
Modernità dei classici

da Quota : Gianluca Napolitano
MAI avrei pensato di riportare delle parole di Marco Travaglio. È proprio vero, il mondo sta girando al contrario
Riporto alcune sue frasi:
“Abbiamo abolito la Costituzione, che all’articolo 11 “ripudia la guerra come strumento di offesa agli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
“Abbiamo abolito i valori della pace, del disarmo e dell’antifascismo. Ora pace e disarmo sono disvalori perché disturbano i “valori” atlantisti del riarmo e del bellicismo. Si esaltano i neonazisti di Azov con le SS e il sole nero stilizzati sulle bandiere e le svastiche tatuate sulla pelle. La svastica, se è ucraina, è chic: sfina.”
“Abbiamo abolito la geografia. Proibito mostrare la cartina dell’allargamento della Nato a Est negli ultimi 25 anni (da 16 a 30 membri). E chi la mostra muore, almeno professionalmente: Marc Innaro, Alessandro Orsini. Eppure, che la Nato si sia allargata a Est, accerchiando e assediando la Russia l’ha detto anche quel pericoloso putiniano del Papa: “La Nato abbaiava alla porta di Putin”.
“Abbiamo abolito la storia. È vietato raccontare ciò che è accaduto in Ucraina prima del 24 febbraio 2022: gli otto anni di guerra civile in Donbass dopo il golpe bianco (anzi, nero) di Euromaidan nel 2014 e le migliaia di morti e feriti causati dai continui attacchi delle truppe di Kiev e delle milizie filo-naziste. La versione ufficiale, l’unica autorizzata, è che prima del 2022 non è successo niente: una mattina Putin s’è svegliato più pazzo del solito e ha invaso l’Ucraina.”
“Chiunque faccia un po’ di storia per “spiegare” la guerra e le sue cause viene scambiato per un putiniano che “giustifica” l’aggressore. Ergo dobbiamo armare gli ucraini perché difendono anche noi: caduti loro, toccherebbe a noi”.
“Solo abolendo la storia si può credere al presidente Sergio Mattarella quando ripete che “l’Ucraina è la prima guerra nel cuore dell’Europa nel dopoguerra”. E Belgrado bombardata anche dall’Italia nel 1999 dov’è, in Oceania? E chi era il vicepremier del governo D’Alema che bombardava Belgrado? Un certo Mattarella.”
“Abbiamo abolito il comune senso del pudore. Per sostituire il gas e il petrolio russi, li compriamo da regimi al cui confronto Putin è un’educanda. Per colpire un dittatore, ne ingrassiamo una decina.”
“Abbiamo abolito la libertà di pensiero. Chi non pende dalle labbra di Biden, Zelensky e Stoltenberg viene linciato, infilato in liste di proscrizione come “putiniano” con tanto di foto segnaletiche sui grandi giornali.”
“Abbiamo abolito il dovere di cronaca e anche la deontologia professionale dei giornalisti”
“Abbiamo abolito il rispetto per le altre culture. In una folle ondata di russofobia, abbiamo visto ostracizzare direttori d’orchestra, cantanti liriche, pianiste di fama mondiale, fotografi, atleti (anche paralimpici), persino gatti e querce, soltanto perché russi.”
Scusate se siamo fuggiti
dalle guerre che voi nutrite
con le vostre stesse armi
Scusate se ci siamo avvelenati
con i rifiuti tossici sotterrati
dalle vostre potenti industrie
Scusate se avete dissanguato
la nostra terra, deprivandoci
di ogni possibile risorsa
Scusate la nostra povertà
figlia della vostra ricchezza
dei vostri neo-colonialismi
Scusate se veniamo massacrati
e disturbiamo le vostre vacanze
col nostro sangue invisibile
Scusate se occupiamo
coi nostri sudici corpi
i vostri centri di detenzione
Scusate se ci spezziamo la schiena
nei vostri campi di pomodoro
schiavi senza alcun diritto
Scusate se viviamo nelle
vostre baracche di lamiera
ammucchiati come bestie
Scusate per la nostra presenza
che causa ogni vostra crisi
e non vi fa vivere bene
Scusate se le vostre leggi
non sono abbastanza severe
e molti di voi vorrebbero la forca
Scusate se esistiamo
se respiriamo, se mangiamo
persino se osiamo sognare
Scusate se non siamo morti in mare
e se invece lo siamo, scusate ancora
l’impudenza d’avervelo fatto sapere.
