ovvero, chi non ha cervello abbia Agamben
Alcune considerazioni sull’accoppiata vincente e stranamente convergente – visto il loro diverso orientamento politico – Cacciari-Agamben in merito alla questione controversa di dotarsi obbligatoriamente della green pass per poter circolare liberamente dopo essersi vaccinati contro il covid. Non si può certo negare che l’uscita estemporanea di Cacciari abbia fatto scalpore nonostante il caldo e l’azione allettante delle agognate – dopo tanta reclusione domiciliare – vacanze estive. Ma si sa, a spararle grosse prima o poi si fa centro, soprattutto se si fa parte di quel particolare gotha intellettuale tanto se-dicente di sinistra quanto funzionale alla destra.
Secondo una recente ma crescente corrente di pensiero che si pone in alternativa al pensare “corretto” inteso come ovvio e scontato e, – dico io – poco produttivo ai fini della promozione della propria immagine, si assiste ad una specie di gara tra alcuni noti opinionisti, a chi va più controcorrente, a chi si distingue di più, non importa come né perché, l’importante è “andare contro”: “Sparlino pure, purché parlino” scriveva Oscar Wilde. “Cosa mi posso inventare per accendere i riflettori su di me?” si sarà chiesto Cacciari preoccupato di non essere notato abbastanza … ed ecco la trovata geniale! Sollevare un gran polverone – se ne sentiva proprio il bisogno – sull’obbligo della carta verde. Quale posizione più anticonformista ci può essere, per un illustre rappresentante delle “idee chiare e distinte”, di quella di schierarsi con il suo sodale Agamben, dalla parte di chi mostra di avere idee alquanto confuse? La cosa infatti è apparsa assai bizzarra e ha fatto … boom! A ravvivare l’interesse dei distratti e stanchi cittadini stremati dal caldo e dalla nuova impennata del virus, ci ha pensato lui ergendosi a difensore della democrazia minacciata – udite udite! – da un lasciapassare anticontagio. Molti sprovveduti e in buona fede si saranno chiesti: “Chi può saperlo meglio di lui che ha studiato tanto … forse conviene fidarsi, con la green pass si rischia davvero la dittatura!?”
Abolire la GREEN PASS, suona maccheronicamente come abolire il GRANDE PASSO, quasi una fuga dall’altare prima di pronunciare il fatidico “sì”… una fuga romantica verso la libertà … che senz’altro è più importante del virus! Ma la mossa di Cacciari può essere anche una sfida dell’orgoglio intellettuale che in una specie di autoesaltazione si crede al di sopra della realtà e della logica. A pronunciarsi secondo il buon senso tutti ci possono riuscire, ma vuoi mettere convincere la gente che una cosa giusta è sbagliata e che è normale camminare a testa in giù? Usare ragionamenti sottili e sofistici per ribaltare ciò che appare ovvio ed utile alla comunità? Trasformare i cavilli in veri cavalli di battaglia ed essere presi in seria considerazione senza farsi ridere in faccia … questa sì che è una vittoria, questo sì che è un colpo di genio!
Anna Maria, 30-07-2021