Chi fra tutte le persone che hanno sentito per la prima volta “l’effetto” dell’eco, non è rimasto stupito oppure turbato?. Nessuna ed avrà però pensato sicuramente “da dove proviene questa voce misteriosa che ripete le mie parole?”.
Una mattina presto Amleto, partendo per la consueta passeggiata, dopo una mezzora pensò di fare una sosta e, dando uno sguardo attorno a sé, rimase estasiato da quell’imponente massiccio alpino che si stagliava davanti a lui.
Immaginava di poterlo toccare anche perché da giovane si era cimentato in scalate anche rischiose, tra squarci ed anfratti nella roccia, che ormai aveva relegato nel cassetto dei ricordi. Munito di binocolo cominciò ad osservare, verso una zona dove i faggi e gli aceri erano scomparsi, e la montagna mostrava gli ultimi ciuffi di una vegetazione rada e sporadica insieme ad una distesa di larici. Dopo questa fuggente ricognizione voltò il binocolo in basso.
La vista di una coppia di passeggiatori con piccoli zainetti gli consigliò di riporre il binocolo per togliere da una tasca un potente cannocchiale. Notò che il loro passo non era quello di persone che avessero confidenza con quei luoghi, verso le quali egli nutriva sempre uno strano risentimento in quanto andava ripetendo spesso “la montagna ai montanari”.
-Questi intrusi vengono in montagna calpestano tutto senza criterio, lasciano rifiuti e senza esperienza si infilano in situazioni insidiose- borbottò mentre continuò la sua osservazione.
Quello che non riuscì a decifrare furono le loro fisionomie in quanto erano occultate dal cappuccio del giubbotto e dalle sciarpe che coprivano loro la bocca, unitamente agli occhiali scuri da sole.
Per lui era più interessante sapere se erano occasionali turisti o gente del posto inesperta e dopo fantasticò sulla loro età. Al momento la coppia, che gli appariva a tratti dato che la vegetazione ne schermava la vista, scomparve proseguendo per un viottolo. Ignari di essere osservati pensarono di rifocillarsi dopo essersi sdraiati ed egli in quel momento vide solo due paia di gambe affiancate e rimanendo incollato al cannocchiale riuscì a vedere la ragazza che ad un certo punto si alzò solo con il busto e spostò la borsa lontano da lei. A seguire si tolse il piumino e dopo averlo gettato da una parte si sdraiò nuovamente e scomparve. Il sole si stava levando ed il cielo terso rese i raggi penetranti.
-Si è tolta il giubbotto; vediamo ora che cosa farà il maschietto- congetturò Amleto.
Puntualmente il giovane si alzò in piedi e cominciò a togliersi i pantaloni che volarono sopra il giubbotto della ragazza a cui si aggiunsero anche quelli di lei.
-Ci siamo e sono gente del paese- .
Quel cumulo di indumenti parlava da solo ed Amleto immaginò una situazione intrigante descritta da gambe che si muovevano e si intrecciavano.
Lui sapeva trovare, spostandosi in determinati punti, la condizione ottimale affinché l’eco rimbombasse nella valle e così posizionandosi in maniera ottimale, portò le mani ai lati della bocca ed urlò:
-Cosa fate porcelloni! Vi ho visto- .
Passava in un sentiero, non molto distante da lui, una comitiva di turisti insieme ad una guida del posto e nel sentire il rimbombare dell’eco si guardarono sorridendo. Non ci voleva molto a localizzare la fonte di quella voce stentorea per cui cautamente Amleto soprassedé al suo intento di sputtanare la coppia che nel frattempo, proseguiva le proprie effusioni amorose per niente intimoriti da simili parole.
I giovani, una volta ricomposti e fatta successivamente una copiosa colazione, aspettarono prima di riprendere il cammino.
Il giovane dal suo zaino tolse un potente binocolo e dopo aver localizzato la voce chiamò la sua ragazza che abbracciandolo volle dare anch’essa un’occhiata con il binocolo.
-È Amleto- affermò la ragazza ricordando al suo compagno che era un uomo chiacchierato per le attenzioni che dava alle bambine e la cosa circolava sotterraneamente ed al riparo da orecchi indiscreti, rimbalzando con accenni diversi nelle conversazioni riservate.
-Guarda là ci sono dei turisti e la guida che conosco- .
-Fammi vedere- chiese la ragazza che confermò quanto detto dal suo compagno. Il gruppo di turisti intanto fece una sosta ed i villeggianti si sederono in uno spiazzo.
