la Nato s’allarga

Sintesi dell’articolo di Tommaso Di Francesco apparso su Il Manifesto del 9 luglio 2024
Rassegna curata da Gian Luigi Betti

Il crepuscolo americano dell’Alleanza atlantica

IL LIMITE IGNOTO. Il macigno che incombe sul summit di Washington è il disastro della leadership Usa, dalla tenuta fisica di Joe Biden all’insidia del probabile arrivo alla Casa bianca del sovversivo Trump …

Si analizza la contraddizione al cuore della NATO nel contesto del suo 75° anniversario e la guerra in Ucraina. e se ne critica l’espansione ed il ruolo nelle guerre, sostenendo che l’alleanza perpetua un ciclo di instabilità e conflitto. Di Francesco evidenzia come l’aumento della spesa militare, stimolato dagli Stati Uniti, vada a vantaggio di figure come Trump e Meloni, a scapito delle spese sociali. L’autore mette anche in luce le preoccupazioni riguardanti la leadership americana, evidenziando la fragilità di Biden e la minaccia rappresentata da un possibile ritorno di Trump, con la sua retorica sovversiva e la sua imprevedibilità. Conclude dipingendo un quadro preoccupante del futuro, dove il declino degli Stati Uniti e la persistente minaccia della guerra segnano un “crepuscolo di potenza” per l’Occidente.

TSO Turati Scurati Oscurati

Negazionismo totalitario: il bispensiero del governo Meloni
Un recente esempio che ha riguardato lo scrittore Antonio Scurati

Il testo è una risposta di Antonio Scurati, scrittore italiano, alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Scurati lamenta di essere stato oggetto di una campagna di diffamazione da parte della presidente, che ha affermato di non sapere “quale sia la verità” sulla cancellazione del suo intervento in Rai.

Scurati rileva che la cancellazione del suo monologo era dovuta a “motivazioni editoriali” e che il suo pensiero sulla storia del fascismo e del post-fascismo doveva essere silenziato. Critica la presidente Meloni per aver usato il suo potere per attaccare personalmente e duramente un privato cittadino e scrittore, e afferma che ciò è una violenza.

Il monologo di Scurati è dedicato alla commemorazione del 25 aprile, anniversario della Liberazione dal nazifascismo, e critica la cultura neofascista italiana e la mancata riproposta dell’antifascismo. Scurati afferma che il fascismo è stato un fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista e che i suoi eredi stanno cercando di riscrivere la storia.

La presidente Meloni ha pubblicato il monologo sul suo profilo Facebook con una postilla iniziale in cui loda l’Italia e attacca la sinistra italiana per aver creato un “caso” della cancellazione del monologo.

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Minoranza sarà lei

Sintesi dell’articolo di Rino Formica apparso su Domani del 7 luglio 2024
“Il sovranismo è andato in crisi. E pure le finte riforme italiane”

Dall’allucinante esternazione di Salvini per cui in Italia esisterebbe una dittatura delle minoranze prende spunto il vecchio Rino Formica nel suo articolo su Domani del 7 luglio 2024.
L’articolo, dal titolo “Il sovranismo è andato in crisi. E pure le finte riforme italiane” affronta la crisi del sovranismo in Europa e in Italia, collegandola al successo dei partiti europeisti come il partito laburista nel Regno Unito. Formica sostiene che il sovranismo, lungi dall’essere una forza maggioritaria, rappresenti in realtà una “dittatura della minoranza”, come dimostra il governo italiano di destra. Egli evidenzia come questa crisi del sovranismo offra un’opportunità per rilanciare il progetto di un’Europa unita e democratica, richiamando il “Codice di Camaldoli” del 1943 come esempio di partecipazione democratica e unità nazionale. Formica conclude con un appello all’azione, invitando le forze democratiche italiane ad unirsi per “cacciare questo governo irresponsabile” e a contrastare i nuovi sovranismi filorussi, esemplificati da Viktor Orbán, che minacciano l’unità europea.

Turati il riformista

Funiciello, Antonio
Tempesta : la vita (e non la morte) di Giacomo Matteotti / Antonio Funiciello. – Milano : Rizzoli, 2024. – 199 p. ; 22 cm. – [ISBN] 978-88-17-18820-3.

Indice
1 Copertina
1 L’immagine
2 Il libro
3 L’autore
4 Frontespizio
5 Tempesta
6 Introduzione
7 I fascisti
8 I massoni
9 Matteo, l’altro Matteotti
10 L’anti Matteotti di Gobetti
11 Tra i braccianti
12 I socialisti
13 Matteotti il riformista
14 Matteotti l’antifascista
15 Matteotti l’anticomunista
16 Conclusioni

Presentazione del libro da parte dell’editore

Nella prefazione all’edizione dei suoi discorsi parlamentari, uscita nel 1974, Pertini scrisse: «Giacomo Matteotti è ancora, dunque, in mezzo a noi, con la
freschezza attuale dei nostri pensieri». Sarebbe bello se l’amato ex presidente avesse ragione. Parte da questa valutazione la riflessione di Antonio Funiciello: la figura di Giacomo Matteotti, del politico e dell’uomo Matteotti, è rimasta schiacciata dietro la lapide del martire, dipinta nella solitudine di un antifascismo quasi troppo precoce e fallimentare, stravolta dai giudizi fuorvianti di alcuni estimatori a lui coevi come Gobetti, o dagli attacchi degli avversari comunisti dell’epoca (Togliatti in primis).

