in memoria di Bianciardi

Rino Pensato propone un ricordo di Luciano Bianciardi. Da Facebook

Luciano Bianciardi (il primo da destra) nella sua pausa caffè.

Grandi anniversari.

Il 14 dicembre di 101 anni fa nasceva
Luciano Bianciardi (Grosseto, 14 dicembre 1922–Milano, 14 novembre 1971)
Luciano Bianciardi è stato uno scrittore, giornalista, traduttore, bibliotecario, attivista e critico televisivo italiano.
Esordì con due romanzi: Il lavoro culturale (1957; 2a ed. ampl. 1964) e L’integrazione (1960) che, con La vita agra (1962), compongono un trittico, non di rado parodistico e dissacrante, sulla condizione umana nell’Italia contemporanea, dalle illusioni del dopoguerra al grigio benessere degli anni Sessanta. Rievocazioni del passato in chiave di attualità sono: Da Quarto a Torino. Breve storia della spedizione dei Mille (1960, 2a ed. ampl. 1968), Daghela avanti un passo (1969), La battaglia soda (1964) e Aprire il fuoco (1969). Nel 1969 aveva pubblicato Viaggio in Barberia; postumi sono apparsi Giorni nostri (1972, in collaborazione con D. Manzella) e Peripatetico e altre storie (1976). Nel 2018 è stato edito il volume Il cattivo profeta. Romanzi, racconti, saggi e diari, che ne raccoglie gli scritti, mentre è del 2021 il saggio A Milano con Luciano Bianciardi di G. Manzini.
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Il nostro è un ricordo ad hoc per chi scrive, bibliografo per la vita (circolano ancora miei “lavori bibliografici”) e caffeinomane impenitente.
“Una ricerca esauriente sulla bibliografia cinese,” mi dissero un giorno.
“Una ricerca completa. Vedere quel che si è pubblicato in Europa, soprattutto in lingua inglese, sull’argomento: storia, letteratura, arte, costume e così via.”
“Bene,” facevo io, “ma ora andiamo a prendere un caffè. Lo paga Ardizzone.”
“Ma santo cielo,” faceva Ardizzone con voce lagnosa, “sempre a rompere le scatole con questo caffè. Ma non lo vedete che ho da fare?”
“Dai Ardizzone,” faceva allora Pozzi, “stai calmo e paga questo caffè,” e se ne andava nella sua stanza. Ma di lì a poco rifaceva capolino:“Allora Ardizzone, questo caffè lo paghi o no?”.
“Un momento, un momento, finisco qui e poi lo pago. Lo pago, lo pago, maledetti micragnosi, lo pago.”
Si usciva tutti e quattro, dopo aver avvertito Bauducco: “Vieni anche tu a prendere il caffè? Lo paga Ardizzone, a tutti”.
Luciano Bianciardi, L’integrazione, 1960 (Feltrinelli, 2014)
Luciano Bianciardi, che è riuscito a fare grande narrativa, con amara ironia, sul “lavoro culturale” e la storia locale. Per me, per il mio lavoro, per i miei libri, un faro, oltre che il piacere di leggere “in purezza”, a prescindere dall’“appeal” del plot, dei personaggi.

Romeo Francesco Antonio su FB commenta

Nella “Vita agra” sosteneva di non essere razzista perché aveva ospitato un pisano. Uno di quelli che dicono: “Gaodè er pecoro d tu pà! Nun ce l’avresti un lavorino da faticà poco e guadagnà tanto?