Basta con le fiabe!

Biancaneve è stata veramente sfortunata perché, come dice la fiaba, quando nacque le morì contemporaneamente la mamma. Come incipit suadente ed accattivante, in grado di accompagnare gli innocenti ed infantili sogni di molte creature non è male. Immaginate un po’ una di esse se ascoltasse questa fiaba: come minimo le viene il dubbio che la sua mamma sia quella adottiva.

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el Che: dalla soluzione al problema

Dalla Serie: Missive impossibili di Sandra Vegni

Da Ernesto (Che) Guevara, rivoluzionario e medico
a Alberto Diaz Gutierrez (in arte Korda), fotografo

Da un posto imprecisato nell’al di là
A un altro posto imprecisato, sempre nell’al di là

Oggi, 24 marzo 2020

Senor Korda,
O como diable se llama, lei che passò dalla moda alla revolucion, jo le chiedo: ma perché non sei rimasto a fare il fotografo di moda? Ma perché quel lontano 5 marzo 1960 sei venuto a fotografar la nostra commemoration socialista? Le sfilate in passerella non te bastavano? Porqueé me fotografasti? Yo lo sabe que la foto original non era bella – yo tambien fui un buen fotografo e sempre me portavo la camara ne le campagne – ma, no! Nada, tanto la volevi che la tagliasti e la riducesti al mio viso ma … llamarla ‘Guerillero Heroico’! Assistevo a una sfilata, mica a una battaglia campale!
Sì, sì, lo so, che non hai guadagnato manco un peso, che quel gringo italiano si prese la tua foto e la usò, che un traliccio lo fulmini! Anzi, yo credo che proprio l’abbia fulminato! Ma non per il debito, penso.
Insomma, Alberto Korda, fotografo: Guerillero Heroico, tu chiamasti quella foto! Madre de Dios … Guerillero de le magliette, de le spillette, dei quaderni de escola, dei manifesti en le stanze de la comida … guerillero dei bicipiti e delle chiappe! Quei tatuaggi, fotografo, proprio non li sopporto.
Que fossero solo su muscoli tonici … ma invecchiano, diablo, invecchiano e ciondolano e ingrassano e tremulano e con loro il mio povero viso invecchiato, ingrassato e tremulo, deformato!
Dicono che con quello scatto tu mi consegnasti all’eternità. Eternità dei camerini da bagno, dei gadget consumistici, delle tovagliette all’americanos Gringos, hijos de la gran puta!
Son migo quel che ti consegnò alla storia, non te. Maldido.
Muerto fosti in miseria? Bien ti sta, fotografo de mis zapatos. Adios

Hasta siempre
Ernesto (Comandante Che) Guevara

MOTTI DA LEGARE 19

1 – Della serie s’è scampata bella! Il fatto che la Meloni non sia ancora ricorsa al colpo di stato fa sopravvalutare enormemente la sua azione di governo.
2 – La sfida più difficile per la sinistra odierna è quella di convincere se stessa che le idee di sinistra sono giuste davvero!
3 – La democrazie come cartina di tornasole? Il governo della destra post-fascista potrebbe essere l’occasione per dimostrare che le sue intenzioni non erano che farneticazioni.
4 –
Il dramma della sinistra è che non ha una visione, ma una di-visione del mondo.
5 – La destra e la flat-tax: indifferente alle differenze.
6 – Cuperlo: uno stilista di sinistra.
7 – Ironia della sorte. A forza di sacrificarsi per rimediare ai danni altrui, il PD ha finito per essere accusato di avere commesso i danni che voleva riparare.
8 – Consumismo: riempirsi di vuoti … a perdere!
9 – Molti opinionisti sedicenti di sinistra attaccano la destra con argomentazioni così sofisticate che tutti le possono capire tranne … coloro che dovrebbero votare a sinistra!
10 – Rivisitazioni: Anche Nerone ha fatto delle cose buone … Basta con questa mania di toglierci il mito del cattivo! Un ci rimane più nulla! Apriamo una sottoscrizione a favore dei cattivi della storia: anche loro hanno un’identità da difendere!
11 – La destra vince perché è molto più brava a sfruttare alcuni temi della sinistra, di quanto lo sia la sinistra stessa.
12 – L’utopia serve a fare esistere ciò che non esisterebbe mai.
13 – Fascisti al potere: tranquilli, non ci faremo contagiare dalla democrazia!
14 – Se l’uomo crede di essere Dio, Dio farà di tutto per dimostrargli che si è sbagliato di grosso! Infatti.
15 – Indifferenza: restare immuni alle tragedie del mondo.
16 – Se la sinistra fosse un virus non avrebbe problemi di diffusione … Infatti la destra non ce l’ha!
17 – Chi non si preoccupa del disordine mondiale o abita altrove o ci sguazza fino al collo.
18 – Il conflitto Russia/Ucraina più aumenta, più diventa normale, ma solo per chi non è né russo né ucraino.
19 – TV trash: finché c’è libertà non c’ è speranza!
20 – Chi pensa che alle ingiustizie non vi sia rimedio, non è interessato a porvi rimedio.