Soumailia Diaware
da Facebook su segnalazione di Sandra Vegni
Huc pauci vestri adnavimus oris.
Quod genus hoc hominum?
Quaeve hunc tam barbara morem
permittit patria? Hospitio proibemur harenae;
bella cient primaque vetant consistere terra.
Si genus humanum et mortalia temnitis arma,
at sperate deos memores fandi atque nefandi.
Qui, in pochi, nuotammo alle vostre spiagge
Che razza di uomini è questa?
O quale patria così barbara
permette simile usanza?
Ci negano il rifugio della sabbia;
dichiarano guerra e ci vietano
di fermarci sulla terra più vicina.
Se disprezzate il genere umano
e le armi degli uomini, temete almeno
gli dei, memori delle belle azioni
e delle nefande.
Er boja de Roma
In fatto di condanne in nome di Dio, lo Stato Pontificio non andava tanto per il sottile. Soprattutto tra il 1796 e il 1864, quando ebbe ai suoi ordini il boia più “produttivo” della categoria: Giovanni Battista Bugatti (1779-1869), detto Mastro Titta, che in 68 anni di onorata carriera totalizzò ben 516 esecuzioni tramite cappio, quartamento, mazza, ascia e ghigliottina, tutte registrate sul suo taccuino.
tratto da Focus Storia n. 172
A un anno dalla guerra, il grosso è fatto. La maggioranza assoluta degli italiani è contraria all’invio delle armi perché ha capito che l’intento del blocco occidentale è di trasformare l’Ucraina in una nuova Siria utilizzando un intero popolo come carne da macello per far avanzare la Nato ai confini con la Russia ed estendere il territorio degli Stati Uniti in Europa. Senza basi all’estero, gli Stati Uniti sarebbero un Paese isolato tra due oceani: loro punto di forza (è difficile sbarcare sul territorio americano) e di debolezza (è difficile per gli americani sbarcare sui territori altrui). Ora si tratta di lavorare per ricompattare il movimento pacifista in Italia e rendere sempre più evidente la totale illegittimità in cui operano le nostre istituzioni e la mancanza di consenso democratico su cui basano le loro politiche disumane in favore dello scoppio delle guerre nel mondo e del loro sostentamento dall’esterno. Abbasso Ursula von der Leyen, traditrice dei valori dell’Unione Europea. Nessuna Siria nel cuore d’Europa. Avanzi l’Italia, avanzi la pace.
Alessandro Orsini
La guerra che verrà
non è la prima. Prima
ci sono state altre guerre.
Alla fine dell’ultima
c’erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente
faceva la fame. Fra i vincitori
faceva la fame la povera gente egualmente.
Der Krieg, der kommen wird
Ist nicht der erste. Vor ihm
Waren andere Kriege.
Als der letzte vorüber war
Gab es Sieger und Besiegte.
Bei den Besiegten das niedere Volk
Hungerte. Bei den Siegern
Hungerte das niedere Volk auch.
Ad un giovane l’argomento certamente non interessa. Ma a molti della mia generazione si, a giudicare dalle discussioni in cui vengo coinvolto ogni giorno.
La guerra in Ucraina è comparabile a quella in Vietnam? Se sostenevamo il popolo vietnamita contro gli americani invasori, perché ora abbiamo problemi a mandare armi agli Ucraini invasi dai Russi?
Ebbene, suggerisco di “pensare”.
1)la guerra Ucraina è in primo luogo una guerra di confine. La geografia non è solo segni su una carta: è popoli coinvolti, motivi di sicurezza essenziali, argomenti forti(e non vuote ideologie)per ambedue le parti, soprattutto il confine è un dato stabile nel tempo. Se, cacciati gli invasori, i Vietnamiti hanno ripreso il loro cammino nel mondo, non è mai così tra paesi confinanti, serve un grande accordo politico globale(vedi UE, pensando ai confini tra Francia e Germania) per sperare in una conclusione abbastanza stabile.
Le guerre imperiali/coloniali si svolgono a prescindere dai confini, e sono altra cosa .
2) La guerra in Ucraina è tecnicamente una guerra simmetrica. Le due parti hanno in campo eserciti che si confrontano esattamente con le stesse tipologie di armi e con le stesse modalità di combattimento .La narrazione mediatica dei ragazzi ucraini a Kiev che riempivano le bottiglie di benzina è persino imbarazzante, di fronte a un esercito (2021, fonte IISS) con 856 carri armati, 1184 VCF, 622 blindati, 547 blindati da ricognizione, (totale corazzati circa 3200) 1120 pezzi di artiglieria, 354 lanciarazzi. Aviazione e alleato “forte”.
