Giuseppe Conte, l’ uomo senza qualità?

Chi è Giuseppe Conte, questo pomo della discordia di cui si dice, senza mezzi termini, tutto il bene e tutto il male possibile? Mai un politico ha diviso in modo così netto, a tratti manicheo, sia gli inquilini del “palazzo” che la pubblica opinione. Certe evidenti caratteristiche della sua personalità come la serietà, il senso di responsabilità, la propensione all’ascolto e a render conto delle intenzioni e dell’operato del governo con trasparenza ed efficacia comunicativa essendo, nella situazione data, merce rara o avariata, sono state accolte soprattutto tra gli “addetti ai lavori”, con scetticismo e diffidenza.

Certe qualità che in un politico dovrebbero essere normale amministrazione, nel suo caso sono state considerate una pericolosa eccezione. “Insomma, dove sta la fregatura?” – si sono chiesti in tanti – dando la stura alle più rocambolesche e surreali congetture. Uno come lui, venuto su dal nulla, politicamente senza arte né parte, che riesce a gestire più che onorevolmente una situazione che avrebbe fatto tremare le vene e i polsi a gente più navigata, è guardato con sospetto come una “variante” impazzita in un sistema di controllo dove tutto deve essere previsto e ben identificato. Varie sono le parti in gioco (per il gioco delle parti) dove ognuno recita, più o meno convintamente, come da copione, il proprio ruolo in un contesto noto e preordinato: la destra e la sinistra, il centro, le frange più radicali, tutti riconoscibili e, apparentemente, non assimilabili.
Poi, come nelle migliori commedie di Pirandello, il caso – nella persona di Conte – irrompe sulla scena e spariglia le carte e dal caso al caos il salto è breve. Per rendere l’idea di quanto gli opinionisti di professione e molti comuni cittadini si siano sbizzarriti nel tracciare i contorni di una cotale ambigua e inquietante personalità, non c’è che da attingere ai capolavori della letteratura, della cinematografia, al contesto storico per descriverne la doppiezza, la mediocrità, il delirio di onnipotenza … Sfilano così davanti ai nostri occhi attoniti Giano Bifronte, Dr. Jeckyll e Mr Hyde, Uno nessuno e centomila, L’uomo senza qualità, Adolf Hitler, il capo della Spectre, Chance il giardiniere del film “Oltre il giardino …” Esagerazioni? Mica tanto.

Al di là di qualche nota di colore questi accostamenti si possono sia leggere che ascoltare facilmente. Penso che questa patologica alterazione del nostro modo di entrare in contatto con la realtà che ci circonda sia dovuta anche al “salto di specie”che non riguarda solo il virus pandemico – saltato dal pipistrello all’essere umano – ma anche il virus che segna il passaggio dalla natura reale a quella virtuale del tempo in cui viviamo. Uno “spillover” in grado di determinare una mutazione genetica nella nostra specie. Saltano i codici tradizionali di accesso alla realtà sostituiti da altri che immettono nel mondo virtuale, quello dei social, delle gogne mediatiche, delle fake news, della dismisura, della viralità inarrestabile … Non abbiamo, per ora, gli anticorpi per affrontare questa guerra mediatica che sparge ovunque sangue invisibile. In virtù di questa mutazione in atto ben pilotata dagli organi di informazione, Conte non è stato visto per come probabilmente è, un cittadino di buone intenzioni e capacità che, trovatosi inaspettatamente catapultato a rivestire un ruolo di grande responsabilità in una situazione molto difficile, ha fatto del suo meglio, ma un individuo indecifrabile, incapace, inquietante, animato dai più loschi intenti, pericoloso per la democrazia.

Della sua presunta nullità comunque, c’è molto da dubitare visti gli effetti derivanti dal suo ingresso nel mondo politico: un vero e proprio terremoto nell’informazione a mezzo stampa che ha visto schierarsi contro Conte – tutte insieme appassionatamente – la maggior parte delle testate giornalistiche da sempre, tra loro, “nemiche.”Una “corazzata” che ha scaricato tutta la sua potenza di fuoco anzi, di piombo, sul temibile “avvocato del popolo.” Forse ci voleva proprio un cittadino normale per smascherare la “anormalità” della nostra informazione, apparentemente eterogenea e democratica, ma sostanzialmente uniforme, omogenea, asservita ai poteri forti. Con una sorprendente velocità le tesserine del puzzle del potere si sono incastrate alla perfezione riconducendo i vari “torrenti di pensiero” nell’unico, grande oceano del potere dal volto, anzi dal pensiero, unico. Giornalisti da sempre avversari, portavoce di diversi orientamenti politici, hanno scoperto il fascino della fratellanza universale, della comunione di intenti e di linguaggio al grido gaberiano “Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra?” Il comune nemico, Conte, li ha felicemente riuniti e così omologati da renderli indistinguibili. Solo un genio politico poteva riuscire in sì cotanta impresa! Facevano finta di essere diversi, in realtà erano uguali. Le maschere sono cadute: il re – il potere – è nudo ed è UNO!

Anna Maria Guideri, 07-08-2021

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