Anna Maria Guideri, 02-02-2023

Un Dibattito Bizzarro

Nel consiglio del comune di Porta un giorno si discuteva su un investimento che era stato già deliberato ma successivamente respinto dalla Corte dei Conti. Com’è noto, essa è un organo che esercita un controllo nella contabilità pubblica relativo alla gestione economica e finanziaria nonché sulla legittimità degli atti.

La posta in palio dal punto di vista politico era notevole perché sul progetto l’amministrazione comunale aveva investito molto in quanto, mettere in cantiere la costruzione di un polo scolastico, avrebbe comportato anche la riqualificazione dell’intero contesto, ristrutturando pure la viabilità.

Quindi in un’aula gremita, preceduto da una fitta polemica sulla stampa locale nei giorni precedenti, il dibattito iniziò in tempi straordinariamente puntuali con l’esposizione del Sindaco. Tra chi prese appunti, chi ascoltò attentamente ci fu anche chi invece, dopo le prime parole, mettendo la testa sui due bracci incrociati nella porzione di spazio a lui riservata, si appisolò accanto al microfono. Finita l’esposizione del Sindaco iniziò il dibattito con gli interventi degli eletti ed il consigliere dormiente venne scosso da un collega, che lo rimproverò:

-Avevi detto che avresti fatto un intervento ed invece sei stato appisolato per tutto il tempo- .
-Non ti preoccupare; guarda qua- replicò lui mostrando una decina di pagine dattiloscritte.

Il dibattito assunse un tono battagliero ed ad un certo punto il consigliere Chieber, soprannominato così perché una volta un collega domandandogli a bruciapelo chi fosse Bertoldo lui rispose sfrontatamente “uno scrittore del Seicento”, alzò la mano chiedendo la parola.

-Quello di cui stiamo discutendo è viziato dall’origine perché l’ intromissione della Corte dei Conti è inaccettabile…- esordì con un tono spavaldo puntando il dito contro il Sindaco -mai visto che dei nobili debbano interferire su ciò che un libero consiglio, espressione del voto popolare, abbia deciso- argomentò alzando la voce e sventolando con una mano i fogli della sua ricerca.

I consiglieri si guardarono ed alcuni del suo partito arrossirono mentre altri abbassarono la testa coprendosela con la mani.

Ironicamente un consigliere dell’opposizione gli gridò “Bravo!” facendo scoppiare una serie di risatine contagiose e Chieber interpretando ciò come un segno di approvazione, si scatenò con una proverbiale progressione.

-Pertanto io preparerò una mozione per l’abolizione della Corte dei Conti. La nobiltà è morta con la rivoluzione francese ed il nostro motto deve essere liberté, egalité, fraternité !- .

Un collega di partito che sedeva alla sua destra, gli suggerì di smettere perché “sei stato chiaro” mentre quello alla sua sinistra fece un cenno al sindaco che pose fine a quella sciagurata concione.

-Consigliere abbiamo già capito il senso del suo intervento, pertanto la invito a smettere- .

Chieber continuò a parlare senza raccogliere l’esortazione ed allora il sindaco tacitandogli il microfono dichiarò:

-La seduta è sospesa ed i capigruppo sono invitati ad una riunione d’urgenza- .

La sala si svuotò parzialmente con alcuni consiglieri che si asciugavano le lacrime per le risate incontrollate mentre il consigliere Chieber, osservandoli, commentò con soddisfazione, rivolgendosi al collega accanto a lui:

-Visto! Li ho fatti piangere- .

