I CONTI DELLA SERVA di Pierluigi Fagan

FONTE Pierluigi Fagan Facebook 21-12-24

Ieri Trump ha fatto sapere di aver avvertito l’Unione che i paesi europei che hanno avanzo attivo nella bilancia dei pagamenti (cioè che esportano in US più di quanto importano) dovranno pareggiare i conti acquistando più petrolio e gas americano, altrimenti “saranno dazi senza fine!”.
Solo nell’automotive, dazi pesanti sarebbero -25.000 posti di lavoro, per lo più tedeschi ed italiani. Vediamo un po’ la faccenda in soldoni.
La bilancia dei pagamenti Italia-US è attiva per 42 MLD €. La nostra bolletta energetica è di 66 MLD €. Dovremmo quindi stornare 2/3 dei nostri acquisti energetici dai ns fornitori abituali (tra cui il 25% dalla Russia) in favore degli americani. Da vedere però le tariffe applicate dagli americani, tra cui l’oneroso trasporto, ma soprattutto il costo dello shale gas che è parecchio fiori mercato rispetto a gas e petrolio afro-arabo-russo.
Se l’eventuale riorientamento delle forniture sarebbe un terremoto geopolitico e delle relazioni internazionali (operazioni Eni in Libia, Nigeria etc.), il costo sarebbe probabilmente un significativo ammanco di bilancio (spesa su Pil), una importazione netta di inflazione ed un aumento dei costi di produzione (per via del costo energetico) con effetti ultimi di aumento generalizzato dei prezzi e diminuzione delle esportazioni. In pratica, il suicidio non assistito dell’economia nazionale.
Forse potremmo mitigare un po’ la faccenda aumentando l’import dagli US di beni non energetici. Ma questo significherebbe infarcirci di roba per noi non immediatamente utile o fuori mercato. Comunque è da vedere se la condizioni le possiamo trattare o le decide Trump e basta.
Poco tempo fa, il nuovo segretario NATO Rutte, ha fatto sapere che il 2% di Pil in spese militari non è più il traguardo da raggiungere, ma il 3% o forse di più. Ieri Financial Times ha detto di saper per certo che Trump chiederà addirittura il 5%! Noi spendiamo circa 32 MLD € cioè il 1,42% del Pil. Arrivare al 3% significa raddoppiare la spesa ovvero altri 32 MLD €, un altro ammanco deciso del bilancio nazionale.
Che ci frega se abbiamo una delle popolazioni più anziane del mondo e medici ed infermieri scappano dai pronto soccorso perché non più in grado di operare umanamente il servizio? Ci faremo ricoverare in fureria.
A questo punto o Bruxelles manda in soffitta tutte le norme che governano le economie dell’area euro (rapporto debiti/Pil) o dovremo andare a tagliare la spesa pubblica (aumentare le tasse per carità, magari ai redditi più alti non se ne parla nemmeno). Il tutto per infarcirci di sistema d’arma per lo più americani. Forse una parte di questi nuovi acquisti potranno scalare i 42 MLD € di disavanzo attivo commerciale.
Trump realizzerebbe così diversi goal.
Il primo sarebbe che i vecchi patti ipotizzati da Obama anni fa quali il TTIP che doveva legare in una matassa commerciale US ed europei, sarebbero superati da questo ordine di importazioni coatte dove il guadagno è tutto da una parte. Pollo al cloro? Oh yes!
Il secondo è che forzando la vendita di energia americana oltre a rinforzare non più il legame ma la dipendenza geopolitica EU-US, beneficerebbe i principali sponsor della sua presidenza che sono -da sempre- i big dell’energia fossile.
Il terzo sarebbe la totale distruzione dell’economia europea a vari livelli, gli europei pagherebbero la svolta multipolare e l’espansione commerciale e produttiva cinese (e non solo) nel mondo che va a detrimento delle posizioni americane.
Infine, quarto, ci ritroveremmo gonfi di armi la cui gran parte è in elettronica ovvero US e quindi saldati una volta di più al polo US che deciderà dove, come e quando mandarci a far guerra di qui e di là secondo proprie intenzioni e benefici.
Tutto ciò verrà gestito dalla signora in immagine, affascinata da Milei e Musk, con i sodali della Lega e di Forza Italia per i quali tasse ai più capienti, politiche redistributive e di spessa sociale sono anatema. Non sono più di destra come molti dicono (categorie superate!), ci assomigliano solo.
Arrivati qui mi verrebbe voglia di intingere il pennino nel veleno e scrivere una notarella sui teorici del sovranismo e del populismo che forse negli ultimi anni non hanno ben capito che in mondo siamo capitati, i “non c’è più destra e sinistra”, quelli che si son bagnati vedendo eletto il “miliardario del popolo” alle ultime elezioni americane, coloro che passano il loro tempo ancora a volgere le loro ossessioni contro il genderismo, il green deal ed altre ininfluenti questioni di ininfluente guerriglia culturale, ma mi asterrò.
Del resto, se costoro non capiscono la lingua che parla la realtà concreta figurati quanto gliene importa di una nota di Fagan.
Auguri a Voi e famiglia!
NOTA. I conti si riferiscono al bilancio statale, cioè all’Italia e quindi “i conti della serva” del titolo, sono i conti dell’Italia. Ogni altra attribuzione dell’epiteto “serva” ad altro soggetto non era nelle intenzioni dell’autore del post.
Pierluigi Fagan 21-12-24