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L’eterna leggerezza del riformismo

Sintesi dell’articolo di Carlo Trigilia pubblicato su Domani del 05 luglio 2024

Quello di Starmer non è l’unico riformismo possibile

Carlo Trigilia analizza la vittoria elettorale del Partito Laburista di Keir Starmer nel Regno Unito, valutando se essa rappresenti un modello vincente per la sinistra in generale. Pur riconoscendo l’importanza del successo elettorale, il sociologo evidenzia come il programma laburista si basi su una linea politica moderata, simile a quella liberal-democratica, con un’enfasi marcata su temi come il controllo dell’immigrazione e la sicurezza. L’A. critica la mancanza di attenzione del programma laburista alle disuguaglianze sociali e la sua prudenza in campo fiscale e redistributivo. Suggerisce, quindi, che la sinistra, pur traendo ispirazione dalla vittoria laburista, debba guardare alle esperienze socialdemocratiche del Nord Europa come modello per un riformismo più attento alla giustizia sociale e alla lotta alle disuguaglianze.

L’Autore Carlo Trigilia

sociologo
Professore emerito di sociologia economica dell’università di Firenze, socio dell’Accademia dei Lincei, è stato ministro per la Coesione Territoriale nel governo Letta (2013- 2014).

Democrazia e tirannia della maggioranza

Sintesi dell’articolo di Gianfranco Pasquini apparso su Domani del 5 luglio 2024

In democrazia la maggioranza non ha il diritto di tiranneggiare

Pasquino esplora il concetto di maggioranza in democrazia, sottolineando come il governo della maggioranza non debba tradursi in una tirannia. Sebbene il principio democratico preveda che la maggioranza governi, l’A. evidenzia l’importanza di tutelare i diritti inalienabili delle minoranze, che non possono essere né modificati né eliminati dalla maggioranza stessa. L’autore mette in guardia contro l’erosione dei diritti, che può condurre a forme di autoritarismo, e critica la manipolazione delle regole elettorali per consolidare il potere. Conclude ribadendo che la democrazia si fonda sul rispetto delle regole e sulla possibilità per la minoranza di diventare, a sua volta, maggioranza.

La NATO a Washington

La rassegna è curata da Gian Luigi Betti. Le fonti sono citate. Gli abstract sono fatti dall’IA. L’immagine in evidenza è stata creata dalla IA di WordPress in maniera autonoma sulla base del testo

Il vertice di guerra della NATO a Washington
di Medea Benjamin e Nicolas JS Davies

Da ACrO-Pòlis – Sinistra in rete

“Tuttavia, la popolazione mondiale che sta soffrendo sotto il giogo del militarismo non può permettersi di aspettare che la NATO si arrenda e se ne vada di sua spontanea volontà. I ​​nostri concittadini e leader politici devono sentire da tutti noi i pericoli posti da questa macchina da guerra irresponsabile e dotata di armi nucleari, e speriamo che vi unirete a noi, di persona od online, nell’usare l’occasione di questo vertice NATO per lanciare l’allarme a gran voce.”

SEGUE

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Ancora LIB e poco LAB in Gran Bretagna

La rassegna è curata da Gian Luigi Betti. Le fonti sono citate. Gli abstract sono fatti dall’IA. L’immagine in evidenza è tratta dal film Il Gattopardo

Il capitalismo britannico cambia cavallo per non cambiare nulla. I lavoratori potranno accettarlo?
Il Pungolo Rosso

da Il pungolo rosso – Sinistra in rete

Le elezioni anticipate in Francia e Gran Bretagna, tra fine giugno e la prima settimana di luglio, preannunciano scossoni politici ma, a guardar bene, più di facciata che di sostanza: in Francia sarà il ballottaggio a decidere se il Rassemblement National di Le Pen otterrà la maggioranza in Parlamento; in Gran Bretagna è data per certa la vittoria dei laburisti dopo 14 anni di governo Tory. Quel che è certo è che l’alternanza politica nel Regno Unito non porterà a grossi cambiamenti della linea politica dei precedenti governi conservatori, soprattutto sul tema della guerra e dell’economia di guerra, su cui convergono praticamente tutti i partiti che sono nel “gioco” elettorale. D’altra parte l’attuale leader laburista, Keir Starmer, diversamente dal suo predecessore Jeremy Corbyn, compete con il premier conservatore Rishi Sunak e con i liberaldemocratici per il sostegno del grande capitale, che gli sta facendo credito.
SEGUE

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Cina-USA di V.Comito

La rassegna è curata da Gian Luigi Betti. Le fonti sono citate. Gli abstract sono fatti dall’IA. L’immagine in evidenza è stata creata dalla IA di WordPress in maniera autonoma sulla base del testo

da Sinistra in rete

Cina-Stati Uniti, la gara è sempre più aspra di Vincenzo Comito

Alla vigilia del Terzo Plenum del Comitato centrale del Pcc e mentre gli Stati Uniti si addentrano nella sfida presidenziale tra Biden e Trump, il punto della sfida tecnologica ed economica tra i due Paesi che dominano il mondo
Premessa
Le riforme avviate da Deng Tsiao Ping nel 1978-79 in Cina hanno cambiato drasticamente e in pochi decenni non solo la situazione economica del paese asiatico, ma, per molti aspetti, anche quella del resto del mondo, contribuendo a rovesciare gli equilibri politici preesistenti su scala globale. Per quasi quarant’anni il Pil cinese è cresciuto a un tasso medio del 9,5% all’anno, risultato mai verificatosi altrove.
SEGUE

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