Trovato su Facebook
Ornella Medda
Perdere a Varese
Quando si fa sera
Quando al ballottaggio
La sinistra ti scolora
Rischi di impazzire
Può scoppiarti il cuore
Perdere a Varese
E avere voglia di morire…
(By l_aforista on Twitter)
Perdere a Varese
Quando si fa sera
Quando al ballottaggio
La sinistra ti scolora
Rischi di impazzire
Può scoppiarti il cuore
Perdere a Varese
E avere voglia di morire…
(By l_aforista on Twitter)
“Usa. Con la pandemia, la crisi ambientale e la disfatta afghana è cresciuta nel mondo la consapevolezza dell’insufficienza e della inadeguatezza delle ricette neoliberiste”
La collocazione del Partito Repubblicano all’estrema destra liberista e illiberale e i tentativi dei democratici di contrapporre il social liberalism.
E’ la sfida posta da Trump e dai suoi sostenitori. I liberal e i democratici dovrebbe distinguerla nella loro battaglia contro le politiche dei repubblicani. A poco servono le salvaguardie dei Fondatori
Crisi politica e istituzionale alle porte negli Stati Uniti. Donald Trump sarà il candidato repubblicano alle presidenziali del 2024 e si sta preparando per assicurarsi la vittoria con qualsiasi mezzo. Anatomia di una deriva antidemocratica, con qualche idea per porvi argine.
È uscito il nuovo libro di Gino Benvenuti. Su sua concessione e quella dell’editore abbiamo pubblicato due racconti: Carosello e la Cambiale. Ne proponiamo oggi la prefazione
I racconti di Gino hanno sempre un aggancio autobiografico. Ma dentro una trama fantastica e allegorica. Questi no.
Ci portano dentro episodi veri della vita di Gino, e in un preciso lasso di tempo, dal 1957 al 1968, dal primo lavoro (non a caso) fino alla soglia di un profondo cambiamento, che ancora non c’è, ma che è segnato da una progressiva estraneità con tutto il precedente, con chi lo liquida dicendogli, arrabbiato e deluso, “parli sempre di politica; cambia disco!”.
E’ la vita di Gino dai quattordici ai ventisei anni: gli anni più belli e più importanti. Si entra davvero nella vita con il lavoro (la coscienza dello sfruttamento e insieme la propria indipendenza) e si costruisce davvero se stessi con la trasformazione morale e politica, abbandonando inevitabilmente la sicurezza dei percorsi conosciuti e dovuti della tradizione abituale, rompendo con la famiglia e la società che ci ha cresciuti, nella protezione ma anche nella prigione.
Fin qui nulla di nuovo, né di eccezionale. Ma Gino ci mette l’arte del legame narrativo ed emotivo. Non si tratta solo del nesso tra la storia personale e quella con la maiuscola, ma dell’empatia tra la propria intimità e quello che erroneamente viene chiamato “costume”. E allora Gino salta, o meglio, saltella, tra gli eventi, accompagnato in primo luogo da una colonna sonora e visiva, dallo sconvolgente arrivo del rock and roll (e del ballo “proibito”) fino alle immagini incredibilmente efficaci e emozionanti del cinema, vero e proprio luogo fisico e spirituale di presa di coscienza e di sintesi tra personale e politico. E prende e “assaggia” tutto, senza quella distinzione profondamente reazionaria tra alta e bassa cultura, tra musica colta e canzonette, tra cinema d’autore e commedia.
Ed esce l’Italia, o meglio l’ascesa alla dignità di una parte delle classi popolari dell’Italia, di cui Gino, non solo fa parte, ma di cui rappresenta davvero e anche simbolicamente il quotidiano lavoro di vivere che, attraverso la lotta (che è anche vitalità di libertà), si sedimenta in coscienza, via via sempre più irreversibile e sempre più radicata nella volontà e capacità di padroneggiare la propria vita, appunto resa dignitosa anche dal conflitto con la prigione della contingenza della propria condizione subalterna.
E il lettore come sempre si diverte, ma non può fare a meno di emozionarsi e pensare, in una sorta di immedesimazione, ovviamente più forte in chi può anche “storicamente” ritrovarsi, ma che funziona in tutti, perché la narrazione di Gino ha la forza di intrecciare il minuto quotidiano (compreso in questo il personale più intimo e l’evento storico unico) e “l’universale plurale” che sbircia in ogni particolare.
Avventuratevi nella lettura (questa volta vi consiglio però di andare di seguito) di questa serie di racconti, che compongono per certi versi un’unica storia, che è insieme l’epopea di una formazione che sfocia nella coscienza politica matura e la descrizione critica della Grande Narrazione del Novecento, che della politica, appunto , ha fatto contemporaneamente la tragedia e la commedia.
Roberto Mapelli Milano, 9 settembre 2021
Anni cruciali 1957-1968 – Racconti / Gino Benvenuti. Edizioni Punto Rosso 2021
http://www.puntorosso.it/
Oggi ventotto agosto
la Chiesa celebra Agostino l’Africano
che, messa la testa a posto
(quella sbagliata) divenne cristiano
ed elaborò le tre grandi assurdità
della sua religione
il Peccato originale, la Trinità
la predestinazione,
tre grandi offese all’umana ragione.
(Lucianus redivivus) da Facebook
Aggiunta del Baffo Aretino
senz’aggiunger poi la question del tempo
che non scorre e sempre qui rimane
e che d’ogni sensata ragion fa quindi strame
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Aiutiamo il popolo americano a liberarsi di un regime totalitario
Aiutiamo gli Usa a diventare un paese democratico
Aiutiamo il mondo a liberarsi dalla barbarie yankee
Gli USA si lamentano che il contributo dei paesi che partecipano alla NATO è troppo modesto e deve aumentare. Considerato che i risultati americani in guerra non sono molto lusinghieri, probabilmente gli stiamo dando anche troppo. Al di là delle battute è oramai chiaro che nella competizione mondiale i cinesi stanno prevalendo sul piano commerciale ed economico, gli americani su quello militare, e gli europei?
Interessante anche l’articolo de Il Manifesto del 20-8-2021
Breve storia di una Superpotenza che perde sempre / Fabrizio Tonello
Ancora su Il Manifesto del 21-8-2021
Franco «Bifo» Berardi Lettera aperta
In realtà, al di là delle apparenze, gli americani perdono le battaglie ma hanno vinto le guerre. Tutte le guerre locali e globali, dalla Guerra fredda alle guerre delegate, sono servite a sostenere il loro predominio economico politico ed egemonico a livello mondiale. Alla faccia della democrazia e della libertà conclamate, le guerre americane sono servite ad imporre il dollaro a livello mondiale (col relativo controllo finanziario), a far prevalere il ruolo delle mafie sul piano economico e quello delle relazioni internazionali, a sostituire il vecchio imperialismo inglese con una più moderna visione (turbocapitalismo, economia canaglia,…).
Quanto durerà e cosa succederà ora che hanno il fiato della emersa potenza cinese sul collo ?