Il dolce di Natale by Sandra Vegni

Un altro giorno, un altro raccontino
Carla Cristini, Il dolce di Natale
FONTE Facebook 22-12-24

A casa mia il Natale era la festa a cui tutta la famiglia dedicava una lenta ed accurata preparazione. A noi figlie il ruolo di assistenti in tutte le attività. A mio padre era riservato l’allestimento del presepe e dell’albero: predisponeva su un tavolo un’arcata per sorreggere il cielo stellato, disegnato sulla carta azzurra con le stelle dorate, e modellava con il cartone colline e pianure, compresa la vallata del fiume. Poi, a tempo perso, ricavava casette e torri da rotoli di carta igienica e cartoncino di vecchie cartellette dell’ufficio. Per l’albero le lucine, a formare la catena, venivano collegate con il nastro per elettricisti tutti gli anni, previa conferma del loro funzionamento. Pronte alla Vigilia di Natale, le palline dovevano correre nelle nostre mani per finire sui rami dell’abete, comprato ogni anno con la zolla avvolta nella iuta. Spesso le palline correvano così veloci che si sbriciolavano a terra in un batter d’occhio. Comunque, albero e presepe erano pronti, nel loro splendore, il ventiquattro sera.
A mia madre, era riservato, oltre alla sartoria dei nostri vestiti, il settore culinario che comprendeva un menù consolidato nel tempo, con poche variazioni ammesse anche sui dolci. Anzi sul dolce. Sì, perché mia madre un dolce sapeva fare e quello era: il ciambellone! Con le quattro uova del contadino, si separavano gli albumi, che mia madre montava a neve con due forchette in pochissimi secondi, impresa a me mai riuscita, mentre i tuorli si mescolavano con lo zucchero prima di aggiungere la farina. Arancia e limone venivano grattugiati dal babbo, come se la grattugia fosse un arnese troppo pericoloso ed impegnativo per il genere femminile; la qual cosa valeva anche per il parmigiano. Lievito e burro, sciolto nel latte e raffreddato, completavano la preparazione con l’aggiunta delicata della neve di albumi.
Dato che non avevamo una tortiera con il buco centrale, anzi non avevamo una tortiera di qualsiasi tipo, mia madre usava un tegame in allumino ben unto di burro e nel mezzo una tazza senza manico.
Questo era il dolce che doveva competere con panettone e pandoro, così insipidi per i nostri gusti.
– Mah – diceva mia madre – saranno anche buoni, ma questi canditi…
– Questo pandoro è tutto burro e non ha consistenza…
L’unico dolce ben accetto era il panforte e, tra i biscotti, i mitici ricciarelli. Solo loro potevano essere all’altezza del suo ciambellone!
Con il passare degli anni e la sempre crescente diffusione di diverse varietà di dolciumi, anche mia madre cercò di provare a variare.
– Oggi sperimento un nuovo dolce!
Fui felice di questo annuncio; soltanto per avere una novità, ero disposta a gustare qualsiasi sapore nuovo. Quando lo vidi sfornato, rigirato dal tegame sul vassoio, mi sembrò gradevole per la vista e l’olfatto: quattro grandi fette di ananas caramellate esalavano un profumo esotico. Non c’era più il buco nel mezzo e al centro di ogni fetta un mucchietto di pinoli, di cui andavo matta.
Aspettai la fine del pranzo, che a Natale aveva tempi lunghissimi. Forse per gli antipasti: rigorosamente di fegatini e burro e acciughe. Forse per i due primi: tortellini in brodo e tagliatelle con ragù. Forse per i secondi: arrosto di pollo e coniglio e roastbeef, che a casa mia si chiamava “il magro”. Patate arrosto a volontà. Finalmente il dolce: mia madre lo affetta e fa un bell’effetto nel piattino; il primo morso e…mi accorgo che il dolce nuovo altro non è che il ciambellone travestito con l’ananas!

