piove governo ladro

Sandra Vegni da Facebook
con una foto anche questa presa da Facebook

Tutti i partiti e gli schieramenti politici (nessuno escluso) che si sono avvicendati negli ultimi 30 anni hanno avuto ben fermo un obiettivo: apparire più che essere.
Perché investire risorse in difesa del territorio o nel ricondizionamento degli edifici scolastici? Chi si accorgerà mai che un argine NON è crollato, un territorio NON si è allagato, una scuola NON è crollata? Quanto può rendere il NON accaduto in termini di voti e di risultati elettorali? NON si vede, quindi niente.
Vuoi mettere il ponte sullo stretto, anche se non si fa per colpa delle opposizioni (fluttuanti ma un’opposizione si trova sempre), la cementificazione delle montagne per favorire un Olimpiade, costose e inutili costruzioni per eventi di risonanza mondiale?
Roba che si vede, testimonia il ‘fare’ del governo di turno, produce voti.
Questo conta. Inondazioni, crolli, terremoti? Ci si pensa sul momento, ministri che corrono, presidenti che benedicono, l’importante è farsi vedere.
Se non sei visibile non esisti e non produci rendite politiche. Amen.
Come la chiusura delle preghiere sui morti, le lacrime di coccodrillo, le medaglie sul petto dei superstiti.
Che schifo. Che immenso, profondo, vomitevole schifo.
Poi si mandano le frecce tricolori e tutti battono le mani. E gli amministratori politici tutti tronfi in prima fila a colori alterni.
Apparire. All’essere ci penserà qualcun altro.
L’importante è capitalizzare.

Sandra Vegni 18 maggio 2023

relatività

Andrea Bagni da Facebook propone un bel ricordo in occasione del suo 70mo compleanno

Grazie di cuore a tutte le amiche e gli amici che mi hanno scritto per festeggiare i miei primi settanta anni. Con mio fratello sono 140 anni.
Le cifre tonde fanno un certo effetto, sembrano soglie, momenti di passaggio. Anche perché ricordo perfettamente i settanta anni di mio padre, la festa a sorpresa che gli facemmo. Io che avevo 36 anni pensavo che mio padre era ormai proprio vecchio – anche se un grande vecchio. Grandissimo.
Mi torna in mente adesso che da bambino rimasi colpito da lui una volta che si trovò a discutere a casa (a Ponte a Signa abitavamo), con un fornitore che aveva portato un dondolo per la terrazza: non era più d’accordo col prezzo concordato alla Mostra dell’Artigianato di Firenze. Credo lo sconto gli sembrasse troppo alto. Litigò per telefono con la sua ditta. Poi mio padre alla fine scrisse senza dire una parola una cifra sul libretto degli assegni e firmò con quel gesto rotondo che faceva sempre. Il commerciante allora disse che lui era un signore. Un Signore. Non avevo mai sentito quella parola usata in quel modo, con quel tono. E forse non avevo capito benissimo che volesse dire, però fui orgoglioso di lui. Non c’era dubbio che era una bella cosa.
Un’altra volta, ma ero già grande, disse a un cliente che lui era un Gentiluomo. Mi sembrava lo dicesse sempre con la maiuscola e mi faceva anche un po’ sorridere. Però quelle parole così antiche, desuete, mi sono rimaste impresse.
Forse mi torna tutto in mente adesso perché mi piacerebbe invecchiare – anzi essere invecchiato – un po’ alla sua maniera, da signore-gentiluomo. E artigiano fino alla fine, felice del suo lavoro, come appare nel video che gli ha dedicato un amico gentile.
Quello che ho di sicuro è una bella scia di affetti alle spalle: una valanga di persone ormai adulte che mi scrivono cose dolcissime chiamandomi ancora Prof. Forse vale il verso “Amor ch’a nullo amato amar perdona”: io gli ho voluto molto bene e l’amore non va mai sprecato, in qualche modo ritorna.
Allora penso che forse si resta professori per tutta la vita. E anch’io continuo a sentirmi felice del mio lavoro. Forse non è essere Signori, ma qualcosa è.
Grazie di nuovo a tutte e tutti.

Se questi sono uomini

Ogni giorno un caso. Un governo che schizza fesserie a getto continuo per nascondere la propria incapacità di dare una patina di rispettabilità alla propria subordinazione agli affaristi più biechi ed una sbiancata all’anima nera che gli rigurgita.
La censura a Rovelli, emerito fisico italiano, apprezzato a livello internazionale, è un evidente e cupo segno dei tempi.
glb
David Lognoli, da Facebook ci propone il caso e le sue considerazioni