Gino Benvenuti da Nero Beffardo

Nero Bizzarro : Racconti / Gino Benvenuti. Il punto rosso, 2022

Nota redazionale

I racconti di Gino sono puntualmente basati su fatti ed eventi vissuti. Anche questo si riferisce ad un fatto realmente accaduto. E poi si parla di élites.

Nota dell’autore

Questo racconto vuole essere una satira impietosa rispetto al livello di preparazione culturale del quadro politico preposto a governare il nostro paese. I social sono il totem a cui si guarda cercandovi un consenso immediato a qualsiasi costo ed il degrado è sotto gli occhi di tutti.

Una presentazione del volume: RaccontiBenvenuti – puntorosso

MOTTI DA LEGARE 18

1 – Zelensky a Sanremo, Donzelli in Parlamento, Salvini ministro, La Russa presidente del Senato, Berlusconi ancora lì … RESTIAMO AMENI!
2 – Smemoria storica: se il passato è passato è perché lo si è fatto passare!
3 – Crisi della natalità: il logorio della vita materna.
4 –Dilemma tecnologico: meglio l’intelligenza artificiale o l’intelligenza mediocre?
5 – Destra meloniana: la patria contro lo stato.
6 – La bellezza ci salverà solo se si ripete. La storia ci salverà solo se non si ripete.
7 – Il ministro Sangiuliano: IL BRODO DELLA CULTURA.
8 – Gruppo misto in Parlamento: luogo di accoglienza per i senza fissa dimora.
9 – Equazione – consolazione: L’INTELLIGENZA CHE DUBITA : ALLA STUPIDITA’ CHE NON DUBITA = LA SINISTRA CHE DUBITA : ALLA DESTRA CHE NON DUBITA.
10 – Sinistra o destra? La sinistra è indecisa a tutto; la destra è decisa a tutto.
11 – PD: ha creduto di poter governare senza voti, ora deve conquistare i voti per governare.
12 – Sinistra e comunicazione. Non sempre la radicalità è indispensabile a qualificare l’identità della sinistra, ma lo è l’efficacia comunicativa che serve a dimostrarlo.
13 – I diversi sono rifiutati per due opposti motivi: se sono svantaggiati, per paura di poterli eguagliare; se sono privilegiati, per paura di non poterli eguagliare.
14 – La destra cattolica concepisce la carità, non la parità.
15 – Ministro Sangiuliano: Non siamo interessati all’egemonia culturale della destra … La bocca della verità!
16 – Dante di destra? Un giorno si potrà dire che Dante ha fatto anche delle cose cattive?
17 – Al ministro Sangiuliano: DI DANTE CIO’ CHE E’ BUON NON E’ DI DESTRA/E QUELLO CHE E’ DI DESTRA NON E’ BUONO./QUESTA E’ LA SUA LEZIONE CHE CI RESTA;/QUESTO PER NOI IL SUO PREZIOSO DONO.
18 – Crisi della ricerca: in Italia sono più i ricercati dei ricercatori.
19 – PD in Europa: QATARstrofe.
20 – Sinistra: marciare divisi per marcire … divisi!
21 – Nel nostro tempo senza morale in cui tutto il peggio è tollerato, la sola cosa che non è tollerata è la diversità degli ultimi.

Anna Maria Guideri, 02-02-2023

Biancaneve

da Facebook Serie: Missive impossibili di Sandra Vegni

Biancaneve (creatura delle favole) ai sette Nani (stessa favola)

Ai Sette Nani
E per essi al Nano Dotto
Bosco della Fantasia

Reame delle Favole, un giorno qualsiasi

Miei cari NaniCome state? Vi immagino, seduti sulle vostre seggioline, intorno al tavolo di tronchi di pino, mentre un fuocherello di minuscoli ceppi scoppietta nel camino e Dotto, occhiali sul naso, si appresta a leggervi questa mia.
Come vi conosco bene! Anche troppo, direi. So quello che vi aspettate. È la prima volta che scrivo da quando il Principe mi ha portato via sul suo cavallo bianco; son passati diversi mesi e certo qualcuno – vero, Brontolo? – si aspettava da parte mia ringraziamenti più celeri.