I giovani invece di tornare verso il paese pensarono di iniziare la salita alla ricerca di un posto da dove poter mettere in atto la loro ritorsione.
Acclarata la fonte dell’eco, provarono un paio di volte a determinarla ed alla fine dopo una serie di “ehi” la sentirono.
A quel punto scattarono gli slogan scanditi che cominciarono a diffondersi nell’etere.
Amleto venne così bollato come “porcone” e “pedofilo” con un motivetto “lascia in pace i bambini, lascia fare i bambini”.
La cosa non passò indifferente tra il gruppo in sosta e qualcuno chiese delle spiegazioni. Tra loro vi era anche un giornalista straniero che conosceva bene la lingua italiana ed anche tre persone del posto.
Ne nacque una discussione tra il serio ed il faceto ed una di esse parlò di una “doverosa indagine della magistratura”.
-Tutti sanno e nessuno parla- sottolineò un’altra.
Nel pomeriggio in un gran locale, approfittando del sole limpido che rendeva gradevole stare all’aperto, questo episodio mattutino fornì il pretesto per alcune considerazioni.
-Sono rimasta stupita- confessò una donna -in vita mia è la prima volta che sento l’eco- .
-Io invece la sento spesso anche nelle mura domestiche- sorrise un uomo anziano con l’immancabile cappellino munito di una piccola penna inserita nella fascia -perché mia sorella ripete parola per parola quando parla suo marito. Gli è veramente proprio fedele- .
-Più che fedele questo comportamento denota un’assoluta mancanza di personalità- obbiettò una donna di mezza età, dai capelli bruni molto curati con gli occhiali sulla testa, che esibiva un abbigliamento giovanile.
-Evidentemente lei signora preferisce un comportamento conflittuale tra moglie e marito- controbatté il signor Anselmo colui che aveva iniziato il discorso.
Questo scambio sorto per un caso fortuito cominciò ad assumere delle punte polemiche impreviste.
-Io sono per i rapporti paritetici senza sacrificare nessun partner. Quando una persona si esprime attraverso un’altra è sicuramente succube, manifestando una passività che danneggia anche il proprio partner- ribadì colei che aveva sollevato la prima obiezione.
-Se lei è contenta che ci siano problemi nella coppia è un suo punto di vista- argomentò la moglie di Anselmo -io preferisco vivere tranquilla- concluse con una smorfia.
-Lasciamo perdere è tempo perso discutere di queste cose- sbottò la donna nel rimettersi gli occhiali nella sua allocazione naturale.
Questa considerazione, invece di placare la discussione, la rinfocolò perché venne presa come un oltraggio.
-Che mestiere fa lei? – .
-Sono una psicoanalista- precisò -domandatevi che tipo di rapporto può essere quello che si basa su una persona che domina e l’altra che è dominata per dirla in termini semplici? – argomentò prima di sorseggiare la sua bibita imitata in un attimo di pausa della discussione, dagli altri turisti.
Una giovane dall’aspetto avvenente e spigliato, che sedeva nel tavolino adiacente, intenta a confezionarsi una piccola sigaretta una volta finita di fumare si alzò ed a sorpresa si portò vicino alla psicoanalista.
Con un sorriso leggermente imbarazzato alzando un dito a mo’ di scusa le si rivolse:
-Mi scusi signora le posso fare una domanda? – .
-Certamente cara- acconsentì lei.
-La persona che subisce il rapporto è o non è responsabile della sua sudditanza?
Una persona si può ribellare o no? – .
-Non è così facile come sembra. È un problema che matura nel tempo per motivazioni diverse e quando giunge ad un certo livello non è facile riconvertire la propria coscienza perché essa non esiste più. Molte volte ad una persona incapace di esprimere un proprio pensiero ne corrisponde un’altra che ama solo sé stessa. Sembrano fatte l’una per l’altra ma in realtà è un rapporto che si basa su due deficit. Giova ricordare che il mito di Narciso viene da lontano e trova paradossalmente maggiori consensi oggi anche grazie all’uso dei social.
Diciamoci la verità: il maschio belloccio, pieno di sé magari un po’ cinico e sfrontato, piace in questo contesto e fa audience godendo di una “compiacente tolleranza”; ha insomma la vita in discesa.
L’alter ego Eco fa molta più fatica a rimontare una situazione culturale che la svantaggia. Sono mie opinioni per carità- .
Dopo queste parole impegnative probabilmente ignorate dai presenti il gruppo tornò ad occuparsi banalmente di Amleto che nel frattempo passeggiava per il corso.
Gino Benvenuti