ODIO GLI EQUIDISTANTI di amg

Odio gli equidistanti, odio i nénéisti.
Credo che vivere voglia dire schierarsi, rischiare di sbagliare, ma anche di avere ragione: bisogna scegliere.
L’equidistanza, anche se dolorosa e conflittuale, è assenza di partecipazione, è fuga dalle responsabilità. E’ lavarsi le mani come fece Pilato che, per non decidere, fece decidere al popolo che condannò a morte Gesù.
L’equidistanza è non scegliere perché tutti fanno schifo salvo poi far scegliere a coloro che fanno più schifo di tutti.
L’equidistanza è non aiutare chi soffre perché c’è sempre qualcuno che soffre di più da qualche parte del mondo.
L’equidistanza è una maschera che serve a coprire la paura di compromettersi.
L’equidistanza si nutre di benaltrismo e di palloni in tribuna perché il problema è sempre un altro.
L’equidistanza è trattare in modo uguale situazioni disuguali.
L’equidistanza è usare il passato per non affrontare il presente.
L’equidistanza è il tentativo di acquistare l’abito immacolato dell’innocenza approfittando dei saldi di fine stagione.
L’equidistanza è trattare allo stesso modo il lupo e l’agnello.
L’equidistanza è il rifiuto di rivelare agli altri e a se stessi chi siamo veramente.
L’equidistanza è spacciare per eccesso di scrupolo l’incapacità di decidere.
L’equidistanza portò l’asino di Buridano a morire di fame.
L’equidistanza non è mai una non scelta: è la scelta degli altri.
L’equi-distanza non è mai equa, è solo distanza.

Anna Maria Guideri, 28-03-2022

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