Il fantasma dell’operetta

(Berlusconi aleggia sul Quirinale …)

C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi, d’antico … No, non è L’aquilone di Giovanni Pascoli che vola sulle nostre teste nostalgiche di un’infanzia poetica perduta, ma un incubo senza fine che ha un nome e un cognome: Silvio Berlusconi. E’ l’eterna fenice che risorge dalle ceneri, quella del plurindagato, del condannato, del satiro, del mentitore, dell’autocrate che piega il parlamento ai suoi interessi, del fenomeno da baraccone che ha fatto ridere il mondo … Lui, la vergogna dell’Italia che sembrava finito, devastato nel fisico e nel morale … Una maschera indecente e grottesca, disfatto, rifatto, plastificato, incollato, un vero replicante del mostro di Frankenstein, un fantasma da operetta, l’emblema inconfondibile di un’Italia ridicola. Condannato, caduto … risorto! L’uomo dei miracoli, l’uomo del destino (non il primo, però), dai mille ricicli che spunta sempre quando l’Italia è caduta talmente in basso da credere di avere bisogno di lui. Un’Italia che, appena prova a rialzare la testa viene respinta al suo stato primordiale, al suo incombente fattore B – la bestia.

Ma ciò che colpisce e disorienta di più, in questo scenario da incubo senza fine, è l’aplomb con cui, nei vari salotti televisivi, si discetta dell’ipotesi più inverosimile – l’ascesa al Colle di B – come se fosse realistica. Non si colgono né ironia, né un’adeguata indignazione, né stupore. Se ne parla seriamente, ragionevolmente, tranquillamente come di una eventualità politica di ordinaria amministrazione. A forza di evocarlo – il fantasma dell’operetta – si materializza, diventa realtà. I vari opinionisti fanno a gara a chi prende più sul serio questa inverosimile ipotesi, vuoi per condividerla, vuoi per criticarla, spendendosi in sottili analisi politiche, valutando, soppesando i pro e i contro … Mai nessuno che si alzi in piedi, esploda in una risata omerica e gridi: Il re è nudo!! Basta coi cazzeggi, parliamo di cose serie! A forza di fingere di crederci, si finisce per crederci davvero, di rendere l’inconcepibile, possibile. Un’assurdità ripetuta tante volte diventa normalità. E’ lo stravolgimento beffardo della fiaba de La bella e la bestia, laddove non l’amore, ma i media, al servizio dei giochi sporchi del potere, ipnotizzano il popolo per fargli credere che la bestia sia un principe.

Anna Maria Guideri, 01-11-2021