Ringraziamenti! E per cosa, di grazia? Per avermi trattato come una servetta qualsiasi, ogni giorno a lavare, stirare, spazzare, lucidare, cucinare e rigovernare? E per sette persone, mica bruscolini! Piccini, certo. Ma qualcuno si rende conto di quanto lavoro ci vuole per stirare quei pantaloncini, giacchini, camicini, calzini e mutandine? Non certo voi, che mi avete accolto in una casa gravida di ragnatele e sporcizia; il lavandino –ino- ingombro di casseruole incrostate da avanzi di cibo. Io, una principessa. Ridotta a servetta svelta, sorridente, accorta e paziente. Ma vi rendete conto di quale lurido inveterato maschilismo vi siete coperti?

Non fate quelle facce. Vi brucia la verità, non è vero?
Avessi potuto scappare! Ma di certo mi sarei persa di nuovo in quel maledetto bosco della fantasia… non potevo che aspettare una buona occasione. E finalmente l’ho avuta. La strega cattiva? Come siete sciocchi! Le streghe non esistono. Veniva talvolta una vecchietta a portare cestini di fragole e mirtilli. Scacciata, ahilei, dalla città per fama di guaritrice. Fosse stata un uomo avrebbe avuto file di clienti davanti alla porta e abiti sontuosi e forzieri pieni di monete. Invece… insomma, mi son confidata. Per me ha dovuto raggiungere fattorie lontane e rubare una mela, che la pozione per il lungo sonno dentro un mirtillo non ci stava. Questo le avevo chiesto: una pozione per un lungo sonno in modo da riposarmi e farvi capire, brutti stronzetti, quanto pesante fosse il mio lavoro.

Il principe non era previsto, è stato un bel colpo di fortuna, lo ammetto: è anche un bel giovane, capelli d’oro e abiti eleganti che mettono in mostra le sue forme gentili. È stato un gran bel risveglio. Anche vedere le vostre facce stupite non è stato male. Peccato non poterle vedere anche oggi.
Perché ho aspettato tanto a scrivere? Mi sono sposata, lo sapete. Mi aspettavo un vostro cenno, un regalino. In fondo lavorate in una miniera di diamanti, mica in una di carbone. Un regalo non vi sarebbe costato granché. Non dico una collana e neanche due pendenti con un solitario, ma almeno un anellino, un ciondolo, un pavé di schegge … insomma!

Che avarizia, che grettezza, dopo avermi sfruttato per lunghi mesi e ridotto le mie mani – le mani di una principessa! – a ruvide cortecce con le unghie rotte!
Fortuna che il principe ha visto le mie labbra rosate e non ha fatto caso alle mie mani!
E ora, senza la serva, come ve la passate? Guardatevi intorno, brutti nanacci maleodoranti e sporchi.
A mai più rivedervi

Sandra Vegni

Lettera di Penelope al marito Ulisse

da Facebook Serie: Missive impossibili di Sandra Vegni

Lettera di Penelope al marito Ulisse, appena tornato a casa
Itaca, alba del giorno seguente il ritorno di Ulisse

Ulisse, sposo mio
In questa aurora che appena disegna i contorni della stanza ti guardo dormire, stanco. Il corpo provato da anni di battaglie e di tempeste, di dolori e di addii.
Guardo le piccole e grandi ferite, segni di troppe battaglie; le ho accarezzate ad una ad una, stanotte, con tocco lieve della mano mentre tu, fiaccato dall’ultima pugna e, forse, anche dal mio corpo assetato d’amore, dormivi il giusto riposo.
Dormivi e russavi, Ulisse mio, la bocca aperta, un lieve filo di bava lucida all’angolo della bocca che scivolava lento sul cuscino.
E’ questo l’uomo che ho atteso per vent’anni? Girandomi nel letto, non osando immaginare neanche la carezza d’un altro e, addirittura, nemmeno muovendo la mia mano per un piacere solitario, affinché rimanesse intatto il ricordo delle tue mani e del tuo vigore e della forza dei bicipiti robusti e dei muscoli scattanti sotto la pelle lucida di sudore.
Io ti guardo e vedo un vecchio, Ulisse, vent’anni son tanti. Ho visto partire un guerriero, è tornato un viandante. Un viandante ancor pronto alla rissa, non lo nego: nel silenzio odo le ancelle che stanno lavando la mensa lordata dal sangue dei Proci.
Un ritorno col botto, questo è certo. E ho visto negli occhi di Telemaco una luce mai vista prima, povero figlio mio, cresciuto senza un padre.
Ma tu … che delusione, marito mio … valeva la pena aspettare tanti anni? Per ritrovarmi un vecchio stanco, fugace anche nell’amore?
Certo, neanche io son più un fiore, tu mi potresti dire, e certo non valgo le braccia di Calipso e della giovane Nausicaa. E allora, ci potevi restare, fra quelle braccia fresche e nobili! Ci hai messo dieci anni solo per tornare, mentre i tuoi compagni d’arme arrivarono ai loro regni in quattro e quattr’otto. Magari facendo anche loro un bel casino, ma tornarono! Zeus mi è testimone.
Tu invece sei rimasto ben sette anni, sette!, con la bella dea! E allora ci potevi restare … o forse è lei che ti ha lasciato andare, inservibile ormai come una scarpa vecchia?
Io ti ho aspettato, Ulisse, ma ora che sei tornato son io che ti lascio. Una vela mi aspetta giù al porto, pronta a salpare. I Proci non mi piacevano: tracotanti, smodati … ma il giovane pescatore della tonnara … muscoli guizzanti sui bicipiti lucidi di sudore, i suoi, ancora. E pronti ad accogliere la regina, che tale ai suoi occhi io sono, sebbene per poco ancora.
Addio, Ulisse, goditi il meritato riposo. Vent’anni son tanti.
Penelope, la tua ex moglie

