Fango in cumuli, in isole,
in promontori, in putridi conati.
Fango sull’ordine apparente
del nostro confortevole decoro.
Fango sulla nostra vita.
Sfacciato e spietato rovescia sulle strade
le viscere della città violata,
la sua intimità segreta,
la nuda fragilità.
Ne deturpa il volto
come una maschera orrifica.
Il fango è il lascito del fiume
dall’inquieto sonno e al suo tocco
un sortilegio muta i simboli del progresso
in barchette di carta alla deriva …
e l’indifferenza , in follia.
L’acqua infuriata colpisce alla cieca,
divora lo spazio, non conosce confini
fra povertà e ricchezza, bellezza e squallore,
fra gli oggetti del sapere e dell’effimero.
Il fango tutto impasta e confonde
in un rigurgito ripugnante
e crea un contagio temuto fra cose
da sempre lontane fra loro:
tutto tiene assurdamente insieme.
E come un giustiziere della notte
sancisce una tragica uguaglianza
fra diverse realtà e ci mostra
il volto oscuro del nostro destino.
Anna Maria Guideri, 16-11-2023