Se questi sono uomini

David Lognoli da Facebook

Carlo Rovelli, fisico esimio al mio contrario, pubblica da qualche anno dei libri divulgativi di un certo successo. Sovente raffinati, possono essere letti a più livelli. E anzi mi pregio di averne in passato, prima che la fama lo travolgesse, suggeriti ai miei studenti e alle loro famiglie.
Ora in questo complesso mondo contemporaneo in cui la tecnica è padrona disporre di un divulgatore di questo livello, capace per di più di intrecciare la scienza con la storia è davvero una gran fortuna.
Il professor Rovelli era invitato a rappresentare l’Italia all’apertura della Fiera Internazionale del Libro di Francoforte (Buchmesse 2024), fiera dedicata all’Italia. Solo che, solo che il professor Rovelli interviene in occasione di un evento pop, il concertone del Primo Maggio. Il concertone del Primo Maggio, sotto la sigla dei sindacati confederali, non è certo un evento di cultura alternativa, di contestazione al mondo presente. C’è la CISL tra gli organizzatori, non la Corea del Nord.
Il professor Rovelli da quel palco si pronuncia contro il commercio delle armi da guerra. E credo tutti noi non possiamo che essergliene grati, sia sia popolari, comunisti, socialisti, il commercio delle armi da guerra arricchisce pochi terribili ricchi e conduce alla morte la povera gente, i giovani per primi. Che, per di più, in una società con bassa natalità è tripla sciagura.
Solo che ora la guerra piace. Solo che l’Italia con un voto che andava dal PD a FdI ha approvato l’aumento delle spese militari, solo che al governo vi sono uomini che sono espressione dell’industria degli armamenti e altri dell’atlantismo più oltranzista. E pure in talune opposizioni.
Fatto sta che per la propria opinione, legittima, pacifica, pacata opinione il professor Rovelli viene censurato e un qualcuno che, ironia triste della sorte porta pure un cognome testimone di tanto impegno civile, trova il coraggio di attuare questa volontà politica e scrive una lettera con cui rimuove dall’incarico il professor Rovelli.
Qualcun altro pare che abbia già accettato quell’incarico. E magari gli editori italiani come nulla fosse andranno alla Buchmesse 2024.
Eh no. Quando si è uomini la censura non si pratica, si respinge. Quando si è uomini e la sorte ci ha posti in un ruolo di responsabilità certe cose si chiama a farle chi le vuole, non si fanno. Il quieto vivere non vale la libertà e la dignità. E non occorre essere eroi.
Chi avvallerà la scelta di questa censura, in qualsiasi modo lo farà, ne porterà la responsabilità.

La lettera dello scandalo
(di Ricardo Franco Levi: commissario alla Fiera del libro di Francoforte 2024: ove l’Italia è ospite d’onore)

Professore carissimo, è con grande pena che mi accingo a scriverle questa lettera. Con grande pena ma senza infingimenti.
Il clamore, l’eco, le reazioni che hanno fatto seguito al suo intervento al concerto del 1 maggio mi inducono a pensare, mi danno, anzi, la quasi certezza, che la sua lezione che così fortemente avevo immaginato e voluto per la cerimonia di inaugurazione della Buchmesse con l’Italia Ospite d’Onore diverrebbe l’occasione non per assaporare, guidati dalle sue parole, il fascino della ricerca e per lanciare uno sguardo ai confini della conoscenza, ma, invece, per rivivere polemiche e attacchi.
Ciò che più di ogni altra cosa sento il dovere di evitare – e di questo mi prendo tutta, personale la responsabilità – è che un’occasione di festa e anche di giusto orgoglio nazionale, si trasformi in un motivo di imbarazzo per chi quel giorno rappresenterà l’Italia. E non le nascondo la speranza che il nostro paese sia rappresentato al massimo livello istituzionale.
Sono portato a pensare che lei per primo avrà immaginato gli scenari che le sue parole avrebbero aperto. Questo non vale, certo, ad attenuare il peso di questa lettera. Lettera che mai avrei voluto scrivere. Spero, almeno, che possa contribuire a non farmi perdere la sua amicizia.
Con l’augurio di poter presto leggere un suo nuovo libro e, magari, di incontrarla di persona, le invio, caro professore, il migliore dei saluti.

Qualche nota di David Lognoli

Addendum numero 1. Quando vi narrano che occorre liberare la Russia dal proprio governo illiberale ricordatevi questa storiella. Che in Italia si può dire tutto quello che si vuole purché non si tocchino le cose che contano: oltranzismo atlantico, interessi industriali, liberismo economico. E se ho capito pure nel calcio ci sono dei limiti alla parola. Ma non lo seguo.

Addendum numero 2. In “Helgoland” Rovelli affronta la disputa scientifica tra Lenin e Bogdanov (la sinistra comunista). E’ un testo di un grande interesse culturale e di grande attualità. Si intreccia assai con la vicenda gramsciana, quella politica e anche quella umana, e spiega pure qualcosina circa la fine della Russia odierna.

Ninna Nanna

da Facebook
Simonetta Angelini e Caterina Betti alla ludoteca di Scandicci presentano un libro per bambini: che almeno quei pochi che son rimasti siano migliori.

