
Mavilla
L’arte di Marco Marchiani

L’arte di Marco Marchiani
Di Caterina Betti
Rievocare quell’ancestrale attaccamento al flusso della vita.
l’attualità di Altan
da Facebook un’opera di Luca Matti ed una poesia di Massimo Palladini
Giunse il tempo del crollo strutturale,
Della catasta di sconnesse parti.
Filagne, barre, qualche scala sale,
Rotte gronde, riseghe come arti.
Ma il coacervo, che alza bandiera bianca,
Quasi una torre nuova ripropone;
Quel che la destra tolse, la man manca
Ti rende. Ancor diventa costruzione
L’ accumulo dell’ urbano vissuto.
Così, tra la discarica e il riuso,
L’ artista si trasforma in architetto:
Ridona voce a ciò che è stato muto
Dentro lo stereometrico concetto.
Di cui in città va in scena, oggi, l’ abuso.
Massimo Palladini non hai idea del regalo che mi hai fatto. Non ho parole per ringraziarti abbastanza per questi tuoi versi così esatti e calzanti e che aderiscono pellicolarmente al concetto che volevo esprimere. Sono molto onorato di questo tuo generoso contributo. Grazie di cuore.
Non è ver che sia la guerra
il peggior di tutti i mali
è il ristor dei capitali
quando iniziano a languirMetastasio e metà mio
Lamento spesso
con te e con il vento
di un mio vaniloquio d’amore
che altro non è che la futile
lamentazione
di manicomi spenti.
Aimé a quei teatri di vita
dove morivano gli affetti
e già morti i diseredati
coloro che non ebbero una
carezza
adesso sono tombe segrete
per i centauri.
Alda Merini
(per un mio libro d’artista QUEI TEATRI DI VITA – “la solitudine e la follia”) Marco Marchiani
Appari di marzo,
hai le sembianze di uccello notturno.
Mi dici,
hai visto ho due corde attaccate alle ali,
se le afferri puoi volare, se le afferri.
Saltello, corro, rimbalzo,
sposto lo sguardo a terra,
ecco ci sono i fili d’erba di marzo, ci sono.
Due volte
ho provato,
due volte ti giuro
ho provato a volare