sbandieratori

Da Facebook Corrado Cirio 20-11-23

Ma dove sono finiti tutti i portatori di bandiera ucraini, quelli che volevano cancellare poeti, scrittori e cantanti russi, che inneggiavano ai Leopard e ai missili Himars, che invitavano Zelinsky ad ogni festicciola e a parlare ovunque? Ce ne fosse uno solo tra il mezzo milione di morti ucraini, ma no, sono qui tutti vivi e vegeti ad inneggiare al nuovo eroico esercito israeliano che ha ammazzato in un mese dieci volte tanti bambini di quelli uccisi in Ucraina dalle due parti in 18 mesi.
E stasera faranno il tifo contro l’Ucraina, perché sanno bene quali sono le cose importanti.

Note a margine del Caso Claps

Da Facebook un contributo di Gianpasquale Santomassimo

di Gianpasquale Santomassino

Note a margine del Caso Claps.
Ho guardato la fiction Rai sul Caso Claps e anche il documentario di Sky. Li ho guardati lentamente, perché ero turbato dalla vicenda allucinante e anche dall’ambientazione che suscitava troppi ricordi. Sembrerà strano, ma la cosa che mi ha fatto più impressione sono le scalinate, che in parte avevo dimenticato o rimosso. Per come sono ridotto oggi mi pare impossibile avere salito e sceso migliaia di volte tante scale (all’epoca non esistevano le scale mobili, evocate nella fiction, che fra l’altro non mostra le scale più lunghe e ripide, come quelle che facevamo ogni giorno per andare a scuola).
Ma vorrei dire qualcosa su quella chiesa, che non è quella mostrata nel telefilm (ma ben visibile nel documentario).
La chiesa della SS.Trinità era diventata la parrocchia della classe dirigente locale. L’orario della messa domenicale, alle 11, era molto comodo e consentiva di farsi vedere da tutti, salutare gli amici, omaggiare i potenti. Era anche l’unica chiesa che si affacciasse sul corso principale. Il viscido arciprete della Trinità, nel suo delirio di onnipotenza, vagheggiava che gli abbattessero l’isolato che si interponeva tra la chiesa e la piazza principale, ma per fortuna su questo non potevano dargli soddisfazione.
Ma quella chiesa aveva avuto una storia più nobile e interessante, legata alla figura di Don Vincenzo D’Elia, che nel 1919 aveva ricevuto da Don Luigi Sturzo il mandato di costruire il Partito Popolare in Lucania, e che va considerato il creatore effettivo della presenza politica dei cattolici nella regione. Il giovane Emilio Colombo era stato suo allievo, e con lui gran parte della prima classe dirigente che avrebbe conquistato una forte egemonia regionale, scalzando l’influenza delle consorterie legate a Francesco Saverio Nitti. Tenne in vita una presenza, durante il regime, che se non si può definire antifascista fu sicuramente “afascista”, declinata in termini concorrenziali più che oppositivi.
Ripensando a posteriori a quella vicenda mi sono fatto l’idea che l’arciprete della Trinità avesse sofferto di un vero e proprio complesso di inferiorità rispetto alla memoria di Don D’Elia, cercando in tutti i modi di riprodurne l’attivismo culturale e politico, fondando associazioni, ospitando giovani, ma senza avere la cultura e la stoffa del suo predecessore. E con risultati mediocri o disastrosi.
Un’ultima cosa da segnalare è che la chiesa lucana aveva avuto fino ad allora una tradizione relativamente “progressista”, che viene spegnendosi in quegli anni e che oggi pare un ricordo sbiadito del passato, come testimoniano le parole e gli atti, di incredibile arroganza, del vescovo attuale sulla vicenda di Elisa Claps, con la decisione di riaprire la chiesa con una lapide in ricordo dell’arciprete ma non di Elisa, uccisa e lasciata per tanti anni sotto il tetto di quella chiesa. Ma per due secoli la tradizione era stata molto diversa.
Io sono nato in una stradina vicina al Duomo, che si chiama “Via dei sacerdoti liberali”. Un nome che mi era sempre suonato molto strano, quasi paradossale, fino a quando in età matura non avevo studiato il periodo napoleonico in Italia. Per scoprire che la Chiesa di Potenza aveva aderito alla Repubblica Napoletana. E che quando le bande sanfediste del cardinale Ruffo espugnarono Potenza il vescovo venne decapitato sul sagrato del Duomo, e la sua testa, conficcata in una picca, venne portata in processione nelle strade cittadine.