Sabato sarò alla ludoteca Officina dei sogni dalle 17.00, insieme a “Ninna Nanna Piccolo Grande Buio”, illustrato da me e scritto da Simonetta Angelini, edito da Orto della Cultura.
Sono felice di rientrare in una ludoteca con questo albo del cuore, la ludoteca è stato tanti anni fa uno dei primi luoghi dove ho lavorato come educatrice. Difficile raccontare l’importanza di questi luoghi per le città, dove l’infanzia non ha più tanti spazi da abitare. In questi luoghi accadono cose speciali, sono fucine di idee che trovando una realizzazione pratica e quotidiana, a gran fatica e con una buona dose d’entusiasmo promuovono la cultura dell’infanzia, quell’infanzia che ancora rimane relegata nell’angolo dell’invisibilità. Grazie a C.atWork e ai gatti di Scandicci 😉

Caterina Betti

CAOS A SX A CHAMPS SUR LE BISENCE

da Alessio Ammannati, su Facebook, riportiamo queste considerazioni in merito alle prossime elezioni a Campi Bisenzio. Che la partita sia importante lo ha dimostrato la presenza di tanti dirigenti nazionali di tutte le forze in lizza.

Al Amman 🥵 🥶 🥵 🥶 🥵 🥶 🥵

Tra una settimana, grosso modo, sapremo i risultati delle elezioni locali che si terranno il 14 maggio prossimo venturo.
Sapremo pure l’esito elettorale di un Comune della cintura fiorentina, posto nella Piana ad ovest del Centro Storico di Firenze, ormai luogo privilegiato (il Centro Storico) di bobò e neoribò anticapitalisti.
Un Comune, quello di cui sopra, un tempo davvero contado della Città medicea e roccaforte delle Sinistre ma ormai sempre più campagna più che urbanizzata, tra Firenze e Prato, e vera e propria novella banlieu.
Qui, la Gauche proletarienne ha governato per decenni e quello in foto è il palazzo del governo comunale. Qui l’ ultimo sindaco è stato l’amico parlamentare e neo segretario schleiniano del PD toscano. Qui, a queste elezioni, il fronte progressista si presenta diviso in numerose liste e, forse, rischia pure di perdere il Municipio.
Lo scrivo con schiettezza, e non essendo coinvolto né geograficamente né politicamente: per come è stata governata, in questo ultimi decenni, Champs sur le Bisence si può capire perché alle ultime elezioni politiche generali (settembre 2022) FdI sia stato il primo partito campijenne. E forse sarebbe pure salutare, per tutti i progressisti, che la droite vincesse le municipali, per praticare la alternanza dei governi locali e ricostruire uno schieramento di progresso e libertà da una sana opposizione.
Il problema è che se la destra sfonda a Champs, rischia di starci al governo per decenni, vista la penosa condizione dei progressisti tutti. Però, comunque, è quel che ti meriti quando dici no ad una nuova pista aeroportuale necessaria per salute e sicurezza dei cittadini tutti e permetti, invece, una costante cementificazione residenziale e di centri commerciali senza porti il problema di adeguate infrastrutture.
E sarà forse così che avremo, per ora, il capoluogo di Provincia e Regione, dove comprare una casa costa l’ ira di dio, governato dalla Gauche bourgeoise e/o proletarienne in nome della borghesia bohemien (bobò) e dei rivoluzionari da ribollita (ribò) residenti e privilegiati e le banlieu ex contado, e luogo di residenza popolare e proletario, governate dal sovranismo/populismo della destra. Se non ora, tra un po’.
Che situazione.
Col Gemello Alessio

archeologia mentale

Giancarlo Rossini da Facebook

Nella stagione adatta, a Marina gli esperti d’archeologia mentale vanno sulla spiaggia, Immobili, fissano l’orizzonte nell’impegno di far riemergere dal profondo delle loro teste, uomini e navigli che sono stati su quel mare. Chi è dentro nelle cose antiche, cerca Rutilio Damaziano in fuga da Roma verso la bella Marsiglia. Nell’animo, l’angoscia della fine: le strade consolari sulla costa, insicure e abbandonate; Popilonia, vuota; Cosa, depredata.
Quello che è medievale dalla testa ai piedi, distintamente scorge ( sembra di toccarla) la potenza navale genovese con la croce di san Giorgio, compatta contro i pisani. Giorno fatale per la città di San Sisto: i meglio, annegati; i più fortunati incatenati in attesa di un riscatto, la ricchezza per sempre dispersa.
A uno che studia il più vicino, pare vedere al largo il Piemonte e il Lombardo con sopra Garibaldi, diretto a sfasciare il regno di Napoli.
Di sera, gli esperti d’archeologia mentale, prima d’andare a cena, stendono una relazione sui reperti di giornata, ricchi di disegni e di particolari, così che se mai l’autorità preposta volesse inquisire, ragionevolmente li potrebbe convocare come persone informate dei fatti.