(Le parole per dirlo)
In un momento di grave crisi e di incertezza per la nostra vita presente e futura ci consola sapere che, tutto sommato, il diavolo non è proprio brutto come lo si dipinge e che la chiave per uscire dalla pandemia più che nella vaccinazione sta nella comunicazione. A giudicare dallo spazio che i vari salotti televisivi dedicano al deficit comunicativo dei politici, dei medici e degli organi di informazione, sembra si tratti più di un problema didattico-pedagogico che sanitario. A seconda dei casi, la comunicazione sul covid viene definita carente, paternalistica, contraddittoria, confusa, strumentale, parziale, inattendibile … Senza voler minimizzare gli errori e l’inadeguatezza di una comunicazione costretta a reggere il passo con la velocità del contagio e delle varianti, mi sembra proprio che si guardi il dito e non la luna. E’ mai possibile che chi non si convince a vaccinarsi con i 130mila e passa morti e con l’intasamento delle terapie intensive, possa convincersi con l’ars oratoria di buoni comunicatori? Quali parole potrebbero essere più eloquenti dei fatti per chi è già convinto che il covid è una gigantesca bufala montata dai poteri occulti della Spectre mondiale? In barba agli scettici che si attengono scrupolosamente all’evidenza dei fatti – che dovrebbero parlare da soli – molti confidano nel potere taumaturgico delle parole sensate e bene ordinate … Convincere i no vax non sarebbe una questione emergenziale, ma un problema grammaticale. Basta saper trovare le parole giuste, il modo giusto … basta saper spiegare bene come stanno le cose e gli irriducibili saranno indotti a più miti consigli sottoponendosi, come mansuete pecorelle, alla vaccinazione conquistando, per la gioia di tutti, l’immunità di gregge! L’insistenza – innocente o pretestuosa(?) – sul tema del deficit comunicativo rischia di mettere in ombra il vero dramma che stiamo vivendo: il virus che muta e acquista velocità e capacità di contagio. Mentre ci si balocca con le parole come soci dell’Accademia della Crusca e si indugia ad imporre l’obbligo vaccinale a tutti, il virus procede sordo alle nostre sottili disquisizioni sull’arte della comunicazione. E’ proprio il caso di dirlo: fatti, non parole!
Anna Maria Guideri, 20-12-2021