Animale umano, Animale e Bestia. Qual è la bestia?

Ci sono Animali, Animali Umani e Bestie.
Questo episodio ci potrà essere utile per capire la differenza.
Dalla Voce di Legnano, Giacomo Gigula, ha postato su FB il 5 novembre alle ore 09:42 questa lettera scritta da Cinzia Maestrali la ragazza che ha vissuto questo episodio

PERCHÉ SONO DELLE MERDE COME VOI CHE RIDETE DI QUESTE STORIE.
Ciao, io non ho un vero nome, mi chiamano semplicemente Cervo.
Sabato sera 23 settembre stavo attraversando la strada, quella che da Saronno porta a Rovello P., purtroppo, la strada era buia, io ho visto delle luci che arrivavano verso di me, mi sono spaventato e ho fatto un salto, purtroppo, quelle luci erano di un auto, una golf, che non ha fatto in tempo a fermarsi.
L’urto è stato forte e sono finito a terra. Per fortuna il signore alla guida non si è fatto nulla, ma che spavento!
Io però ero un po’ ammaccato ma vivo, il signore si è accorto che ero vivo e si è fermato.
Si sono fermate altre auto, erano lì per me, per controllare se stessi bene e prestarmi soccorso.
Correndo arriva anche una ragazza, chiede se i soccorsi sono stati avvisati, non ancora le rispondo, allora è lei a chiamare subito il 112. Intanto, tante auto passano, io ho preso una forte botta alla zampa ma riesco a rimettermi in piedi e mi vedono tutti in piedi.
Lei, la ragazza, è lì davanti a me, con altri signori che sembrano vogliano proteggermi, intanto parla al telefono, finalmente dice che stanno arrivando i vigili del fuoco e la Polizia; capisco che ha chiesto di cercare anche un dottore che mi possa visitare. Uff un sospiro di sollievo, io ero tranquillo e in piedi, un po’ spavento ma stavo bene.
Pochi minuti e arriva un grande camion rosso da cui scendono diversi uomini, mi guardano tutti con occhi dolci e capisco che sono arrivati per proteggermi erano dei vigili del fuoco, poco dopo si ferma anche un’auto nera da cui scendono dei signori in divisa, i carabinieri, chiedono come sto e la ragazza continua a dire che probabilmente ho la zampa ferita e ho preso una bella botta, ma sono in piedi mi vedono tutti, serve comunque un dottore, gli umani lo chiamano veterinario.
Passano i minuti e io sono sempre lì in piedi, il veterinario non arriva.
Alcune auto dei passanti se ne vanno, resta comune quella ragazza e il signore dell’incidente, insieme ai VF e ai Carabinieri, niente veterinario però.
Arrivano una seconda e una terza auto, bianche, su una c’è scritto Polizia provinciale di Monza, chiedono, si informano ma a me serviva solo un veterinario.
La Polizia di Monza non può agire non è territorio di loro competenza, aspettiamo la Polizia di Como ( di competenza territoriale), dicono, che in questi casi può intervenire, ma che però non arriva, e non arriverà mai, sembra che non abbia la reperibilità notturna.
Arriva un’ultima auto, bianca anche questa, che riporta la scritta GEV di Como, speravo fosse il veterinario invece scendono due uomini con un fucile in mano, senza nemmeno chiedere come stessi si avvicinano.
Sento che urlano tutti, uno contro l’altro, si interrogano, perché un fucile?
Io intanto sono riuscito a camminare e a spostarmi nel campo, non ero più in strada, stavo bene, volevo riposarmi dalla grande botta, mi sono anche accovacciato nell’erba.
Vedo che i signori che erano lì dall’inizio si mettono davanti a me per proteggermi da quegli uomini con il fucile, ormai erano passate più di 3 ore dall’incidente, ma il veterinario non arriva, e non arriverà mai, ma io ci spero ancora, vorrei vivere.
I poliziotti di Monza vengono allontanati dal loro capitano perché tanto non possono fare nulla, non è il loro territorio.
Tutti mi guardano con occhi dolci, il mio sguardo di aiuto si intreccia con quello degli umani.
I signori con il fucile sono ancora lì e mandano via tutti, ci pensiamo noi dicono.
Anche i Carabinieri vanno via, tanto neanche loro possono fare niente erano li solo per l’incidente.
Tutti vanno via cacciati anche in malo modo, io resto lì buono buono nell’erba non faccio male a nessuno, avevo bisogno solo di un veterinario.
Con me restano i due uomini dell’auto bianca delle GEV di Como e un fucile….
La ragazza che per prima ha chiamato i soccorsi la domenica mattina chiama subito l’oasi del wwf convinta che mi avessero portato li, invece di me non sapevano nulla, io li non sono mai arrivato.
La ragazza si interroga come mai? Dove sono finito? Sono un cervo e sono di proprietà dello Stato… Andavo curato, come mai non ero lì? Come mai un veterinario non è mai arrivato?
Ero un Cervo e ora non ci sono più, quello è stato l’ultimo giorno che ho visto il sole e la luna.
Forse sarei dovuto nascere in montagna? Forse qui sono di troppo? Forse non era quello il mio posto?
Chiedo di far girare la mia voce affinché i miei fratelli cervi, e tutti gli animali selvatici che vivono in zone cittadine possano essere a differenza mia curati e salvati nel modo giusto, tutelati e salvaguardati.
Fate girare la mia voce per proteggere anche chi per sbaglio ci investe, perché siamo grandi e possiamo creare problemi e incidenti ma non lo facciamo apposta, siamo animali con la stessa voglia di vivere e di libertà che hai tu che stai leggendo.
Io ero solo ferito, andavo curato, ma ora non ci sono più.
Lettera scritta da Cinzia Maestrali la ragazza che ha chiamato il 112.

