Alessandro Volpi
La vicenda del sequestro di 780 milioni di euro ad Airbnb per il mancato versamento delle imposte è davvero paradigmatico della natura della finanza. Sintetizzo i fatti e sottolineo alcuni passaggi. A Airbnb Ireland United Company, la società che ha sede in Irlanda e incassa i ricavi europei di Airbnb Inc., è stato contestato il mancato versamento della cedolare secca del 21% sugli affitti riscossi dai proprietari di immobili iscritti alla sua piattaforma. In altre parole, la filiale irlandese doveva operare da sostituto di imposta e quindi trattenere il 21% sugli affitti e versarlo al fisco italiano. Così non è stato e su un fatturato di 3,7 miliardi di euro, il mancato versamento sarebbe stato di circa 780 milioni di euro. Dunque una gigantesca evasione che sarebbe stata perpetrata da una filiale già collocata in uno dei “paradisi fiscali legali” in Europa. Ma l’enormità della vicenda non si esaurisce qui: infatti il sequestro risulta di fatto virtuale perché Airbnb Ireland non ha immobili in Italia, in pratica non ha niente che possa essere sequestrato perché gli immobili affittati sono quelli dei fruitori della piattaforma. Allora bisognerebbe sequestrare i beni che Airbnb Ireland ha in Irlanda, ma questo paese non ha aderito, insieme alla Danimarca, al Regolamento europeo del 2018 sul sequestro dei beni. Quindi siamo di fronte ad una grande evasione che non sembra in alcun modo recuperabile se non per “ravvedimento” di Airbnb. Due note conclusive. La prima. Airbnb è posseduta da una decina di fondi finanziari fra cui compaiono Vanguard e Black rock. La seconda. La costruzione finanziaria dell’Europa è un incentivo a non pagare le imposte.