Ogni giorno un caso. Un governo che schizza fesserie a getto continuo per nascondere la propria incapacità di dare una patina di rispettabilità alla propria subordinazione agli affaristi più biechi ed una sbiancata all’anima nera che gli rigurgita.
La censura a Rovelli, emerito fisico italiano, apprezzato a livello internazionale, è un evidente e cupo segno dei tempi.
glb
David Lognoli, da Facebook ci propone il caso e le sue considerazioni
Se questi sono uomini
David Lognoli da Facebook
Carlo Rovelli, fisico esimio al mio contrario, pubblica da qualche anno dei libri divulgativi di un certo successo. Sovente raffinati, possono essere letti a più livelli. E anzi mi pregio di averne in passato, prima che la fama lo travolgesse, suggeriti ai miei studenti e alle loro famiglie.
Ora in questo complesso mondo contemporaneo in cui la tecnica è padrona disporre di un divulgatore di questo livello, capace per di più di intrecciare la scienza con la storia è davvero una gran fortuna.
Il professor Rovelli era invitato a rappresentare l’Italia all’apertura della Fiera Internazionale del Libro di Francoforte (Buchmesse 2024), fiera dedicata all’Italia. Solo che, solo che il professor Rovelli interviene in occasione di un evento pop, il concertone del Primo Maggio. Il concertone del Primo Maggio, sotto la sigla dei sindacati confederali, non è certo un evento di cultura alternativa, di contestazione al mondo presente. C’è la CISL tra gli organizzatori, non la Corea del Nord.
Il professor Rovelli da quel palco si pronuncia contro il commercio delle armi da guerra. E credo tutti noi non possiamo che essergliene grati, sia sia popolari, comunisti, socialisti, il commercio delle armi da guerra arricchisce pochi terribili ricchi e conduce alla morte la povera gente, i giovani per primi. Che, per di più, in una società con bassa natalità è tripla sciagura.
Solo che ora la guerra piace. Solo che l’Italia con un voto che andava dal PD a FdI ha approvato l’aumento delle spese militari, solo che al governo vi sono uomini che sono espressione dell’industria degli armamenti e altri dell’atlantismo più oltranzista. E pure in talune opposizioni.
Fatto sta che per la propria opinione, legittima, pacifica, pacata opinione il professor Rovelli viene censurato e un qualcuno che, ironia triste della sorte porta pure un cognome testimone di tanto impegno civile, trova il coraggio di attuare questa volontà politica e scrive una lettera con cui rimuove dall’incarico il professor Rovelli.
Qualcun altro pare che abbia già accettato quell’incarico. E magari gli editori italiani come nulla fosse andranno alla Buchmesse 2024.
Eh no. Quando si è uomini la censura non si pratica, si respinge. Quando si è uomini e la sorte ci ha posti in un ruolo di responsabilità certe cose si chiama a farle chi le vuole, non si fanno. Il quieto vivere non vale la libertà e la dignità. E non occorre essere eroi.
Chi avvallerà la scelta di questa censura, in qualsiasi modo lo farà, ne porterà la responsabilità.
La lettera dello scandalo
(di Ricardo Franco Levi: commissario alla Fiera del libro di Francoforte 2024: ove l’Italia è ospite d’onore)
Professore carissimo, è con grande pena che mi accingo a scriverle questa lettera. Con grande pena ma senza infingimenti.
Il clamore, l’eco, le reazioni che hanno fatto seguito al suo intervento al concerto del 1 maggio mi inducono a pensare, mi danno, anzi, la quasi certezza, che la sua lezione che così fortemente avevo immaginato e voluto per la cerimonia di inaugurazione della Buchmesse con l’Italia Ospite d’Onore diverrebbe l’occasione non per assaporare, guidati dalle sue parole, il fascino della ricerca e per lanciare uno sguardo ai confini della conoscenza, ma, invece, per rivivere polemiche e attacchi.
Ciò che più di ogni altra cosa sento il dovere di evitare – e di questo mi prendo tutta, personale la responsabilità – è che un’occasione di festa e anche di giusto orgoglio nazionale, si trasformi in un motivo di imbarazzo per chi quel giorno rappresenterà l’Italia. E non le nascondo la speranza che il nostro paese sia rappresentato al massimo livello istituzionale.
Sono portato a pensare che lei per primo avrà immaginato gli scenari che le sue parole avrebbero aperto. Questo non vale, certo, ad attenuare il peso di questa lettera. Lettera che mai avrei voluto scrivere. Spero, almeno, che possa contribuire a non farmi perdere la sua amicizia.
Con l’augurio di poter presto leggere un suo nuovo libro e, magari, di incontrarla di persona, le invio, caro professore, il migliore dei saluti.
Qualche nota di David Lognoli
Addendum numero 1. Quando vi narrano che occorre liberare la Russia dal proprio governo illiberale ricordatevi questa storiella. Che in Italia si può dire tutto quello che si vuole purché non si tocchino le cose che contano: oltranzismo atlantico, interessi industriali, liberismo economico. E se ho capito pure nel calcio ci sono dei limiti alla parola. Ma non lo seguo.
Addendum numero 2. In “Helgoland” Rovelli affronta la disputa scientifica tra Lenin e Bogdanov (la sinistra comunista). E’ un testo di un grande interesse culturale e di grande attualità. Si intreccia assai con la vicenda gramsciana, quella politica e anche quella umana, e spiega pure qualcosina circa la fine della Russia odierna.