Non proprio guerra di guerriglia e di resistenza, insomma.
3)Il governo vietnamita chiedeva ai popoli del mondo solidarietà, e noi davamo solidarietà al popolo vietnamita. Non ci pensavamo neppure a inviare armi, quel traffico è appannaggio degli stati, per interessi sempre pelosi.
La gente, i popoli, sa benissimo che è comunque un traffico di morte e non ha mai ragioni nobili.
Chi combatte certamente cerca ovunque armi, e per averle è disposto a tutto. In un mondo con pochi soggetti realmente autonomi, a decidere i flussi di armi sono i soggetti principali, le superpotenze.
3) Le superpotenze. La guerra in Ucraina è una guerra di confine, ma è soprattutto una guerra (quasi diretta) tra Usa e Russia. Dopo pochi giorni dall’invasione del 24 febbraio, Usa e Nato hanno definito ufficialmente termini e obbiettivi della guerra: non solo e non tanto respingere l’invasione, ma distruggere la potenza della Russia.
Per chi fa il paragone assurdo con il Vietnam, sarebbe come se gli alleati del Vietnam (URSS e Cina) avessero dato ai vietnamiti, in cambio degli aiuti, l’obiettivo di distruggere la potenza USA.
Mi scuso con chi legge per la totale inutilità di questo post fuori dal tempo. Ma sentir continuamente settantenni che presi da furore antirusso e da spirito atlantista sognano di tornare giovani partigiani di Ho Chi Zelinsky mi cuoce il fegato.
Corrado Cirio, 26/02/2023
I pensieri non sono problemi son creature
Cercare il fuori luogo e l’oltre modo
Lo scrittore è uno scritturato
C’è un tempio tra le tempie
Infinire
Che l’Occidente si orienti
Non avere coraggio per sapere, tenerne per non capire
Non credere nelle radici ma allungarsi coi rami
Captare allucinazioni sempre in perfetto stato di lucidità
Scoprire se sulla terra c’è vita
Immedesimarsi
Coltivare desideri preterintenzionali
Intercettare l’invisibile
Indossar corpi altrui
Inaudito avulso astratto
Non posseder ma essere posseduti
Lasciatevi incontrare in continuazione
Smarrire la strada (così la troverà qualcun altro)
Nevicatevi
Reincarnare reincarnarsi
Baciare a strascico
Meno pazienza e più trascendenza
Predirsi prima dei futuri
Farsi portare dall’invento
Eventualità estreme e illimitate, contemporaneamente
Se si è fuori di sé avvertire il dolore
Differir tra religione e spiritualità
Non sperare in faccia a nessuno
La passione sia energia, mai solo una giustificazione
Rubarsi
Guardare le tv ma non accenderla
Invidiar sè stessi
Abbassare di molto i toni della tradizione
Imitare solo in caso di nulla
Pilotare l’indiscusso
Porre le basi per avere altre altezze
Fare il mare
Rammentare che parodiare è da parodiabili
Elevarsi alle ennesime potenze
Smetterla di sentirsi un Dio ma cominciare ad esserlo
Mai confondere velocità con fretta
Cantar solo incantando
Aprimi cielo
Prendi paura (e portala via)
Un figlio nasce, non “si ha”
Prima del cittadino e dell’uomo viene l’essere
Meno orgogliosi più rigogliosi
Conosci tre stesso
Usare solo bombe boomerang
Prevenire le metastasi culturali
Aver cura del proprio metafisico
Basta sfide
Ogni giorno fare detestamento per non accontentarsi
Essere “capaci” (nel senso di contenere il più possibile)
Saper cosa dire quando si deve tacere
Entrarsi
Cogliere la differenza tra scienza e coscienza
Morti si nasce vivi si diventa
Uscire dal Curassico (epoca dell’unica medicina)
Il genio non ha patrie
Lasciare l’ironia a chi non ha altre doti
Complesso non vuol dire complicato
Bisogna potere
Inasprire l’appena
Salviano il baleno
Detonare
Volarsi molto bene
Cosmo universo terra
Provare ad essere stranieri
Più sovraumani, non più umani (dobbiamo diventare)
Meno creanza più creato
Usare il cavallo di Gioia per entrare
Ribellarsi (rivolere il bello)
Alessandro Bergonzoni