Sandra Vegni 22-12-24

Natale 2024 – Guerre di religione

TITOLO REDAZIONALE
FONTE Ilario Poggesi Facebook 17-12-24

“Babbo Natale non esiste” ha detto un parroco durante l’omelia.
L’ha detto subito prima di offrire il corpo di Cristo, morto 1991 anni fa, in comodi e pratici dischetti bianchi.
C’erano anche parecchi bambini alla messa…
Quando le vocazioni sono “nate male”…

Ilario Poggesi 17-12-24

La Siria e noi / flash

Sulla crisi un commento del nostro corrispondente

La Siria e i conflitti in Medio Oriente … l’Occidente e la campagna auto-promozionale di Meloni

Di ora in ora, di giorno in giorno la drammatica scena dei maggiori conflitti si complica sempre di più con l’entrata di nuovi attori, o il ritorno di quelli ‘storici’ con ambizioni crescenti. Leggiamo resoconti e valutazioni molto contrastanti. Dati i miei limiti faccio molta fatica a starci dietro, ma credo che sia molto difficile per tutti azzardare conclusioni e persino formulare valutazioni plausibili.

E’ chiaro che la caduta di Assad e la fine del regime di un macellaio sadico è già un fatto positivo, ma poi? Meno male che gli jihadisti (revisionisti) siriani sembrano cauti (almeno per ora, e si spera che poi non replichino i talebani) ma chi può azzardare cosa succederà nei prossimi giorni e poi nel futuro? Cosa faranno gli altri attori? Turchia (è il momento della grande opportunità per quella revanche ottomana che è in atto da anni dal Caucaso alla Libia); Iran (se non reagisce ora rischia di perdere completamente la partita, tanto più di fronte all’inarrestabile escalation israeliana); i Curdi (che hanno un’occasione eccezionale per realizzare la secolare aspirazione alla creazione del Kurdistan come stato autonomo e indipendente). Intanto gli americani tentano di estirpare l’Isis con bombardamenti aerei pesantissimi. Chi non ha esitato subito è Netanhyau che, forte della liberatoria dei governi americani (prima, durante e dopo) può attaccare la Siria in una guerra non dichiarata grazie alla disponibilità delle enormi risorse fornite dagli USA (centinaia di aerei modernissimi, carri, miliardi di dollari, quello che Zelensky non ha mai ottenuto su una scala paragonabile pur essendo coinvolto in uno scontro frontale con la Russia) con ambizioni territoriali che oggi sconvolgono l’equilibrio previsto da oltre 70 anni di accordi internazionali (con l’obbiettivo di ricostruire il biblico Regno d’Israele di David e di Salomone dei sionisti integralisti, ovvero la distruzione degli stati che confinano con l’attuala stato di Israele). La Russia smobiliterà le sue basi? Rinuncerà al vantaggio geopolitico che Assad gli assicurava nel Mediterraneo? Come utilizzerà ora Erdogan il suo controllo sul Bosforo sul passaggio delle navi russe, militari e mercantili?