Sandra Vegni, 31/01/2023

Risposta di Ulisse a Penelope

Dolce Penelope

Ho letto la tua tenera lettera. Devo confessare che stanotte non dormivo, ed ho fatto fatica a fingere di russare, per questo mi scivolava dalla bocca quel filo di bava. Ho imparato a dissimulare, non per nulla mi chiamano l’astuto Ulisse. Sai, io lo facevo per te, per tenermi in buona forma, per non poltrire, e così, pensando a te, stavo nelle braccia di Calipso, e poi Circe, (te n’eri dimenticata?) e Nausicaa.  Dicevo: non voglio dimenticarmi di come si fa, la mia Penelope mi attende. Poi sono arrivato. Ti ho vista. Una vecchina tutta gobba a forza di stare sullo sgabello, china a fare e disfare quella benedetta tela. Anche i capelli…. hai voglia di metterci l’enné. Quando poi ti sei levata la camicia….Però mi sono fatto forza, ho pensato : mi ha aspettato tanto, ma chi gliel’ha fatto fare?. Si sente che non c’è passato nessuno per vent’anni. E’ andata così, non potevo fare di più. Stai attenta col pescatore della tonnara. Non glielo dire che son tornato, che non sei più la regina e non hai più una mezza dracma. Non vorrei che ti facesse male con i suoi muscoli guizzanti. Buona fortuna

Il tuo affezionato Ulisse

Enrico Tendi, 3/02/2023

Citazioni e provocazioni

 don Milani vero o presunto tale?

Esiste il problema delle false citazioni? Pare proprio di sì e ce ne dà conto su Domani del 28 Gennaio, Federico Ruozzi. Il caso più eclatante riguarderebbe don Lorenzo Milani al quale è stata attribuita erroneamente una frase molto citata che, in forma diversa ma con analogo significato, era stata pronunciata a suo tempo, da don Primo Mazzolari. La frase in questione citata in questi giorni da Pierferdinando Casini recita così: “A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca?” Sembra che anche Gianni Rodari – e chissà quanti altri – sia stato una vittima gratificata di citazioni di successo. Ritornando a don Milani, certamente la citazione gli calza a pennello, come una tonaca cucita su misura. Se in genere ogni falsa attribuzione è così importante che è lecito e doveroso denunciarla, penso che, in casi come questo, debbano essere presi in considerazione vari, non scontati e positivi aspetti. Se don Milani, a distanza di tanti anni, produce ancora non solo seguaci, ma anche emuli geniali decisi ad allungargli la vita a costo di attribuirgli pensieri e parole che sicuramente avrebbe condiviso, ciò va a maggior gloria sua e di coloro che per amor suo rinunciano ai diritti d’autore. Il fatto che non ci sia nessuna rivendicazione da parte di chi, interpretando fedelmente lo spirito e la lettera del priore di Barbiana, ne perpetua la memoria e l’ingegno a beneficio di questo infausto tempo, depone decisamente a favore del falso citazionismo. Propongo quindi di plaudire a questi abili falsari che pensano e parlano come lui senza essere lui e senza pretendere di esserlo per restituircelo nel pieno vigore della sua intelligenza e del suo impegno come impareggiabile maestro di scuola e di vita. E poi, anche se la falsa citazione non fosse riconducibile a nessun autore particolare, ma semplicemente ad un anonimo tam-tam, sarebbe lo stesso da apprezzare, non certo da sanzionare. Non tutti i falsi vengono per nuocere: FALSO CITATO? MOLTO ONORATO!

