Conoscenza 1.0
Rara e preziosa era l’informazione:
lungo e faticoso il tempo per reperirla,
vaste le biblioteche, polverosi gli archivi,
alte le pile dei libri, innumerevoli
le pagine da consultare,
folti gli appunti rigorosamente scritti a mano;
lunghe le ore sottratte agli amori.
E molte le trappole da evitare per svelarla,
ardui i sentieri per rintracciarla;
analizzare le tracce e fiutare le orme
tesoro disvelato solo ai più fortunati,
e meritati, quelli dal culo di cuoio,
premio a chi riesce a vedere
l’albero e il bosco.
Vero discrimine di classe e d’ingegno,
dubbi i criteri per valutarla, e selezionarla
mai una certezza, e annotarla:
fogli e foglietti, che poi non leggi:
o magari perdi, o riscrivi …
e grande parte di piccola mente per ritenerla,
e denari per permetterti l’otium del tuo vagare.
Gratificante la conoscenza faticosamente acquisita,
frutto prezioso di operosa elaborazione,
tratto indelebile del carattere
e plasma dell’io.
Per non parlare del trono su cui puoi sederti;
anche il villano, nella sua ignoranza
s’inchinava al dottore, al solo sentore della
superiorità di sapienza e di classe.
Una tranquilla consapevolezza ti attende,
élite della competenza, il connettoma sociale
che solo garantisce l’ordinato progresso
d’ogni consorzio umano: sei tu
il ceto medio riflessivo, essenziale cerniera
tra il potere del denaro
e l’impotenza della miseria.
Sei tu che mantieni in vita il sistema.
Sei tu che puoi sognare di cambiarlo.
Zoòn logikòn, zoòn politicòn, zoòn egemòn.
Animale Razionale, sociale, capo e padrone del proprio destino.
Conoscenza 2.0
Abbondante e gratuita è oggi l’informazione
è varia, è vasta, è lei che ti cerca
ti sovrasta ti assilla e ti frastorna,
non si lascia sedurre, è lei che ti inebria
E poi è gratuita,
come la prima dose.
Ogni dato è alla portata di tutti,
del professore e della massa incolta,
non conosce barriere di lingua paese istruzione
basta un cellulare, nuovo Oracolo di Delfi,
che ti propone dati e informazioni,
a cascata, avulse da ogni contesto
del tuo vissuto o del tuo elaborato,
sempre nuove, anche discordi,
mirate o random che siano,
allucinazioni che neppure avevi intravisto
nei tuoi sonni più profondi
e neppure negli incubi più angosciosi.
Tu non conosci chi te l’offre e perché,
non hai l’obolo che induce il sacerdote
a renderti edotto, a recarti il conforto della sua verità,
ignota ti è la natura, arcane le fonti.
Ombre di conoscenza mai svelate,
vacue fiammelle in labirinti senza soluzione,
la cecità della buia notte in cui
tutte le vacche sono nere.
E tu stesso contribuisci al grande Caos
anche tu lo implementi con piccole gocce,
non frutto di conoscenza,
ma solo copie inconsce dal Metaverso.
Un vortice di segnali confusi ti avvolge,
come allora col vino “pede libero pulsanda tellus”
ora col ditino compulsi frenetico una virtual tastiera:
è la facile illusione del possesso che ti inebria,
il Dato ti esalta, ti avvinghia e t’avvolge,
come il Minòs del Sommo,
come nel rito Dionisiaco.
Ebbro di hybris ti innalzi a dio,
ubriaco di nulla sprofondi nella melma,
inibito ad ogni possibile conoscenza
ed empatia.
La sbornia passa,
Incerto avverti il tuo destino,
poche le carte che ti ha dato la sorte,
non hai nemmeno un padrone
che si prenda cura di te
che ti conceda una ciotola e magari
una mezza carezza come gratifica
dopo una giornata di dura ed alienata fatica.
Come te ce ne sono tanti, praticamente tutti,
imprenditori di se stessi come recita
il liberalpensiero, in piena libertà di godersi
lo status di neoschiavo, sopravvivi senza sapere
e soprattutto senza chiederti il perché.
Tutti, come te, vittime della medesima droga:
l’informazione che non è diventata conoscenza,
tutti inconsapevoli del mondo liquido ed opaco
in cui siamo immersi.
Sei un precario senza bandiera che ti dia speranza
senza speranza di trovare una bandiera.
Ignavo senza colpa, solo fuochi fatui ti sono stendardo.
Zoòn alogikòn, zoòn akoinòn, zoòn eremòn
Animale Stupido, asociale, individualista e solitario.
Requiescat conoscenza, avvizzi l’empatia,
e pace eterna alla sapientia.
E così sia
Zoòn zotikòn