Dal suicidio imperiale al disaccoppiamento impossibile

I mutamenti nell’ordine globale si intrecciano con le scelte strategiche delle grandi potenze. Negli articoli analizzati — firmati da Shlomo Ben-Ami, Joschka Fischer e Lorenzo Lamperti — emerge un quadro di tensione crescente: gli Stati Uniti, più che affrontare una minaccia esterna come la Cina, sembrano avviati su una traiettoria di autodistruzione interna, alimentata da pulsioni imperialiste e isolazioniste. Al contrario, Pechino, consapevole dei propri limiti e della complessità delle catene globali, adotta una diplomazia di apertura verso Asia ed Europa. La dinamica tra il “suicidio imperiale” americano e il “disaccoppiamento impossibile” cinese traccia i confini di un’epoca segnata dall’incertezza e dalla ridefinizione delle alleanze.
SINTESI by ChatGPT

In un mondo in rapida trasformazione, gli Stati Uniti sembrano avviati su una traiettoria di declino autoindotto, più che vittime di una sfida esterna. Shlomo Ben-Ami e Joschka Fischer, nei loro interventi su Domani, denunciano come le scelte imperialiste e isolazioniste — soprattutto nella versione trumpiana — abbiano accelerato l’erosione della leadership americana, isolandola sia sul piano politico sia su quello economico.
Parallelamente, come evidenzia Lorenzo Lamperti su Il Manifesto, la Cina adotta una strategia di apertura verso Asia ed Europa, consapevole che il disaccoppiamento totale dall’Occidente è impraticabile a causa delle profonde interdipendenze globali.
Il quadro che emerge non è quello di una nuova “guerra fredda” lineare, ma di una complessa riconfigurazione multipolare, in cui il suicidio imperiale americano e l’impossibile disaccoppiamento cinese disegnano un futuro denso di incertezze e opportunità.

SEGUE:
Schede sintetiche : Breve esposizione analitica dei testi : Sintesi coordinata

1. Schede sintetiche

Shlomo Ben-Ami – Una superpotenza che si incarta

Testata: DOMANI, 26 aprile 2025
Tesi centrale:
Gli Stati Uniti non stanno cadendo vittima di una “trappola di Tucidide” imposta dalla Cina, ma stanno accelerando il proprio declino a causa di errori strategici interni e pulsioni imperialiste.


Joschka Fischer – Il suicidio americano: l’imperialismo trumpiano indebolisce gli Usa

Testata: DOMANI, 12 aprile 2025
Tesi centrale:
Il ritorno dell’imperialismo sotto Trump, con nazionalismo economico e scontro frontale con la Cina, invece di rafforzare gli USA, li isola e li indebolisce su scala globale.


Lorenzo Lamperti – Cina, mani tese a Asia e Ue. «Disaccoppiare» sarà dura

Testata: Il Manifesto, 13 aprile 2025
Tesi centrale:
Nonostante le tensioni con l’Occidente, la Cina intensifica gli sforzi diplomatici per rafforzare i rapporti con l’Asia e l’Europa. La complessità delle interdipendenze globali rende molto difficile un vero “disaccoppiamento”.


2. Breve esposizione analitica degli articoli

Shlomo Ben-Ami

Ben-Ami contesta l’idea che il declino americano sia dovuto alla sfida cinese: la vera minaccia viene dall’interno. Scelte errate in politica estera, divisioni politiche, e una gestione miope della competizione internazionale compromettono la leadership USA. L’autore invita a leggere il nuovo scenario non come un semplice scontro tra potenze, ma come un errore strategico di Washington che auto-sabota il proprio primato.


Joschka Fischer

Fischer descrive il trumpismo come una forma di imperialismo anacronistico, dannoso per gli interessi americani. Il nazionalismo economico, la politica dei dazi e il conflitto sistemico con la Cina hanno isolato gli Stati Uniti dai propri alleati storici e indebolito la credibilità americana nel mondo. Fischer sottolinea che l’illusione di restaurare un dominio unilaterale sta invece accelerando il declino della superpotenza.


Lorenzo Lamperti

Lamperti analizza la strategia cinese nella fase attuale: pur in un contesto di tensioni crescenti con Washington, Pechino adotta una politica estera pragmatica, cercando di rafforzare i legami con l’Asia-Pacifico e l’Unione Europea. Tuttavia, il giornalista sottolinea che, data la fitta rete di interdipendenze globali, un vero “disaccoppiamento” economico dalla Cina si presenta estremamente complesso e rischioso anche per l’Occidente.


3. Sintesi coordinata

I tre articoli convergono nel delineare una fase di transizione critica dell’ordine internazionale, nella quale gli Stati Uniti appaiono protagonisti di una parabola discendente, più autoindotta che imposta da un competitore esterno.
Ben-Ami e Fischer concordano nel vedere nel trumpismo e nelle sue politiche di potenza il vero acceleratore del declino americano, mentre Lamperti mostra come la Cina, invece di sfidare frontalmente l’egemonia USA, preferisca una strategia di apertura e interconnessione, consapevole dell’impossibilità di sganciarsi unilateralmente dai circuiti globali.
La dinamica risultante non configura un semplice scontro “bipolare”, ma un mondo policentrico e fluido, dove il “suicidio imperiale” americano e l’”impossibile disaccoppiamento” cinese segnano i confini di nuove alleanze, nuovi rischi e nuove opportunità.