Anna Maria Guideri, 30-01-2023

“E QUINDI USCIMMO A RIVEDER LE STALLE”

(a Dante con amore … )

Ci mancava solo di scoprire che Dante Alighieri è il fondatore della destra italiana per riscattare la nostra frustrata italianità e recuperare in pieno l’amor – e il furor – patrio! Per sostenere tale improvvida tesi, la destra ha scomodato il sommo poeta risvegliandolo dal suo sonno sepolcrale e plurisecolare per gettarlo nell’arena politica ad uso e consumo degli allocchi nostalgici dell’impero coloniale che non sanno più a che santo votarsi per sentirsi “grandi.” Se la destra, per accreditarsi culturalmente e politicamente, deve ricorrere addirittura al medioevo, periodo del quale il Poeta è stato altissima espressione, ma che comunque è definito oscurantista, ciò significa che nondispone di molte frecce al proprio arco. Con tutta la buona volontà, non si può chiedere a Dante, nonostante la sua inarrivabile grandezza, di essere un uomo del XXI secolo, né tantomeno di avere consigliato Giorgia Meloni di fondare F.lli d’Italia! Ciò sarebbe senz’altro motivo di vanto per il nostro Presidente del Consiglio, ma non certo per Dante che precipiterebbe rovinosamente dalle stelle alle stalle! E quindi uscimmo a riveder le stalle? Per carità, risparmiatecela! Come non gli si può chiedere di aver previsto la bomba atomica, lo sbarco sulla luna e l’era digitale, altrettanto non possiamo attribuirgli il merito di essere stato un antesignano del fascismo solo perché era costretto a fare i conti con quel che passava il convento dell’epoca: papato, impero e assetto economico e sociale. Si può forse rimproverare a Dante di non essere stato di sinistra, ammesso che, riferito a quel contesto, tale termine possa avere un senso? Non lo so, ma questa critica potrebbe avere un fondamento solo se Dante avesse potuto immaginare l’inferno dell’olocausto, ma questo era davvero troppo anche per lui! Tuttavia, a volerla proprio tirare per i capelli, qualche accostamento blasfemo a destra e a sinistra si può tentare di farlo con tutti i rischi di bocciatura che una simile operazione può comportare. Ad esempio, se da un lato la fiducia riposta nella figura dell’imperatore e l’attaccamento appassionato alla sua Firenze, possono farlo sospettare (ingiustamente) di tendenze destrorse, dall’altro, la sua ampia visione culturale, l’apprezzamento per gli altri popoli, le città e le lingue del mondo, il suo grandissimo desiderio di conoscenza così ben rappresentato dalla figura di Ulisse, ne farebbero, con tutte le riserve del caso, un esponente della visione cosmopolita della sinistra. Insomma, a voler raccogliere la maldestra provocazione del ministro Sangiuliano, anche la sinistra avrebbe qualche argomento non del tutto desueto per tirare Dante dalla propria parte. Insomma si potrebbe affermare – e questa è la mia opinione di persona di sinistra – che in Dante, ciò che va oltre il medioevo e anticipa l’evoluzione culturale e civile, non appartiene alla destra e ciò che invece rientra nella cultura del suo tempo potrebbe essere avvicinato al pensiero di destra, ma con scarse probabilità di riciclarsi, di rappresentare la modernità e il progresso: c’è qualcuno che è pronto a scommettere su un imperatore? Non oso pensarlo! Dante si sarà rivoltato nella tomba per essere stato chiamato a far da sponsor ad una destra culturalmente così male attrezzata … Però dobbiamo dirlo: a tutti i poeti manca un verso. Dante, già che c’era, poteva pensare anche ad un girone degli asini dove poter spedire dritto dritto il ministro Gennaro Sangiuliano. L’ignoranza non è un diritto, anzi! Per un ministro della cultura è una vera e grave colpa!