Misteri finanziari europei

Da Facebook una sintetica ed efficace esposizione di Alessandro Volpi

Alessandro Volpi 

La vicenda del sequestro di 780 milioni di euro ad Airbnb per il mancato versamento delle imposte è davvero paradigmatico della natura della finanza. Sintetizzo i fatti e sottolineo alcuni passaggi. A Airbnb Ireland United Company, la società che ha sede in Irlanda e incassa i ricavi europei di Airbnb Inc., è stato contestato il mancato versamento della cedolare secca del 21% sugli affitti riscossi dai proprietari di immobili iscritti alla sua piattaforma. In altre parole, la filiale irlandese doveva operare da sostituto di imposta e quindi trattenere il 21% sugli affitti e versarlo al fisco italiano. Così non è stato e su un fatturato di 3,7 miliardi di euro, il mancato versamento sarebbe stato di circa 780 milioni di euro. Dunque una gigantesca evasione che sarebbe stata perpetrata da una filiale già collocata in uno dei “paradisi fiscali legali” in Europa. Ma l’enormità della vicenda non si esaurisce qui: infatti il sequestro risulta di fatto virtuale perché Airbnb Ireland non ha immobili in Italia, in pratica non ha niente che possa essere sequestrato perché gli immobili affittati sono quelli dei fruitori della piattaforma. Allora bisognerebbe sequestrare i beni che Airbnb Ireland ha in Irlanda, ma questo paese non ha aderito, insieme alla Danimarca, al Regolamento europeo del 2018 sul sequestro dei beni. Quindi siamo di fronte ad una grande evasione che non sembra in alcun modo recuperabile se non per “ravvedimento” di Airbnb. Due note conclusive. La prima. Airbnb è posseduta da una decina di fondi finanziari fra cui compaiono Vanguard e Black rock. La seconda. La costruzione finanziaria dell’Europa è un incentivo a non pagare le imposte.

Idroscalo a Peretola?

Gli amici del Parco e della Piana di Sesto Fiorentino, fieri oppositori del progetto di espansione dell’aeroporto di Peretola, considerati i recenti eventi alluvionali, valutata positivamente l’opportunità di valorizzare il parco umido come patrimonio naturalistico della nostra regione, sarebbero favorevoli ad un compromesso: no all’aeroporto si all’idroscalo