La Terza Mano

Gino Benvenuti da Nero Beffardo
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Nero Bizzarro : Racconti / Gino Benvenuti. Il punto rosso, 2022

Un uomo di circa cinquant’anni di nome Fred alle prese con una serie di debiti rispondendo ad una serie di test e superato un colloquio importante, accettò la proposta di un istituto tecnologico per fare da cavia ad un progetto per la costruzione di un avambraccio bionico. Ciò permetteva a lui sia il potenziamento di qualsiasi gesto prensile sia una serie di lucrosi eventi pubblicitari già programmati. La sua assoluta novità consisteva nel fatto che questa protesi poteva essere rimossa e così chiunque la usasse poteva svitarla dalla sua base ancorata sulle ossa del braccio e depositarla nel suo astuccio. Tutte le sere prima di andare a letto si toglieva il congegno per poter dormire senza problemi ed una sera, improvvidamente, invece di metterlo subito nello specifico contenitore, lo appoggiò sul comodino.

Purtroppo, Melampo, il suo cane di due anni un American Pittbull di colore nero, dopo aver annusato a lungo la protesi afferratala con le fauci cominciò a girare per la casa insensibile alle grida del suo padrone che quando ne tornò in possesso si volle appurare se l’oggetto risultasse ancora idoneo all’uso. Rinfrancato da questa verifica si accorse dopo come il dispositivo fosse vistosamente ammaccato. -Ed ora come faccio eh; guarda bestiaccia che cosa hai combinato! – urlò Fred mostrandogli l’arto ammaccato e lui, intuendo il suo maldestro gesto, si sdraiò per terra sul dorso in remissione senza guardare il suo padrone, che continuò ad inveire. Come previsto sarebbe dovuto partire tra non molto per il tour pubblicitario al termine del quale avrebbe avuto la ricompensa pattuita però le cose non andarono così. Invano cercò di dimostrare al responsabile amministrativo dell’azienda come la protesi fosse rimasta intatta nella sua funzionalità perché gli fu risposto: -Lei la comprerebbe una macchina nuova già ammaccata?- . Fred tacque. -Quindi la proposta che le faccio è questa: lei si terrà la protesi che ha un prezzo importante e noi non la pagheremo. Tenga presente che la nostra azienda annullando le presentazioni previste subirà un danno di immagine ed economico- chiarì il dirigente. -Io però vi sono servito come cavia quindi ho diritto di essere pagato perché potrete andare lo stesso in produzione e quindi recuperare anche la spesa sostenuta in questo progetto. Oltretutto mi è stato inserito anche un chip che fornisce gli impulsi cerebrali e ora che me ne faccio? Non erano questi i patti!- . -Infatti! Secondo lei noi facciamo una campagna pubblicitaria con un prototipo ammaccato? Ringrazi se non le facciamo causa per danni subiti perché dovremo aspettare una settimana quando sarà pronto il modello successivo. Il fatto che le diamo la protesi le permetterà di sfruttare in pieno l’installazione dell’avambraccio bionico e quindi lo consideri un gesto di magnanimità. Diventerà un personaggio famoso perché non è da tutti avere tre mani- controbatté l’uomo di fiducia dell’ azienda.