A DANTE: un omaggio in endecasillabi.

Quel che c’è in lui di buon non è di destra
e quello ch’è di destra non è buono:
questa è la lezione che ci resta;
questo per noi è il suo prezioso dono.

Anna Maria Guideri, 18-01-2023

IL DITO E LA LUNA

(Flash sulla crisi climatica)

Dall’articolo di Fabrizio Sinisi – La lotta ambientalista è arrivata a un bivio – apparso su Domani domenica 9 gennaio, ho tratto alcuni spunti di riflessione. Sinisi sostiene che i gesti di protesta a base di vernice scagliata contro opere d’arte – per fortuna protette – e il palazzo del Senato compiuti da alcuni giovani ambientalisti con l’intento di sensibilizzare al problema non solo l’opinione pubblica, ma i massimi organi di potere, lasciano il tempo che trovano. Di fatto non sensibilizzano un bel nulla e sono sopravvalutati sia per i danni che potrebbero produrre ai beni pubblici, sia per la capacità di incidere sulle scelte dei governi. Non c’è bisogno di sensibilizzare nessuno – sostiene Sinisi – il problema della crisi ambientale è noto e arcinoto da tempo, ma scarsamente considerato dai potenti della terra al netto di un dibattito culturale tanto salottiero quanto inutile. Condivido il contenuto dell’articolo traendone alcune osservazioni di natura più psicologica che politica. Pochi ragazzi che protestano in modo “poco ortodosso” sono il dito o la luna? Di fronte alle prospettive alle quali il disastro ambientale ci pone, è evidente che sono il dito, ma sembra che nell’immaginario collettivo il dito sia la luna e viceversa. Questa distorta percezione della realtà può dipendere da diversi fattori. Uno può essere attribuito alla manipolazione mediatica di un sistema che vede in pericolo il proprio modello di sviluppo ed ha quindi tutto l’interesse a dirottare l’attenzione pubblica verso obiettivi secondari; l’altro – non meno importante – credo sia dovuto alla natura della psiche umana propensa a prendere in considerazione ciò che è vicino nello spazio e nel tempo, rispetto a ciò che appare lontano. Siamo, anche psicologicamente molto più miopi che presbiti. Lo sguardo prospettico, soprattutto se di lunga gittata, non ci appartiene più di tanto. Il gesto vandalico è presente, dirompente, sporadico: fa notizia perché ci prende alla sprovvista. Il degrado ambientale è un fenomeno al quale da tempo ci siamo assuefatti e con cui abbiamo imparato a convivere perché è somministrato a piccole dosi e gli eventi catastrofici che ne derivano non vengono vissuti, a livello percettivo generale, strettamente correlati ai nostri irresponsabili – comportamenti, al nostro stile di vita. Per un piatto di lenticchie – il consumismo – abbiamo venduto la primogenitura, la salvezza del pianeta. I tempi delle cause (sfruttamento e inquinamento irresponsabile del suolo) e degli effetti (alterazioni climatiche, pandemie e disastri ambientali vari) non coincidono e questo mantiene bassa la soglia dell’attenzione e della preoccupazione generale. E così, paradossalmente, uccidere la vita, risulta meno grave che deturpare un’opera d’arte o la facciata di Palazzo Madama. Rifarsela col dito è molto più facile e politicamente più redditizio che rifarsela con la luna, molto più difficile, anche se non impossibile, da raggiungere. Guardare la luna significa uscire dai salotti dei dibattiti mediatici e prendere concretamente sul serio – come fa il movimento guidato da Greta Thunberg – il tema della catastrofe ambientale prefigurando, per salvare il mondo, un altro mondo. Siamo disposti per questo a rivedere il nostro stile di vita e cioè, soprattutto i nostri consumi, le nostre priorità? Siamo disposti a comportarci da ospiti, piuttosto che da padroni insensati, da predatori, da turisti per caso? Come figli grati della terra anziché come sfruttatori famelici? Si parla del dito perché è facile criticare e punire chi imbratta la bellezza del patrimonio pubblico; più difficile è denunciare i responsabili della devastazione ambientale e condannarli a cambiare radicalmente vita, anche perché gli accusatori dovrebbero condannare se stessi!

Anna Maria Guideri, 13-01.2023