Dentro la nuvola rosa
Da Facebook una foto di Leandra D’Antone
Da Facebook una foto di Leandra D’Antone
da Facebook (titolo attribuito). La cerimonia dello sbaraglio delle élites al governo.
da Facebook. Un libro illustrato da Caterina Betti per l’Albero delle Matite
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PREPARATI A RIDERE CON LE VACANZE DEI BABAU!
La famiglia Babau sta per partire per una località di mare, ma non è tutto sole e relax. Con Mamma e Papà Babau entusiasti della spiaggia e un piccolo Babau che odia il caldo, le vacanze promettono di essere piene di dispetti e avventure!
Tra scherzi dei bambini e un caldo infernale, i Babau riusciranno a raggiungere la loro meta? Scoprilo in questa esilarante avventura scritta da Claudia Souza e illustrata da Caterina Betti!
Un viaggio estivo che ti farà ridere e divertirti!
da Facebook un’opera di Mario Strippini (titolo attribuito)
da Facebook grazie ad Antonio Pettena
“Non è un caso che siano le parole di una donna … che da sempre è la vera custode della nostra civiltà”
Anni fa, uno studente chiese all’antropologa Margaret Mead quale riteneva che fosse il primo segno di civiltà in una Cultura. Lo studente si aspettava che Mead parlasse di ami, pentole di terracotta o macine di pietra. Ma non fu così.
Mead disse che “il primo segno di civiltà in una cultura antica era un femore rotto e poi guarito”. Spiegò che nel regno animale, se ti rompi una gamba, muori. Non puoi scappare dal pericolo, andare al fiume a bere qualcosa o cercare cibo. Sei carne per bestie predatrici che si aggirano intorno a te. Nessun animale sopravvive a una gamba rotta abbastanza a lungo perché l’osso guarisca.
Un femore rotto che è guarito è la prova che qualcuno si è preso il tempo di stare con colui che è caduto, ne ha bendato la ferita, lo ha portato in un luogo sicuro e lo ha aiutato a riprendersi. Mead disse che “aiutare qualcun altro nelle difficoltà è il punto preciso in cui la civiltà inizia”. Essere civili è questo.
da facebook
«A quest’ora,
nel silenzio della mia cucina
mentre vigilo sul riso che cuoce
e sento gocciolare un rubinetto difettoso,
penso alle donne lontane
che si appendono un fucile in spalla
per entrare nella foresta.
O a quelle che si caricano il figlio
e camminano per ore in cerca di acqua.
O a quelle che si spogliano
in una stanza triste e si vendono.
Le figlie di Eva cacciate
da un mondo imperfetto che gocciola.»
(Begoña Abad Part, da “Cuaderno de poesía crítica nº. 135”)
Marco “Mavilla” Marchiani da un’esposizione parigina
Marco Marchiani Mavilla
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“l’altra parte”
– nella città artificiale – 2010, Parigi
Acrilici e olio su grassello di calce e polvere di marmo. Tela di juta.
I grandi pensatori non smettono mai di stupirci