A fronte della sua irremovibilità, Fred avendo già tante grane non poteva accollarsi anche le spese di un eventuale procedimento giudiziario dall’esito quasi scontato vista la disparità di potenza legale tra lui e la multinazionale in questione. Per questo dopo quel colloquio vide vanificarsi il suo progetto di ripianamento dei debiti a cui doveva aggiungere il ricordo non cancellabile della base di installazione della protesi ancorata vicino al gomito. Per far sbollire la sua rabbia, perché i debiti continuarono ad aumentare per gli interessi passivi, una mattina, lasciato il cane Melampo a casa per punizione, prese a girare per la città con la sua protesi in tasca nell’apposito astuccio. Si fermò in un bar e poi entrò in alcuni negozi tra cui uno che vendeva giubbotti, felpe e jeanseria. Fu attratto da un colorato poncho e rimase a fissarlo a lungo fino a che dopo avere sfiorato con i polpastrelli il tessuto di lana guardò il prezzo. Era inferiore alle sue previsioni e chiese così di poterlo provare. Si trattenne nel camerino, che era costituito da un parallelepipedo costituito da stecche metalliche apribile sul davanti su cui scorreva una tenda fermata con anelli, con l’ansia che qualcuno potesse carpire di sfuggita il momento in cui si inseriva l’avambraccio bionico. Purtroppo quel poncho era troppo stretto ed allora visto che quel tipo di indumento però gli rendeva più agevole i movimenti dei bracci optò per un modello più ampio però in tinta unita. Uscì dal negozio, ma invece di stare ancora per strada a passeggiare tornò immediatamente a casa. Lì con calma si aggiustò la protesi che a braccia ciondoloni non si notava grazie all’indumento acquistato. Il cane quando lo vide uscire dal bagno cercò di fargli delle effusioni che lui però respinse temendo un nuovo danneggiamento al congegno con l’effetto di rinforzare la bestia nel leccargli il volto; solo una serie di carezze lo blandirono. Durante il pranzo Melampo aveva l’abitudine di sedersi accanto a lui sempre dalla parte dell’avambraccio anomalo ma questa volta Fred volle che stesse dalla parte sinistra. Anche nel portare il cane fuori per la quotidiana passeggiatina preferì tenere il guinzaglio con il braccio sinistro. Un giorno a Fred giunse un’ ingiunzione di pagamento e passò la notte in bianco a rimuginare su cosa potesse fare per risolvere il problema dei debiti che nei giorni successivi diventò un incubo. Lui aveva avuto un passato di attività teatrale in cui aveva anche riscosso un discreto successo recitando testi classici della drammaturgia. Gli venne in mente che aveva nel garage scatoloni contenenti dei costumi ma soprattutto disponeva di materiale che gli era servito per truccarsi. Una mattina scese nel garage, lasciando Melampo solo in casa, e dopo aver aperto degli scatoloni per vedere cosa ci fosse. Parrucche, cosmetici di diversi tipi, lenti a contatto, barbe finte e pizzetti di vario colore, ed in una scatolina rinvenne dei cerotti particolari. Scelse le lenti a contatto nere visto che i suoi occhi grigi erano meno comuni, una barba e parrucca bionda dopo essersi rasato, che si attagliava perfettamente alla sua corporatura robusta conferendogli un aspetto maestoso, e dopo con un pennellino uso rimmel dipinse su due cerotti una tintura rossa e riuscì con una cera speciale ad elaborare una posticcia cicatrice sotto l’occhio; così conciato, rientrò in casa. -Melampo sarà l’arbitro del mio travestimento- rimuginò prima di inserire la chiave nella serratura. Appena aprì la porta di casa vide il cane seduto che non fece nemmeno un latrato anzi si alzò e andò in cucina come faceva sempre a quell’ora per farsi riempire la ciotola di croccantini. Il giorno seguente uscì di casa molto presto e portò con sé il cane a fare una sgambata però al ritorno si acconciò come aveva fatto il giorno prima. Una volta che Melampo ebbe mangiato scesero entrambi in garage e di lì a poco imboccarono una strada per dirigersi a circa duecento chilometri di distanza. Nel caso fosse stato intercettato dalla polizia avrebbe raccontato la sua storia di ex artista teatrale. Tutto filò liscio e compresa una sosta per i bisogni fisiologici del cane arrivarono con circa mezzora di anticipo sul luogo prescelto. Conosceva la cittadina che andò a visitare ed al riparo da occhi indiscreti finì di perfezionare il suo travestimento e dopo un controllo allo specchietto retrovisore si portò in un piazzetta dove si mise ad osservare il flusso delle persone.

