Per lo scranno del Senato
a Benito ha rinunciato.

Della sorte l’ironia,
Mussolini butta via,
salva è la … democrazia?!

Era lui il predestinato
che dovea salvar lo Stato
dalla sindrome razzista
dell’Italia postfascista?

Tolto un busto se ne mette un altro

Anna Maria Guideri, 30-03-2023

Guerra e Pace

Enrico Tendi propone un brando di Guerra e Pace

Non è difficile riconoscere la terribile attualità di queste pagine, e l’ancora più terribile sensazione di ineluttabilità che le pervade. Doveva andare così. Eppure sarebbe bastato che……..Napoleone, Alessandro, Metternich, …..basterebbe che Zelens’kyj, Biden, Putin, Stoltenberg, Xi Jinping……….Basterebbe che cosa ? che ascoltassero il popolo ? Nelle pagini precedenti Tolstoj passa nell’accampamento francese. Lo so che non è lui che ci passa, ma la descrizione è così nitida che non può che essere vera. Lo trova in uno stato di ordinata esaltazione, e tutti, semplici fanti, ufficialetti ed ufficiali superiori, si muovono con sicurezza e precisione, sentendo l’odore della battaglia, e sono impazienti che cominci. Mi domando, perché si ammirano gli uomini in uniforme? E perché le uniformi brillano di medaglie, orpelli e pennacchi? Perché nei giorni “sacri” della nazione si sfila in parata e si mostra la forza di guerra? E perché tutti battono le mani? E’ l’umanità intera che aspira allo scontro, ed alla immancabile gloriosa vittoria, o sono solo i governanti che vogliono la guerra, sia i tiranni, re o imperatori, sia gli eletti democraticamente?

Tolstoj ci dice che doveva andare così, perché a questo l’umanità è predeterminata.

Enrico Tendi, 26/03/2023

di seguito le pagine di Tolstoj tratte da Guerra e Pace

Leggi tutto “Guerra e Pace”

Una premier al di sopra di ogni sospetto

di Anna Maria Guideri

Si resta basiti, quasi intimiditi, al cospetto di Donna Giorgia infuriata che in Parlamento sbraita a più non posso per difendere la propria lesa maestà da chi osa sollevare qualche dubbio su come il suo governo abbia coordinato le operazioni di soccorso per salvare i migranti annegati nel naufragio di Cutro. Di fronte a tanta accorata indignazione verrebbe quasi da chiedersi – davvero – come si fa a dubitare di lei se non ci fossero tutte quelle bare e se la ricostruzione dei fatti non presentasse qualche evidente incongruenza sui tempi e i modi dell’azione di soccorso. E’ lecito chiedersi se è stato fatto tutto il possibile per evitare l’ennesima strage degli innocenti? Parrebbe di no. Meloni, non forte di argomenti e riscontri, ma solo della retorica dell’indignazione e dell’invettiva apodittica, mette tutti a tacere sfruttando la sindrome fantozziana della sottomissione al capo che, in quanto tale, si crede al di sopra di ogni sospetto. Ma come si fa a dubitare della sua buona fede e delle forze dell’ordine che ce la mettono tutta, ma proprio tutta per salvare le vite umane? Se c’è stato un ritardo nei soccorsi , non è colpa dei soccorritori, ma del destino cinico e baro, dell’opposizione che gufa contro la nazione e … sì, diciamolo pure, soprattutto dei migranti i quali, con grande sprezzo del pericolo e del tutto inspiegabilmente, solo per fare un dispetto a lei – tanto sfortunata poerella! – si sono imbarcati contro ogni ragionevole timore. O non lo sapevano a cosa andavano incontro? E se lo sapevano perché non sono rimasti buoni buoni a casa loro? Potevano morire anche lì? Ma vuoi mettere il vantaggio di morire di stenti e di patimenti, ma sulla terraferma e dentro la propria catapecchia, piuttosto che morire affogati in mare? Anche se si muore, si muore meglio! Come osano i malpensanti accusare la sottoscritta – MADRE – sì, MADRE, di avere voluto la morte di quei bambini ( magari la morte in mare no, ma a casa loro…)? Come può la sottoscritta, essendo, DONNA, MADRE, PATRIOTA E CRISTIANA, essere responsabile? (ma se restavano a casa loro era meglio…) Son tutte belle le mamme del mondo …? Non è ancora una certezza scientifica, come dimostra l’altra famosa canzone Balocchi e profumi cara alla nostra memoria. Questa accusa, signori miei, più che un’offesa alla sottoscritta, è un’offesa alla NAZIONE! Sì, lo so, qualcuno mi può rinfacciare che quando ero all’opposizione non ci andavo giù tanto leggera contro il governo in carica e che anch’io, quindi, offendevo la nazione. La NAZIONE? Ma di quale nazione si parla, signori miei? Una nazione che si cala le braghe davanti all’Europa, che svende i suoi gioielli di famiglia, che si fa invadere dai migranti clandestini (alias poveracci), che per colpa loro va incontro alla sostituzione etnica, che legalizza l’aborto, che vuole dare la cittadinanza ai negri, che considera uguali i normali e i pedofili, pardon, pederasti, si può definire NAZIONE? Una nazione che non ha le palle che nazione è? E’ uno staterello moscio, privo di identità e di bicipiti; un’espressione geografica che non sa nemmeno cos’è l’olio di ricino e il manganello. La vera NAZIONE è la mia, cari signori, quella governata da una DONNA, MADRE, PATRIOTA E CRISTIANA in barba a tutti i naufragati dell’orbe terracqueo! Non vi va? E fatevene una ragione!

Anna Maria Guideri, 24-03-2023

Commento della Redazione, politicamente ma non sostanzialmente, scorretto

La faccia come il culo

felloni di casa nostra

di Corrado Cirio su facebook

Credo che la Von der layen debba essere incriminata x crimini contro l’umanità e per tradimento. Quando, senza nessun tipo di mandato popolare né titolo, un paio di giorni dopo l’invasione russa in Ucraina, decise e disse che l’Europa si dava come obbiettivo la sconfitta della Russia, (badate, non il ritiro dei russi sulle posizioni preinvasione) di fatto si assunse la responsabilità di un delirante salto di qualità nello scontro tra due paesi che non facevano parte dell’Europa, coinvolgendo irrimediabilmente tutti i paesi europei in una guerra non dichiarata. Cosa assolutamente non prevista dal suo mandato.
Che poi abbia continuato ad agire seguendo pedissequamente le posizioni della Nato, anche evidentemente contro gli interessi europei, è un clamoroso tradimento del suo mandato, che non è il controllo del mondo, ma la difesa della pace e del benessere nei paesi dell’EU.

Corrado Cirio, 20/3/2023