Leggi tutto “La Siria e noi / flash”

Festa di Natale by Gino

I racconti di un fiato di Gino Benvenuti
FONTE Border Line Luglio 2019

Come tutti gli anni, si ripete un rito con tante persone impegnate a dipingere un Natale che non c’è, con la complicità delle televisioni che trasmettono immagini di Babbi Natale, corpulenti e barbuti, libranti per i cieli su slitte dai sonagli rumorosi trainate da renne, che sono sempre le stesse e forse avrebbero bisogno anche di un po’ di riposo, reclames accattivanti, bambini sorridenti e non so cosa ci sia da sorridere specialmente per quelli che si nutrono con un dollaro al giorno, grazie a questo mondo perennemente fondato sulla guerra, ed inondato da messaggi di una bontà umana smentita da episodi di razzismo e di esclusione sociale che la negano tutti i giorni dell’anno con il risultato di far apparire queste feste come un armistizio, di tre o quattro giorni, dove si possa celare sotto il tappeto, tutto lo schifo sociale scambiando complimenti ed effusioni, salvo poi affilare le armi dopo l’Epifania quanto tutte quelle donne magre ed orribili rientreranno nelle loro sedi sempre più stanche, perché i comignoli oggi sono sempre più stretti o dirittura sbarrati da griglie metalliche che impediscono questa distribuzione di doni, al contrario di chi, approfittando del rilassamento inevitabile, disattende scorrettamente questa tregua e con un clic del suo computer sposta ingenti somme di danaro da un posto all’altro del globo provocando per molti sicuramente disperazione, perché è facile capire come la fortuna di uno, si basa sulle disgrazie di tanti a cui non basteranno stelle luccicanti, né languidi bagliori lunari su cieli stellati o canzoni suggestive o gli auguri del vicino o pranzi succulenti, per digerire questa iattura e bestemmieranno così tanto per cui non basterà un anno per redimersi, offendendo proprio colui che si vorrebbe paradossalmente festeggiare, ma non c’è molto da meravigliarsi di questa incongruenza perché sono quasi duemila anni che parte dei suoi seguaci lo hanno sconfessato ed umiliato nella pratica.

    Gino Benvenuti

    Il racconto è tratto dal volume

    Border line : racconti / Gino Benvenuti ; prefazione di Roberto Mapelli. – Milano : Punto rosso, ©2019. – 292 p. ; 21 cm. – [ISBN] 978-88-8351-233-9.

    Comunicare è sempre un problema

    La nostra cara libraia Cinzia Zanfini ci offre anche oggi il gusto di veraci esperienze col pubblico
    TITOLO REDAZIONALE
    FONTE Facebook 8-12-24

    Qualcuno dei colleghi si infastidisce un po’ quando i GC* per chiederci un libro ci mettono il cellulare davanti alla faccia. Diciamo che non è proprio elegante ma ormai chi arriva in libreria al posto del bigliettino scritto a mano memorizza tutto sullo smartphone. In genere i clienti arrivano, sanno già quello che vogliono e mostrano uno screenshot della cover o la pagina del nostro sito. I più preparati ti danno pure l’EAN. E questo aiuta, specialmente quando ci sono corsi di lingua che si assomigliano tutti, oppure quando richiedono i manuali per concorsi o i libri di Diritto.
    E se forse ad alcuni non sembra bello vedersi un cellulare davanti alla faccia per quanto mi riguarda non provo troppo fastidio. Però una cosa mi manca, mi manca molto e sono i begli strafalcioni che facevano i nostri GC che magari avevano letto o sentito per radio un titolo e ricordavano vagamente. In genere si trattava di errori linguistici o di associazioni di idee. Resterà sempre nel mio cuore la richiesta fattami, molti anni fa da un GC pimpantissimo quanto distratto.
    Io: – Buongiorno, come posso aiutarla? –
    GC: – Ce lo avete “Il vomito” di Sartre? –
    Io (senza perdere il mio aplomb): – No, abbiamo solo “La nausea”. Il vomito è una conseguenza.-
    Il cliente resosi conto del lapsus cominciò a ridere come un matto.
    E mi mancano clienti come il giovanotto che, per far colpo sulla donzella che lo accompagnava mi chiese “Avete i dolori del giovane Welter?”
    Ho subito immaginato a un disastroso incontro di pugilato, a un rovinoso ko.
    Un gioco di parole bellissimo, degno di Bartezzaghi. Mi dispiace non averlo pensato io.
    Tutto questo per dirvi, cari GC, che gli smartphone sono un formidabile ausilio, ma tolgono tanto al nostro rapporto. Tolgono le parole, gli sguardi, i sorrisi e quella spontaneità e quella imperfezione per la quale tanto vi amiamo.
    *GC = Gentile Cliente.