Ad un certo punto scese portando con sé il cane, la cui sagoma incuteva timore ad un estraneo, e, accertatosi che era il momento propizio per entrare in banca, si mosse con decisione verso uno sportello libero a pochi minuti della chiusura; Melampo lasciato fuori sembrava che vegliasse sulla banca. Si presentò, con un cappello a larghe falde con la tesa arcuata verso il basso, da cui spuntavano i ciuffi posticci biondi della parrucca, togliendosi gli occhiali scuri per mostrare la cicatrice artefatta e le lenti a contatto nere. Appoggiò gli occhiali sul supporto di legno adiacente lo sportello e voltandosi verso una telecamera si toccò i due cerotti “insanguinati” suscitando un’espressione curiosa dell’impiegata a cui Fred spiegò la sua situazione, tenendo i gomiti puntati sul legno e la testa compressa tra i pugni. -Senta mi può cambiare questo assegno? – domandò sfoggiando un sorriso e porgendoglielo direttamente. L’impiegata rispose che avrebbe dovuto parlare con il direttore ma in quel momento era fuori. -Ci sarà qualcuno che ne fa le veci? – insisté Fred. La donna si alzò con l’assegno in mano e lui colse l’occasione per mettere a punto l’organo aggiunto che disponeva di una possibilità di estensione grazie a dei giunti telescopici. Tolse dalla fondina posta alla sinistra la pistola e tutto avvenne senza che nessuno dei due impiegati potessero accorgersi di qualche cosa grazie alla copertura del poncho. A due minuti dalla chiusura l’impiegata tornò alla cassa, e salutando suoi colleghi, che già stavano per strisciare il badge davanti alla macchinetta, disse a Fred: -Lei non è cliente della banca e questo assegno potrebbe essere scoperto- . -Anche questa lo è. Mancano pochissimi minuti alla chiusura; fuori i soldi e me li consegni; sia silenziosa come lo è questo aggeggio- disse sollevando e tirando in avanti un lembo del poncho in maniera da occultare la visione della pistola ad estranei ed alla telecamera. Sbigottita per quella visione lei diventò di un pallore mortale e mentre cominciò a depositare delle mazzette sul banco, svenne. Subito Fred, unico cliente presente le afferrò con la mano destra mettendosele in un marsupio che gli penzolava dal collo sotto il poncho e si allontanò. Una volta riavutasi l’impiegata disse: -È venuto un uomo con tre mani e mi ha puntato una pistola. Aveva una cicatrice sotto l’occhio destro ed una barba fluente bionda. Dopo non ricordo più niente- si giustificò. -E io ho visto una donna con tre mammelle -ridacchiò il direttore. Le immagini delle telecamere non le furono di aiuto perché mostravano da dietro i bracci naturali uno, quasi immobile, senza la pistola e l’altro in movimento nel ritirare le mazzette; quelle di lato mostravano il suo profilo. Messi nel cruscotto i soldi, una volta fuori la città, Fred trovò un punto molto riparato e si tolse il suo travestimento che inserì in un sacchetto di plastica appesantito con alcune pietre. Sapeva che non distante vi era un fiume che in un punto sfiorava la strada provinciale ed al momento giusto vi gettò dentro il sacchetto con tutto il travestimento ed accarezzò Melampo perché aveva inibito l’ingresso in banca ad un cliente ritardatario con un latrato prolungato.

Liberato da quel fardello rischioso ritornò lentamente verso casa dove a volto ripulito fece delle considerazioni su ciò che aveva fatto. -Troppo pericoloso ed alla lunga mi potrebbero scoprire meglio dedicarsi al borseggio. In fondo adesso mi mancano solo diecimila dollari- . Fu così che le cronache cominciarono a parlare di un uomo di mezza età con la barba bionda e fluente ed una cicatrice sotto un occhio che gentilmente accompagnava molte donne anziane chiedendo sempre “avete bisogno di una mano per attraversare la strada ?”. Con il loro assenso camminava al loro fianco per un breve tratto salvo poi rapinarle, dopo averle seguite a lungo, al momento opportuno; alla fine riuscì a saldare il debito.

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