da Facebook una interessante riflessione di Andrea Rauch
Ammettiamo subito di avere dei preconcetti, e molti. E che Giovanni Donzelli non ci è simpatico, sopratutto per ragioni ideali, e politiche.
Donzelli non fa mistero di essere orgogliosamente “fascista”, e il resto passa in secondo piano, anche se il resto è un’arroganza tutta “fiorentina” e un’aggressività che raramente si erano viste. Arroganza “fiorentina”, abbiamo detto, ma senza quella carica di naturale simpatia che spesso accompagna la “fiorentinità”, e con in più, quasi per buon peso, un’insopportabile acrimonia che si sposa sempre, come una seconda pelle, al personaggio.
L’aggresssività di Donzelli richiama quella di Vittorio Sgarbi ma c’è da dire che quest’ultimo, essendo da anni entrato in pianta stabile nel numero delle “macchiette” e delle “maschere tipiche”, riesce a diventarci quasi simpatico e tutti i suoi salti sopra le righe ci scorrono ormai addosso come acqua fresca.
Donzelli non riesce ancora a diventare “macchietta”. Resta l’antipatico, bilioso, trucido personaggio che è, in tutto simile a quell’avvoltoio di cui usurpa il nome. Urla ma le sue intemerate non hanno bonomìa, sono acide e cattive e non ci riesce di considerarle un vezzo di gioventù. Tendiamo a prenderlo maledettamente sul serio e non ci sentiamo nemmeno di scusarlo per l’inesperienza che si deve all’età.
Non lo scusiamo perché in fondo si avverte tutto il livore e non resta nemmeno un residuo di quel bon ton che ce lo potrebbe rendere più digeribile.