Molti sedicenti maitre a penser – filosofi e intellettuali vari – criticano il provvedimento del governo sul green pass perché celerebbe, secondo loro, un disegno autoritario mirante a controllare e a ridurre progressivamente le libertà individuali. Insomma, questo disegno sarebbe celato a tutti meno che a loro! Essi si sentono depositari di una specie di segreto di Stato riservato a pochi eletti, di una verità nascosta che avrebbe scelto proprio loro e solo loro per rivelarsi e per investirli di una missione salvifica. Quale delirante autostima gonfia a dismisura il loro ego? Quali pezze d’appoggio possono esibire per vantare il possesso di verità che sono negate ai più? Loro sarebbero i vaccinati consapevoli che, dopo essersi sacrificati bevendo dall’amaro calice, hanno sentito le voci che hanno loro intimato di aprire gli occhi ai beati beoti proni al cospetto di tutte le disposizioni del governo. Solo loro – i sapienti, i saggi – sarebbero condannati a portare il pesante fardello della verità da divulgare urbi et orbi. Sì loro, proprio loro, sarebbero i nuovi apostoli dell’era post moderna. Eppure non è difficile cogliere un retropensiero debole e contraddittorio nelle loro posizioni. Come si fa a vaccinarsi e a dotarsi di green pass e al tempo stesso remare contro i vaccini e i green pass? Se fossimo maliziosi sospetteremmo l’uso di una strategia mirante a risollevare la propria vacillante popolarità. Predicare male – contro il green pass – e razzolare bene – procurandoselo – può costituire un abile espediente per prendere due piccioni con una fava: salvarsi la pelle e occupare la scena. Se poi, facendo da sponda alle posizioni più farneticanti, si semina il caos e si fomentano disordini e contagi, chi se ne frega? L’importante è non allinearsi per non passare inosservati. E se molti ci rimettono la pelle, che importa? La libertà è più importante della vita! Infatti, cosa c’è di più liberatorio della morte? Se poi la vita si deve alle decisioni di un governo che obbedisce agli scienziati e non ai filosofi, ci dev’essere senz’altro un secondo fine. Se il potere dà retta alla scienza vuol dire che la scienza sta dalla parte del potere e non dei cittadini anche se ti salva la vita. Questo almeno è ciò che passa sui social ai quali gli esimi opinionisti accarezzano il pelo. Per sostenere questo, contro ogni evidenza, si è disposti a confutare i dati spaventosi dell’epidemia, ad improvvisarsi costituzionalisti e virologi o a cimentarsi in cervellotici giochi di prestigio per dimostrare l’indimostrabile.
Anna Maria Guideri, 29-11-2021