(La liberazione non è per tutti i gusti!)
Perché i tristi eredi del regime sconfitto dalla lotta di liberazione dovrebbero inneggiare alla liberazione se non volevano essere liberati? L’esclusione del partito fascista dall’arco costituzionale – poi rientratovi sotto mentite spoglie – non è stata una liberazione, ma un tremendo oltraggio subito per mano di coloro che hanno usurpato il trono a Mussolini e gli hanno scippato la patria e il sogno dell’impero. Hanno masticato fiele per 80anni baloccandosi con tentativi vari di golpe e attentati terroristici falliti per distruggere la repubblica democratica nata dalla Resistenza che li ha sconfitti e ora ne dovrebbero celebrare la nascita e il trionfo sulle spoglie del regime che loro hanno amato e servito fedelmente … Ma cosa si pretende dai comuni mortali? Anche i fascisti hanno un cuore che batte sotto la camicia nera! Il 25 Aprile per loro è la data più funesta, il cosiddetto giorno più lungo. La Repubblica Italiana è il loro peggior nemico; si sentono prigionieri, non liberi. Governano sì, ma non sono per niente liberi di dire e di fare quello che vogliono … A che serve stare al potere se poi devono fingere di essere democratici abbracciando Liliana Segre, parlando bene di Papa Francesco, arrampicandosi sugli specchi per dire che non sono fascisti mentre vorrebbero gridarlo ai quattro venti con orgoglio, petto in fuori e pancia in dentro? Che fatica poveretti! Ma chi gliel’ha fatto fare di vincere le elezioni? Loro ci provano e ci riprovano a uscire dalle righe, ma c’è una vigile sentinella che ad ogni intemperanza, ad ogni tentativo di insubordinazione, intima l’alt ed è la nostra Costituzione – ben rappresentata dal Presidente Mattarella – i cui principi tutelano ancora il diritto alla libertà di stampa la quale, in gran parte, non si è ancora allineata al nuovo corso della storia. Per fortuna, anche se il comune sentire attualmente li favorisce mostrando di gradire i loro frequenti attacchi alla democrazia, la Costituzione è un solido pilastro contro il quale rischiano di rompersi la testa. Questo lo sanno e perciò i vari ministri, ma soprattutto Giorgia Meloni, interpretano, a seconda delle occasioni ufficiali o ufficiose, varie parti in commedia, ora urlando e sbraitando, ora assumendo toni e atteggiamenti più moderati e diplomatici, con l’intento più o meno palese di resuscitare il ventennio se pur riveduto e corretto. Sarebbe proprio una beffa crudele se quest’anno, morto il papa per Pasqua, resuscitasse, anziché Cristo, il famigerato ventennio! Ma per ora il nostro baluardo eretto a difesa della democrazia non vacilla, resiste, non a caso la Costituzione è nata dalla RESISTENZA!