    Cinzia Zanfini 8-12-24 #vitadalibraia

    Bilancio di previsione … non ci resta che piangere

    FONTE Facebook 17-12-24
    Franco Bortolotti

    da Alessandro Volpi: “Mi domando davvero se i commentatori italiani hanno letto i numeri della Legge di Bilancio. Certo, la mole di emendamenti ha contribuito a stravolgerla e dunque a rendere più complessa la lettura. Ma alcuni punti sono chiarissimi. In base alle richieste della Commissione Europea, votata unanimemente da forze di governo e dal Pd. il nostro paese si impegna ad abbattere l’indebitamento netto dal 7,2% del Pil del 2023 all’1,8% del 2029, scendendo già nel 2024 al 3,8%! Ma, dato ancora più folle, l’Italia dovrà ricostruire il proprio avanzo primario dal meno 3,5 del 2023 ad un più 2,4% del 2029, con un salto, anche qui formidabile, allo 0,1 nel 2024. Tutto questo dovrebbe avvenire mentre la spesa per interessi passerà del 3,7 al 4,2%, secondo una valutazione certamente ottimistica, e il Pil rimarrà costantemente sotto l’1%. Numeri di questo tipo significano una sola cosa: lo smantellamento dello Stato sociale, con drastici tagli alla spesa e con solerti privatizzazioni. Nel frattempo il governo abbassa l’Ires sui profitti dal 24 al 20%, dimenticando che proprio i profitti hanno beneficiato dell’inflazione e che la strada di “competere con i paradisi fiscali” si è rivelata il modo migliore per abbattere ulteriormente le entrate dello Stato. La quadreria di Casa Meloni dovrebbe cambiare….”

    Franco Bortolotti 17-12-24


    COMMENTI

    Luciano Pallini
    Il portogallo lo ha fatto con un governo di sinistra.
    Franco Bortolotti
    con ben altre politiche del lavoro e della casa

    Tra una crisi e l’altra

    TITOLO REDAZIONALE
    FONTE Corrado Cirio Facebook 17-11-24
    Corrado Cirio

    Crisi di governo in Francia, crisi di governo in Germania. Commissione europea eletta per una decina di voti della destra e completamente colonizzata da Lituania e Lettonia, oltre che schiavizzata dalla Nato.
    In Georgia e Romania prove di colpo di stato Nato.
    PIL europeo con la minore crescita mondiale. Industria europea in recessione. Un genocidio in atto nel totale silenzio europeo.
    Se c’è una cosa certa, è che la guerra USA/Natoà-Russia ha tritato l’Europa e la sta facendo uscire dalla storia.
    Altrettanto certo è il totale fallimento delle cosiddette democrazie (molte monarchiche) europee, che tutto rappresentano meno gli interessi dei popoli europei.

    Corrado Cirio 17-11-24

    Acquirenti virtuali

    TITOLO REDAZIONALE
    La nostra carissima libraia Cinzia Zanfini ci aggiorna sulle sue avventure in libreria
    FONTE Facebook 15-12-24
    Post della sezione Notizie

    Oggi parleremo di una pericolosissima specie di GC*, quelli che acquistano su Amazon.
    Il maschio di questa specie è, in genere intorno ai 40 anni, mostra una predilezione per libri del settore di management e finanza e anche per tutte le biografie di personaggi come Elon Musk o Warren Buffet. Sogna di diventare ricco come Creso e, nell’attesa, si accontenta di leggere manuali motivazionali tipo “I segreti della mente milionaria”. Tutto sommato è un soggetto abbastanza innocuo e non ha bisogno di particolare assistenza. Va dritto al settore sceglie un po’ di libri, li sfoglia, fotografa le copertine e li mette a posto. L’esemplare femmina è invece assai insidioso per librai e libraie. In genere si tratta di donne, boomer e che si muovono in coppia. Intercettano il libraio o la libraia e iniziano a chiedere consigli su romanzi per fare dei regali a varie amiche e vogliono scegliere tra più libri. In genere molti. E vogliono che la povera libraia le racconti anche la trama di ognuno. Poi dopo averti fatto perdere un sacco di tempo fotografano le copertine: una regge il libro e l’altra scatta la foto. Non comprano mai niente. Dopo un mesetto ritornano e si ripete la pantomima.
    In questi casi che fare? Mostrarsi gentili, consigliare un solo libro raccontandolo in due parole e passare ad altro. Comunque le odio.
    *GC = Gentile Cliente

    Cinzia Zanfini 15-12-24 #vitadalibraia